Ripeto ancora una volta che, non avendo più alcun ruolo e responsabilità all’interno della direzione della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi e soprattutto data la mia veneranda età di 93 anni, il mio impegno nei riguardi del nuovo Centro di Solidarietà Cristiana Papa Francesco è estremamente marginale.
Ho scelto quindi di tentare a livello personale, insieme ad una piccola équipe di amici, di individuare le persone più fragili e più bisognose perché possano beneficiare dell’offerta soprattutto di generi alimentari. Vi posso assicurare che non è facile aiutare i più poveri perché sono sempre i più sprovveduti e i meno agguerriti nell’approfittare delle opportunità che vengono loro offerte.
Io sono felicissimo che famiglie monoreddito e con uno o due figli a carico possano beneficiare dell’ipermercato e dal numero di presenze mi pare lo facciano numerose. Però sento forte il dovere di tentare che ne beneficino anche i più sprovveduti, i più inermi, i più poveri. Da questa convinzione è nata l’iniziativa particolare della quale vi ho già parlato, ossia quella di offrire a costoro dei buoni acquisto “spendibili solamente all’ipermercato Papa Francesco”.
Pensando che soprattutto le parrocchie conoscano meglio degli altri i parrocchiani più poveri ho messo in atto l’operazione di fornire alle parrocchie un certo numero di questi buoni in maniera tale che non si arrischi di permettere che “la carità” finisca non per mangiare, ma venga destinata per altri scopi non urgenti e necessari.
Consultando l’annuario della diocesi ho scoperto che tra il centro e la periferia di Mestre operano una cinquantina di parrocchie, e ho quindi deciso, assieme ai miei collaboratori, di farne beneficiare una diecina ogni mese. Ho scritto ai parroci relativi consegnando ad ognuno 100 buoni corrispondenti a 500 euro non provenienti dalla Fondazione Carpinetum nè dall’associazione il Prossimo, ma provenienti dalle offerte fatte nella chiesa del cimitero e consegnatemi da qualche benefattore e bensintende dalla mia pensione.
Ho costatato che questa spesa di 5 mila euro al mese era superiore alle mie possibilità perciò ho riguardato l’offerta facendo conto del numero di abitanti di ogni parrocchia, e del numero dei suddetti buoni realmente spesi nel primo invio. In rapporto a questi due fattori, ho rimodulato questa seconda offerta.
Col 15 novembre s’è concluso il primo ciclo di questa esperienza e perciò riparte il nuovo giro. Pubblico il nome delle parrocchie, del numero di abitanti di ciascuna e dei nuovi buoni acquisto consegnati prima del 15 novembre; lo faccio perché ognuno mi possa dare ogni suggerimento per migliorarla e per raccogliere il denaro per finanziarla. Eccovi la lista:
- Sacro Cuore via Aleardi
abitanti 7.766 – buoni 50 - Gazzera
abitanti 7.050 – buoni 60 - Carpenedo
abitanti 5.666 – buoni 80 - Chirignago
abitanti 7.769 – buoni 80 - Santa Maria della Pace Bissuola
abitanti 5.261 – buoni 50 - Corpus Domini quartiere Pertini
abitanti 2.948 – buoni 60 - Beata Vergine Addolorata Bissuola
abitanti 8.683 – buoni 80 - San Paolo via Stuparich
abitanti 3.102 – buoni 60 - San Pietro Orseolo v.le don Sturzo
abitanti 4.363 – buoni 20 - Santa Maria Goretti Carpenedo
abitanti 5.410 – buoni 60
Il costo totale dell’operazione, qualora tutti i buoni fossero “spesi”, sarebbe di 3 mila euro. Una cifra che temo che sia ben difficile che io possa affrontare ogni mese, comunque ho spedito al Patriarca e a tutte le parrocchie, al Sindaco e Consiglieri comunali, governatore Zaia e a tutti i consiglieri, a gli enti ecclesiastici, e a tutti gli ordini religiosi, un appello perché contribuiscano a questa spesa. Sarò ben contento di pubblicare in seguito il nome e l’entità dei contributi raccolti.