Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 22 ottobre 2017

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 22 ottobre 2017
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

Per essere il portavoce di due parrocchie, questo settimanale è in verità ancora un po’ povero. Comunque, considerando il fatto che siamo appena al numero due del periodico, possiamo ancora sperare in una crescita.
Riporto una bella lettera con cui il parroco della comunità cristiana di San Venanzio di Camerino ringrazia la parrocchia di Favaro per i contributi dati in aiuto al suo paese.

Queste aperture solidali di una parrocchia nei riguardi di altri che sono in difficoltà, è sempre segno di carità cristiana.

 

Forse qualcuno ricorderà che alla fine dell’ultima Festa di Maggio una giornata intera era stata dedicata alla raccolta fondi per aiutare la parrocchia di Camerino colpita dal terremoto. Sono stati raccolti in tutto 8.000 euro che sono stati consegnati a don Marco, il parroco. In questi giorni è arrivato questo scritto di ringraziamento che rendiamo pubblico.

Grazie : non siamo soli.
Dopo i terribili terremoti dello scorso ottobre 2016 (26 e 30) abbiamo visto completamente stravolgere e cambiare la nostra vita: quello che si era costruito, perduto e molti progetti futuri tramontati prima di vedere la luce. Davanti a tante difficoltà poteva prevalere lo sconforto, ma abbiamo deciso immediatamente di reagire, di continuare a sostenere le iniziative della nostra comunità e a cercare aiuto. Così la nostra parrocchia di San Venanzio Martire a Camerino ha continuato a svolgere le proprie attività, trovando sostegno e collaborazione anche con le altre comunità cristiane della città e cercando di unire e aggregare una popolazione dispersa e lontana dal proprio paese. Non è stato facile affrontare l’emergenza dei primi momenti, dal campo di accoglienza, ai tendoni, ai container: in definitiva vivere in un paese, ed è così purtroppo ancora oggi, totalmente in “zona rossa” senza sapere quando sarà riconsegnato alla vita. Abbiamo cercato di puntare sui giovani cercando di consegnargli occasioni per evadere dalla dura realtà quotidiana e per metterli in “rete” con altri ragazzi desiderosi di incontrarli. Un altro grande progetto era quello di salvare la nostra Scuola dell’Infanzia, presente da più di 50 anni come realtà educativa a Camerino, la cui sede storica è inutilizzabile perché all’interno del complesso della basilica di San Venanzio gravemente lesionata dal sisma, un progetto che aveva bisogno dell’aiuto e del sostegno di tanti.
Nasce così il contatto con la vostra parrocchia di Sant’Andrea Apostolo con don Andrea e Calisto che si è concretizzato con la mia visita dello scorso 6 giugno e nella grande cena di solidarietà dove avete raccolto ben € 8000. Sono tornato nella mia città con un profondo senso di gratitudine, con la gioia di aver incontrato tante persone desiderose di fare qualcosa di buono, con velocità e con concretezza: è il grande cuore della vostra comunità. A qualche mese dal nostro incontro posso dirvi che finalmente siamo giunti al nostro obiettivo, stiamo per iniziare i lavori di costruzione della nuova scuola e speriamo che per gennaio/febbraio 2018 i nostri bambini possano entrarvi per iniziare una pagina nuova della nostra storia. Non posso che ringraziarvi con tutto il cuore, non ci siamo sentiti mai soli e sappiamo tutti di avere amici veri a Favaro Veneto. Ancora grazie, un caro saluto a tutti e un ricordo nella preghiera.

Don Marco Gentilucci

La nuova rassegna stampa

È evidente che c’è una grande crisi religiosa in atto. Un parroco del centro ha scritto che nella sua parrocchia frequenta dall’8 al 10 per cento dei fedeli. C’è la necessità assoluta di trovare al più presto strade e soluzioni nuove per offrire il messaggio di Gesù agli uomini di oggi. è opportuno perciò che i parroci si confrontino per usufruire dell’apporto delle “mosche nocchiere” e delle “teste pensanti” che fortunatamente ci sono ancora nella Chiesa di Mestre. I bollettini parrocchiali sono gli strumenti che registrano tutte le nuove esperienze, ma occorre offrire una soluzione che permetta a un parroco di venire a sapere in mezzora ciò che si pensa e si fa nelle altre parrocchie.

Per questo abbiamo proposto una rassegna stampa online dei settimanali parrocchiali. Ricordo che il primo bollettino parrocchiale di Mestre è stata La Borromea, periodico del Duomo di San Lorenzo. Il foglio è uscito per la prima volta cinquant’anni fa, il 15 ottobre 1967 ad opera di monsignor Valentino Vecchi e del sottoscritto, frutto di una visita ad alcune parrocchie di Parigi. Attualmente tutte le parrocchie sono dotate di un settimanale, più o meno elaborato. Per la nostra avventura di rassegna stampa abbiamo costituito uno staff nelle persone di: Laura e Luigi Novello per l’inserimento dei testi nel computer; Gabriele Favrin per l’inserimento nel sito internet; suor Teresa per il recupero dei bollettini in forma cartacea; Giusto Cavinato come consulente tecnico; il sottoscritto per le relazioni critiche.

L’operazione è iniziata con l’invio delle lettere ai parroci per informarli e recuperare l’indirizzo internet del loro periodico. Sono arrivate trenta risposte positive e quindi la pubblicazione dei testi più significativi selezionati dopo un’attenta ricerca. La rassegna stampa è partita a inizio agosto con la recensione settimanale di una ventina di periodici. La si può consultare sul mio blog e l’obiettivo è di realizzare un sito internet. Ma quali sono i risultati? Nell’ultimo mese i lettori sono stati 3.940 e i visitatori 13.388. Questi numeri ci incoraggiano ad andare avanti. Ho chiesto a Gente Veneta di poter reclamizzare l’iniziativa, ma non è pervenuta alcuna risposta. Adesso si avverte la necessità di ampliare l’equipe operativa con l’inserimento di persone più giovani e con maggiore dimestichezza con il mondo di Internet.

Dopo tre mesi è possibile fare un primo bilancio. Credo di conoscere la situazione pastorale delle trenta parrocchie più di quanto se fossi io a fare la visita pastorale.

La mia veneranda età mi crea delle difficoltà però mi è anche di enorme vantaggio perché i miei 62 anni di prete mi permettono di leggere quello che è scritto in questi periodici, ma pure quello che non è scritto!

Conclusione: non tutto è perduto, ma credo che ci sia una assoluta necessità di rinnovamento pastorale, di esperienze innovative, di dibattito sulla interpretazione attuale del messaggio evangelico, di iniziative adeguate alla mentalità odierna e di sperimentazione pratica che rinnovi in maniera seria gli schemi mentali e le soluzioni del passato, che sono ancora largamente presenti. Sono convinto che “l’impresa” iniziata sia quanto mai valida e potrebbe esserlo molto di più se si potesse contare su uno staff più preparato e più numeroso.

Da “LA BORROMEA” – 22 ottobre 2017

Da “LA BORROMEA” – 22 ottobre 2017
Settimanale del Duomo di San Lorenzo di Mestre

Segnalo la notizia di un incontro che avrà luogo il 10 novembre sul problema del “fine vita” presso il “Centro culturale Santa Maria delle Grazie” di via Poerio. Questa parrocchia ha sempre sostenuto due gruppi culturali, questo di Santa Maria delle Grazie e quello della “Fondazione Duomo”. San Lorenzo infatti è sempre stato per Mestre il motore della cultura cristiana; speriamo che lo possa fare anche per il futuro, nonostante che il clero sia ridotto a solo due sacerdoti.

 

LA VITA DELLA COMUNITÀ

La fine della vita?
Fino a poco tempo fa, la durata media della vita era breve e breve era anche il decorso della malattia. La morte era probabile sia per il giovane che per l’anziano. Oggi, invece, grazie agli enormi progressi della medicina, la morte avviene sempre più in età anziana ed è sempre meno un evento improvviso. Di norma assistiamo ad un prolungamento del processo del morire. È chiaro che l’assunzione di nuovi poteri d’intervento sulla vita impone anche l’assunzione di nuove responsabilità a forte connotazione etica. Quali sono le cure migliori alla fine della vita? Cosa è bene “fare” o “non fare”? chi decide? Di queste importanti e attuali tematiche si parlerà il 10 novembre dalle ore 18:00 alle 19:30 presso il Centro Culturale Santa Maria delle Grazie in via Poerio. L’incontro è stato organizzato dalla Fondazione del Duomo in collaborazione con il Movimento dei Focolari. Intervengono il dott. Alberto Marsilio, medico di Medicina Generale e Geriatria, e il dott. Giampaolo Poles, medico Palliativista.

Da “UNA COMUNITA’ SULLA VIA DI SAN PAOLO” – 15 ottobre 2017

Da “UNA COMUNITA’ SULLA VIA DI SAN PAOLO” – 15 ottobre 2017
settimanale della Comunità parrocchiale di San Paolo apostolo di via Stuparich

Quello che si nota immediatamente, prendendo in mano il periodico, è che è composto da otto facciate A3 – soluzione rarissima tra i periodici parrocchiali che di solito sono molto più ridotti.

Segnalo l’iniziativa del cineforum parrocchiale, strumento pastorale un tempo abbastanza diffuso, ma ora scomparso tra i mezzi di apostolato.
Interessante la notizia di una celebrazione eucaristica alle nove di sera per tutti gli operatori di questa comunità, perché la preghiera è il solo elemento che possa dare un supporto vero e valido all’attività pastorale.

 

CINEFORUM IN PARROCCHIA

Sabato 21 ottobre, ore 16.30 in Patronato
L’idea del Laboratorio “Cineforum” nasce innanzitutto dalla consapevolezza che il linguaggio cinematografico spesso è il veicolo ideale per la comprensione della realtà e di alcune problematiche sociali.
L’attività ha lo scopo di far emergere temi e valori più o meno condivisi attraverso l’approfondimento dei messaggi cinematografici.
Pertanto si propone di avvicinare il ragazzo al film come forma d’arte capace di raccontare la realtà o fatti fantastici, favorendo la riflessione e il dibattito.
Per questo il Cineforum si pone come momento di incontro, confronto, scambio di idee, una pausa all’insegna della distrazione e dello svago, da condividere. Il cinema come forma espressiva rende possibile un forte coinvolgimento emotivo diventando in questo senso un mezzo efficace per allestire e sperimentare emozioni, determinando un forte impatto affettivo e relazionale stimolandone la riflessione.
La partecipazione al dibattito successivo alla visione del film rappresenta quindi un momento utile per incentivare e stimolare un arricchimento personale.
Tale attività è divisa nelle seguenti fasi:
• scelta del film in base a criteri prestabiliti quali genere, età, interessi;
• creazione di una scheda del film che funga da guida nel nostro percorso;
• preparazione del setting di lavoro e predisposizione dell’ambiente;
• introduzione all’attività di cineforum e breve presentazione del film giornaliero;
• proiezione del film;
• discussione, riflessione e dibattito finale;
• trascrizione su “Il diario di bordo” di riflessioni, opinioni emerse al termine del film.
Tempi (2,5 ore circa poi dipende dalla scelta del film)

UNA NUOVA ESPERIENZA

Il Signore può chiamare a partecipare al Suo Banchetto alle nove di sera? Si! E Don Stefano non ha esitato a convocare gli “operatori della pastorale parrocchiale” per martedì scorso a quell’ora. Perché solo “gli operatori” e non tutta la comunità? Perché collaborare a fianco al parroco implica una maggiore spiritualità. È importante quindi pregare, insieme gli uni per gli altri perché lo Spirito ci illumini, ci guidi, ci liberi dal protagonismo per rimanere uniti aiutandoci vicendevolmente con umiltà e mitezza affinché ogni gruppo possa portare frutti abbondanti per il bene dell’intera comunità.
E’ stata una bellissima esperienza mai vissuta prima nella nostra parrocchia. In chiesa, ai piedi dell’altare, il nostro parroco aveva preparato un piccolo altare circondato dalle panche dove ci siamo seduti tutti. Eravamo una ventina: mi sembrava d’essere nel Cenacolo, proprio lì dove gli apostoli con Maria pregavano in attesa dello Spirito. Sul piccolo altare, una grande particola di pane e un grosso calice di vino, aspettavano il nostro “si” alla Parola per essere consacrati.
Gesù aveva detto ai suoi: “vi ho chiamati amici perché quello che il Padre mio ha detto a me, io l’ho detto a voi”. E noi, eravamo seduti uno accanto all’altro, sentendoci uniti da quell’unico filo che lega tra loro gli amici di Gesù. Poi quel Pane spezzato e condiviso insieme, quel Vino bevuto allo stesso calice dopo il racconto evangelico di Marta e Maria, hanno rinsaldato i nostri passi assicurandoci che con l’ascolto obbediente della Parola e i doni gratuiti dello Spirito, la nostra povertà non ci può spaventare perché tutto è destinato a cambiare in noi per gli altri.
L’importante è non perdere mai l’occasione di rispondere “si” al Signore, perché quando ci chiama, vuole sempre ricordarci la tenerezza del suo amore che ci permette di condividere con gli altri i suoi preziosi doni. Vorrei concludere questa riflessione ringraziando il nostro “Don” perché ci vuole condurre nell’anno giubilare della nostra comunità con una particolare attenzione “alla parte migliore” del nostro cammino di fede. Quella parte che ci dona stupore e gioia a e non ci verrà mai tolta nei momenti più oscuri della nostra vita.

Silvana BF

Da “INSIEME” – 15 ottobre 2017

Da “INSIEME” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Martino e San Benedetto di Campalto

Il periodico consiste in un foglio A4 piegato in due. E’ scritto molto in piccolo, ma si presenta in modo favorevole perché a comporlo non è solo il parroco, ma altri membri della comunità.

Mi pare opportuno segnalare l’iniziativa di celebrare un’Eucarestia domestica (presso una famiglia) per i ragazzi delle medie, e l’assemblea parrocchiale che si è tenuta in Casa Cardinal Urbani a Zelarino, compreso il pranzo, per mettere a fuoco le modalità per essere Chiesa oggi.

 

UNA CASA PER CHIESA E UN CRUPPO PER FAMIGLIA

Per i ragazzi delle medie: se vogliamo incontrare Gesù, dobbiamo andare in chiesa. Come fargli capire allora che Lui non è solo in chiesa, ma è sempre in mezzo a noi? E poi, c’era da celebrare la tappa del Credo, il fine del primo anno del cammino verso la Confermazione, per chi non era presente quando è stata celebrata da un gruppo una decina di giorni fa. Infine, nel nostro gruppo c’è chi, purtroppo, non sempre può partecipare alla messa della domenica a causa di una cura che sta facendo.
Da tutto questo è nata la voglia di fare la tappa celebrando la messa in un posto più piccolo, solo con il nostro gruppo, il don e la tavola dove spezzare il pane e fare comunione. Sì ma dove?
Ed ecco l’idea: in una casa! Una casa accogliente, con il tavolo della sala da pranzo dove spezzare il pane, i ragazzi di seconda media e la voglia di stare insieme. Sì, Gesù è con noi! Gesù è in mezzo a noi. Le chitarre hanno creato la giusta atmosfera per poi seguire don Massimo nella celebrazione dell’eucarestia nella casa che è per definizione il luogo dove vive la famiglia.
Non cerchiamo la fede in parole o gesti eclatanti, perché essa nasce e cresce nelle nostre case. Nutriamola con il nostro amore: quello verso i figli, il marito o il compagno, i genitori e gli amici. Allora nostra dimora è e sarà sempre, per noi credenti, la casa del Signore. E il nostro gruppo una grande famiglia

Valentina

…PER ASCOLTARE E TESTIMONIARE…

ASSEMBLEA PARROCCHIALE

Domenica 8 ottobre, si è svolta presso il centro “Cardinale Urbani” di Zelarino, l’ormai consueta assemblea parrocchiale. L’assemblea è un momento forte per la vita della nostra comunità, un’occasione nella quale confrontarsi, per programmare un cammino comune e – perché no? -anche per conoscersi meglio; creare quelle relazioni umane che rendono viva una parrocchia. Anche domenica le cose sulle quali riflettere sono state parecchie, tutte orientate verso lo sforzo di riuscire a creare una vera comunità, tentare di trasformare la nostra Chiesa, cercando di darle una dimensione “domestica” dove tutti, ma proprio tutti, si sentano accolti e amati. Provare a dare finalmente un ruolo attivo alle famiglie e alle donne, sforzandosi quindi di essere una comunità profetica dentro una società che ha perso molti dei suoi valori e in continuo mutamento, tanto da definirsi” liquida”. Riuscire ad abbattere barriere mentali, culturali, religiose per aprire il cuore, e la porta, agli altri. A fare da bussola della giornata, dopo la lettura e l’approfondimento del Vangelo domenicale (divisi in piccoli gruppi) ci sono state anche alcune relazioni: la prima di Ilario, che prendendo spunto dall’anniversario della consacrazione della chiesa di S. Benedetto ha illustrato la realtà parrocchiale degli anni ’60; la seconda di Gabriele Scaramuzza che ci ha proposto un’analisi davvero reale e disarmante della nostra società, a seguire Don Massimo, che ci ha fatto una lettura teologica della Chiesa contemporanea.
Il pranzo poi si è svolto in un clima fraterno e festoso. Al pomeriggio siamo stati invitati a confrontarci su temi molto attuali tesi ad uno sforzo di rinnovamento della nostra realtà di fede. A conclusione di una giornata così ricca non poteva mancare la celebrazione dell’Eucarestia celebrata dal nostro amato don Massimo.
Personalmente mi è piaciuto molto l’intervento del carissimo Ilario (pietra fondante della S. Vincenzo campaltina) che mi ha fatto capire come la comunità parrocchiale degli anni ’60 fosse molto concreta, formata da fratelli che all’occorrenza si rimboccavano le maniche per aiutare chi era nel bisogno (ad esempio, riparando le baracche di chi non aveva ancora una casa) facendosi così prossimo degli ultimi, alla sequela del Vangelo. E’ stata davvero una giornata coinvolgente, che, non solo mi ha fatto sentire partecipe di una realtà viva e propositiva, ma mi ha reso anche ulteriormente consapevole del ruolo che dovrei avere in questa comunità chiamata Chiesa, che se non brilla e non è attraente, un po’ è anche per colpa mia.
Al prossimo anno sperando di essere ancora più numerosi.

Alessandra

Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 15 ottobre 2017

Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Giuseppe di viale San Marco

Almeno da quanto si può leggere, pare che questo settimanale, e quello di Chirignago, siano mosche cocchiere, o meglio le punte di diamante della stampa parrocchiale.

Molto probabilmente ciò è dovuto sia ai contenuti che alla bravura dei loro direttori.
Di questo numero segnalo “il fondo” di don Natalino sull’apporto prezioso del volontariato. L’articolo di Alessandro Seno fa una seria analisi sulla necessità di autocritica per mettere al vaglio certe posizioni ideali che sono sorpassate o inconsistenti, e non per il gusto di distruggere, ma solamente per crescere, per liberarsi delle scorie.

Segnalo pure sull’articolo “Casarmonia” una scuola di chitarra aperta a tutti. Ho letto di un parroco che ai cresimandi faceva fare un corso di chitarra perché, una volta cresimati, animassero in massa la Santa Messa. Questo è un espediente pastorale da non escludere senza pensarci!

Interessante è pure la proposta di pellegrinaggio al santuario di Monte Grisa.

«L’EDUCAZIONE È L’ARMA PIÙ POTENTE CHE SI POSSA USARE PER CAMBIARE IL MONDO»

Nelson Mandela

UNA SCUOLA DI VITA
di don Natalino Bonazza

Lunedì scorso sono stato invitato a presentare l’esperienza dello Studiopoint ad una giornata di studio promossa dalla Fondazione di Venezia su un tema formulato così: «Poveri figli?
Ricchezze e fragilità degli adolescenti del terzo millennio». Dati e numeri ci dicono che la povertà educativa esiste nel nostro Paese e anche qui da noi. L’aspetto più preoccupante è la mancanza di consapevolezza sociale e perciò di iniziativa concreta, sia in ambito locale che su scala regionale e nazionale.
Mi ha fatto impressione sentire quanti milioni di Euro verranno investiti nel triennio 2017-2019 per realizzare una serie di progetti ammessi dopo una precisa e severa selezione. Ho sorriso al pensiero che lo Studiopoint va avanti grazie a dodici tutor volontari per un giro di trentacinque ragazzi, senza mai chiedere un Euro. Non lo affermo per polemica, beninteso. Solo per sottolineare un aspetto fondamentale: l’energia dello Studiopoint è la gratuità. Dare tempo, ascolto, compagnia, fiducia e credito fa tirar fuori il meglio, fa trasformare le fragilità in ricchezza, restituisce la stima in impegno. Sono i ragazzi ad arricchire noi adulti – i tutor lo sanno per primi – perché imparano a lavorare su se stessi, ritrovando il senso della scuola. Alcuni già vogliono «ripagare» a loro modo, cominciando a fare da aiuto tutor, come i grandi. In tutto questo possiamo scorgere l’impulso interiore impresso dal Maestro: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,9). Occorre benedirlo, perché seguendo Lui faremo del nostro patronato una scuola di vita.

UNO SGUARDO SULLA SETTIMANA
di Alessandro Seno

Quant’è difficile cambiare idea? Me lo sono chiesto giusto la scorsa sera quando con dei carissimi amici ci siamo “confrontati ” sulla profondità della nostra fede. Non crediate che mi intrattenga spesso con questi argomenti, non vorrei passare per uno che fa le pulci agli altri sulla propria convinzione religiosa, ma sono stato “attratto ” in questa discussione – peraltro discretamente accesa…- dall’affermazione di un commensale – eravamo a cena fuori – sul suo raffreddamento nei confronti dell’ambito cristiano. Le motivazioni riportate sono state interessanti e molto profonde, non legate ad eventi “esterni” cioè a scandali o altro, ma maturate da un ‘attenta riflessione sulla propria fede e sulla sua evoluzione.
Tralasciando i particolari, quello che mi ha incuriosito ed interessato, dopo un’iniziale sbigottimento dovuto alla assoluta novità dell’informazione appresa, è stato il progressivo tentativo di capire le motivazioni e le ragioni di questa scelta. In mezzo a tante parole e spiegazioni ciascuno dei presenti si è un po’ interrogato su ciò in cui crede e su come lo fa; ascoltando le esperienze di tutti e rimanendo assolutamente ancorato ai miei principi di fede ho però apprezzato moltissimo il fatto che qualcuno provi a “scuotere ” le proprie convinzioni e credenze, anche chi lo fa per necessità, spinto da una profonda revisione di ciò che ha fatto finora e di come tutto questo sia stato mosso più da consuetudine constatando che la sua vita da credente fosse solo un tran-tran fatto di messe e comportamento da “bravo cristiano” senza porsi troppe domande. Ma le domande ci fanno crescere e ci portano su un altro livello solo che dobbiamo porcele avendo in cuore la consapevolezza di poterle accettare e di accoglierle sapendo che potrebbero cambiarci radicalmente.
E qui trova la sua spiegazione la frase iniziale: quanto è difficile cambiare idea?
Tantissimo, ve lo posso assicurare. Io che mi reputo persona (abbastanza) equilibrata faccio un enorme difficoltà a rivalutare le mie opinioni o, ancora più radicate, le mie certezze, soprattutto se toccano ambiti vitali come la religione o l’amicizia. Provate a pensarci, vi è mai successo di continuare sulla vostra strada nonostante arrivassero chiari e forti segnali di cambiare? Questo succede soprattutto per comodità, dopo i 40 anni ognuno di noi si è creato un mondo dove sguazza piacevolmente evitando, ribadisco, evitando, le situazioni che potrebbero incrinare la bella sfera del pesce rosso; ma se il nostro acquario si rompe magari potremmo finire in mare dove sicuramente faremmo esperienze diverse, nuove e stimolanti.
Però è difficile e già nel momento in cui lo scrivo so che non riuscirò a uscire dal bozzolo caldo di ciò che conosco e che mi fa star bene… Lode però a chi ci prova e te ne mette a parte, solo così chi cambia potrà trovare ciò che cerca e chi non cerca potrà però interrogarsi su cosa significhi crescere!

CASARMONIA
Al via il terzo anno dì attività

Sentirsi a “Casa in Armonia” con sé stessi e con gli altri, ma è anche la contrazione di “CASsa ARMONIcA”, quel componente che aiuta a trasmette le vibrazioni delle corde, che le mani sapientemente utilizzano, premono, accarezzano o strappano, per emettere quei suoni che puntano dritti a mente e cuore. Casarmonia è anche il nome del nostro Laboratorio Musicale, dove impariamo a suonare uno strumento come la chitarra. Un’esperienza gratuita che si pone sia l’obiettivo di condividere un piacere: il suonare uno strumento, di cantare una melodia e perché no, di esprimere armonicamente una preghiera. Qualche altro motivo per farlo?
1. Un’ottima scusa per ricavarsi i propri spazi.
2. Per riuscire ad esprimerti, parlando una lingua universale, dando spazio alla tua creatività.
3. Diventando protagonista delle tue canzoni preferite.
4. Emozionandoti.
5. Per divertirti e, cosa forse più importante, far divertire un sacco.
6. Se i tuoi genitori ti costringono in camera, potresti uscirne che sai una canzone nuova.
7. Se i tuoi figli non riescono a dormire, puoi sempre suonar loro una ninna nanna.
8. Puoi suonare o scrivere o trovarti gli accordi di una canzone, da dedicare ad una persona che conosci, o per esprimere sentimenti di lotta o… d’amore.
9. Una band potrebbe essere un’ottima soluzione per trovare amici.
10. Animare una serata tra amici… Far vibrare in modo armonico la tua chitarra necessita di impegno, costanza e determinazione. Esercitandoti tra i 15 e 30 minuti al giorno crei le condizioni ottimali per poter imparare a suonare la chitarra… è troppo?
Maggiore è l’impegno che ci metti, maggiori saranno le tue soddisfazioni e aumenterai tuo patrimonio personale.
Tra amici non sarai giudicato, ma aiutato a metterti in gioco. Utilizzerai con lo scopo di utilizzare occhi, mani ma anche voce e spirito per riuscire ad esprimerti al meglio. Se poi nasceranno vocazioni al servizio liturgico, chi ne sentirà il desiderio, potrà esprimersi nel servizio alla liturgia.
Tutti insieme si inizia il 16 Ottobre, dalle 18 alle 19, al 2° piano in patronato, indicativamente:
– il lunedì per chi è già formato;
– il giovedì per i neofiti;
Qqualora ce ne fosse bisogno i giorni saranno riconfermati con i partecipanti. Vi aspetto, a presto.

Maurizio Zanatta

IN PELLEGRINAGGIO SUL GRISA!

Nel centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima e verso la fine del mese dedicato al rosario proponiamo per giovedì 26 ottobre un pellegrinaggio al santuario del monte Grisa. Si trova sopra la città di Trieste ed è dedicato a Maria Madre e Regina. Qui si venera l’immagine di Nostra Signora di Fatima chiamata la “Pellegrina”, perché ricorda la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria celebrata per l’Italia nel 1959.
Il programma prevede: partenza con pullman privato alle ore 8 dal piazzale della chiesa; arrivo e visita al santuario; recita del rosario e celebrazione della messa; trasferimento a Palmanova per il pranzo e visita turistica; ritorno previsto per le ore 19.
Le prenotazioni si raccolgono in ufficio parrocchiale da lunedì 16 in poi fino a esaurimento dei posti.

Da “LA BORROMEA” – 15 ottobre 2017

Da “LA BORROMEA” – 15 ottobre 2017
settimanale del Duomo di San Lorenzo

Di questo numero credo sia degno di segnalazione il breve articolo del parroco don Gianni che, rifacendosi alla celebrazione della liturgia dell’11 ottobre che la Chiesa dedica a Papa Giovanni XXIII, ricorda il ruolo del Concilio Ecumenico che si è svolto mezzo secolo fa.

Ritengo pure sia opportuno segnalare “La preghiera di Taizè”, incontro che ha luogo nella chiesa di San Gerolamo ogni giovedì alle ore 21. Può darsi che a qualcuno possa far bene questo modo particolare di rivolgersi al Signore.

IL CONCILIO: CINQUANTACINQUE ANNI, ED È CAMBIATA LA NOSTRA STORIA

Carissimi, l’11 ottobre scorso la Chiesa ha celebrato la memoria di san Giovanni XXIII, papa. Come sappiamo, prima di essere eletto papa, il card. Roncalli fu patriarca di Venezia, nostro patriarca, quindi, anche se per soli cinque anni: ma sono stati anni importanti e belli, durante i quali abbiamo avuto l’opportunità di incontrare un vero uomo di Dio, un discepolo innamorato del Signore Gesù. Chi ha la mia età è stato quasi certamente cresimato da lui e molti ancora lo ricordano, anche se sono passati ormai tanti anni dalla sua morte. Più volte è stato presente nel nostro Duomo e ha celebrato l’eucaristia per i fedeli di Mestre. Mi pare bello consegnare alla vostra lettura una sua pagina importante, tratta dal discorso per la solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, l’11 ottobre 1962: sono passati cinquantacinque anni, ma il suo messaggio è ancora attuale.
Leggiamolo con attenzione.

don Gianni

Preghiera di Taizè

Giovedì 19 ottobre alle ore 21:00 a San Girolamo ci sarà il primo appuntamento di Preghiera con lo stile di Taizè. Caratterizzata da canti brevi, lungamente ripetuti, i quali, con poche parole, esprimono una realtà fondamentale; verrà letta la Sacra Scrittura con a seguire un lungo tempo di silenzio..

Da “IL DIALOGO” – 15 ottobre 2017

Da “IL DIALOGO” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia San Michele arcangelo di Quarto d’Altino

Il settimanale si presenta ordinato ed elegante, i contenuti sono pressappoco quelli di tutti i periodici parrocchiali. Comunque ritengo di segnalare i seguenti perché testimoniano che questa comunità è viva e non si limita al culto e al catechismo, ma si avvale anche di attività che un tempo si definivano come le “stampelle dell’apostolato”, ma che ora occorrono se si vuole che la parrocchia rimanga in piedi.

QUARANTANNI PIÙ’ UNO.

Uno spettacolo degno di un grande teatro o auditorium e invece si è svolto nella nostra bella chiesa ormai restaurata: il concerto della nostra Corale S. Michele Arcangelo per i suoi 40 anni. Lo attendavamo da un anno, ma abbiamo dovuto ri­tardare a causa dei lavori di restauro. Presenti il sindaco e l’amministrazione, Mons. Mario Ronzini, che fu il fondatore, Mons. Giuseppe Camillotto, rettore della Basilica di s. Marco, Mons. Gianni Fassina, precedente parroco. Quasi due ore di grande musica. Molti pezzi sono stati pescati dal repertorio nazionale di Verdi e Rossini e avevano come filo conduttore l’antitesi tra i temi dell’ira e della misericordia. Con la corale hanno cantato 4 solisti lirici, accompagnati dall’organo suonato dal maestro Luca Poppi, dal pianoforte suonato dal maestro Francesco Rossi, dall’arpa suonata dal nostro Marco Scarpa e da altri strumenti (trombe, timpani, tuba, trombone). Un grazie al bravo e te­nace maestro Michele Mazzon (al quale è stata dedicata dal coro una canzone a sorpresa) che fin da giovane rimase affascinato dalla bella musica ed entrò a far parte della corale. Un grande ap­plauso a tutti i coristi che con molto impegno e sudore hanno preparato questo bel spettacolo e a tutti gli sponsor che hanno contribuito alle ingenti spese.
(Sono ancora a disposizione CD del coro editi qualche anno fa – disponibili in canonica: of­ferta libera).

GRUPPO FAMIGLIE
È una bella realtà di una decina di coppie di mezz’età che si ritrova mensilmente, il sabato se­ra, per confrontarsi e maturare nella loro vita di sposi. Vista la profondità del documento, si è deci­so di continuare a leggere e commentare l’enciclica del Papa, Amoris Laetitia. Chi avesse piacere ad unirsi al gruppo può contattare Pietro.

Il gruppo “Patro..nato x” presenta:
POMERIGGIO FILMOSO.. Con merenda!

Domenica 22 ottobre – ore 15.30
Ingresso: singolo 2 euro
famiglia (min 3 persone): 5 euro

AVVISI

JOTA-JOTI!
Sabato 21 e domenica 22 il gruppo Scout di Quarto e quello di Mestre vivranno un evento di portata mondiale che li vedrà impegnati a scambiarsi informazioni, saluti, chiacchiere con altri scout di tutto il pianeta tramite mezzi di comunicazione come radio e internet. Oltre ad un momento educativo che vedrà protagonista un rappresentante del Ministero delle Comunicazioni che parlerà dei rischi della comunicazione digitale, verrà coinvolta anche l’Associazione Radioamatori Italiana. Inoltre saranno previste 2 postazioni Web per chattare.

PRONTI A SCATTARE!
E’ questo il tema annuale dell’ACR che vedrà protagonisti ragazzi delle elementari, medie (2 domeniche al mese dalle 10:30 alle 12), il gruppo ACG delle superiori e dei giovani (2 giovedì al mese) e il gruppo adulti.
Sono aperte le iscrizioni. Per info: Valentina per ACR e Chiara per ACG

CONCERTO D’ORGANO
SABATO 21 OTTOBRE – ORE 20.30
DOMENICO SEVERIN
Organista titolare della cattedrale S. Etienne di Meaux – FRANCIA
CHIESA S. MICHELE – INGRESSO LIBERO

PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DELLA CORONA
di Spiazzi (VR) e a Sirmione Sabato 28 ottobre

Partenza ore 7.00 da Portegrandi – ore 7.15 da Quarto €13 viaggio – €17 pranzo ristorante (possibilità pranzo al sacco) Iscrizioni: dopo ss. Messe o in canonica al mattino

Da “SEGNO DI UNITA’” – 15 settembre 2017

Da “SEGNO DI UNITA’” – 15 settembre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Maria della pace di Bissuola

Il periodico, stampato in A3 di quattro facciate, è ricco di appuntamenti, di avvisi e di ammonimenti abbastanza normali per tutte le parrocchie.

Leggo invece con interesse che in questa parrocchia si tiene un incontro di catechesi e di formazione anche per gli adolescenti e i giovani. Fa piacere apprendere questo perché significa che non tutte le parrocchie si sono arrese di fronte alle difficoltà di seguire i giovani.

Interessante ed opportuno anche l’appello a pensare per tempo al presepio per la chiesa.

mondo giovanile

INCONTRI DI FORMAZIONE
Per il gruppo giovanissimi di terza media, prima e seconda superiore l’appuntamento è per il
GIOVEDÌ dalle 20.45 alle 21.45
Per i giovani dalla quarta superiore in su (compresi universitari, in attesa di impiego, lavoratori) il primo appuntamento è fissato per
MARTEDÌ 17 alle 21.00
Siate puntuali ed avvisate se ci sono impedimenti.

parlare del presepio in chiesa

È TROPPO PRESTO?
Sicuramente no, se si pensa che non si tratta di allestire una rappresentazione della Natività casalinga (anche se sappiamo per esperienza diretta che c’è chi ci lavora tutto l’anno, ma è un’altra storia).
Quindi, volendo che le cose vengano fatte per bene, e non siano il frutto di un’improvvisazione, a don Liviano è venuta l’ideona. Perché non lanciare il bando:
Chi si assume l’impegno di allestire il Presepio in chiesa per il prossimo Natale 2017?

Da “IL NOTIZIARIO” – 15 ottobre 2017

Da “IL NOTIZIARIO” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Rita

Questo foglio contiene una riflessione del parroco quanto mai profonda ed originale sul testo del Vangelo della domenica 28a. In genere i commenti del testo sacro sono un po’ superficiali e più spesso ancora copiati, mentre questo testo di don Gianfranco merita di esser letto con attenzione.

A pag. 3 si annuncia un concerto d’organo. Questa parrocchia possiede l’organo più importante della diocesi, organo col quale tanto di frequente si canta la gloria di Dio. L’ultima pagina è riservata alle notizie riguardanti la vita parrocchiale.

Ritengo opportuno offrire un esempio di questa interpretazione del Vangelo dell’”invito a mozze”. Segnalo pure la notizia del “progetto Gemma” che si fa carico della nascita di un bambino che altrimenti sarebbe stato destinato all’aborto.

 

TUTTI ALLA FESTA DEL REGNO

Se il regno dei cieli è questo, come dice Gesù, nessuno, allora, potrà dire: “Ecco il mio Dio”, il Dio della mia cultura, del mio paese, del mio gruppo di preghiera, della mia religione. In quel giorno, invece, si esclamerà: “Ecco il nostro Dio!»”, il Dio del grande banchetto, il Dio di tutti. E’ una sorpresa e una gioia, oggi, scoprirsi invitati al banchetto del regno di Dio insieme a tutti. Nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato, o rivendicare un’esclu­siva. Quelli che nella parabola evangelica hanno preferito occupparsi dei propri campi o dei propri affari, probabilmente consideravano l’invito non abbastanza selettivo. Forse coltivavano una mentalità elitaria e non avevano nessuna intenzione di mescolarsi con “tutti”. Il messaggio di Gesù è molto chiaro. Il velo della cecità che dovrà cadere dagli occhi non è solo quello che impedisce di conoscere il vero Dio, ma anche quello delle visioni particolaristiche che impediscono di vedere gli altri. “Tutti i popoli”, nella visione del profeta Isaia. Tutti i reclutati ai crocicchi delle strade, nella parabola di Gesù.
La gratuità dell’invito si accompagna ad una straordinaria larghezza e può estendersi oltre ogni limite ragio­nevole. Noi cristiani siamo abituati a collocarci al centro, a pensare di essere i preferiti, almeno fino a quando pratichiamo la Chiesa e ci sentiamo la coscienza a posto. Ci riesce difficile pensare e accettare che chi sta ai margini della Chiesa o non la frequenta possa essere più vicino a Dio di noi. Ci viene quasi istintivo restringere il regno di Dio nei confini della Chiesa. Non è così. Il “nostro” Dio, il Dio di Gesù Cristo, Padre, Figlio e Spirito Santo, non conosce confini.
È il Dio di tutti. A tutti, attraverso il banchetto eucaristico imbandito nelle chiese ogni domenica, offre la sua vita di comunione, anche a chi passa la vita per le strade e non potrà mai ricambiare neanche con un piccolo regalo, purché provvisto del misterioso abito nuziale.

Don Franco

La convivialità è qualcosa di concreto

Mai che nel vangelo si dica: “Il regno dei cieli è simile a un convento, a un eremo, a un convegno intellettuale, o a un incontro di anime…” Si parla, invece, di banchetto e di convivialità. Si mette insieme cibo e amicizia. Corpo e spirito, insieme. Cose materiali, piatti appetitosi di carne e caraffe di vini eccellenti, e gli occhi che non si limitano al piatto, ma vanno a cercare lo sguardo dell’altro, per condividere la gioia di incontrarsi e di comunicare.
Quando ci decideremo a rifare queste saldature essenziali in modo da riscoprire l’uomo nella sua totalità, così come Dio lo ha pensato e ha deciso di farlo diventare, mandando il suo Figlio a mostrarne la fattibilità?
Abbiamo separato per secoli il corpo dallo spirito e non siamo più capaci di ritrovare l’unione e l’armonia, specialmente nelle nostre celebrazioni eucaristiche, pensate per essere la manifestazione e la sublimazione dell’umano abitato da Dio.
Quando avremo delle celebrazioni eucaristiche piene di umanità buona, capace di lodare e ringraziare il Signore, ma anche di non estraniarci dagli altri e poterci unire a tutti con amicizia e cordialità, guardandoci negli occhi e facendo fronte comune alle esigenze della giustizia e dellacarità, che incontriamo dentro e fuori della chiesa? I riti non sono giochi di prestigio, ma gesti in cui le parole trovano casa e ciò che è umano è assunto da Dio per riversarlo, trasfigurato, nel cuore e nella vita dei presenti. Tocca poi a noi mostrarli nel concreto.

Domenica prossima

VII Rassegna Organistica -Concerto Finale
Riprenderemo domenica 22 con la Classe di Organo del Conservatorio “B. Marcello” di Venezia. L’Associazione Grande Organo di S. Rita ha inteso coronare la manifestazione di quest’anno offrendo ai giovani allievi del Conservatorio, appena diplomati o in corsa per il diploma, (7 in tutto), l’opportunità di esibirsi e di manifestare il loro talento.
è un riconoscimento doveroso al loro lungo percorso formativo e all’abilità acquisita per un impiego professionale nelle parrocchie e nelle scuole e magari anche per diventare grandi interpreti di musica d’organo.
Saranno assistiti dal loro maestro Gianluca Libertucci, organista di S. Pietro in Vaticano e insegnante d’organo al Conservatorio di Venezia. Avranno pure il piacere di avere come ospite e uditore Mons. Giuseppe Liberto, ex direttore della Cappella Sistina di S. Pietro. Tutti siamo invitati.

Progetto Gemma
La mamma di Roma che stiamo aiutando ha dato alla luce due gemelli: SANTIAGO E ILARY, venuti alla luce il 20 settembre scorso prematuramente ma in buona salute. Dio li benedica e li protegga.

Da “PROPOSTA” – 15 ottobre 2017

Da “PROPOSTA” – 15 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Proposta è un bollettino parrocchiale tutto da leggere o, meglio ancora, che si è “costretti” a leggere tutto.

Di questa settimana segnalo l’articolo di don Sandro Vigani, altra bellissima penna, che ha cominciato la sua collaborazione a Chirignago. Bella l’immagine del sentirsi un garzone di una bottega quanto mai viva. Ce ne fossero tante di queste “botteghe” e gli “apprendisti” facessero tutti un’esperienza in una parrocchia viva come quella di Chirignago!

Segnalo pure l’articolo col quale don Roberto, il parroco, riferisce sul suo primo mese senza cappellano e soprattutto il finale di questo articolo da cui apprendo che alla messa del mercoledì, celebrata alle 6,30 del mattino, si conta la presenza di 46 giovani più alcuni adulti, tanto che si è arrivati a 60 comunioni. E’ vero: la fortuna aiuta gli audaci!

 

LE PRIME IMPRESSIONI DI DON SANDRO

Mi piace pensare alla parrocchia come alle botteghe di un tempo – quella del falegname, del barbiere, del fabbro…- dove fin da bambini si andava ad imparare un mestiere. Vivendo gomito a gomito con gli adulti, si rubavano con gli occhi i segreti del lavoro che spesso ci avrebbe accompagnato per tutta l’esistenza e assieme si imparava il mestiere della vita.
Questa era la scuola vera, quella che introduceva giorno dopo giorno, attraverso l’esperienza concreta, alle cose importanti della vita. Una vecchia bottega, dove gli adulti trasmettono ciò che vivono ai giovani e ai bambini, dove la reciproca testimonianza diventa giorno dopo giorno la consegna della fede alle nuove generazioni e assieme la consegna di uno stile di vita veramente evangelico: così, penso, dovrebbe essere la comunità cristiana! Una bottega artigianale, perché la parrocchia non è un’azienda, il prete non è un manager né un funzionario, i laici non sono dei dipendenti… ma soprattutto perché la fede passa attraverso la ricchezza umana di ciascun appartenente alla comunità.
In questi ultimi vent’anni e più nella Chiesa italiana si è parlato all’infinito di Nuova Evangelizzazione, di Comunità Educanti, di nuove strategie per diffondere il Vangelo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: spesso non siamo riusciti a muovere un passo avanti. C’è voluto papa Francesco per aprirci ad orizzonti diversi, più semplici ed impegnativi allo stesso tempo. Lo stile familiare, lo sguardo attento alle relazioni umane, la consapevolezza che ciascuno è importante, l’importanza dell’incontro personale, la gioia nel vivere la vita di gruppo, impegni forti e seri accanto alla festa e alla leggerezza: è tutto questo che costruisce la comunità cristiana.
Vi chiederete perché insisto sull’immagine della “bottega”. Perché in questi primi mesi nei quali frequento la parrocchia di Chirignago mi è parsa fin da subito quella che meglio esprime l’identità di questa nostra comunità. Forse sarà perché il parroco, don Roberto, è figlio di un falegname e conosce bene il lavoro di bottega (tra i preti è conosciuto col soprannome del padre: Tillio Toea), continua a fare la visita alle famiglie e cento altre cose che altri preti non fanno più. Forse perché Chirignago ha ancora la dimensione del paese.
O forse perché… sì certo, per questo! come dice Gesù, a chi ha – cioè a chi fa, a chi cerca di far fruttare i talenti che gli sono stati dati, con un impegno concreto e perseverante – sarà dato e sarà nell’abbondanza! Sono nella vostra parrocchia da pochi mesi, eppure per molte persone è come se fossi da tanto tempo. Sento l’umanità attraverso la quale passa la fede nelle messe, sempre ‘strapiene’, di persone sorridenti che si sentono famiglia. Sento lo stesso clima familiare nei gruppi di giovani numerosi, sento una verità, un qualcosa che mi ricorda le tante esperienze vere che ho vissuto nella mia vita.
Le sento perfino nel profumo del legno che in questo inizio di autunno brucia nelle stube del patronato e della Canonica.
GRAZIE

Don Sandro

IL PRIMO MESE.

E’ passato ormai un mese da quando don Andrea ci ha lasciati per quel di Venezia. Come è andata?
Credo che sia giusto che la comunità sia informata di come il parroco sta vivendo questo primo periodo. Innanzitutto grazie a don Sandro e a Katia per la loro presenza indispensabile. Sono davvero bravi. E poi grazie a tutti coloro che in questo tempo hanno fatto, puntualmente e generosamente la loro parte. Io sto vivendo bene questo passaggio. Sono sereno (con qualche piccola arrabbiatina), e anche contento.
Vedo che le cose vanno, e che, con la collaborazione di tutti, si può vivere (e non solo sopravvivere). I giorni più difficili sono il martedì, il mercoledì ed il sabato, perché sono giorni di catechismo dei bambini e dei ragazzi.
Una fatica non indifferente sono i funerali: pensate, siamo già a 77 in quest’anno, quando lo scorso a questo numero siamo arrivati alla fine dell’anno (è per questo che sono restio a celebrare funerali di persone che abitavano fuori parrocchia). Per i resto, non c’è male.
Ma continuo a contare sulla collaborazione e sull’affetto di tutti.

Don Roberto Trevisiol

P.S.:
Solo una raccomandazione: quando ci sono più persone che abbino bisogno di parlarmi, un po’ di pazienza. Con un po’ di calma si arriva a tutti

Da “FRATELLO SOLE SORELLA LUNA” – 8 ottobre 2017

Da “FRATELLO SOLE SORELLA LUNA” – 8 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Francesco e Santa Chiara di Marghera

Il periodico, che è l’organo di questa comunità di circa 2200 anime, è di dimensioni assai ridotte, in formato A5. Il numero preso in esame riporta in copertina una foto della messa celebrata in una domenica recente, Eucarestia alla quale hanno partecipato assieme fedeli di tutte le parrocchie di Marghera.

All’interno c’è una preghiera in occasione dei 100 anni di questa zona, l’invito a partecipare ad un ciclo di sei incontri che si terrà nella vicina parrocchia di Sant’Antonio sulla spiritualità di san Francesco ed un altro a partecipare ad una commedia offerta in conclusione delle celebrazioni parrocchiali in onore di san Francesco.

Credo che possa avere un qualche interesse per le altre parrocchie della città la breve didascalia della festa in occasione della messa comunitaria che costituisce una testimonianza particolare della comunione fra le parrocchie della zona, e la preghiera in occasione dei 100 anni di Marghera.

 

DOMENICA A TEMPO PIENO

Una giornata di festa, bella, ricca di molti momenti: la caccia al tesoro alla ricerca dei “segreti” di Marghera, il concerto della domenica sera, il pranzo condiviso, i mercatini di solidarietà. Soprattutto la condivisione più grande: l’eucarestia vissuta assieme alle altre par­rocchie della nostra città. Un bel modo per iniziare il nuovo anno pastorale.

PREGHIERA PER I 100 ANNI DI MARGHERA

Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, Dio di provvidenza infinita, per i grandi segni del tuo amore effusi nel corso di questi cento anni su Marghera, la nostra casa comune.
Guarda la nostra città: tu conosci i suoi peccati e le sue virtù, le sue ricchezze e le sue miserie, i suoi gesti di bontà e le sue debolezze.
Non privarci del tuo aiuto: veglia ancora sulle case e sulle strade; assisti i giovani, i poveri, gli ammalati, gli sfiduciati;
dona dignità e sicurezza nel lavoro;
fa’ che resti vivo in tutti il senso dell’onestà e della generosità, la concordia laboriosa, l’apertura verso l’umanità.
Accorda alle Parrocchie di Marghera la gioia di camminare insieme;
dona loro una comunione profonda, una solidarietà nuova, una collaborazione tenace;
fa’ sentire loro che per crescere davvero occorre spalancare le porte al domani, progettando, osando e sacrificandosi per il Regno di Dio.
Concedi a tutti i centri di aggregazione la gioia dell’incontro, la letizia delia condivisione, il senso della gratuità.
Assisti quelli che hanno responsabilità pubbliche, i legislatori, i governanti, gli amministratori, i tutori della libertà e dell’incolumità dei cittadini, perché lavorino per ciò che serve davvero a Marghera.
Abbraccia tutti gli abitanti della nostra amata città: l’ostilità non sia mai più forte della benevolenza, il lamento non prevalga mai sullo stupore, lo sconforto non schiacci mai l’entusiasmo,
la pesantezza del passato non impedisca mai di far credito al futuro.
Amen.

Da “PROPOSTA” – 8 ottobre 2017

Da “PROPOSTA” – 8 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Questo numero del foglio parrocchiale è tutto da leggere. Il cardinale Luciani aveva proposto a don Roberto, il parroco, di collaborare con la scuola di giornalismo a Milano, ma lui ha rifiutato preferendo il rapporto con la sua gente piuttosto che un discorso rivolto ad anonimi.

Secondo me ha fatto male a rifiutare perché il buon Dio gli ha dato doti particolari per comunicare mediante il messaggio scritto.

Ne do un esempio segnalando questi articoli: 1) Valutazioni sul referendum per l’autonomia. Pur non condividendo del tutto il discorso – io infatti non andrò a votare per non fare il gioco della lega e per non tornare ad un’Italia pre-risorgimentale – comunque apprezzo e convengo su alcune argomentazioni. 2) E’ interessante e comprensibile il suo sfogo su un certo tipo di giornalismo e pure lodevole la sua precisazione sulla gestione economica della nostra Diocesi. 3) Interessante il discorso sulla confessione. A Chirignago la “moda” è arrivata in ritardo, come avviene sempre per le periferie. Comunque lo si voglia o no, la moda ha sempre la meglio (vedere per credere i jeans sbrindellati). Credo che dobbiamo pensarci sul problema della confessione e trovare nuove soluzioni che ne salvino il contenuto. 4) Don Roberto racconta, tra l’amareggiato e l’ironico, un incidente di percorso che può capitare ad un parroco di periferia. Il discorso non è nuovo: Bruce Marshall, lo scrittore inglese, ne ha raccolto un’antologia di fatti del genere! Per queste cose il sentimento più opportuno è di certo la commiserazione.

 

VOTARE, VOTARE, VOTARE E ANCORA VOTARE

Ho sentito una trasmissione sul referendum del 22 ottobre, quello nel quale i veneti (ed anche i lombardi) esprimeranno il loro parere a proposito di una maggiore autonomia nell’amministrarsi.
E un politico invitava con passione ad astenersi da! voto perché ritenuto inutile.
Non sono in grado di dire quanto utile sarà nell’immediato, ma che i veneti esprimano la loro opinione su un argomento così importante mi sembra non solo utile, ma necessario e sono convinto che le cose, dopo, non saranno più come prima.
Credo che sia lecito, anzi doveroso, chiedere una maggiore autonomia della nostra regione sul piano amministrativo.
Se a suo tempo c’erano dei motivi per privilegiare alcune regioni rispetto ad altre, oggi mi pare che quelle ragioni non ci siano più.
E d’altra parte non mi sembra giusto che il nostro stato tratti meglio le regioni sprecone, dove si distribuiscono balzelli e prebende a pioggia rispetto a quelle, come la nostra, che lavorano tanto, pagano tanto, e ricevono poco.
Siamo una mucca che fa tanto latte ma a cui viene dato poco fieno.
Non si tratta di egoismo, si tratta di giustizia. E non occorre arrivare agli estremismi avvenuti in Spagna, occorre piuttosto che con equità si riconosca il merito a chi ce l’ha.
E se per una volta vogliamo essere premiati anche noi, i polentoni, non dobbiamo né vergognarci né essere imbarazzati.
Perciò a chi mi chiede come voterò, lo dico pubblicamente, voterò per una maggiore autonomia del Veneto. Sperando che i sogni possano presto trasformarsi in realtà.

CONFESSARSI SI’, CONFESSARSI NO

Inizio dicendo che nel 2017 si è verificata una cosa che mi ha sorpreso: fino a gennaio compreso di sabato le confessioni erano numerose, così numerose che don Andrea ed io facevamo qualche volta fatica a starci dietro. Poi, senza un apparente perché, quasi d’incanto, siamo rimasti disoccupati.
Questa disoccupazione dura ancora oggi: don Sandro, che viene per le confessioni dalle 15,30 alle 17,30 (circa) arrischia di annoiarsi anche lui. La cosa, a mio parere, è inspiegabile perché sembrerebbe che tutti si siano messi misteriosamente d’accordo per trascurare questo sacramento così importante nella vita spirituale dei cristiani.
Ce lo ha dato il Signore che lo ha scelto e inserito nei sette sacramenti (solo sette) messi a nostro servizio. E ne abbiamo bisogno tutti, perché, ricordiamolo: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Data la situazione attuale della Chiesa, mancando ì preti in tante comunità o parrocchie, averne due a disposizione e un utilizzarli è un peccato “che grida vendetta al cospetto di Dio”.
E quando i doni non si apprezzano fatalmente li si perde.
Perciò l’invito è questo: programmiamo la nostra confessione ogni mese/mese e mezzo: la nostra vita spirituale crescerà.
Ciò detto avverto di un cambiamento di orari.
AL SABATO LE CONFESSIONI COMINCERANNO ALLE 15,30 E TERMINERANNO ALLE 18,20 Questo per dar modo a me, che sono il parroco anche dell’ACR, di dedicare ai ragazzi di questa associazione un po’ del mio tempo.
Anche don Sandro sarà in chiesa dalle 15,30 alle 17,30. Termino con queste parole dì San Paolo: “Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.“(2Co 5:20 )

E’ capitato quello che non doveva capitare, che un giornalista (signor S. ma quando la finisce di seminare zizzania?), ha guardato per il buco della serratura e, giocando con un titolone, mi ha messo in serio imbarazzo, tra gli altri, con il carissimo don Andrea, Economo della diocesi. Rinnovo pubblicamente la mia stima ed il mio affetto nei suoi confronti e non mi sono mai sognato di accusarlo di qualcosa. Di che cosa, poi?, visto che occupa questo posto da pochissimo tempo.
Non intendevo fare nessun “affondo”, e non ero o non sono assolutamente “un arrabbiato”. Dicevo che, dal mio punto di vista, non sono mai stato informato sulla situazione economica della nostra Chiesa. Punto. E di questo mi sembra di essere sicuro. Ad ogni modo lungi da me la ribellione. Sono troppo pigro per fare il ribelle.

DA UN FATTO A DEI PENSIERI

Sto terminando la vista alle famiglie di quest’anno. Entro in una delle ultime dell’ultima giornata e trovo una signora, abbastanza anziana, che non mi saluta. Io ho augurato, come sempre faccio entrando, la pace per quella casa. Ma quella donna ha altre intenzioni. Senza por tempo in mezzo mi dice (con acrimonia) tutto di seguito: “non sono stata affatto contenta del funerale che ha fatto a mio marito. Intanto quando siamo arrivati davanti alla chiesa lei era ancora in borghese e stava ancora finendo di lavorare dietro la canonica … (rispondo, perché lo ricordavo benissimo, che l’autobara era arrivata con 10 minuti di anticipo sull’orario e che appena vistala mi sono precipitato a mettere i paramenti per accogliere la salma) … poi lei ha letto solo tre righe di quello che abbiamo scritto sul foglietto … (rispondo che faccio sempre così, cerco di cogliere la sostanza del discorso, tralasciando i particolari biografici se non hanno un significato più grande) …
Non ha cantato “io credo, risorgerò” … (rispondo che non lo cantiamo mai preferendo ce sia l’organo ad accompagnare il momento dell’aspersione e dell’incensazione, anche perché in chiesa di solito non canta nessuno e io non ho una voce tale da sostenere il canto, per di più senza microfono).., perché non ha fatto le condoglianze (rispondo che è cosa che faccio raramente perché a me sembra che tutta la celebrazione sia una grande condoglianza verso i famigliari).
A questo punto mi alzo, e dico: “ci salutiamo così” ed esco di casa senza aggiungere altro. La signora non ha notato una cosa che sembra solo pochi notino: siamo l’unica parrocchia nel triveneto (e forse anche d’Italia) che prepara per ogni funerale un foglietto con tanto di foto, di saluto della famiglia, di letture e di preghiera di commiato. Cosa che richiede attenzione e tempo (e qualche soldino). La signora non ha notato l’impegno e la passione che il sottoscritto ci mette ogni volta per fare una predica che abbia un senso, che sia, anche dal punto di vista della sintassi, bella e corretta..
La signora non ha notato la chiesa pulita, ordinata, e “preparata” per il funerale (cosa che faccio sempre io personalmente).
La signora non ha notato che non ci sono tariffe, richieste di denaro, ecc. ecc.
Mi sono alzato, non ho dato la benedizione, e me ne sono andato.
Le regole, prima umane e poi cristiane, dell’accoglienza e del rispetto, del porre le questioni in modo gentile per permettere all’altro di spiegarsi debbono valere per tutti. E il parroco non pretende (anche se in fondo lo potrebbe) un po’ più di rispetto per l’abito e il ruolo che ricopre, ma la buona educazione e il rispetto dovuto a tutti, questo sì.
Con l’ordinazione non ha rinunciato alla propria dignità. E non ha intenzione di farlo per l’avvenire.

don Roberto Trevisiol

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 15 ottobre 2017 – anno 1 – n.1

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 15 ottobre 2017 – anno 1 – n.1
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

Cambio di testata: un passo in avanti per un cammino comune tra le due comunità parrocchiali dello stesso paese, comunità che hanno per parroco don Andrea Volpato. Penso che sia pure significativo segnalare l’articolo da cui si apprende l’impegno di questa parrocchia a favore di una famiglia di profughi siriani entrati in Italia legalmente.

Ritengo che questa parrocchia sia una delle poche che ha risposto positivamente all’invito di Papa Francesco ad accogliere i profughi.

 

Camminiamo Assieme
Dopo l’annuncio, ecco il primo numero del nostro foglietto parrocchiale. E’ un passaggio notevole, ma sicuramente non possiamo dire di farlo alla leggera: ci abbiamo pensato molto, ne abbiamo discusso con molte persone e siamo arrivati a questa decisione. Sapendo bene che in buona sostanza rinunciamo a qualcosa, ma non all’essenziale che è avere questo strumento. E che averlo assieme può arricchire tutti. Così speriamo e così chiediamo al Signore di aiutarci a fare.
Camminiamo assieme anno primo, numero uno!

don Andrea Volpato

Pranzo di festa
Sono tre mesi ormai che Osama e Suhaila, arrivati dalla Siria con i loro cinque bambini, sono stati accolti in Italia. Partiti da un campo profughi libanese, grazie al progetto dei Corridoi umanitari, hanno trovato qui a Mestre un appartamento e soprattutto una rete di persone che stanno cercando di aiutarli a riprendere una vita normale. Per questo abbiamo voluto fare festa con loro, nella grande sala del patronato di San Pietro di Favaro, dove ci siamo trovati sabato 7 ottobre, per pranzare, condividendo il cibo preparato a casa, gustando anche dei piatti siriani, che questa giovane famiglia ha portato con sé. Una famiglia sorridente, che nonostante i gravi problemi passati e quelli attuali di salute dei loro bambini, ce la sta mettendo tutta per ritrovare un po’ di serenità. Un piccolo traguardo raggiunto, ma ora la strada da fare è ancora, tanta, dopo aver trovato posto nelle scuole e negli asili per le tre bambine e i due maschietti, per entrambi i genitori l’urgenza è quella di imparare la nostra lingua, necessario, oltre che per comunicare, anche per poter trovare un lavoro. Osama, il padre di famiglia, cercherebbe nell’ambito meccanico come riparatore, ma anche altri tipi di lavori potrebbero andare bene; Suhaila invece, la madre, come sarta o cuoca. Grande è stata la generosità che le nostre comunità hanno dimostrato dal momento in cui questa numerosa famiglia è arrivata in Italia, donando tempo, competenze, lavori manuali, vestiti, oggetti… nel ringraziare tutti quanti confidiamo che tutto questo possa continuare, ricordandoci che l’accoglienza non è solo dare una casa o delle cose, ma è fatta anche di piccoli gesti di vicinanza, conoscenza, familiarità, quotidianità e per questo ancora avranno bisogno di noi. Per approfondire il tema dell’accoglienza, il nostro Vicariato, assieme all’associazione Esodo, ci invitano all’incontro di venerdì 20 ottobre alle 18.00 presso la Parrocchia di San Pietro di Favaro: “Restiamo umani: immigrati, sfida e risorsa -Progetti di integrazione e accoglienza a Lampedusa”, incontreremo Germano Garatto della Fondazione Migrantes, esperto di psicologia delle migrazioni e formatore alla comunicazione interculturale.

Laura

Lo scambio dei libri

Monsignor Mario D’Este fu mio docente di Morale per tutti i quattro anni di Teologia. Questo prete mi ha fatto veramente del bene perché, oltre ad offrirmi un insegnamento quanto mai valido di questa materia che illustra il comportamento al quale un cristiano si deve attenere in rapporto agli insegnamenti di Gesù, spesso ci parlava della testimonianza che un sacerdote deve offrire al “popolo di Dio”.

Ricordo che durante una lezione ci parlò di un sacerdote veneziano dalla vita veramente esemplare. Ci disse che questo uomo di Dio era pure uno studioso molto serio che amava quanto mai la lettura e che pian piano, durante la sua lunga vita, s’era fatto una bellissima biblioteca aggiornata e con moltissimi testi di valore. Pare poi che fosse non solamente orgoglioso per quanto era andato raccogliendo, ma era quanto mai geloso dei suoi amati libri.

Sennonché i suoi colleghi scoprirono con molto stupore che da qualche tempo aveva incominciato a donare a destra e a manca i libri della sua biblioteca. Finchè un collega gli domandò meravigliato: “Come mai ti stai disfacendo di quello che era l’orgoglio della tua vita?”. Ed egli rispose: “Sono vecchio e presto dovrò lasciare comunque la mia raccolta di libri, trovo più giusto donarli uno ad uno perché ora questa offerta rappresenta un gesto di simpatia mentre, quando sarò morto, il lasciare il mio patrimonio diventerà una necessità che non rappresenta per nulla un segno di amicizia e di fraternità!”.

Questo racconto è rimasto impigliato della mia memoria per più di mezzo secolo e finalmente questa buona semente ha incominciato a germogliare. Io sono stato un manovale a livello ecclesiastico e non una persona studiosa e colta, perciò la mia biblioteca è ben più modesta di quella del mio vecchio collega veneziano, però mi sono detto “perché anch’io non faccio un qualcosa del genere con i miei libri di formazione religiosa, piuttosto che essi continuino a coprirsi di polvere negli scaffali?”. Poi piano piano ha preso forma il mio modesto progetto che si rifà al mio confratello ben più illustre.

Sto cominciando con il mettere in un espositore all’ingresso della mia “cattedrale tra i cipressi”, in cimitero, qualche volume, scrivendo che chi fosse interessato ad averlo o a leggerlo, lo prendesse pure perché glielo regalo volentieri. Poi avendo preso piede l’iniziativa ho invitato pure chi avesse qualche volume di cultura religiosa ad aggiungerlo ai miei.

L’iniziativa ha preso piede, tanto che ogni settimana arrivano nuovi volumi e altri partono perché qualche fedele ne è interessato. Sono ben cosciente che la mia iniziativa non darà corpo alla nuova evangelizzazione, ma di certo ne può offrire una qualche piccola tessera del mosaico che illustra il messaggio di Gesù.

Offro quindi soprattutto ai miei colleghi sacerdoti, ma anche ai fedeli interessati all’avvento del regno di Dio, questa piccola “ricetta”, sognando che presto in tutte le parrocchie di Mestre si realizzi questo interscambio di volumi, mediante cui, senza spesa alcuna, possa realizzarsi un aggiornamento e un approfondimento di cultura religiosa. Il mio vuol essere soltanto un piccolo contibuto per sostenere la nuova evangelizzazione.