Quante volte ho detto e scritto che l’uomo ha bisogno di campioni. Il campione è colui che dimostra, al di fuori di ogni dubbio, che è possibile raggiungere un obiettivo. Guai a noi se non ci fossero dei campioni perché se non ci fossero o se non fossero in grado di dimostrare di essere tali con i fatti saremmo in un mondo di uomini mediocri, adagiati nella comoda illusione che più di così non si può fare. I campioni offrono questo stimolo per superare la pigrizia, l’indolenza e il quieto vivere in ogni comparto della vita. Nel campo dell’ascesi spirituale i campioni sono chiamati: testimoni, apostoli, santi, ossia uomini e donne che per noi cristiani danno volto fedele ed attuale a Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, che si è vestito della nostra umanità per attestare quale è l’uomo vero e autentico uscito dal progetto e dalle mani del Creatore. Bisogna anche aggiungere che come l’uomo nella sua storia si è evoluto così Egli, pur rimanendo sempre se stesso, cambia volto, stile di vita, movenze e linguaggio. Credo che ciascuno convenga che come uomini e donne di altre epoche, anche se spinti dai medesimi valori ideali, hanno modi di vestire, di parlare, di muoversi e di rapportarsi con gli altri diversi dai nostri, così anche i testimoni e i santi sono più facilmente comprensibili e imitabili se figli dei nostri tempi.
Io ammiro la Chiesa che oggi dichiara santi persone che anche noi abbiamo conosciuto. Avevano ragione i giovani che ai funerali di Papa Wojtyla hanno chiesto: “Subito Santo!”. Sto leggendo attualmente una biografia di Madeleine Delbrêl. Il volume narra la vita, il pensiero e la testimonianza di una ragazza francese, atea radicale, che convertitasi, con un gruppo di amiche sceglie di vivere nei sobborghi della grande metropoli d’oltralpe in comunità dominate dal comunismo nelle quali la Chiesa non riusciva ad entrare e ad incidere. Il libro non è facile e non si lascia leggere volentieri però mi fa bene, molto bene, perché mi aiuta a capire che oggi al cristiano non viene chiesto nient’altro se non far incontrare anche i più lontani con Gesù amando e spendendosi per tutti senza discriminazioni di sorta. Se i cattolici delle nostre parrocchie facessero questo credo che farebbero il meglio che si possa fare per la gente del nostro tempo.