Proprio un paio di giorni fa ho dichiarato la mia fede senza tentennamenti nella presenza degli angeli e nel grande supporto che essi possono offrire a noi poveri e fragili mortali. Si, è vero che ho manifestato più di qualche perplessità e riserva sull’angelo anatroccolo del giardino pensile del nostro ospedale, spero però che, a differenza di quanto avviene nelle migliori famiglie dove spesso capita di incontrare qualche pecora nera, l’angelo dell’ospedale sia almeno tanto brutto quanto buono perché il suo servizio tra le corsie è quanto mai indispensabile.
Veniamo però al mio rapporto personale con questi spiriti celesti e in particolare con l’Angelo a cui il Signore ha affidato l’impegnativo incarico di farmi da custode. Tutti i miei amici conoscono già da tempo l’ultima impresa in cui mi sono impegnato nonostante i miei quasi novant’anni: ossia l’apertura al Don Vecchi del “Ristorante Serenissima” a favore delle famiglie e delle persone in difficoltà che non si presentano alle porte del Comune o delle parrocchie in atteggiamento lagnoso e senza pudore ma preferiscono portare la loro croce amara in silenzio e con molta dignità.
Credo che tutti ormai sappiano che il “Catering Serenissima Ristorazione”, del signor Mario Putin, ha offerto gratuitamente 110 pasti serali, ogni giorno dal lunedì al venerdì di ogni settimana, e che la Fondazione dei Centri Don Vecchi ha messo a disposizione la sala e tutto quanto necessario. La ricerca del personale a cui affidare il servizio di sala è stato l’ultimo ostacolo da superare. Ho quindi pensato di rivolgermi agli scout dei quali, senza vanagloria penso di essere stato a Mestre uno dei “padri fondatori” e il cui obiettivo è il servizio ma, con mia grande delusione, hanno nicchiato e non hanno aderito con prontezza alla mia richiesta.
Io non sono uno che ha l’abitudine di elemosinare le cose che ritengo essere un dovere e mi sono ricordato della preghiera di don Zeno Saltini, il prete romagnolo che fondò Nomadelfia “la città dei fratelli e dei figli di Dio”, e mi sono rivolto direttamente a queste creature celesti con queste parole: “Angeli suonate le vostre trombe d’argento per chiamare a raccolta gli uomini di buona volontà, voi conoscete i loro nomi, dove abitano e i loro numeri di telefono: Angeli ho veramente bisogno di voi”. Ebbene amici, volete sapere come è andata a finire? In una settimana si sono offerti una sessantina di volontari, vecchi e giovani, professionisti e operai, uomini e donne! Volete dunque che non creda agli angeli?