Da “IL PUNTO” – 19 novembre 2017

Da “IL PUNTO” – 19 novembre 2017
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona

Il foglio contiene un lungo articolo di don Lio Gasparotto che denuncia l’effimero, il superficiale e l’artificioso dell’umanesimo contemporaneo che, a motivo soprattutto dei social media, privano l’uomo di oggi di verità e di autenticità.

Pare che don Lio affermi che “la peste” dalla quale dobbiamo liberarci con l’invocazione alla Madonna sia appunto questa mistificazione del volto e dell’anima dell’uomo di oggi.

Il retro del foglio informa sulla festa locale della Madonna della salute – benedizione agli automezzi, processione, pesca e bar.

don Armando

Il messaggio del parroco alla comunità della collaborazione pastorale
FESTA DELLA SALUTE 2017
«Maria sia Madre della Verità»

«Alla Madonna chiediamo la grazia di renderci veri e autentici; di farci guarire dalla falsità e dalla tentazione illusoria dell’apparire»

Ci sono dei “mali silenti” che quando si manifestano mostrano tutta la loro virulenza e diventa faticoso poterli curare perché si arriva troppo tardi. Uno di questi mali è la mancanza di sincerità. E’ un dato curioso osservare le foto profilo postate sui “social network” sia dai ragazzi piuttosto che dai giovani o dagli adulti; spesso sono foto ricercate con cura (perfino ritoccate…) nell’intento di apparire belli, prestanti, in atteggiamenti studiati come fossimo dei modelli da riviste di moda o dello spettacolo.

Questo desiderio di apparire a tutti i costi, di colpire l’attenzione, di “bucare l’obiettivo”, lo leggo come il bisogno di mascherare un vuoto, un bisogno di avere conferme, di essere rassicurati e accettati. Il voler sembrare migliori o diversi

da come siamo non è una banale tentazione di vanità, è uno sbilanciamento verso la tendenza all’apparire fine a se stesso più che la manifestazione della verità. Quante volte al bello esteriore non corrisponde una bellezza interiore. Peggio: diventa una maschera ricercata per nascondere la verità della propria vita.

Ma allora mi devo chiedere: chi sono io veramente? Quale immagine propongo di me agli altri?

È preoccupante in questo senso la disinvoltura con la quale ci raccontiamo falsità, di come ci comportiamo in modo ambiguo, raccontando menzogne ed arrivando anche a tradire gli affetti più cari. A tutti dà certamente fastidio confrontarsi con persone bugiarde o che si comportano in modo diverso a seconda di chi hanno davanti.

Allora il problema non è in sé la foto pubblicata: è la falsità propria di questo modo di essere e che ci rende persone veramente povere! Se non ci preoccupiamo di far emergere la bellezza che c’è dentro la nostra vita, emergerà inesorabile la verità di un vuoto grigiore. Le relazioni hanno bisogno di verità perché le apparenze sono un grande inganno e portano a tragiche delusioni.

Viviamo oggi dentro questa realtà e questa cultura: fattori diseducanti e causa di tante sofferenze e che generano complessi. “Il falso “non vale quanto l’originale. Solo l’originale è un capolavoro, la copia non vale niente.

Solo uno sciocco può pensare di acquistare qualcosa con una moneta falsa. Alla Madonna chiediamo la grazia di renderci veri ed autentici, di farci guarire dalle tante falsità della nostra vita e dalla tentazione illusoria dell’apparire. Chiediamo a Lei, che è la Madre della Verità, di infonderci il coraggio della verità in noi stessi e nelle nostre relazioni. Ciascuno di noi è bello perché ognuno è un capolavoro unico agli occhi di Dio.

don Lio Gasparotto parroco

Da “PARROCCHIA DI SAN PIETRO ORSEOLO” – 26 novembre 2017

Da “PARROCCHIA DI SAN PIETRO ORSEOLO” – 26 novembre 2017
settimanale della comunità cristiana omonima di viale don Sturzo

Mi pare giusto informare gli amministratori parrocchiali sulla soluzione escogitata dal parroco di San Pietro Orseolo per racimolare centomila euro, somma che serve alla parrocchia per un intervento sulle strutture parrocchiali. Il parroco ha chiesto alla comunità un prestito a tasso zero che la parrocchia si impegna a restituire in un tempo da concordare. Dal bollettino pare che si sia già incassata la metà della somma. Comunque chi ne vuol sapere di più può telefonare al parroco o consultare il sito: www.terzovalore.com

don Armando

Da “LA VOCE DELLA RIVIERA” – 19 novembre 2017

Da “LA VOCE DELLA RIVIERA” – 19 novembre 2017
settimanale dell’Unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore, San Pietro in bosco e Santa Maria Maddalena

Interessanti, come sempre, le riflessioni di don Cristiano Bobbo, il parroco o perlomeno il coordinatore di queste tre comunità cristiane. Sono convinto che “Il diario”, “Gli appunti” o i “Pensieri in libertà” siano soluzioni tratti da fatti della vita quotidiana, inquadrati in un’ottica religiosa ed evangelica: un modo quanto mai producente per una formazione spirituale e per una comunione tra parroco e parrocchiani.

Segnalo pure l’articolo che sotto il titolo “Una lotteria solidale” illustra il progetto di dar vira ad un emporio che dia risposte serie alle attese dei poveri della riviera. Questo progetto ritengo sia la più seria soluzione di cui sia venuto a conoscenza in merito al discorso del Papa sui poveri.

don Armando

Lungo il fiume

Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

Potature
Questa mattina sono stati potati gli alberi di ulivo che si trovano sul sagrato della chiesa di San Pietro. La vivace intraprendenza dei giardinieri all’opera, ha saputo consegnare a queste piante un tocco di originalità. Le fronde, cresciute finora in maniera libera e scomposta, sono state ridimensionate in un disegno circolare e ben definito che le fa rassomigliare a dei soffici cuscini di foglie convenientemente posizionati sulla sommità dei rami. A chi sta per entrare in chiesa, sembrano voler ricordare che anche Dio è un geniale giardiniere al quale vale la pena affidare la propria vita. E l’opera delle sue mani è evidente! Anzi, la bellezza della nostra esistenza sboccia proprio dall’essere consegnata a quell’azione che comprende il sanguinare della potatura nel giorno della prova ma anche il sostegno sicuro nel giorno di vento e di sole. E i nostri ulivi sono lì a ricordarcelo perché possiamo incontrare il Signore nella sua casa con quell’abbandono necessario, raffigurazione della fede che è fiducia in quel divino giardiniere che ci garantisce che non siamo lasciati a noi stessi ma affidati a una presenza invisibile eppur efficace, sorgente di armonia e di pace.

Il vero miracolo
Un signore mi ha presentato un’originale collezione di ritagli di giornale che documentano fatti miracolosi avvenuti negli ultimi trent’anni in ogni parte del mondo. Si tratta, per lo più, di guarigioni da malattie fisiche sulle quali neanche la medicina era riuscita ad avere la meglio.

E, osservando la corposità della raccolta – davvero notevole! – si potrebbe affermare che i miracoli avvengono sempre e anche in gran numero! Ma di quali miracoli si tratta? il Vangelo ci dice che il vero miracolo è quello che trasforma la persona in testimone. È come la spada che taglia i legami con la superficialità, le abitudini, le comodità, oltre naturalmente al peccato. La via di Damasco di Paolo che segna il cambiamento della sua vita, è emblematica ed è il vero miracolo che egli riceve. Per il Vangelo i miracoli non sono tanto “prodigi”, bensì “segni” che ti spingono a guardare più in là, più in alto, e ad andare oltre. È per questo che nei santuari si presentano rarissimi prodigi, ma immenso è il numero dei segni che cambiano la vita. E di questi doni divini ne abbiamo tutti bisogno!

“Non è poco il tempo che abbiamo”!
Tra le citazioni dei grandi classici latini che ho imparato ai tempi del liceo, ricordo sempre con rinnovato interesse una massima del filosofo Seneca che, tradotta, dice così: «Non è poco il tempo che abbiamo, ma molto quello che continuiamo a perdere!». E mi è tornata in mente oggi ascoltando la rassegnata dichiarazione di un signore che, dopo alcuni giorni di ferie, non vedeva l’ora di tornare al lavoro perché si stava annoiando di quelle giornate vuote, trascorse senza far nulla. Ma credo che siano in molti a trovarsi nella sua stessa condizione: si passano mesi e mesi a testa bassa ad obbedire al grande comandamento che obbliga a non perder tempo, ad agire con celerità, a non lasciare tregua a se stessi finché non si sono raggiunte le mete prefissate, ignorando tutto il resto, snaturando i ritmi stessi del corpo. “Il tempo è denaro!”, ci si ripete fin da quando eravamo bambini. D’altro lato, però, quando si è finalmente giunti ad avere tempo libero e disponibile, non si sa più che cosa farne, è come un giocattolo inutile. La ragione ultima di questa contraddizione sta proprio nell’incapacità di vivere il tempo, senza esserne o esterni o schiavi. L’arte di vivere il tempo non è facile né scontata. S’impara ogni giorno, cercando d’impiegare bene quello che abbiamo a disposizione.

Una Lotteria solidale
A sostegno del progetto “Centro Servizi della Carità Parrocchia San Marco – Mira Porte

Continuando l’attività in precedenza svolta come volontari Caritas Vicariale Riviera Mira del Vicariato di Gambarare, il 17 gennaio 2017 si è costituita l’Associazione denominata “PONTE SOLIDALE”, un ponte di carità tra le persone. L’Associazione è nata all’interno di una comunità cristiana che vuole operare con spirito di accoglienza e di sostegno verso persone e famiglie in difficoltà.

L’Associazione di Volontariato collabora con la Caritas Diocesana di Venezia e la Caritas Vicariale Riviera Mira che opera come Centro di ascolto. L’Associazione è una o.n.I.u.s. iscritta al Registro regionale del volontariato con Decreto direttoriale n. 29 del 13/10/2017.

IL PROGETTO
Dignità alla persona, educare l’assistito, sinergia tra istituzioni e volontariato. Sono questi i cardini su cui poggia il progetto sociale “Centro Servizi della Carità” promosso dai presbiteri del Vicariato di Gambarare con la Caritas Vicariale Riviera Mira, la Caritas Veneziana e l’Associazione di volontariato PONTE SOLIDALE ONLUS. Una risposta di tipo innovativo e moderno alle esigenze di supporto alimentare e non, dato alle fasce sociali più bisognose del nostro territorio di Mira che già da qualche tempo trovano nella Caritas Vicariale Riviera Mira il loro interlocutore per questo tipo di esigenze. Il “Centro Servizi della Carità” troverà ubicazione nel piano superiore dell’edificio parrocchiale di San Marco di Mira Porte. Dovrà essere oggetto di ristrutturazione (sistemazione dell’impianto elettrico e di riscaldamento, rifacimento bagno, ascensore/montacarichi, infissi, tetto); e poi si dovrà provvedere all’allestimento interno per ospitare: l’Associazione PONTE SOLIDALE o.n.I.u.s., la Caritas Vicariale Riviera Mira, il Centro di Ascolto della Caritas Vicariale, un Emporio abbigliamento di ca 60 mq con capi nuovi e/o usati in ottimo stato e solo per gli assistiti un Emporio di Generi Alimentari di ca 62 mq gratuito a punti. I costi da sostenere sono piuttosto elevati, perciò confidiamo nella generosità di tutti voi e delle istituzioni.

L’Associazione Ponte Solidale o.n.I.u.s. con la Caritas Vicariale Riviera Mira ha organizzato una lotteria a sostegno del progetto. La lotteria ha 90 premi, il biglietto costa 1 € e l’estrazione avverrà domenica 14 gennaio 2018 alle ore 19.15 nel patronato della parrocchia San Marco di Mira Porte. In questo fine settimana all’uscita della chiesa dopo la Santa Messa troverete alcuni volontari che vi proporranno di acquistare dei biglietti Non girate lo sguardo da un’altra parte.

SOSTENETECI ACQUISTANDO I BIGLIETTI DELLA LOTTERIA E CON LE VOSTRE OFFERTE. GRAZIE!

Per le erogazioni liberali effettuate a favore delle o.n.I.u.s. il contribuente ha la possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali. La modalità di erogazione, per usufruire delle agevolazioni fiscali, è la seguente: bonifico bancario su c/c intestato ad ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO “PONTE SOLIDALE” o.n.I.u.s.,

IBAN IT50 M084 5236 1810 3013 0044 837, scrivendo come causale “Erogazione liberale”.

A nome di tutti i volontari e dei trecentonovantatré assistiti:
GRAZIE!

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 19 novembre 2017

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 19 novembre 2017
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro

Il parroco don Andrea, in occasione della celebrazione dei lustri di matrimonio, offre una lunga ed articolata riflessione sul matrimonio e i suoi rapporti con la vita cristiana e la parrochia. Un tempo queste iniziative di supporto alla vita cristiana venivano definite con una certa supponenza “Le stmpelle dell’apostolato”. Oggi però pare che senza stampelle le parrocchie non riescano proprio a stare in piedi.

don Armando

Lustri 2017

La festa dei lustri cerca di coinvolgere tutte le coppie che ricordano una cifra “tonda” del loro matrimonio: 5-10-15… E’ solo una convenzione evidentemente, ma credo sia importante lo stesso … E che sia importante ricordarsene a cominciare da subito, dai primi anni. Ricordo che quando venni a Favaro, con don Vincenzo festeggiavamo le coppie che ricordavano il 25° e il 50°. Lo facciamo ancora e con la stessa attenzione. Ma ci aggiungiamo anche le altre coppie, soprattutto quelle più giovani.

E’ un segno di attenzione della comunità cristiana,della parrocchia, per la realtà della famiglia e per le famiglie. Una attenzione che non si esaurisce qui, ma che è costante sempre e che trova anche altre espressioni. Fare famiglia da parte di un uomo e una donna, farlo in modo stabile impegnando tutta la vita, mettendo al mondo figli, è una gran cosa per chi ha questo dono e per tutto il resto della società. Una famiglia è la cellula base della società stessa. Gli adulti costituiscono la forza lavoro e la forza politica, si prendono cura delle nuove generazioni e anche degli anziani. Spessissimo le famiglie si dedicano anche al volontariato e si danno molto da fare per coloro che hanno più bisogno o più semplicemente per i vicini, per la scuola, per la città … Se poi si tratta di famiglie che vivono la vita di una parrocchia, queste diventano le colonne portanti della parrocchia stessa, in comunione con i parroci e i vescovi. E anche quando l’impegno diretto è di un singolo si sente che dietro c’è tutta la famiglia: il coniuge, i figli, gli anziani …

Inoltre per i cristiani il matrimonio è un sacramento dell’amore di Dio, dell’amore di Cristo per la Chiesa. Essere davanti a una coppia di sposi è come essere davanti all’Eucaristia.

Oggi, giornata mondiale dei poveri per volere di papa Francesco, ricordiamo una espressione della benedizione ai novelli sposi: “Siate nel mondo testimoni dell’amore di Dio perché i poveri e i sofferenti, che avranno sperimentato la vostra carità, vi accolgano grati un giorno nella casa del Padre.” Un ultimo appunto. Sottolineiamo il valore e la grandezza del sacramento matrimonio e della famiglia dentro la comunità. Ma la realtà di oggi (e forse di sempre) ci presenta anche altre esperienze.

Senza rinunciare ad annunciare il Vangelo del Matrimonio e della famiglia nella sua pienezza, non dimentichiamo certo tanti fratelli e^ sorelle che vivono altre esperienze e a volte ne soffrono.

Senza giudizio, senza nasconderci, ma coltivando la vicinanza e l’attenzione per tutti nella concretezza della realtà. Buona festa dei lustri! Domenica 19 novembre ore 11.00 nella parrocchia di San Pietro, il 26 novembre ore 10.30 nella parrocchia di Sant’Andrea.

don Andrea Volpato

Da “IL FOGLIETTO” – 19 novembre 2017

Da “IL FOGLIETTO” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia Santa Maria Ausiliatrice della Gazzera.

Questo foglio parrocchiale riporta quasi solamente gli appuntamenti della vita normale di tutte le parrocchie.

Segnalo l’elezione del Consiglio pastorale perché penso che il metodo seguito sia abbastanza particolare.

don Armando

Siamo arrivati alle VOTAZIONI per il rinnovo del CONSIGLIO PASTORALE

Vi aspettiamo TUTTI in sala giovani: Per facilitare la votazione ai genitori, nonni ecc. del Nido e Scuola dell’Infanzia e dei ragazzi del Catechismo:

Venerdì 17 – ore 15.30 -16.30 ore 16.30 – 18.00

Sabato 18- ore 9.30-12.15 ore 18.00 – 20.00

Domenica 19 ore 8.30-13.00 ore 18.00 – 20.00

Votazioni per il rinnovo del CONSIGLIO PASTORALE

LA LISTA DEI CANDIDATI

Da questa sceglieremo le 5 persone che preferiamo

Ballerini Federico

Gobbo Federica Parmeggiani

Salvalaio Massimo

Bonamico Francesco

Gorgi Davide

Sartori Fabio

Borgato Carlo

Lovisetto Franco

Staggiente Maurizia

Borghello Claudio

Moretti Piergiorgio

Scaggiante Piergiorgio

Carrer Carlo

Muner Luca

Scaggiante Silvia Citran

Castellaro Miriam Rossi

Ortolani Beatrice Pilloni

Speroneilo Matteo

Chinellato Lisa

Pavanetto Daniele

Stacchiola Paolo

Cunial Alessandro

Pavolato Paolo

Tesser Mita Bombarda

Fedalto Sara

Pettenò Claudio

Tiberini Martina Forin

Flego Vesna Gallo

Piazzon Francò

Tom masi Paolo

Frigatti Gianni

Proto Giovanni

Vallicelli Maria Pia Giuliani Guastalla

Gaion Stefano

Rossi Giuseppe

Tutte queste persone saranno identificabili nel manifesto che le presenterà con foto e dati anagrafici.

COME VOTARE

Recatevi ai seggi allestiti presso la Scuola o le sale parrocchiali indicate dai cartelli: riceverete una scheda.

Potete esprimere fino a 5 preferenze, apponendo un segno sul quadratino a fianco del nome del candidato scelto.

Possono votare tutte le persone che hanno ricevuto la Cresima.

– Per la nona volta esprimiamo, con questo semplice gesto, la nostra appartenenza alla Chiesa e la nostra volontà di comunione e di partecipazione. Rinnoviamo così il Consiglio della parrocchia nel segno della CONTINUITÀ e del RINNOVAMENTO, aperto alla COLLABORAZIONE con le parrocchie di Asseggiano e S. Barbara. L’impegno comune sarà sostenuto dal Cenacolo, da poco avviato dalle tre parrocchie. – II ringraziamento più cordiale di tutta la Comunità a chi lascia come a chi ha accolto di continuare il servizio; e grazie ai nuovi candidati, che confidiamo possano essere votati largamente.

– A tutti la stima, la riconoscenza e l’augurio: a chi vota e a chi sarà votato, così che la nostra esperienza ecclesiale di condivisione e di collaborazione possa svilupparsi e migliorare con il contributo di tutti.

GRAZIE!

Da “NOTIZIARIO” – 19 novembre 2017

Da “NOTIZIARIO” – 19 novembre 2017
notiziario della parrocchia Santa Maria Immacolata di Lourdes di via Piave

Mi pare abbastanza interessante la pubblicazione del verbale della seduta del consiglio pastorale avvenuta il 9 novembre u.s. che comprende una lunga riflessione del parroco sulla Giornata del Povero promossa dal Santo Padre, con una conclusione pratica, modesta finché si vuole, ma comunque il poco è meglio del nulla.

Infine c’è tutto il programma per il periodo d’Avvento.

don Armando

RESOCONTO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE DEL 9 NOVEMBRE 2017

In apertura, il Parroco ha letto al Consiglio la lettera del Patriarca Francesco relativa alla Giornata Mondiale dei Poveri (domenica 19 novembre), istituita da Papa Francesco a conclusione del Giubileo della Misericordia, come prolungamento ideale del Giubileo stesso. Attingendo al messaggio scritto dal Papa, il Patriarca ricorda come “la misericordia che sgorga … dal cuore della Trinità può arrivare a mettere in movimento la nostra vita e generare compassione e opere di misericordia per i fratelli e le sorelle che si trovano in necessità”. L’invito è quello di andar oltre a gesti estemporanei di buona volontà che mettono in pace la coscienza, per “tendere la mano ai poveri, incontrarli, guardarli negli occhi,abbracciarli, far sentire loro il calore dell’amore che spezza i! cerchio della solitudine. La loro mano tesa verso di noi è anche un invito ad uscire dalle nostre certezze e comodità, e a riconoscere il valore che la povertà in sé stessa costituisce”. L’auspicio del Patriarca è che ogni comunità trovi tempi e modi per “tenere fisso lo sguardo, in questo giorno, su quanti tendono le loro mani gridando aiuto e chiedendo la nostra solidarietà” e si apra alla “condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno concreto di fratellanza. Dio ha creato il cielo e la terra per tutti; sono gli uomini, purtroppo, che hanno innalzato confini, mura e recinti, tradendo il dono originario destinato all’umanità senza alcuna esclusione”.

Quale segno per la Giornata dei Poveri, domenica 19 novembre la San Vincenzo parrocchiale presenterà brevemente la sua attività durante le Sante Messe; in quella domenica, inoltre, sarà effettuata una raccolta straordinaria di fondi da destinare alle attività caritative parrocchiali. A livello diocesano, è previsto un momento di preghiera e riflessione presieduto dal Patriarca per venerdì 17 novembre alle ore 18.00 nella chiesa del Sacro Cuore in via Aleardi.

Periodo di Avvento e Natale I! Consiglio ha approvato le seguenti iniziative:

– prima domenica di Avvento (3dicembre): presentazione dei ragazzi che riceveranno i Sacramenti nel nuovo anno liturgico alla Messa delle 9.30 e ritiro comunitario alle ore 16.00;

– S. Messa feriale: riflessione quotidiana sui testi liturgici e preghiera del Vespro;

– Domenica ore 18.00 preghiera solenne del Vespro;

– 8 dicembre, solennità dell’Immacolata: benedizione delle statuine del Bambino Gesù dei presepi da predisporre nelle case;

Novena di Natale, a partire dal 17 dicembre;

– Quest’anno il Presepio artistico sarà realizzato dal Gruppo NOI nel negozio di via Piave 76, ottenuto in comodato gratuito; questo al fine di porre un segno ben visibile di testimoniar^.’ cristiana nel nostro quartiere, e anche per dare giusto risalto all’abilità artistica ed all’impegno di chi si dedica ogni anno alla realizzazione dei Presepio. Chi volesse offrire 41 suo aiuto per l’opera sarà naturalmente ben accetto.

– Nella notte del 25 dicembre, a conclusione delie Messa della Natività una breve processione porterà la statua del Bambino nel Presepio e, successivamente, ci sarà il consueto scambio degli auguri comunitario in Patronato.

– 6 gennaio 2018 (solennità dell’Epifania) benedizione dei bambini e ragazzi e adorazione di Gesù Bambino e arrivo dei Re Magi in Patronato.

Restano confermati il Mercatino di Solidarietà della San Vincenzo (6-10 dicembre) e la raccolta viveri per i poveri della Comunità (domenica 17 dicembre). Il Concorso Presepi si terrà anche quest’anno tramite i catechisti, che raccoglieranno dai ragazzi del loro gruppo le foto dei presepi realizzati in famiglia e predi sporranno appositi cartelloni da esporre in chiesa.

Varie ed eventuali Nell’ambito della Collaborazione Pastorale con la Parrocchia di Santa Rita, si vivranno insieme i seguenti appuntamenti:

– lettura continua dei Vangelo di San Marco nei giorni 29-30 novembre e 1° dicembre

– celebrazione penitenziale comunitaria in prossimità del Natale.

Continuando nella sistemazione della Cappellina del SS. Sacramento, in questi giorni è stato posizionato un nuovo affresco rappresentante l’Ultima Cena e le immagini di San Marco evangelista e di San Magno, vescovo di Eraclea e compatrono di Venezia.

Da “PARROCCHIA DI SANT’ALVISE” – 19 novembre 2017

Da “PARROCCHIA DI SANT’ALVISE” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia omonima di Venezia

Il foglio riporta i testi della liturgia della domenica relativa e poco altro

don Armando

> Mercoledì si svolgono regolarmente gli incontri del catechismo, alle ore 17.30.

> Sempre mercoledì, dalle ore 17.30 alle 18.30, nella Scoletta di S. Alvise, si incontra il Gruppo di Ascolto del Vangelo, che continua il 29 novembre e 6 e 13 dicembre.

> Venerdì 24 novembre alle ore 19.00, in patronato, iniziamo un ciclo di catechesi per gli adulti a partire dalla liturgia. Può essere un’occasione importante per crescere nella fede attraverso una partecipazione più consapevole ai divini misteri.

> Domenica prossima, grazie alla presenza dell’incaricata parrocchiale, dopo la S. Messa delle ore 10.00 sarà possibile sottoscrivere, o rinnovare, l’abbonamento a Gente Veneta, il settimanale diocesano, organo di informazione e comunione che ci aiuta a conoscere la vita della nostra diocesi e del suo territorio.

Da “LETTERA FRATERNA” – 12 novembre 2017

Da “LETTERA FRATERNA” – 12 novembre 2017
settimanale della parrocchia di San Canciano di Venezia

Il foglio è elegante e a colori ma i contenuti sono scarsi.

Segnalo “La domenica a tempo pieno”, scelta possibile solamente in parrocchie molto piccole, e “Il cenacolo”, il nuovo organismo interparrocchiale che dovrebbe essere di sostegno per le parrocchie più piccole o con meno risorse pastorali.

don Armando

Domenica a tempo pieno

Ore 10.30 s. Messa. Ore 12.45 pranzo in con Pomeriggio giochi per i ragazzi e momento di spiritualità per gli adulti.

CENACOLO

È convocato per martedì 14 novembre a san Canciano il Cenacolo, evento continuo e motore delle collaborazioni di san Felice, santi Apostoli e san Canciano proposto dal patriarca Francesco e che sostenuto dalla preghiera, come al Cenacolo di Gesù, affronta punti decisivi per esperienze pastorali unitarie delle comunità.

In particolare, quella sera: si tratterà di catechesi condivisa, di Visita pastorale, di un notiziario comune, di alcune cadenze liturgiche e non, che vedranno riunite le Comunità.

Da “LETTERA APERTA” – 19 novembre 2017

Da “LETTERA APERTA” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia dei santi Gervasio e Protasio di Carpenedo

Come quasi tutti gli altri settimanali delle parrocchie mestrine, il parroco don Gianni apre il periodico con il discorso della “Giornata mondiale del povero”. La proposta del Papa è semplicemente meravigliosa, ma non vorrei proprio che essa viaggiasse sulla via Lattea. Bene l’incontro di preghiera, però meglio ancora se una settimana dopo si presentasse un progetto concreto che impegnasse tutte le parrocchie.

Don Gianni ha un buon gioco di parlare dei Centri don Vecchi, del Polo solidale, della sua parrocchia, ma questo appartiene al passato. Mi piacerebbe di più se programmasse il futuro. Un contributo consistente per l’ipermercato solidale e per il don Vecchi mi convincerebbe molto di più. Comunque leggerò con attenzione i prossimi numeri di “Lettera aperta” a proposito di questa prospettiva.

Segnalo pure la disponibilità di una stanza al Piavento. Per una vecchietta con una pensione minima sarebbe come vincere un terno al lotto.

don Armando

GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
dritti al centro

Papa Francesco ha proposto a tutta la Chiesa la Giornata Mondiale per i Poveri da celebrare quest’anno domenica 19 novembre. Riporto qui un breve passaggio del suo discorso che chiunque può leggere in internet (basta scansionare il QRCode).

«Le comunità cristiane nella Giornata Mondiale dei Poveri, che quest’anno sarà il 19 novembre, XXXIII domenica del Tempo Ordinario […] potranno invitare i poveri e i volontari a partecipare insieme all’Eucaristia di questa domenica, in modo tale che risulti ancora più autentica la celebrazione della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, la domenica successiva […]. In questa domenica, se nel nostro quartiere vivono dei poveri che cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro: sarà un momento propizio per incontrare il Dio che cerchiamo.

Secondo l’insegnamento delle Scritture (cfr Gen 18,3-5; Eb 13,2), accogliamoli come ospiti privilegiati alla nostra mensa; potranno essere dei maestri che ci aiutano a vivere la fede in maniera più coerente. Con la loro fiducia e disponibilità ad accettare aiuto, ci mostrano in modo sobrio, e spesso gioioso, quanto sia decisivo vivere dell’essenziale e abbandonarci alla provvidenza del Padre».

Concretamente cosa proponiamo? La diocesi organizza un incontro con il Patriarca già per questo venerdì 17 novembre, alle ore 18 al Sacro Cuore di via Aleardi. Confido sulla lettura anticipata di lettera aperta perché qualcuno possa partecipare. C’è poi la proposta concreta di offrire un pranzo ai poveri: se ne conosciamo uno potremmo cominciare a fare questo invito in casa e in futuro potrebbe diventare un gesto da ripetere secondo le possibilità. In terzo luogo si può anche raccogliere qualche soldino per le mense della diocesi: in fondo alla chiesa troveremo una cassetta dove lasciare un’eventuale offerta.

Va ricordato inoltre che questa comunità di fratelli cristiani che vive a Carpenedo sta cercando di fare molto per chi si trova nella difficoltà.

I Centri don Vecchi, i magazzini solidali e tante altre realtà sono fiorite da questa comunità e continuano ancora oggi a trovare nella gente di questa parrocchia un ampio sostegno sia di volontari sia di offerenti. Si tratta anche di dire che la carità non si fa soltanto provvedendo al corpo: oggi è forse ancora più importante alimentare le capacità “culturali” (se per cultura intendiamo quei valori che permettono di affrontare la vita con le sue difficoltà).

Ricordiamo allora tutta l’impresa del doposcuola e degli amici del patronato che ancora attendono la nostra disponibilità.

don Gianni Antoniazzi

ALLOGGIO LIBERO AL PIAVENTO

Informiamo che al Piavento si è liberato un alloggio per signore sole e senza grandi possibilità economiche. La storica residenza di via Vallon offre la possibilità di una vita in comune, pur con i propri spazi riservati, a prezzi contenutissimi.

Per informazioni si prega di rivolgersi in segreteria della parrocchia al numero 0415352327.

Da “SAN NICOLO’ E SAN MARCO” – 12 novembre 2017

Da “SAN NICOLO’ E SAN MARCO” – 12 novembre 2017
settimanale delle relative parrocchie di Mira

Una volta ancora segnalo gli appunti di don Gino e in particolare l’ultimo che riguarda il progetto delle parrocchie della riviera del Brenta di dar vita ad un “emporio della solidarietà”, un qualcosa che si rifà al “Polo solidale” del don Vecchi.

Mi fa particolarmente felice venire a sapere che queste parrocchie abbiano elaborato un progetto e creato un’associazione per approntarlo e gestirlo: “Il ponte solidale”.

Sono felice che finalmente la “carità” esca dai pulpiti per sporcarsi positivamente le mani per diventare “la bottega dei poveri”.

don Armando

Appuntì… di don Gino

PROFESSIONE: MENDICANTE
Questo appunto m’imbarazza un poco. D’altra parte, però, quando ci si trova di fronte a chi fa il mendicante per professione c’è anche una qualche reazione, non sempre positiva. Il mendicante per professione, dal lunedì al sabato è davanti al supermercato, la domenica mattina si sposta davanti alla chiesa, il pomeriggio, specie in queste settimane, è puntuale davanti al cimitero. Questa è la sua professione, o il suo “lavoro”. E’ giusto dare l’offerta? E’ giusto negarla? Ha veramente bisogno? Tutte domande che sono destinate a rimanere senza risposta, per cui ognuno si regola secondo la sua sensibilità.

Quella dell’apostolo Paolo era piuttosto severa: “chi non lavora neppure mangi!”. Meglio dare la monetina o versare alla Caritas un contributo mensile? La cassetta della Caritas che è posta in chiesa, ultimamente raccoglie offerte piuttosto scarse. Ma è con queste offerte che acquistiamo: latte, tonno, pasta, zucchero… che poi doniamo ai poveri, quelli che non lo fanno per professione. Pensateci voi cosa è meglio fare.

VICINI E LONTANI
Noi abbiamo i nostri criteri per definire chi è vicino o lontano dalla fede. I criteri del Signore sono piuttosto severi, e li abbiamo ascoltati proprio in queste domeniche. Di sicuro non sono “vicini” quelli che “dicono, ma non fanno”, o quelli che sì mettono in mostra, peggio ancora quelli che pretendono dagli altri ciò che non sono disposti a fare per primi, pronti a giustificare se stessi, ma giudici implacabili versò gli altri. C’è da fare un serio esame di coscienza. La tentazione di preferire le belle parole ai fatti concreti è in agguato per tutti, per i preti che sono chiamati a predicare il Vangelo, ma anche per chi lo ascolta, e il Vangelo è sempre una Parola scomoda per tutti, scomoda nel senso che vuole scomodarci dalle nostre comode posizioni. Ma chi cerca di viverlo sul serio può raccontare quanta gioia sgorga da un impegno serio di coerenza, ma anche quanta luce diffonde una vita che fa della coerenza tra il dire e il fare l’impegno quotidiano dell’essere “vicini” al Signore.

PONTE SOLIDALE
“Ponte solidale” è il nome dell’Associazione della Caritas Vicariale delle parrocchie di Mira, che sta portando avanti il progetto di costituire un “Centro servizi della Carità” che è destinato a svilupparsi in un Emporio di generi alimentari – un emporio di vestiti – un centro d’ascolto delle tante povertà presenti nel nostro territorio. Questo progetto è stato assunto da tutti i parroci del vicariato che hanno individuato nel primo piano del patronato di Mira Porte, il luogo ideale dove collocarlo. I progetti sono dei sogni belli ed entusiasmanti che, però, devono poi fare i conti con la realtà e la realtà più cruda sono i soldi. Ce ne vogliono parecchi per avviare questo progetto, per cui la Caritas si sta dando da fare con iniziative concrete (concerti, lotteria, gite ecc.), ma queste raccolgono solo gli spiccioli, per il resto contiamo sulla Provvidenza e sull’aiuto consistente di qualcuno che decida di dare una mano per questo progetto segno della carità delle nostre comunità cristiane.

don Gino Ciccutto

Da “SS.TRINITA'” – 29 ottobre 2017

Da “SS.TRINITA'” – 29 ottobre 2017
settimanale della Comunità parrocchiale omonima del Terraglio

Il periodico di questa parrocchia, a motivo della preparazione culturale del suo parroco, è certamente quello che offre degli apporti, a livello intellettuale, più consistenti di tutti gli altri bollettini. Suggerisco quindi di leggere sempre l’articolo di fondo di don Angelo.

In questo numero il parroco parla di Lutero, della riforma protestante, della situazione deludente della Chiesa di allora. Ed infine conclude che Lutero fu una grazia piuttosto che un disgrazia anche per la Chiesa cattolica.

Ritengo pure di dover segnalare un apporto di Graziano Duso sull’ideologia e la prassi dei mussulmni di tutti i tempi, per concludere con decisione col demitizzare in maniera ridicola la figura di Che Guevara.

don Armando

Domenica 29 Ottobre 2017
trentesima del tempo ordinario

Questo nostro tempo
Che destino abbiamo? Che senso ha la nostra vita compresa tra due poli irrinunciabili: nascere e morire? L’arco che comprende il nascere e il morire ci accomuna a tutto il mondo animale, ma il nostro arco di vita ha la stessa dimensione o gode di un valore diverso? L’avvicinarsi del periodo dell’anno dedicato ai Santi e ai Defunti non permette di sfuggire agli interrogativi più radicali intorno alla nostra esistenza umana. Ricercare il senso del nostro esserci è impegno dell’intera vita, è il ruolo fondamentale dello strumento più prezioso di cui godiamo, l’intelligenza; e la ragione, che ha la funzione di elaborare quanto la nostra intelligenza viene a conoscere su questo tema, è in continua ricerca. Perché ci sono e non ci sono? chiederebbe Heidegger; è la domanda principe e due sono le risposte fondamentali possibili: sono un semplice caso, come una cartaccia sperduta sulla strada della vita sbattuta dai colpi di vento, direbbe Sartre, o appartengo ad un disegno provvidenziale di cui costituisco un punto di un complesso intelligente che supera le mie capacità di comprensione?

Capita proprio in questa settimana di ricordare una scadenza fondamentale della storia della Chiesa e anche della storia dell’intera Europa. Il 31 Ottobre 1517 il monaco agostiniano Martin Lutero, professore di Teologia, esponeva le sue 95 tesi appendendole al portale della chiesa del castello di Wittenberg; si trattava di un costume dei professori universitari di allora: esporre le tematiche che poi avrebbero trattato nelle lezioni cattedratiche. Si trattava di tesi che sconvolgevano non solo i concetti teologici di base ma soprattutto sconvolgevano l’intera Chiesa anche nel suo aspetto istituzionale. Occorre riconoscere che la Chiesa viveva un momento particolarmente difficile e nessun buon esempio veniva dall’alto. Celebri personaggi come il veneziano card. Contarmi continuavano a ripetere che occorreva una radicale riforma della Chiesa in consonanza con l’autentica fede in Cristo: Ecclesia semper reformanda in capite ed in membris.

Papa Giulio II, cui dobbiamo l’avvio della costruzione della basilica di S. Pietro nel 1505, era in origine un francescano ma forse era più bravo come condottiero di eserciti che come papa; Venezia stessa ha avuto con questo Papa scontri bellici memorabili. Nel 1513 diviene Papa Leone X, figlio di Lorenzo de Medici, un papa più dedito alle arti che alla fede. Insomma la Chiesa era veramente mal diretta e il caso scoppiò proprio con la vendita delle indulgenze; per far soldi per la costruzione della basilica di s. Pietro Leone X ha svenduto l’arcivescovado di Magonza con tutte le conseguenze che ne derivarono. La ribellione di Lutero fu fin dall’inizio un grido di allarme e soprattutto una spinta alla revisione della vita, dei costumi, della teologia, della fede della Chiesa in quel momento. In nome dei soldi si tradiva dapprima la teologia presentando l’indulgenza come un toccasana meccanico per la salvezza eterna invece di una revisione della pena in forza della fede nel merito della croce di Cristo. Ma la cosa ancor più grave stava nel fatto che il popolo, gravemente ignorante, si fidava di predicatori che ingannavano l’umile gente con discorsi dal sapore farisaico. Questo grido di Lutero, che si ribellava ad una concezione teologica gravemente deformata, non sopportava l’inganno in nome dei soldi.

L’interesse finanziario si trasformò in una spaccatura grave della Chiesa con un rifiuto prolungato delle parti di incontrarsi e discutere. La situazione si aggravò con l’intromissione delle parti politiche che per un verso vedevano la pericolosità della spaccatura che comprometteva l’unità dell’impero, come l’imperatore Carlo V, e per altro verso vedevano la possibilità di una religiosità autonoma da Roma con la conseguenza di non dover più versare denaro a Roma e nel contempo di entrare in possesso dei beni della Chiesa locale, come Federico di Sassonia.

Dopo 500 anni siamo chiamati, sulla scia del Concilio, a ripensare a tutta questa storia di fratture che ha spezzato la comunità cristiana sotto alcuni aspetti in modo irreparabile.

E’ difficile il dialogo ma è l’unica strada possibile.

don Angelo Favero

Caro don Angelo,
Il 7 ottobre c’è una ricorrenza politicamente scomoda e quindi omessa: la battaglia di Lepanto, che nel 1571 segnò la fine della potentissima flotta ottomana e bloccò l’avanzata islamica verso l’Europa. Non fu solo una vittoria militare, fu soprattutto un’esplosione di fede in Dio e nell’intercessione della Madonna, tanto che san Pio V nel 1572 istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata poi da Gregorio XIII in “Madonna del Rosario”. I musulmani di allora tagliavano le teste così come le tagliano oggi, non hanno mutato la loro ideologia e i loro sistemi. I cristiani invece hanno abbandonato la fede in Dio, asservendosi al padrone degli Inferi e alle sue ideologie di morte, oggi dominanti e determinanti il pensiero unico, il politicamente corretto.

Pertanto il 9 ottobre è stato celebrato il 50° anniversario della morte di Che Guevara, declamato martire, poeta , eroe. Fu invece nella realtà un atroce criminale, ammazzò crudelmente migliaia di innocenti, tra cui 131 preti, perché non aderivano alla micidiale ideologia comunista. Sua è la frase che inneggia all’odio: “L’odio come fattore di lotta, l’odio intransigente verso il nemico, che spinge oltre i limiti naturali dell’essere umano e lo trasforma in una reale, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere”.

(Graziano Duso)

Da “SAN NICOLO’ E SAN MARCO” – 19 novembre 2017

Da “SAN NICOLO’ E SAN MARCO” – 19 novembre 2017
settimanale delle omonime parrocchie

Sono interessanti, come sempre, le tre riflessioni del parroco don Gino su “I bamboccioni” e su “L’addio al mondiale”. E’ tempo che i cristiani prendano posizione, non accodandosi ai mass media manovrati da lobbies interessate. A questo proposito don Gino fa un discorso sano e controcorrente.

Interessante pure il discorso sulla bella esperienza di far catechismo attraverso il teatro e quello di far confluire 300 ragazzi di tutte le età ad ascoltare un discorso religioso mediante una forma nuova ed interessante.

Segnalo pure la piccola notizia sull’incontro dei giovani di 5a superiore e del primo anno di università per trattare il tema “Cristo è interessante?”. Mi pare che sia importante che tutti i parroci sappiano che è ancora possibile interessare anche queste fasce di età che purtroppo molti danno per perdute.

don Armando

Appunti… di don Gino

BAMBOCCIONI
La parabola dei talenti che la Chiesa ci propone in questa domenica m’ha fatto venire alla mente quella definizione che un noto politico ha usato per definire i giovani d’oggi: bamboccioni, incapaci cioè di assumere con coraggio proprie responsabilità e legati al caldo della propria famiglia fino ad un’età esagerata. Giovani che pretendono di avere tutta la libertà di fare quello che vogliono ma senza responsabilità, addossando ai genitori tutto il peso di mantenerli con tutte le loro esigenze e i loro capricci.

La definizione di bamboccioni ha suscitato non poche polemiche, ma ha anche messo in risalto come sia facile e comodo avere tutti i benefici di una famiglia senza assumere alcuna responsabilità personale e soprattutto pagandola di persona.

I doni del Signore, dice la parabola, richiedono sempre una responsabilità. Per questa si possono trovare tutte le giustificazioni, ma dalle responsabilità non si fugge. I talenti, anche se si tratta di uno solo, vanno messi a frutto con coraggio e determinazione.

La vita è il talento più prezioso, guai a sotterrarlo e renderlo infruttuoso per comodità.

CATECHISMO A TEATRO
Successo pieno per il “Catechismo a teatro”. Trecento ragazzi hanno riempito il teatro di Villa dei Leoni, messo a disposizione gratuitamente dal Comune. La compagnia di teatro “Barabao” ha incantato i nostri ragazzi con uno spettacolo bellissimo che ha ripercorso, con un linguaggio facile, immediato e coinvolgente, la vicenda del ragazzino fuggito dall’Agfanistan e arrivato in Italia dopo aver affrontato le peripezie più drammatiche per un piccolo di appena 12 anni. “Fare il primo passo” è il motivo che è stato di sottofondo alla narrazione e che è proposto quest’anno per la festa di s. Nicolò.

E’ stato commovente vedere con quanta attenzione i ragazzi hanno seguito il racconto e, alla fine, hanno posto una raffica di domande alle due attrici che, con semplici stratagemmi e usando delle cose semplici: fogli di giornale, carta scotch e altre piccole diavolerie, hanno saputo passare da un personaggio ad un altro. Insomma un incontro di catechismo a teatro che è stato di sicuro una esperienza valida e bella. Da riproporre.

ADDIO MONDIALE
Pare che per qualcuno l’eliminazione della nazionale italiana dai mondiali di calcio sia un’autentica tragedia. Non la vedo così, sia perché le tragedie sono di ben altra natura, sia perchè la vicenda del calcio non mi coinvolge più di tanto.

Pare che la tragedia sia legata, non soltanto alla figuraccia fatta dalla nostra nazionale che, dicono, abbia i giocatori più bravi di tante altre squadre, ma soprattutto alle perdite economiche (si parla di miliardi) che ne derivano dall’esclusione ai mondiali di Russia. Pur non essendo un esperto a me pare che il calcio stia imboccando due strade sbagliate: quella di ridurlo ad una macchina di soldi e non più ad uno sport che possa appassionare a livello sportivo; la seconda di avere in campo delle individualità pregevoli, e pagate esageratamente, ma non una squadra; e senza una squadra non si vince una partita. Forse mi sbaglio?

don Gino Ciccuto

CRISTO E’ INTERESSANTE?

Giovedì sera 23 novembre, ore 20.45, è riservato per i giovani di 5a superiore e primo anno di università. E’ una serata dedicata a rispondere alla domanda. “Cristo è interessante?” che può diventare la base per una riflessione seria sulla fede.

Da “SS. TRINITA'” – 19 novembre 2017

Da “SS. TRINITA'” – 19 novembre 2017
settimanale della comunità parrocchiale omonima del Terraglio

Don Angelo, il parroco, è veramente bravo. Manovra il fioretto almeno con l’abilità di D’Artagnan per trattare due fatti della deludente e squallida cronaca dei nostri giorni: le due ragazzine stuprate e l’autonomia della Catalogna. Per tradurre in maniera rozza i due fatti:

Per il primo pare che don Angelo si domandi quanta dignità avessero e quanto rispetto meritassero le due ragazze. Nel secondo caso don Angelo si chiede come mai l’Europa, che ha fatto una guerra per rivendicare il diritto del Kossovo di essere indipendente, non muove un dito per la Catalogna e si volta dall’altra parte.

Penso che sia pure difficile pensare all’onore e alla civiltà dell’Europa. Vi invito comunque a leggere l’articolo di don Angelo perché è molto più acuto e pungente.

Nel numero odierno c’è pure un lungo articolo che meriterebbe di essere letto, articolo che riguarda una mostra sui 100 anni di Marghera e sul suo declino determinato da un cambiamento di sensibilità sociale. hi ne fosse interessato non ha che da cliccare: faveroangelo@tiscali.it

don Armando

Domenica 29 Ottobre 2017
trentesima del tempo ordinario

Questo nostro tempo
Che destino abbiamo? Che senso ha la nostra vita compresa tra due poli irrinunciabili: nascere e morire? L’arco che comprende il nascere e il morire ci accomuna a tutto il mondo animale, ma il nostro arco di vita ha la stessa dimensione o gode di un valore diverso? L’avvicinarsi del periodo dell’anno dedicato ai Santi e ai Defunti non permette di sfuggire agli interrogativi più radicali intorno alla nostra esistenza umana. Ricercare il senso del nostro esserci è impegno dell’intera vita, è il ruolo fondamentale dello strumento più prezioso di cui godiamo, l’intelligenza; e la ragione, che ha la funzione di elaborare quanto la nostra intelligenza viene a conoscere su questo tema, è in continua ricerca. Perché ci sono e non ci sono? chiederebbe Heidegger; è la domanda principe e due sono le risposte fondamentali possibili: sono un semplice caso, come una cartaccia sperduta sulla strada della vita sbattuta dai colpi di vento, direbbe Sartre, o appartengo ad un disegno provvidenziale di cui costituisco un punto di un complesso intelligente che supera le mie capacità di comprensione?

Capita proprio in questa settimana di ricordare una scadenza fondamentale della storia della Chiesa e anche della storia dell’intera Europa. Il 31 Ottobre 1517 il monaco agostiniano Martin Lutero, professore di Teologia, esponeva le sue 95 tesi appendendole al portale della chiesa del castello di Wittenberg; si trattava di un costume dei professori universitari di allora: esporre le tematiche che poi avrebbero trattato nelle lezioni cattedratiche. Si trattava di tesi che sconvolgevano non solo i concetti teologici di base ma soprattutto sconvolgevano l’intera Chiesa anche nel suo aspetto istituzionale. Occorre riconoscere che la Chiesa viveva un momento particolarmente difficile e nessun buon esempio veniva dall’alto. Celebri personaggi come il veneziano card. Contarmi continuavano a ripetere che occorreva una radicale riforma della Chiesa in consonanza con l’autentica fede in Cristo: Ecclesia semper reformanda in capite ed in membris.

Papa Giulio II, cui dobbiamo l’avvio della costruzione della basilica di S. Pietro nel 1505, era in origine un francescano ma forse era più bravo come condottiero di eserciti che come papa; Venezia stessa ha avuto con questo Papa scontri bellici memorabili. Nel 1513 diviene Papa Leone X, figlio di Lorenzo de Medici, un papa più dedito alle arti che alla fede. Insomma la Chiesa era veramente mal diretta e il caso scoppiò proprio con la vendita delle indulgenze; per far soldi per la costruzione della basilica di s. Pietro Leone X ha svenduto l’arcivescovado di Magonza con tutte le conseguenze che ne derivarono. La ribellione di Lutero fu fin dall’inizio un grido di allarme e soprattutto una spinta alla revisione della vita, dei costumi, della teologia, della fede della Chiesa in quel momento. In nome dei soldi si tradiva dapprima la teologia presentando l’indulgenza come un toccasana meccanico per la salvezza eterna invece di una revisione della pena in forza della fede nel merito della croce di Cristo. Ma la cosa ancor più grave stava nel fatto che il popolo, gravemente ignorante, si fidava di predicatori che ingannavano l’umile gente con discorsi dal sapore farisaico. Questo grido di Lutero, che si ribellava ad una concezione teologica gravemente deformata, non sopportava l’inganno in nome dei soldi.

L’interesse finanziario si trasformò in una spaccatura grave della Chiesa con un rifiuto prolungato delle parti di incontrarsi e discutere. La situazione si aggravò con l’intromissione delle parti politiche che per un verso vedevano la pericolosità della spaccatura che comprometteva l’unità dell’impero, come l’imperatore Carlo V, e per altro verso vedevano la possibilità di una religiosità autonoma da Roma con la conseguenza di non dover più versare denaro a Roma e nel contempo di entrare in possesso dei beni della Chiesa locale, come Federico di Sassonia.

Dopo 500 anni siamo chiamati, sulla scia del Concilio, a ripensare a tutta questa storia di fratture che ha spezzato la comunità cristiana sotto alcuni aspetti in modo irreparabile.

E’ difficile il dialogo ma è l’unica strada possibile.

don Angelo Favero

Caro don Angelo,
Il 7 ottobre c’è una ricorrenza politicamente scomoda e quindi omessa: la battaglia di Lepanto, che nel 1571 segnò la fine della potentissima flotta ottomana e bloccò l’avanzata islamica verso l’Europa. Non fu solo una vittoria militare, fu soprattutto un’esplosione di fede in Dio e nell’intercessione della Madonna, tanto che san Pio V nel 1572 istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata poi da Gregorio XIII in “Madonna del Rosario”. I musulmani di allora tagliavano le teste così come le tagliano oggi, non hanno mutato la loro ideologia e i loro sistemi. I cristiani invece hanno abbandonato la fede in Dio, asservendosi al padrone degli Inferi e alle sue ideologie di morte, oggi dominanti e determinanti il pensiero unico, il politicamente corretto.

Pertanto il 9 ottobre è stato celebrato il 50° anniversario della morte di Che Guevara, declamato martire, poeta , eroe. Fu invece nella realtà un atroce criminale, ammazzò crudelmente migliaia di innocenti, tra cui 131 preti, perché non aderivano alla micidiale ideologia comunista. Sua è la frase che inneggia all’odio: “L’odio come fattore di lotta, l’odio intransigente verso il nemico, che spinge oltre i limiti naturali dell’essere umano e lo trasforma in una reale, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere”.

(Graziano Duso)