L’uscita della fine del mese di aprile degli anziani del Don Vecchi e dei loro colleghi della città ha avuto come meta il piccolo santuario di Pralongo, minuscola frazione di Monastier. I lettori de L’Incontro sanno che il Don Vecchi non offre solamente un alloggio ad un prezzo modesto in una struttura elegante ma crea mensilmente, per i residenti, anche occasioni di incontro e di svago come il concerto e la gitarella pomeridiana.
Questa volta ho scelto di riferire sulla gitarella, che siamo soliti chiamare “mini pellegrinaggio” perché, essendo stata “inventata” da questo vecchio prete che non si dimentica mai del suo “mestiere”, tenta di unire al dilettevole anche l’utile. A scegliere la meta, che solitamente è costituita da un santuario abbastanza vicino a Mestre, sono i coniugi Ida e Fernando Ferrari assieme ad un piccolo staff di collaboratori. Questa volta il santuario scelto è stato quello di Pralongo. Insolitamente ci è toccato un pomeriggio piovoso ma per chiacchierare in pullman neppure la pioggia disturba più di tanto!
Il santuario neogotico dell’inizio del secolo scorso è una struttura pulita e ben tenuta in aperta campagna che costudisce una piccola Madonna Nera, forse affumicata dal fumo di un incendio. La ricerca su internet mi ha informato che quella Madonna non è nota per miracoli particolari ma è comunque amata dalla gente dei paesi vicini. Questa annotazione mi ha permesso di sviluppare il discorso sull’affermazione di Bonhoeffer, il pastore luterano fatto impiccare da Hitler, che disse: “Dio non vuole essere il tappabuchi dei desideri dell’uomo, perché Egli gli ha già dato tutto quello che è necessario per vivere una vita bella e positiva”. L’atmosfera calda e familiare mi ha dato la sensazione che i miei vecchi abbiano colto questa verità tanto importante! Dopo la Messa c’è stata la merenda ed una rapida sosta a Casier, il borgo bagnato dal Sile.