Da “SEGNO DI UNITÀ” – 12 novembre 2017

Da “SEGNO DI UNITÀ” – 12 novembre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Maria della pace di Bissuola

Pare che ai nostri giorni solamente Dio possa “far scaturire acqua dalle rocce”, ossia preti da questa nostra società. La parrocchia della Bissuola, consapevole di questa situazione, organizza per ogni primo giovedì del mese un incontro di preghiera per le vocazioni sacerdotali.

E’ abbinata a questo appuntamento la notizia che a partire dalla domenica 3 dicembre il rettore del seminario, don Fabrizio, inizia un percorso per giovani e ragazze maggiorenni che desiderano approfondire il problema della loro vocazione.

don Armando

PREGARE PER LE VOCAZIONI
il primo giovedì del mese

Da tempo la nostra parrocchia propone un incontro di preghiera con adorazione del Santissimo per invocare lo Spirito Santo affinché susciti nuove vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione nei giovani.

A questa intenzione di preghiera viene unita anche quella per la pace nel mondo a partire dalla famiglia e dalla comunità. In verità non è che sia molto frequentato questo incontro, ma tant’è, si continua a farlo con perseveranza, con la speranza che molti si uniscano nell’intimità dei propri pensieri. Bene, questo nostro appuntamento mensile parrocchiale del primo giovedì del mese viene ora suggerito dal Centro Diocesano Vocazioni a tutte le parrocchie, sempre il primo giovedì del mese.

Per di più viene offerta mensilmente una traccia di preghiera per chi ne avesse bisogno scaricabile dal sito internet della Diocesi e da quello del Seminario.

Il responsabile del Centro, don Fabrizio Favero, informa inoltre che domenica 3 dicembre inizia il percorso per i giovani maggiorenni – maschi e femmine – che desiderano compiere un serio cammino di discernimento vocazionale.

Da “LA BORROMEA” – 12 novembre 2017

Da “LA BORROMEA” – 12 novembre 2017
settimanale del Duomo di San Lorenzo

Pubblichiamo l’articolo di fondo del parroco, monsignor Gianni Bernardi che, una volta ancora, narra la storia del tempio votivo della Madonna della Salute e della chiesetta di via Torre Belfredo che già dal 1675 è diventata la succursale del tempio del Longhena per i mestrini.

don Armando

Festa della Madonna della Salute: il cielo che vigila sulla città

Il prossimo 21 novembre, come sapete, celebriamo la festa della Madonna della Salute. Per noi del patriarcato di Venezia è una festa importantissima. Lo è anche per quanti, già sudditi della Serenissima Repubblica, hanno conservato nelle loro tradizioni di fede il riferimento alla Vergine, madre del Signore Gesù, che ha liberato la città di Venezia e l’intero stato veneto dalla terribile epidemia di peste che stava portando ovunque morte e desolazione.

Sono sempre rimasto colpito dal fatto che il governo veneziano avesse deciso di compiere un atto pubblico di straordinaria importanza: il voto alla Vergine, a nome di tutto il popolo: espressione di una fede che oggi si fa fatica a trovare.

Un cronista ottocentesco, l’abate Giannantonio Moschini, scriveva: «poiché, se il cielo non prende in guardia la città, indarno i magistrati ne vigilano la conservazione: il Veneto Governo religiosissimo, nel tempo che provvedeva i mezzi umani di riparare il danno della pestilenza, soprattutto veniano invocando la protezione della Beata Vergine, sotto a’ cui auspicii era nata Venezia».

Di qui, in quell’anno fatale, la decisione di dedicare una nuova chiesa alla Madonna della Salute: il voto che vide impegnati il doge, il governo, il patriarca e la popolazione tutta, il voto che vale ancor oggi e riguarda tutta la città e tutto il nostro popolo cristiano.

Era l’anno 1630. Ebbene, nel 1676 si celebrava la festa della Madonna della Salute nell’Oratorio della Scuola dei Battuti, a Mestre, che successivamente sarebbe diventato la chiesa tanto amata da tutti gli abitanti di Mestre. Insomma, la devozione alla Madonna della Salute è entrata molto presto nella vita della nostra città. Io conservo nel cuore dei ricordi bellissimi di quando, con la mamma e con la nonna, mi recavo in pellegrinaggio, in mezzo a una folla di fedeli, nella chiesetta stipata oltre ogni dire.

Oggi, quella chiesetta, dopo essere stata per circa quarant’anni anni chiesa parrocchiale, è stata dichiarata Santuario diocesano Madonna della Salute di Mestre: santuario, cioè luogo privilegiato, dedicato in modo speciale all’invocazione di Maria; diocesano, cioè punto di riferimento per tutta la nostra chiesa: un santuario mariano che ripropone qui, nella nostra città di Terraferma, la bellezza e la forza di una tradizione di fede che, nata a Venezia, si è diramata ovunque.

mons. Gianni Bernardi

Da “DIMENSIONE PI” – 19 novembre 2017

Da “DIMENSIONE PI” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia di San Marco dell’omonimo viale

Segnalo questo articolo di commento, fatto da don Liviero, il parroco, sulla decisione del Papa di dichiarare il 19 novembre come “giornata del povero”.

La riflessione è valida, ma si è ancora lontani mille miglia dal progetto di affrontare in maniera più razionale la possibilità di intervento che avrebbe di certo ogni diocesi. E’ sicuramente molto importante che i singoli cristiani siano attenti ed impegnati a non passar oltre senza fermarsi e fare quanto ad ognuno è possibile, ma sarebbe ancora più importante coltivare un progetto che dia risposte più realistiche ai bisogni dei poveri. Siamo ancora nella situazione di interventi non coordinati e sempre quasi simbolici.

Mi fa sperare il fatto che la Fondazione Carpinetum stia acquistando un terreno che potrebbe diventare “la centrale” della carità della nostra città.

don Armando

Domenica 19 novembre 2017

PRIMA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
“Non amiamo a parole ma con i fatti”

Decisamente papa Francesco vuole mettere al centro dell’attenzione di tutti, Chiesa, nazioni, governi, Parlamenti, politica, economia, i poveri, i poveri del mondo intero. Come Gesù. Dopo una giornata dì incontri e di cammino -dice il Vangelo -entrato in casa Gesù chiede ai suoi discepoli: “Di che cosa stavate parlando per strada?”. Non rispondono (si vergognano?). Per strada infatti stavano discutendo (baruffando forse) chi fra di loro fosse il più grande. E Gesù disse: “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti“. E prendendo tra le braccia un bambino, lo pose in mezzo e disse: ” Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me…”. Il bambino: è la creatura indifesa, che ha bisogno di tutto e di tutti, che dipende dagli altri. E Gesù lo pone in mezzo, al centro dell’attenzione di tutti. Così è il mondo che Dio vuole: un mondo dove al centro sta l’uomo, e l’uomo più debole, più bisognoso, più in difficoltà. La politica, l’economia, i governi, le istituzioni, la Chiesa, a servizio dell’uomo.

Qualcuno comincerà a dire: la Chiesa, il Vaticano, i preti diano l’esempio. Povero papa, vedremo cosa riuscirà a fare. A livello personale ha già fatto delle scelte chiare. Certamente più difficile sarà smuovere una realtà pesante come può essere il Vaticano o le strutture centrali della Chiesa, già ferite da vicende di vario genere. Si tratta di beni che sono patrimonio dell’umanità per il loro valore artistico e culturale; si tratta di strutture anche necessarie per la missione che la Chiesa deve svolgere nel mondo; strutture però che non devono sfigurare il volto e la natura della Chiesa. Penso che a livello di parrocchie, che pure necessitano di strutture per la vita comunitaria, non ci siano grandi ricchezze e ci sia attenzione per i più poveri (penso alla nostra). Se c’è un po’ di attenzione a livello di aiuto spicciolo, forse c’è da investire di più a livello di formazione : penso all’atteggiamento di tanti cristiani a riguardo dell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati, accoglienza che va fatta in modo intelligente e misurato sulle reali possibilità.

Tanti poveri del mondo sono quelli che il mondo sviluppato ha impoverito sia nel passato che nel presente.

Vale la pena leggere il messaggio con il quale il Papa accompagna questa prima giornata mondiale dei poveri la lui voluta. Alla fine fa anche delle proposte pratiche: perché non invitare a pranzo qualcuno di questi poveri che magari conosciamo perché l’abbiamo visto tante volte?

lo aggiungo: perché non aiutare la Caritas parrocchiale? (c’è e fa anche un discreto servizio). Perché non regalare, in questa giornata, (ma anche in altre occasioni) una borsa di spesa? Anche attraverso semplici gesti di bontà e di accoglienza noi cristiani regaliamo e mostriamo il volto di Gesù

Da “VITA DI COMUNITA'” – 12 novembre 2017

Da “VITA DI COMUNITA’” – 12 novembre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Maria Goretti di Carpenedo

Questa settimana il periodico è uscito in doppio formato perché riporta un discorso del Papa sulla Santa Messa. tutto lo spazio rimanente è pieno di notizie sulle numerose attività promosse da questa parrocchia che sembra avere una vita molto intensa.

Credo doveroso segnalare a chi interessano le attività parrocchiali di questa comunità, di visitare almeno qualche volta il sito internet relativo: santamariagorettimestre.weebly.com.

Segnalo per ora le seguenti notizie che mi sembrano le più specifiche.

don Armando

CORSO GESÙ NEI 4 VANGELI

7-9 Dicembre 2017 ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo” (S. Girolamo)

PER CHI? “Per giovani e adulti, catechisti, animatori, leader, coleader che desiderano approfondire la loro conoscenza dei vangeli per crescere nell’incontro con Gesù”.

PERCHE’? “Questo breve corso si propone di fornire un’introduzione alla lettura dei vangeli, focalizzando la figura di Gesù Cristo secondo l’ottica di ogni evangelista”

ORARI

Giov. 7 die. h. 20,30-22,30 Ven. 8 die. h. 9-12 /14,30-17,30 Sab. 9 die. h. 9-12.

Pranzo venerdì su prenotazione
Iscrizioni in ufficio parrocchiale tei. 041 611021 email: s.mgoretti@patriarcatovenezia.it

DOMENICA IN CONCERTO

DOM. 26 NOV. 2017 h. 17.30

DIALOGO ITALO-TEDESCO Giovanni Zordan, violino Zeno Bianchini, clavicembalo – organo
musiche di Dall’Abaco, Tartini, Bach, C.p.e. Bach

DOM. 3 DIC.2017 h. 17.30

Thomas Gelain, organo musiche di Bach, Buxtehude, Krebs, Pachelbel, Lefebure-Wely, Balbastre.

DOM. 10 DIC. 2017 h: 17.30

Giovanni Vello, tromba Luca Poppi, organo musiche di Haendel, Telemann, Bach, Gabrielli.

Da “LA COMUNITA'” – 12 novembre 2017

Da “LA COMUNITA'” – 12 novembre 2017
settimanale della parrocchia del Sacro Cuore di via Aleardi

E’ interessante apprendere che esiste ancora l’A.C.R., ossia l’associazione dei ragazzi dell’azione cattolica, perché pare che le nostre parrocchie non abbiano troppa fiducia o non riescano più ad indirizzare neppure i ragazzi alla vita associativa.

più interessante ancora che quattro parrocchie si ritrovino assieme per un momento di conoscenza specifica. Il numero globale non è superlativo, ma fortunatamente risulta decisamente significativo.

La seconda bella notizia è apprendere che al Sacro Cuore esiste ancora il terzordine francescano. C’è da augurarsi che continui nonostante non ci siano più i frati a sostenerlo.

don Armando

ACR – FESTA DEL CIAO

Il mese di Ottobre apre il nuovo anno pastorale. Gli impegni e le attività riprendono insieme al nuove conoscenze, nuove amicizie, nuovi gruppi. Il 22 ottobre si è svolta la FESTA DEL CIAO, primo momento dell’anno in cui i bambini e ragazzi dell’ACR “mettono la taccia”, condividendo quest’appuntamento con altre parrocchie. 70 bambini e 20 animatori delle parrocchie di S. Michele Arcangelo di Quarto d’Aitino, San Tiziano Vescovo di Stretti di Eraclea, Santa Maria del Carmelo (Favorita) e del Sacro Cuore si sono ritrovati presso il nostro patronato per passare una giornata insieme, divertirsi e giocare con il mondo della fotografia. TI tema di quest’ anno è infatti “Pronti a scattare”.

I ragazzi delle altre parrocchie sono venuti da noi in treno, dove li abbiamo accolti: ogni gruppo si è presentato; attraverso video e immagini e i bambini hanno iniziato a conoscersi, a ridere insieme creando, fin da subito, nuove amicizie. La messa ha dato inizio alla giornata e si è svolta in un clima molto fraterno: domenica 22 inoltre era la ‘Giornata missionaria mondiale’ e Don Marino durante l’omelia ha lasciato una frase significativa della giornata “Gesù, amico e maestro di tutti, guidaci a camminare sulla via della verità”, che ricorda lo spirito dell’ ACR.

Dopo la messa, abbiamo proseguito la giornata in Patronato con delle attività riguardanti la fotografia e il saper osservare. Tutti insieme, bambini, ragazzi ed educatori, abbiamo pranzato in patronato, momento conviviale per approfondire la conoscenza. Poi è arrivato il momento più giocoso: i bambini sono stati divisi in 4 squadre e hanno giocato a roverino, palla base, bandiera genovese, palla prigioniera, giochi semplici ma sempre molto apprezzati.

Purtroppo, però, alle 17 i ragazzi si sono dovuti salutare tra abbracci e tanto entusiasmo mettendo fine a una giornata positiva per tutti. Noi animatori speriamo di poter vivere ancora molte esperienze come questa!

Possiamo dire quindi che quando si condividono passioni, valori e idee si può creare qualcosa di molto bello anche non conoscendosi! È una stata una domenica molto intensa ma ricca e ora siamo tutti pronti per ripartire, anzi, siamo pronti a scattare.

SANT’ELISABETTA D’UNGHERIA

Venerdì prossimo, 17 novembre, durante la Santa Messa delle ore 18,30 celebrata in chiesa grande, l’Ordine Francescano Secolare del “Sacro Cuore” ricorda la sua patrona Santa Elisabetta che ha condotto la sua vita sull’esempio di San Francesco e Santa Chiara.

Elisabetta, sposa del re D’Ungheria, e madre di tre figli, è stata sempre attenta ai bisogni dei poveri, nonostante la sua posizione di nobile e regina.

Quando resta priva del marito e dei suoi beni, non perde l’attenzione per gli ultimi che mantiene fino alla sua morte avvenuta quando aveva appena 24 anni.

Quest’ anno la fraternità è anche in festa perché, una coppia di sposi, Anna e Marco, e la sorella Lucia emetteranno la loro professione perpetua ed entreranno a far parte della fraternità del “Sacro Cuore”. Ringraziamo il Signore per il grande dono che fa a loro e a tutti noi.

Durante la stessa Eucarestia i fratelli e le sorelle già professi rinnoveranno la loro professione perpetua.

E per questi motivi che invitiamo tutti a pregare con e per noi durante la Celebrazione Eucaristica di venerdì prossimo, perché le relazioni e 1′ amicizia vissute nella preghiera siano alla base di un cammino condiviso nella gioia dello stare assieme!

Lo Spirito Santo ci accompagni e ci sostenga in questo nuovo anno da vivere in comunione fraterna.

Da “INSIEME” – 12 novembre 2017

Da “INSIEME” – 12 novembre 2017
settimanale della parrocchia di San Martino di Campalto

Il notiziario gode sempre della collaborazione di qualche laico che estrapola dalla stampa religiosa qualche argomento che riguarda la coscienza del cristiano e che concorre ad una formazione morale che si rifà ai principi del vangelo.

A questo proposito segnalo un brano sui frutti della terra ed un altro sulle nuove forme di schiavitù.

don Armando

I DONI DELLA TERRA

Fin dalla sua istituzione la Giornata del Ringraziamento si caratterizza ogni anno come invito a guardare ai frutti della terra – ed all’intera realtà del mondo agricolo – nel segno del rendimento di grazie. La terra è, in primo luogo realtà affidataci per essere coltivata, in una pratica che genera lavoro, che produce cibo, benessere e sviluppo, contribuendo al contempo a dare significato alle esistenze dei tanti che vi sono coinvolti. Non è certo casuale che proprio in questi anni – lo sottolinea il Rapporto Censis 2016 – il nostro Paese veda una persistente e sempre rinnovata attenzione per la realtà dell’agricoltura, che anche per molti giovani appare come opportunità significativa in cui investire generosamente energie e competenze.

Una rinnovata attenzione che è anche il frutto della risposta delle imprese agricole italiane, generalmente familiari, e del loro associazionismo ad un modello di industrializzazione insostenibile dell’agricoltura mondiale, imposto come esito inevitabile della globalizzazione del paradigma tecnocratico. Diversamente da quel modello, le nostre imprese agricole cercano di riconciliare la famiglia con l’economia di mercato, superando l’incompatibilità con l’«economia dello scarto» e promuovendo snodi di

«economia civile». Per farlo le nostre famiglie rigenerano una capacità inclusiva del lavoro che ne esemplifica la trasformazione da “lavoro come produzione” a “lavoro come servizio”; dove si realizzano beni che non sono solo merci, ma cibo, e contemporaneamente si impiega il tempo anche per la relazione, che in se stessa è cura, nello svolgimento dell’attività produttiva. In questo modo di abitarla e lavorarla, la terra emerge chiaramente come una realtà da custodire e trovano ascolto il forte richiamo dell’enciclica Laudato si’ alla cura della casa comune, la sua percezione di un’interdipendenza globale che «ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune», il suo richiamo a «programmare un’agricoltura sostenibile e diversificata» (n. 164). Ma la terra è anche una realtà che sempre più ha a che fare con l’ospitalità e l’accoglienza: i mercati e le altre iniziative della vendita diretta degli agricoltori italiani sono diventati espressione – nei grandi centri urbani come nei piccoli borghi – della nuova economia capace nel contempo di restituire protagonismo alle imprese agricole, generare occupazione, migliorare la qualità della vita e delle relazioni sociali; anche in quest’ambito molti sono i cambiamenti significativi che si possono rilevare nel modo di fare agricoltura.

Pratiche come quella dell’agricoltura sociale (tra l’altro preziosa occasione di inserimento lavorativo anche per molti immigrati) e dell’agriturismo danno espressione a queste dimensioni della nostra vocazione sulla terra e spesso lo fanno con originali intrecci di modalità inedite e di forme tradizionali.

Dal messaggio della Conferenza episcopale italiana

LA SCHIAVITÙ‘ ESISTE E STA MOLTO BENE

«Sappiamo che ci sono milioni di uomini e donne e addirittura bambini schiavi del lavoro! In questo tempo ci sono schiavi, sono sfruttati, schiavi del lavoro e questo è contro Dio e contro la dignità della persona umana!».

A riprova della roboante denuncia di Papa Francesco, pronunciata durante l’udienza generale del 12 agosto 2015 e reiterata in diversi appelli e messaggi, giunge il dossier di Caritas italiana dal titolo “Per un lavoro dignitoso. Bene comune e diritti in Asia e nel mondo”.

Il documento cita dati e testimonianze per certificare che oggi nel mondo «vi sono quasi 25 milioni di persone in situazione di lavoro forzato, di cui 16,5 milioni in Asia e Pacifico, 3,4 milioni in Africa, 3,2 milioni in Europa e Asia centrale, 1,3 milioni nelle Americhe e 350mila nei Paesi arabi». L’Italia stessa è afflitta da questa piaga, «basti pensare – sottolinea Caritas – al fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori stagionali e del capo-ralato, con un costo per le casse dello Stato, in termini di evasione contributiva, non inferiore ai 600 milioni di euro l’anno». Non vanno dimenticati i 400 mila lavoratori agricoli «che quotidianamente si mettono nelle mani del caporale di turno pur di fare la giornata» e, aggiungiamo noi, la condizione di molti lavoratori, (soprattutto giovani) costretti ad accettare dei contratti da sfruttamento legalizzato. Certo, nulla a che vedere con paesi come la Corea del Nord di Kim Jong Un dove quasi il 5% della popolazione è ridotta in stato di schiavitù o l’India, dove la rapida crescita economica va di pari passo con l’aumentare di fenomeni di sfruttamento, crimine, corruzione. In generale l’Asia, continente che raduna il 60% della popolazione mondiale, è la zona del pianeta che, nonostante l’enorme potenziale, registra i maggiori problemi e le più profonde contraddizioni: secondo l’Asian Development Bank, vi sono almeno 500 milioni di lavoratori disoccupati o sotto-occupati, pari a otto o nove volte l’intera popolazione italiana. E, allo stesso tempo, 122 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni sono costretti a lavorare per la propria sopravvivenza.

Secondo Caritas italiana sono cinque in particolare le sfide da affrontare, per giungere ad obiettivi come il pieno rispetto dei diritti, la tutela della dignità umana, l’orientamento al bene comune: «La sicurezza e le condizioni del lavoro; i salari troppo bassi; il lavoro minorile; i fenomeni di acquisizione ed espropriazione delle terre; la disparità di trattamento tra uomini e donne». Per l’organismo «è fondamentale cogliere la sfida di standard minimi di lavoro per tutte le donne e gli uomini del pianeta, in particolare lottando contro le schiavitù moderne. Che non sono fenomeni del passato ma purtroppo realtà ancora diffuse».

Da “INSIEME” – 12 novembre 2017

Da “INSIEME” – 12 novembre 2017
settimanale della parrocchia San Giovanni evangelista

Trovo interessante il fatto che la parrocchia abbi organizzato un incontro perché i suoi ragazzi non partecipassero alla festa pagana di Halloween. I fatti sono più efficaci delle parole e delle prediche.

Trovo pure interessante l’articolo “L’equivoco dell’accoglienza”, articolo in cui si invita ad accogliere i profughi con mentalità evangelica piuttosto che utilitaristica ed economica.

don Armando

Una festa alternativa…

• Martedì 31 Ottobre in molte parti del mondo, ma anche attorno a noi, si festeggia la “notte di Halloween”: tradizione apparentemente innocua, ma che dietro al “dolcetto o scherzetto” proposto dai bambini ,cela un’esaltazione del diavolo e della morte che spesso spaventa proprio gli ignari piccoli. E’ quindi una notte che può diventare pericolosa anche per i nostri figli e così i catechisti della 4° elementare, che si appresta quest’anno a ricevere il Sacramento della Prima Comunione, al termine della messa delle 18.30, hanno organizzato una cena in patronato che è stato un momento di allegria e condivisione anche tra noi genitori. A seguire, i bambini sono stati protagonisti di uno spettacolo In aula Magna sulla vita, le opere e le testimonianze di un ragazzo dei nostri giorni: Carlo Acutis, Servo di Dio.

Mi ha molto colpito la storia di questo ragazzo, morto all’età di 15 anni, così vicina al Signore, e il suo desiderio di combattere la buona battaglia della fede…. Carlo infatti diceva: “La nostra meta deve essere l’Infinito , non il finito. L’infinito è la nostra patria. Da sempre siamo attesi in Cielo. Proprio per raggiungere un’intimità con Dio, Carlo si serviva di una bussola speciale: la Parola di Dio e di potenti mezzi : la preghiera e i Sacramenti, in particolare l’Eucarestia, di cui si cibava quotidianamente e che considerava la sua “autostrada verso il Paradiso”. Infine, la sua frase “tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie” è stato un invito a non lasciarci trascinare dalle mode senza flettere sul loro vero significato, che non poteva essere più adatto a questa serata.

Marco Cazzador

• Quest’anno i catechisti di mio figlio di quarta elementare ci hanno proposto un modo alternativo di trascorrere la serata del 31 ottobre, lo e mio marito, con alcuni dei nostri figli, abbiamo accolto volentieri quest’invito nella serata in cui molti attorno a noi festeggia halloween. L’appuntamento era in chiesa alle 18.30 per celebrare tutti insieme la celebrazione di tutti i Santi con i nostri figli che hanno animato la messa che ci ricordava quanti santi ci hanno preceduto. Abbiamo potuto cenare insieme in patronato e assistito ad una piccola recita dei nostri figli sulla vita di Carlo Acutis che ci ha aiutato a riflettere su come la santità non è una cosa d’altri tempi e solo per adulti super eroi. Quest’anno i nostri figli hanno potuto festeggiare una bella festa dei Santi piena di luce a differenza di chi vicino a loro festeggiava fantasmini e scheletri.

Mariagrazia

L’equivoco» dell’accoglienza

• Tre africani vanno in bicicletta in autostrada, qualcuno li fotografa e sul web si inizia a ironizzare: “Ecco le risorse per l’Italia di domani!”. Sono quotidiane le critiche all’aspetto dei richiedenti asilo: “Hanno muscoli da palestra e i palmari in tasca”. Persino dalle comunità di accoglienza a volte giungono segnali di preoccupazione: “Gli abbiamo offerto pastasciutta, ma loro pretendono il loro cibo tradizionale”. Qualcuno, sull’altro fronte, si premura di smentire le accuse, sottolineando che gli immigrati sono sempre laureati, non vedono l’ora di lavorare e quando vogliono qualcosa chiedono sempre “Per favore”. Dove sta la verità? Probabilmente è come al solito equidistante dalle ideologie parziali. Quasi tutti i migranti con cui sono entrato in relazione (insieme abbiamo fatto ultimamente uno spettacolo teatrale) di mestiere vogliono fare il calciatore, danno più credito a un parrucchiere che a un insegnante, sono tutt’altro che puntuali. A conti fatti, non sono giovanotti migliori dei loro coetanei italiani, con un po’ meno di mezzi culturali. Eppure continuiamo a stupirci di queste imperfezioni, come se chi chiede soccorso dovesse presentarsi già sorridente e in abito scuro, come a un colloquio di lavoro. Noi sbagliamo quando gettiamo in mare salvagenti per ripescare il frutto delle nostre aspettative. Se salviamo gli africani perché coi loro contributi ci pagheremo le pensioni, non stiamo mettendo in pratica le Beatitudini, ma un piano aziendale. Lo straniero è un investimento se ci ricorda la domanda urgente di accoglienza che brucia dentro a ogni essere umano. Se è malato, maleducato, sfinito, l’urlo è disperato, ma più chiaro. Farci carico di chi alla fine ci darà una delusione, è mandato del nostro Fondatore: “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?”. Gesù, a chi lo segue, chiede un passo ulteriore. Ricorda ai suoi discepoli che non sono una associazione filantropica non governativa, ma gente scriteriata e eccessiva.

di Emanuele Fani

Da “UNA COMUNITA’ SULLA VIA DI SAN PAOLO” – 12 novembre 2017

Da “UNA COMUNITA’ SULLA VIA DI SAN PAOLO” – 12 novembre 2017
settimanale della comunità parrocchiale di San Paolo di via Stuparich

Tra i periodici della città, questo si distingue per il numero e le dimensioni delle pagine. Pure l’impaginazione si rifà ai periodici di grandi e moderne dimensioni.

Segnalo il pellegrinaggio parrocchiale, andata e ritorno, da San Paolo alla chiesa della Madonna della Salute di via Torre Belfredo. E ancora La colletta alimentare e l’Incontro catechisti.

don Armando

COLLETTA ALIMENTARE

Anche quest’anno si terrà il 25 novembre “la colletta alimentare” presso il supermercato PAM del centro le Barche. La raccolta dei generi alimentari verrà poi suddivisa fra tutte le parrocchie che aiutano i più bisognosi. Le iscrizioni sono aperte la domenica mattina dopo la S.messa delle ore 10. Come gli anni precedenti, vi aspettiamo numerosissimi!

Grazie fin d’ora a tutti.

Ornella e Pierangelo

GIORNATA NAZIONALE DELLA
Colletta Alimentare
SABATO 25 NOVEMBRE 2017

PELLEGRINAGGIO DELLA PARROCCHIA ALLA SALUTE

Sabato 18 novembre, alle ore 15.30, siamo tutti invitati a ritrovarci in chiesa, davanti all’immagine di Maria, per iniziare il nostro pellegrinaggio alla Salute.

Inizieremo in chiesa, poi recitando il rosario lungo il tragitto, a piedi ci recheremo nella chiesa di via Torre Belfredo. Lì pregheremo davanti all’icona di Maria, regina della Salute, e poi torneremo assieme in parrocchia per concludere con un atto d’affidamento a Maria.

Da “LA VOCE DELLA RIVIERA” – 12 novembre 2017

Da “LA VOCE DELLA RIVIERA” – 12 novembre 2017
settimanale dell’unità pastorale delle comunità cristiane del Sacro Cuore, di San Pietro in bosco e di Santa Maria Maddalena

Il periodico si presenta sempre più curato ed elegante nelle sue sei facciate di testo. Consiglio di leggere “I pensieri in libertà di un parroco della riviera” di don Cristiano Bobbo.

Ripeto che queste riflessioni a voce alta del parroco, sviluppate pure in maniera diversa, potrebbero essere una soluzione che ogni parroco potrebbe adottare. Ho la sensazione che le soluzioni adottate da questo periodico per dare contemporaneamente voce e messaggio alle tre parrocchie siano tra le più efficaci e riuscite.

don Armando

Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

La chiesetta campestre

In questa seconda Domenica di Ottobre ho avuto la gioia di celebrare la S. Messa nell’antico oratorio della Colombara dedicato alla Madonna del Rosario di cui ieri si celebrava la festa liturgica. Un bel gruppo di fedeli si è dato appuntamento in questo caratteristico angolo silenzioso e appartato collocato tra la Riviera e la zona di Marghera, immerso nel verde campestre e raggiungibile camminando lungo l’argine. I raggi di sole di questo splendido pomeriggio entravano come sciabolate di luce dalle ampie vetrate del vetusto oratorio e si posavano sull’altare e sul sovrastante simulacro della Madonna quasi a risvegliare le antiche memorie di questo luogo di preghiera dove le tante generazioni che si sono susseguite hanno invocato la protezione e l’aiuto che viene dall’alto.

Qui anche le pietre si mettono a raccontare la loro storia, le suggestioni si alternano spontaneamente allo stupore e la serenità tocca i cuori. Eppure, poco lontano, il presente ci raggiunge con i grigi simulacri di un grande centro commerciale, con le vecchie ciminiere in progressiva dismissione e con il traffico intenso che scorre sull’asfalto oltre la campagna.

Un piccolo oratorio settecentesco cosa mai può rappresentare di fronte al nuovo, alla tecnologia e all’efficienza dell’oggi? Forse un discreto richiamo a noi che stiamo diventando sempre più “smemorati”.

E non soltanto perché la frenesia contemporanea macina tutto con estrema celerità ma anche perché cancelliamo senza rimpianto e imbarazzo i grandi valori che ci hanno nutrito e resi capaci di libertà, di giustizia, di pace, di cultura e di spiritualità.

Impressiona vedere come le nostre metropoli siano solo capaci di ostentare la tecnologia informatica quale vertice della loro creatività oppure la vanità inconsistente della moda. Ricordare oggi un piccolo scorcio di storia e di cultura, vuol dire ritrovare la bellezza, la vita e la speranza, la fede e la ragione che una piccola realtà, come quella della Colombara, immota e silenziosa, continua a custodire per tutti noi!

Una stretta di mano

Ho incrociato per strada il gruppo di amiche che procedevano gioiose verso il patronato dove le attendeva il consueto appuntamento settimanale con le attività per gli anziani proposte dalla parrocchia. Anche questa volta, con tanta simpatia mi hanno ripresentato la richiesta di incrementare queste occasioni di aggregazione che rappresentano un formidabile aiuto soprattutto per chi è solo e ha bisogno di compagnia. Altrimenti, mi hanno detto, non resta che la televisione dove, di pomeriggio, “si sta ad ascoltare i fatti degli altri”, alludendo a quei programmi – a quanto pare molto seguiti – che mettono in luce storie, amori, disavventure della vita quotidiana e che rispondono al bisogno di relazione presente soprattutto nella vita di chi è solo.

Certo, c’è un’intimità che dev’essere tutelata e che non può essere gettata in piazza, come accade in certi programmi televisivi. Ma c’è una necessità di contatto, di dialogo, di simpatia, di amore, di reciprocità che rende più gioiosa la vita, meno amaro il dolore, più intenso l’impegno. E allora anche un semplice appuntamento settimanale in parrocchia può rappresentare una mano tesa sia per essere aiutati sia per aiutare: quella stretta di mano dà un calore e un colore diverso all’intera esistenza.

Oltre la siepe

Ho ascoltato il racconto deluso e rassegnato dei familiari della persona deceduta oggi all’ospedale e della quale celebrerò il funerale tra qualche giorno.

Dal loro punto di vista i medici che l’avevano in cura hanno considerato in maniera parziale lo stato di salute che, invece, andava letto in un contesto più ampio. Ma, purtroppo, non è la prima volta che l’eccesso di specializzazione, la settorialità estrema, possono produrre effetti deleteri. Capita, infatti, che la medicina sia in grado di curare in modo perfetto una sindrome ma ignori il contesto, lasciando magari morire il paziente.

La tecnica spesso è chiusa e orgogliosa, convinta di risolvere da sola una complessità com’è quella umana che sempre deborda e sfugge. La specializzazione e il rigore sono necessari in ogni ambito dell’esistenza ma anche il respiro più ampio della visione generale. La considerazione vale soprattutto per me che pur non essendo un dottore, non posso comunque limitarmi a curare il ristretto perimetro che delimita la canonica e la sacrestia disinteressandomi di tutto il resto. Saper garantire la fedeltà al mio specifico campo di lavoro ma anche la capacità di guardare l’orizzonte oltre la siepe, è il sano equilibrio che non devo mai trascurare.

Da “PROPOSTA” – 19 novembre 2017

Da “PROPOSTA” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Questa parrocchia si è specializzata nell’organizzare pranzi per i motivi più diversi. Qualche giorno fa, in ocasione del trentennale dell’Azione Cattolica parrocchiale, ben 300 elementi, appartenenti o appartenuti a questa organizzazione, hanno partecipato ad una cena di aggregazione. Per questa settimana si annuncia una cena per finanziare una missione a Wamba, in Kenya, con la quale la parrocchia è gemellata.

Con un po’ di organizzazione si possono fare miracoli perché molti sono convinti della validità dei pranzi sociali.

Seconda bella notizia riguarda la partecipazione dei ragazzi della parrocchia al prossimo pellegrinaggio diocesano di Assisi. Finora ben 98 hanno già aderito.

don Armando

Caro Don Roberto,
innanzitutto volevo ringraziarla per l’ospitalità data ieri sera al gruppo animatore/organizzatore del pranzo per Wamba.

E ‘ stato veramente bello vedere il gruppo che, sulla base dell’esperienza fatta con il “Magna e Bevi” ha cominciato a muoversi e lavorare per questa nuova “sfida “. Questo primo incontro ha permesso di mettere a fuoco alcuni punti fissi sulla giornata che sei sta cercando di organizzare. La cosa forse più bella è stata la convinzione di tutto il gruppo di voler organizzare non tanto e semplicemente un “pranzo” quanto “un momento di incontro” all’interno della comunità durante il quale mangiare si ma anche e soprattutto stare insieme per parlare e fare qualche cosa per quelli più sfortunati.

Su questa base si pensato di fissare il costo del pranzo a 20 per gli adulti e 10 per i bambini al di sotto dei 12 anni. Le adesioni potranno essere date presso la parrocchia entro il giorno 10 di Dicembre al fine di poter poi procedere con l’organizzazione del tutto. Ovviamente speriamo che in molti vogliano unirsi a Noi e partecipare.

La ringrazio ancora per quanto sta facendo per noi in questo momento ma, soprattutto per quanto fa per la nostra comunità.

Un caro saluto

Paolo

ALLORA: ISCRIZIONI IN CANONICA A PARTIRE DA QUESTA SETTIMANA VERSANDO LA PROPRIA QUOTA

PELLEGRINAGGIO AD ASSISI: UN SUCCESSONE

Al momento di andare in stampa al pellegrinaggio delle medie ad Assisi si sono iscritti 83 ragazzi, 15 catechiste, don Sandro e Katia. Per un totale di 98 aderenti. Attenzione: per poter avere un albergo unico in centro ad Assisi possiamo arrivare ad un massimo di 106 adesioni. Oltre non possiamo andare. I dubbiosi si lascino consigliare e decidano.
Con domenica 19 a mezzogiorno chiudiamo le iscrizioni

Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 19 novembre 2017

Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia di San Giuseppe di vile san Marco

Bella la puntualizzazione fatta dal parroco, don Natalino Bonazza, che ha commentato la disfatta della squadra nazionale di calcio nell’incontro con la Svezia. Il commento di don Natalino s’è sviluppato sulla linea di condotta del famoso allenatore Giovanni Trapattoni.

Il pallone è una bella cosa, ma non va dimenticato che è gonfio d’aria. E’ giusto che i cristiani preghino, ma è altrettanto giusto che prendano posizione nei riguardi degli “idoli falsi e bugiardi del nostro tempo”.

Segnalo pure l’articolo di Alessandro Seno nella rubrica “Uno sguardo sulla settimana”. Il giornalista ci mette al corrente, in maniera piana e comprensibile, del “gorgo infernale” in cui gira la nostra economia e di come gli attuali burattini ci fanno muovere sul palco dell’economia mondiale.

don Armando

SIAMO FUORI
di don Natalino

La nazionale italiana di calcio non è stata ammessa ai mondiali del 2018. È impressionante il boato mediatico scoppiato intorno a tale evento sportivo. Titoloni e pagine intere sui quotidiani, trasmissioni televisive a tutte le ore, pianti e invettive in diretta, post e commenti in ogni angolo dei social… un enorme chiasso che è quasi impossibile evitare, ma al quale è bene resistere con la voce della ragione e del buon senso.

Non siamo così rintronati da dimenticare che le vere tragedie nazionali sono altre. L’inverno demografico: da anni nascono sempre meno bambini e la nostra società assomiglia ad una piramide rovesciata. Come potrà stare in piedi?

Milioni di giovani da anni sono ai margini del mondo del lavoro e gli stiamo rubando il futuro. La tranquilla miseria culturale ed educativa, in cui l’Italia è adagiata: agli ultimi posti in Europa per investimenti nella scuola, nell’università e nella cultura. Strano, c’è ben poco clamore su queste e altre tragedie nazionali, che non sono poste in cima all’agenda politica.

Suvvia, siamo seri. È senz’altro peggio essere fuori dalla realtà che dai mondiali. Se però questo deludente evento sportivo ci fa riflettere un po’, non sarà accaduto invano. Non tanto per ricavarne chissà quale metafora epocale su dove va il nostro Paese, ma per alzarci dal divano e tirarci su le maniche. Sveglia: domenica è la prima giornata mondiale dei poveri.

UNO SGUARDO SULLA SETTIMANA
a cura di Alessandro Seno

“Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar “; da che mondo è mondo sono i soldi’ che fanno girare le persone e le cose! E a tal proposito vi segnalo in queste righe due notizie legate tra loro in modo incredibile: da una parte abbiamo un compleanno che si festeggia proprio in questi giorni ed è quello dell’invenzione della carta di credito che compie settant’anni; dall’altra troviamo il nuovo record stabilito da un sito di vendite online che ha totalizzato la bellezza di venticinque miliardi di dollari in un solo giorno!

Partiamo da quest’ultimo record per approfondire il rapporto che lega i due fatti; in Cina esiste un negozio virtuale che si chiama Alibaba – un nome, un programma – che vende dallo spillo al cammello (come recita la pubblicità di Harrods, famosissimo centro commerciale “reale” a Londra), questo sito di vendite online, nel giorno dedicato ai “single” (l’11/11, in Cina il numero uno significa solitudine…), ha incassato la bellezza di 25 miliardi di dollari battendo, anzi stracciando il precedente record che si era fermato a 16 miliardi lo scorso anno. Nel momento di maggiore afflusso di transazioni il sito ha registrato 256 mila operazioni al secondo…. Per rendere meglio l’idea della faraonica giornata vi basti pensare che gli americani, nel periodo del Ringraziamento (quarto giovedì di novembre, il momento in cui il popolo statunitense acquista di più online) spendono la “miseria ” di cinque miliardi. La stragrande maggioranza delle transazioni è avvenuta tramite smartphone e qui entra in gioco l’altra notizia citata in apertura, quella della nascita della carta di credito; va da sé che tutto questo mercato immateriale non può essere gestito se non da soldi virtuali (solo perché non si vedono, poi però li vedi andar via materialmente dal tuo conto!) e senza l’oramai onnipresente pezzo dì plastica con chip non si può fare nulla.

L’invenzione della carta di credito é dovuta, naturalmente, ad un americano che, leggenda vuole, una sera del 1947 portò fuori a cena dei clienti importanti e al momento di pagare il conto si accorse di aver lasciato il portafoglio a casa generando un forte imbarazzo a sé e ai suoi invitati. Decise quindi di creare un sistema che legasse banche e attività di vendita in modo che le prime garantissero, attraverso appunto la carta di credito, la fiducia a fare “credito” a chi le esibiva.

Da lì fino ai giorni nostri l’ascesa delle “carte” è stata vertiginosa e ora addirittura non serve più neanche esibirla materialmente ma basta un codice e il gioco è fatto. Ci sono cose che non sì possono comprare recita una pubblicità (guarda caso di una carta di credito), ma siamo sicuri che sia proprio così?

Da “LETTERA APERTA” – 26 novembre 2017

Da “LETTERA APERTA” – 26 novembre 2017
settimanale della parrocchia dei santi Gervasio e Protasio di Carpenedo

Don Gianni, il giovane parroco, s’è speso tutto in questo numero, anima e cuore, con parole di rabbia, di amore, indignazione, denuncia e soddisfazione.

Cominciamo con l’articolo di fondo dedicato al “Germoglio”, il centro polifunzionale per l’infanzia, la struttura che a Mestre offre il meglio del meglio per i bambini di età prescolare.

Don Gianni usa tutto il suo livore contro lo Stato, la Regione, il Comune, e perfino contro la Federazione delle scuole materne per la decurtazione dei contributi con i quali si dovrebbe sostenere questo centro di eccellenza.

Questi enti, che nel tempo sono stati gestiti dal Centro, dalla Destra e dalla Sinistra, sembra che vadano a gara per far l’elemosina di qualche soldo scuole, come Il Germoglio, che rappresentano la punta più avanzata della scuola per l’infanzia, per privilegiare invece realtà tanto più scadenti.

Io sono convinto che il comportamento degli enti pubblici che regolano la vita della scuola materna libera, si semplicemente infame, settario e discriminatorio. Ora ci si è messa pure la FIAM che ha fatto togliere 12000 euro da parte del Comune, somma che io avevo ottenuto minacciando la chiusura della scuola materna qualora il Comune non ne avesse riconosciuto, anche a livello economico, i meriti.

Secondo articolo: un viaggio in India di una rappresentanza el gruppo pro missioni per verificare come vanno spesi i soldi che la parrocchia ogni anno manda tanto generosamente per le opere sociali del terzo mondo.

Terzo articolo, un po’ discutibile: la scelta di incrementare le nascite, invidiando quasi le scelte delle comunità neocatecumenali. Questa campagna, ai miei tempi, la faceva il Duce.

Quarto articolo: l’accorato appello della San Vincenzo parrocchiale per avere più risorse economiche per i poveri.

Pure tutto il resto del periodico è quanto mai interessante, soprattutto perché è segno di una comunità viva ed impegnata.

don Armando

MERCATINO PER IL GERMOGLIO

Il Centro infanzia gode di grande fiducia da parte delle famiglie, meno delle Istituzioni. C’è una lista di attesa perla materna e, prima volta in tanti anni, una anche perii nido di circa 10 bambini.

Al Germoglio i genitori apprezzano il lavoro delle educatrici, la qualità della mensa interna, la flessibilità degli orari, la stabilità del servizio: mai un giorno di chiusura in tanti anni di lavoro. C’è il laboratorio di lingua straniera, di sport, danza, musica e altro ancora. L’ambiente è sereno, sicuro, stimolante, ordinario, efficiente e senza fronzoli. Si fa presto a parlare, ma la prova del valore viene dalle liste di attesa mai così lunghe. La scuola pubblica, invece, pur ricca dei fondi statali, è debole nella credibilità: nonostante la passione delle educatrici, vi sono dissidi interni, mal funzionamento nelle mense e scioperi improvvisi. Merito dunque al Germoglio, a chi ne ha posto le basi (la straordinaria Lina Tavolin), alle educatrici e al personale di questi anni, a Fiorella Vanin, l’attuale direttrice che merita applausi. Tanta professionalità non viene evidentemente riconosciuta dalle autorità pubbliche che non sopportano i privati, quando denunciano con i fatti gli sperperi di governo: da prima il Comune ci ha ridotto i contributi del 15% (7.780 euro all’anno) poi ha aumentato le tasse (4.200 euro all’anno) e infine, su spinta della FISM e della Curia, ha voluto ridistribuire i fondi togliendoci di fatto altri 12.000 euro all’anno. Anche la Regione ha fatto la sua parte e ha ridotto del 14,5% i suoi contributi facendoli scendere prima di 3.000 e ora di 6.000 euro l’anno. L’Italia non ha mai premiato né l’iniziativa né l’impegno, si sa, e concede contributi a chi vive sulle spalle altrui. Ma esiste anche gente che non molla e, con sereno coraggio, trova soluzioni alternative. Sabato e domenica prossimi (25-26 novembre) ci sarà il mercatino di Natale e Carpenedo potrà dare una mano alla sua storica scuola. Confidiamo che al posto dei grandi centri commerciali, qualche regalo di Natale possa trovare qui le sue radici.

don Gianni Antoniazzi

…E IL SOGNO DI SARA DIVENTA REALTÀ
Gruppo Missioni

Il Gruppo Missioni della nostra parrocchia ha organizzato un viaggio in India con partenza il 17 gennaio a cui parteciperà anche Sara, la ragazza che aveva espresso al Gruppo il desiderio di conoscere di persona i tre fratelli adottati a distanza dalla sua famiglia. Coloro che andranno in India potranno verificare gli ultimi progetti realizzati, quelli in via di sviluppo e incontrare i bambini sostenuti a distanza nei collegi dove vivono. Inoltre condivideranno la loro esperienza inviando giornalmente notiziari attraverso i social. Ci sarà, la possibilità di portare materiale di cui i bambini necessitano. Per questo chiediamo, a chi ne avesse la possibilità, di procurare vestiario nuovo per bimbe e bimbi dai 5 anni in su, nonché materiale scolastico (zainetti leggeri, penne, matite, gomme, età). Chi è in grado di procurare quanto richiesto contatti: Gianni Scarpa o Paola F. Vi anticipiamo che durante la riunione di fine anno, che si svolgerà presso la sala Lux del patronato il 15 dicembre, alle ore 20.45, e il 16 dicembre, alle ore 15.00, si potranno portare le lettere per i bambini, che poi saranno consegnate personalmente. Ringraziamo tutti di cuore.

Gruppo Missioni Terzo Mondo

NEOCATECUMENALI?
dritti al centro

Ho guardato il registro dei battesimi. Dall’inizio dell’anno ne abbiamo celebrati una quarantina. Soltanto 7 però sono quelli realmente residenti nel territorio giuridico della parrocchia. Per carità: molte sono le coppie che qui portano i bambini perché da sempre frequentano questa comunità, per essa hanno dato parecchie energie e qui desiderano che i figli vivano come in famiglia. Sono i benvenuti. Tuttavia bisogna ammettere che di per sé il territorio di Carpenedo è diventato anziano: non ci sono nuove costruzioni da diversi anni, le coppie giovani cercano casa ma trovano proposte più economiche e confortevoli a qualche chilometro da qui. Chi ha una casa vuota preferisce tenerla chiusa e attendere la ripresa economica piuttosto che metterla in affitto col rischio di vederla distrutta. Le riflessioni di carattere umano sarebbero anche molte altre, ma qui desidero riflettere sul valore del nostro annuncio di fede. Mi spiego: vicino a noi c’è una parrocchia neocatecumenale. Il loro cammino di fede esorta i genitori ad essere generosi nel dono della vita. Così le coppie si sposano e hanno molti figli.

In parrocchia si vede un tessuto davvero più giovane del nostro. Che sia così povera la nostra proposta di Vangelo? Che abbiano ragione loro? Non è mia intenzione, non al momento, proporre de noi una comunità neocatecumenale. Tuttavia mi interrogo a lungo sulla qualità del nostro cammino cristiano e ne faccio un continuo esame di coscienza e mi domando se forse un giorno la Chiesa non sarà neocatecumenale.

don Gianni Antoniazzi.

SAN VINCENZO
regaliamo ai poveri

Tra un mese sarà Natale e tra molte altre cose dobbiamo pensare a ciò che ormai è diventato tradizionale: i regali. Questi possono assumere diversi significati anche concomitanti tra loro: riconoscenza, stima, affetto, aiuto e altro. Non è sempre facile avere successo e piena approvazione da chi riceve, perché i gusti e le esigenze si evolvono o meglio sarebbe a dire che cambiano velocemente. In questo contesto, a volte molto confuso, occorre prima di tutto non tralasciare nessuno. Diversamente, più avanti dopo le feste, una dimenticanza genera amarezza specie se non si può rimediare. Il Gruppo della San Vincenzo vuole ricordare alla Comunità chi si trova in gravi difficoltà e chiede di essere aiutato. Il dono maggiore per il povero è sempre stato il cibo perché si poteva, come ancora in altre parti del mondo, morire di fame.

Ora qui da noi non è più così. Ci sono possibilità di trovare viveri anche gratuitamente perché gli avanzi di produzione agricola o di vendita nei super mercati non vengono sistematicamente distrutti come una volta ma, per quanto possibile dalla conservazione, donati o venduti a basso prezzo. Rimangono invece altre spese preoccupanti perché danno luogo a veloci ripercussioni che tolgono tranquillità e peggiorano di molto la vita delle famiglie.

Non pagare le utenze significa prima o poi non averle più perché vengono bloccate e, se si vuole ripristinarle, il conto che si deve pagare sale vertiginosamente. Una sorte dolorosa anche non pagando l’affitto perché da quel posto bisogna andarsene con grande incertezza e disagio. Poi ci sono altre spese, specie per famiglie numerose, come l’abbigliamento e il corredo scolastico, qualche medicinale e altro.

Questo discorso sulla indubbia necessità dei soldi è per dire che quanto si ha intenzione di spendere nell’acquisto di viveri per i poveri è meglio porlo in una busta e portare questa in chiesa sapendo che vale esattamente come una borsa. Domenica 3 dicembre alle porte della chiesa si potranno ritirare i contenitori e riportarli in chiesa domenica 10 dicembre, con soldi o viveri. Grazie.

Dino Dante

Da “SS. TRINITA'” – 26 novembre

Da “SS. TRINITA’” – 26 novembre
settimanale della parrocchia omonima del Terraglio

Il parroco, don Angelo, nell’editoriale di questa settimana, affronta il problema della non credibilità della classe politica e della relativa tentazione, da parte dell’elettorato, di disertare le urne alle prossime elezioni. Don Angelo affronta il problema della democrazia attraverso un “excursus” storico quanto mai apprezzabile e, pur dimostrando grande comprensione per la disaffezione che i cittadini stanno dimostrando, senza però ottenere alcun cenno di ravvedimento da parte dei politici, insiste in maniera quasi accorata perché gli elettori scelgano almeno il male minore.

Credo che sarebbe opportuno che tutti i direttori dei bollettini parrocchiali pubblicassero questa riflessione o almeno qualcosa che ne riporta la sostanza.

Riporto pure alcune splendide riflessioni di Anna Frank e di Papa Francesco.

Infine mi è doveroso segnalare un intervento di Graziano Duso che denuncia senza riserva alcuna, la terribile mostruosità del marxismo come teoria e egli effetti più mostruosi ancora.

don Armando

Domenica 26 novembre 2017
Gesù Cristo Signore dell’Universo

Questo nostro tempo

Stiamo per affrontare mesi non facili in attesa delle prossime elezioni politiche. A breve saremo sommersi da una valanga di discorsi televisivi, di annunci pubblicitari, di materiale cartaceo. Tutti i partiti, e ovviamente i relativi candidati, si professano a favore dell’Italia e degli italiani e nel contempo siamo ormai talmente smaliziati da riconoscere che tutti o quasi non ci credono. La classe politica è caduta in un grave discredito e la constatazione evidente è che l’astensionismo alle votazioni va sempre più aumentando, addirittura nelle votazioni ultime siciliane è andato oltre il cinquanta per cento. Ci sarà della gente che per principio non si interessa; ci sarà della gente menefreghista; ma di fatto un numero così alto di astensioni rappresenta un giudizio netto sulle capacità dell’attuale classe politica. Eppure tutti fanno professione di mettersi a servizio della pubblica utilità mentre sono tutti intenti ad occupare una sedia che fornisce per cinque anni uno stipendio ottimo con annessi vari privilegi su cui non si riesce, se non in minima parte, a produrre delle scalfitture. E allora che fare? Penso che da sempre, per intenderci dalla polis greca, origine e fonte della democrazia occidentale, l’ambito politico sia stato occupato solo raramente da grandi personaggi.; basterebbe pensare all’Impero Romano ove su una novantina di imperatori solo alcuni sono rimasti nella storia; si tratta di Cesare, Augusto, Vespasiano, Traiano, Adriano, Marco Aurelio, fino a Diocleziano e Costantino. Ma per la maggior parte sono stati figure di poco conto fino all’ultimo Romolo chiamato per ironia Augustolo deposto nel 476. In Italia dal dopoguerra abbiamo avuto una valanga di presidenti del Consiglio, ma ben pochi sono passati alla storia come grandi governanti; di solito si è trattato di personaggi bravi a barcamenarsi e privi di grandi capacità e di idee. Ora siamo in presenza di una situazione per molti versi nuova con difficoltà non indifferenti: grossomodo la sinistra si presenta con il tradizionale difetto di sparare sul capo, qualunque esso sia; è un gioco iniziato nel ’21 e pare che non abbia termine. La destra si presenta solo apparentemente unita ma in profondità molto divisa anche per la continua difficoltà di dover fare i conti con la giustizia. Il terzo polo avrebbe intenzioni buone di moralizzare il settore pubblico ma si dimostra scarso di idee, ondivago nelle decisioni e soprattutto sprovveduto nei governi locali. Spero che dopo questa mia superficiale disamina qualcuno non pensi di chiudersi in convento. Vorrei dire con grande chiarezza che anche fossimo

nella situazione peggiore non è buona cosa l’astensionismo. Occorre sempre partecipare, dare il proprio apporto e la propria valutazione; astenersi significa mettersi a priori dalla parte del torto. E allora per chi votare? Mi permetto di dare qualche suggerimento. In questi mesi che ci separano dal voto è opportuno cercare di capire e di valutare le varie proposte; insomma bisogna che non ci muoviamo con gli occhi bendati. E poi, senza troppe esigenze ci orientiamo verso il “male minore”, il partito che alla nostra valutazione risulta il meno peggio. Questo vale nei confronti del partito per cui votare, ma poi c’è il problema delle persone da scegliere. Bisogna votare candidati che abbiano fama pubblica di persone oneste e capaci; scartiamo gli incapaci e scartiamo ancor più i disonesti, quelli non servono il popolo ma si servono del popolo. Ne riparleremo: abbiamo tre o quattro mesi davanti per discutere.

don Angelo Favero

Incontro della carità 2017: domenica 3 dicembre -ore 15.00 Ponte di Rialto e Basilica di San Marco

“Abbiate il coraggio di insegnarci che è più facile costruire ponti che innalzare muri…e tutti insieme chiediamo che esigiate da noi di percorrere le strade della fraternità.” (Papa Francesco). Con queste parole Papa Francesco ha invitato migliaia di giovani riuniti da tutto il mondo a Cracovia a farsi “costruttori di ponti”, cioè promotori di relazioni sincere tra le persone, sciolte dai pregiudizi e dalle paure che fanno gli uomini schiavi. La prima cosa che stupisce piacevolmente è che Papa Francesco consideri le nuove generazioni capaci di insegnare – oltre che di imparare – e vadano piuttosto incoraggiate a tirar fuori il meglio in loro e in noi adulti. Siamo certi che i bambini, in special modo, posseggono la capacità di riconoscersi tra coetanei con immediatezza, al di là di qualsiasi differenza o provenienza culturale. Tendere la mano a chi sta di fronte, è per un bambino il modo più semplice di “pro-iettarsi” nel futuro, poiché percepisce la ricchezza che può arrivare da un atteggiamento di fiducia: un nuovo compagno di giochi, un nuovo amico.

Dal Diario di Anna Frank

E’ molto strano che io non abbia abbandonato tutti i % miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora all’intima bontà dell’uomo. Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipa del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace. Nel frattempo devo conservare alti i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare!

(Anne M, Frank)

La società della stanchezza

Esistono due forme di potenza: una potenza positiva, quella che ci permette di fare qualcosa e una potenza negativa, quella che ci permette, di fronte a un’immediata realizzazione, di dire di no, grazie. Questa potenza negativa si distingue tuttavia dalla mera impotenza, dall’incapacità di fare qualcosa, è una stanchezza profonda che si aggiunge insieme a una sottrazione di Io. È ciò che fa dischiudere un tra, uno spazio della cortesia in cui niente e nessuno domina o è anche solo predominante. Mentre la stanchezza dell’Io è solitaria, è priva di mondo, questa stanchezza profonda è invece fiduciosa di mondo, rende infatti possibile soffermarsi, indugiare, non tanto su ciò che dobbiamo fare, ma su ciò che ci circonda.

(il filosofo Byung-Chul Han)

Papa Francesco ai giovani

Sono lieto di annunciarvi che nell’ottobre 2018 si celebrerà il Sinodo dei Vescovi sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore. Mi vengono in mente le parole che Dio rivolse ad Abramo: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1). Queste parole sono oggi indirizzate anche a voi: sono parole di un Padre che vi invita a “uscire” per lanciarvi verso un futuro non conosciuto ma portatore di sicure realizzazioni, incontro al quale Egli stesso vi accompagna. Vi invito ad ascoltare la voce di Dio che risuona nei vostri cuori attraverso il soffio dello Spirito Santo.

Caro don Angelo,

Siamo a un secolo dalla rivoluzione d’ottobre del 1917, che ha segnato l’epoca di terrore causato da ideologie nefaste al potere, purtroppo ancora salde in alcuni paesi. Si sono diffuse promettendo libertà ed uguaglianza e si sono rivelate poi un incubo, per l’economia e soprattutto per le libertà, in particolare quella religiosa, perché intendevano sradicare il senso di Dio innato in ogni persona. Tra gli oppositori, o comunque “scomodi”, si stimano 20 milioni di morti solo in ambito sovietico, oltre 85 milioni a livello globale, compreso in Italia. Con la caduta del muro di Berlino, nell’89, il comunismo non è stato rottamato, ma si è riciclato in maniera multiforme, multicolore e multi astrale, mantenendo sempre la tracotanza di egemonia culturale e manifestando disprezzo per chi la pensa diversamente. Dopo un secolo il cristianesimo è ancora vivo. Anzi, proprio dove il comunismo ha imperato, il cristianesimo ha ripreso poi rigoglioso e paradossalmente oggi è più minacciato nei paesi democratici occidentali, dove le nuove ideologie atee stanno prendendo sempre più piede, con nuovi miti.

(Graziano Duso)

Da “SEGNO DI UNITA'” – 19 novembre 2017

Da “SEGNO DI UNITA’” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia di Santa Maria della pace di Bissuola

Il settimanale riporta: 1) la storia della chiesa della Madonna della salute di via Torre Belfredo che non molti conoscono; 2) un progettino dei ragazzi del catechismo per aiutare due bambine terremotate; 3) la nascita di un nuovo gruppo di famiglie che vogliono crescere nella fede e nella fraternità.

don Armando

MADONNA DELLA SALUTE A MESTRE

Il Santuario Madonna della Salute in via torre Belfredo, fu edificato fra il XVII e il XVIII secolo.

È possibile documentare la dedicazione alla Madonna della Salute solamente dal 1735, si hanno però informazioni sulla più antica dedicazione alla Vergine del Rosario. L’intitolazione probabilmente è stata determinata in occasione di un evento miracoloso durante un’epidemia come ci conferma la data della festa principale che coincide con la festa della Madonna della Salute di Venezia. Nei primi anni del novecento la chiesa venne ricostruita su progetto dell’architetto Raffaele Cattaneo, solo successivamente, nel 1982 vennero ampliati presbiterio e navate laterali. Il bel portale bronzeo è opera di Giovanni Aricò, all’interno gli affreschi sono di Emani Costantini e le suggestive vetrate, eseguite nel 1986, sono opera di Anzolo Fuga.

Oggetto di culto all’interno del santuario è una statua della Vergine, posta sull’altare maggiore, raffigurata in piedi con il Bambino sulla sinistra e con il braccio destro impugna uno scettro. Il capo di entrambi è cinto da una corona di metallo.

UN PROGETTO SOLIDALE
del gruppo di prima media

Ricordate il progetto solidale “Per Giulia e Giorgia con amore” promosso alla fine dello scorso anno pastorale (fine maggio) dal gruppo di quinta elementare? Con l’aiuto di noi catechiste e delle loro mamme i ragazzi si impegnarono ad allestire un mercatino di oggettistica varia la cui vendita fruttò una bella cifra di oltre ottocento euro, che andò a favore di una famiglia, la famiglia di Giulia e Giorgia, una delle tante colpite dal terremoto in centro Italia. La maggiore delle due bambine, Giulia, di nove anni, vi perse la vita.

Come promesso allora, i ragazzi, ora in prima media, intendono continuare a sostenere quella famiglia che hanno “adottato” e organizzano per:

domenica 26 novembre una vendita di dolci (torte, biscotti…) ed eventualmente di oggettistica natalizia.

Non vogliamo però essere soli in questa iniziativa ed invitiamo anche gli altri gruppi a raccogliere questa proposta.

E ringraziamo sin d’ora tutti coloro che vogliono collaborare.

gruppo sposi tre

Da un paio d’anni, la comunità di Santa Maria della Pace si è arricchita di un nuovo gruppo famiglie.

Le persone che partecipano sono sposate chi da qualche settimana e chi da qualche anno. L’esperienza nasce a partire dalla testimonianza di fraternità, condivisione e accoglienza degli altri gruppi famiglia, Noi2 ed Emmaus.

Durante il primo incontro programmatico è stato stilato il calendario degli incontri e tracciato il cammino dell’anno che sarà centrato sul voler riprendere il Vangelo annunciato nel giorno delle nozze di ogni coppia. Cercare, insomma, di riascoltare condividendo quanto il Signore ha voluto dire in quella occasione,

Dopo qualche tempo (poco o tanto), può essere un buon modo per rileggere la propria storia di famiglia.

Gli incontri si terranno la domenica sera a partire dalle ore 18 per concludersi con la cena.

Le domeniche sono le seguenti: 3 dicembre 2017, 21 gennaio, 18 febbraio, 18 marzo, 22 aprile, 20 maggio 2018. Il gruppo vociante e allegro – c’è una bella combriccola di bimbe e bimbi – è aperto a chi voglia partecipare.

Per ogni informazione chiamate o scrivete pure a Roberto Bragaggia e Sara Vianello.

Da “DIMENSIONE PI” – 26 novembre 2017

Da “DIMENSIONE PI” – 26 novembre 2017
settimanale della parrocchia di San Marco dell’omonimo viale

Don Mario, il parroco, rifacendosi al discorso del Papa sulla “giornata del povero”, fa una lunga riflessione su cosa rappresenta l’amore per il cristiano e chi sono i poveri in senso lato, ed avverte che la prima domenica di avvento sarà coerentemente dedicata alla carità.

don Armando

OGGI
PRIMA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
«Non amiamo a parole ma con i fatti»

Sono parole tratte dalla prima lettera dell’apostolo Giovanni (3,18) che papa Francesco, istituendo la prima giornata mondiale dei poveri, mette a titolo della sua lettera con la quale l’accompagna e la motiva. Non più buone e belle parole, ma fatti concreti. L’amore per Dio ha la sua verifica nell’amore per il prossimo, con particolare preferenza per il povero.

Ero affamato, assettato, nudo, malato, forestiero, in carcere….mi avete aiutato. Il Signore Gesù si identifica con queste persone. Il primo e più grande comandamento è questo: “Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le tue forze; il secondo è simile al primo: Ama il prossimo tuo come te stesso”. Quindi tutto ciò che trovo giusto per me, tutto ciò per cui combatto perché è mio diritto sacrosanto, perché non lo devo volere anche per il mio prossimo? Va eliminato ogni egoismo e privilegio di casta; ogni discriminazione a motivo di religione, cultura, razza e colore. Davvero ogni uomo è mio fratello. Il fondamento e l’origine di questo amore così universale, che si fa concreto nell’incontro con il prossimo, cioè con chiunque mi trovo per strada, in paese, al lavoro…. è perché Dio per primo mi ha amato. E mi ha amato e continua ad amarmi così come sono, con le mie miserie, con i miei difetti, con i miei peccati, perché vuole in tutti i modi il mio bene. L’apostolo Paolo dice che Dio ci ha amati quando eravamo ancora peccatori; come non ci amerà ora che ci ha riconciliati a se mediante il figlio suo Gesù Cristo che per noi si è consegnato alla morte?

E’ vero che noi cristiani, la Chiesa, non sempre abbiamo vissuto e viviamo questo amore per il prossimo. I nostri peccati contro l’amore per il prossimo sono motivo per chiedere perdono a tutti e nel contempo per convertirci, per tornare al Vangelo, a Gesù.

Una conversione che si traduce in impegno concreto di carità, di aiuto, di testimonianza di una vita sobria e solidale. I poveri ci evangelizzano, sono la presenza di Gesù che si è impoverito, che si è spogliato della sua divinità per farsi fisicamente vicino, prossimo, a ciascuno di noi e arricchirci donandoci amicizia e comunione profonda e vitale con Lui. Li avremo sempre i poveri con noi, dice Gesù. Pare che ogni società, per quanto si sforzi di essere giusta (ma si sforza davvero?), crei continuamente nuovi poveri. Esisterà mai un mondo senza poveri? Non c’è solo povertà materiale, economica.

Quante altre povertà in questo mondo! Il Signore lo permette perché? Perché ci rendiamo responsabili gli uni degli altri? Perché impariamo a moltiplicare il pane, i beni, la felicità e la gioia condividendoli? La condivisione crea fraternità. Sarà allora la fine di “questo” mondo?

don Mario Liviero

NUOVO ANNO LITURGICO

Domenica prossima 26 Novembre, festa di Cristo Re, è l’ultima Domenica dell’anno Liturgico. La Successiva, 3 dicembre, sarà la prima del nuovo anno che comincia con l’Avvento, il tempo di preparazione al Natale.

Torniamo e ripartiamo continuamente dalle origini. Nell’origine c’è la nostra salvezza, e la nostra salvezza è Gesù Cristo. La prima domenica di Avvento sarà, quest’anno, anche la DOMENICA DELLA CARITÀ.

Il Natale è la manifestazione dell’amore di Dio verso di noi: questo amore si manifesta appunto nella venuta del Signore Gesù. L’amore di Dio ha un nome: si chiama Gesù.

A Lui continuamente noi cristiani torniamo con tanti fratelli che il Signore ci dà da amare ed aiutare. L’incontro dei bambini della Diocesi con il Patriarca sarà in questa domenica, a san Marco, alle ore 15.00.