Da “LETTERA FRATERNA” – Natale – Capodanno

Da “LETTERA FRATERNA” – Natale – Capodanno
periodico della parrocchia di San Canciano e delle chiese di San Giovanni Crisostomo e dei Miracoli di Venezia

Il periodico è piuttosto elementare. Non si riesce pure a capire se è un numero unico stampato in occasione del Natale, oppure se è un periodico settimanale. Oltre l’orario delle funzioni, un augurio abbastanza scontato del parroco, don Cesare, in occasione del Natale e del Capodanno e due articoletti, uno sull’albero di Natale e l’altro sulla richiesta di un aiuto economico. Riporto questi due ultimi.

don Armando

PRESEPIO DI SAN CANCIANO

Trae ispirazione dalla similitudine evangelica della vite e i tralci. In verità, il tema della vigna è assai presente nel primo testamento e Gesù se ne serve per darci la bella notizia: il Padre: l’agricoltore, il tronco della vite: Gesù Figlio di Dio, i tralci: tutti noi afferrati da lui. Nel Natale il Padre fa arrivare questa nuova vite che porta frutti abbondanti tramite i tralci rimasti attaccati alla vite. Se non fosse così, i tralci staccati dal tronco, non lascerebbero passare la linfa vitale e allora rimarrebbero infecondi, sterili e insecchiti, capaci solo di essere bruciati. Nel presepio possiamo osservare questo dinamismo: il ceppo e i tralci, Gesù bambino e i personaggi che accorrono alla grotta santa e si lasciano conquistare da lui, per primi la Madonna e san Giuseppe. I frutti, l’uva, siamo sempre noi che amiamo il Signore e i fratelli. Il peccato, i tralci insecchiti, purtroppo accende tanti falò… Ma conversione, confessione e perdono può cambiare tutto e rivitalizzare l’innesto!

LA BUSTA

La busta tradizionale di Natale ci richiama come parrocchiani a partecipare alle necessità della parrocchia. Abbiamo già iniziato a collocare a s. Conciano le lampade a LED; nel corso dell’anno nuovo metteremo a s. Giovanni Crisostomo e ai Miracoli le luci a Led. Il tutto per abbattere i costi delle bollette Enel e per aumentare luminosità. Pure abbiamo rinnovato l’Audio nelle Chiese dei Miracoli e di s. Giovanni Crisostomo con costi notevoli. Il costo del riscaldamento è sempre oneroso sia per la Chiesa, sia per il patronato. Chiediamo ai parrocchiani un contributo, come a! solito, generoso. La busta si può dare al Parroco, o portarla alla Messa di Natale o alle altra Messe o inserirla nel contenitore “Lettera Fraterna” in Chiesa. Nessuno è autorizzato a ritirarla a nome del Parroco.

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 14 gennaio 2018

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 14 gennaio 2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

L’articolo di fondo del parroco don Andrea Volpato è piuttosto enigmatico, comunque si salva nella parte terminale quando invita i cristiani a non lasciarsi sfuggire l’opportunità di cogliere il messaggio religioso ed umano delle celebrazioni dei grandi misteri cristiani.

Il resto del periodico riporta la catechesi del Papa sulla Santa Messa, ma questo è un discorso che ognuno può reperire facilmente dai mass media.

don Armando

BILANCIO DELLE FESTE

Nei nostri consigli pastorali abbiamo riflettuto sulle recenti celebrazioni natalizie e fatto una verifica. Non spetta a me riportare quanto detto in questa sede, c’è chi farà il verbale. Io semplicemente propongo alcune riflessioni personali.

È importante celebrare le feste. È importante avere questi momenti e viverli bene. Mi piace sempre citare in proposito alcune frasi de “Il piccolo principe”. Dialogando con “la volpe” a un certo punto salta fuori il tema dei “riti”; appunto quelli che abbiamo celebrato noi in occasione del Natale: Il piccolo principe ritornò l’indomani. “Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”. “Che cos’è un rito?” disse il piccolo principe. “Anche questa é una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “E quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza”. Sarebbe stato meglio tornare alla stessa ora … Noi ci troviamo a celebrare sempre lo stesso giorno, alla stessa ora: è un rito …I riti rendono un giorno diverso dagli altri giorni e un’ora diversa dalle altre ore … I sapienti greci amavano chiamare il tempo in due modi diversi: il cronos, il tempo che scorre sempre uguale, il soliti tran tran; e Kairos, i momenti speciali, particolari, che danno senso a tutto il resto del tempo.

Ecco, se ci pensiamo bene le nostre feste, i nostri riti sono questo. Non viverli o viverli male mette a repentaglio la qualità di tutto il resto del nostro tempo e cioè della nostra vita. E infatti è proprio ciò che accade. Per questo è importante partecipare alle feste. Per noi credenti questo ha un significato molto concreto. Per chi non è credente … o per le feste che non ineriscono direttamente la fede (compleanni, anniversari …) bisogna trovare un modo adeguato comunque … ma lasciarsi sfuggire queste opportunità è folle, è un suicidio, come anche viverle in modo sciocco e vuoto, come per esempio dentro un centro commerciale …

E non venite a dirmi che non c’è altro momento per fare le spese, perché non è vero, come tutti sappiamo bene.

Le feste del Natale sono finite. Ora ci aspetta il carnevale che è un altro tempo anche se non riguarda la liturgia e soprattutto la Quaresima prima e la Pasqua. Non lasciamoci portare via anche queste occasioni di vita.

Don Andrea

Da “IL DIALOGO” – 14 dicembre 2017

Da “IL DIALOGO” – 14 dicembre 2017
settimanale della parrocchia San Michele Arcangelo di Quarto d’Altino

Il gruppo Caritas riferisce su una visita fatta ad una famiglia di profughi siriani giunta a Mestre attraverso i corridoi umanitari, famiglia della quale s’è fatto carico l’incaricato di Favaro ed Altino. Piccola cosa ma esemplare a livello ecclesiale.

Mi paiono più degne di attenzione queste tre notizie: La mostra dei presepi con 73 espositori e 120 opere; La festa dei battesimi; un pranzo comunitario pro restauri. Pare che questa soluzione per ottenere contributi ora vada di moda.

don Armando

L’ESPERIENZA DI ESSERE ACCOLTI DA CHI, PRIMA, SI E’ ACCOLTO

La nostra Caritas, vista la collaborazione nell’aiutare la famiglia siriana che è stata accolta a Mestre (e presa in carico dalle parrocchie del nostro vicariato di Favaro-Altino), tramite il progetto “corridoi umanitari”, è stata invitata ad andare a conoscerla tramite la signora Laura Tagliabue che segue da molto vicino questa famiglia. Così nel periodo natalizio due di noi, abbiamo accettato l’invito.

Laura e suo marito Roberto ci aspettavano a casa loro, insieme ad un amico siriano che ci faceva da traduttore.

Ci hanno accolto in modo caloroso, dopo che ci siamo presentati ci hanno fatto accomodare nel loro piccolo soggiorno; tra una chiacchiera e l’altra ci hanno offerto una loro specialità, un dolce a base di latte e riso. Il tempo è passato velocissimo. Proprio una bella famiglia, si capiva che ci mettevano tutta la loro buona volontà per integrarsi e imparare la lingua.

Il prossimo appuntamento ora è per il 24 di gennaio nella parrocchia di Favaro per un incontro in cui ci confronteremo sulla futura accoglienza della famiglia, visto che il progetto ora è del vicariato. Vogliamo ringraziare Laura che ci ha dato questa bella opportunità di accogliere, conoscere e ascoltare lo straniero.

E’ stata sicuramente una occasione di grande arricchimento e di crescita.

Gruppo Caritas

MOSTRA PRESEPI
La mostra, giunta alla 3A edizione, continua a crescere. Alcuni dati: 73 espositori, 120 opere (alle quali hanno partecipato diversi fanciulli e ragazzi delle scuole di Quarto), 750 visitatori. Ecco i risultati del piccolo concorso:

1° classificato: RENATO BRAZZOLOTTO di Caselle (60 voti);
2° classificato: ANDREA CARNIELLI di Quarto (54 voti);
3° classificato: MARCO E NICOLO’ ZANCHETTIN di Quarto (37 voti).

Il presepio-laboratorio dei ragazzi di Quarto d’Altino si è classificato al 6° posto (21 voti). Un forte ringraziamento per Andrea che ha tenuto le fila dell’organizzazione e dei volontari che si sono adoperati per l’allestimento e la vigilanza.

FESTA DEI BATTESIMI
Sono arrivati alla spicciolata uno dopo l’altra durante la s. messa delle 11.00, le famiglie dei bambini battezzati nel 2017. Pur nella difficoltà della gestione, non hanno voluto mancare a questo appuntamento. La chiesa si è riempita dei pianti e delle urla dei piccoli amici e alla fine un bel brindisi in patronato. Un ringraziamento alle coppie di sposi che anche quest’anno si sono adoperate per preparare le coppie che battezzavano.

PRANZO COMUNITARIO PRO RESTAURI
Risotto, musetto e lenticchie Domenica 4 febbraio – ore 12.30
Contributo € 15 a persona (fino 6 anni: gratis/ possibile sostituz. Secondo piatto)
Iscrizioni ore 9.00-12.00 in canonica.

Da “COMUNITA’ VIVA” – 7 gennaio 2018

Da “COMUNITA’ VIVA” – 7 gennaio 2018
settimanale della parrocchia dei Santi Apostoli di Venezia

Questa parrocchia è neocatecumenale per antonomasia perché penso sia stata la prima ad aprirsi a questo “movimento”.

La lunga lettera di augurio del parroco in vista dell’anno nuovo si avvale di motivi ai quali si richiama questa associazione per una rivisitazione di fondo su “come si è vissuta la fede”. Il discorso è certamente valido e può anche offrire al lettore la comprensione di come gli aderenti a questo movimento pensano la riforma della Chiesa.

Interessante pure l’ordine del giorno del consiglio pastorale al quale sono stati pure invitati i rappresentanti delle dieci comunità neocatecumenali presenti in diocesi.

don Armando

2018: un anno con Gesù!
Martedì scorso, mentre andavo a vedere mio nipote Filippo nato il primo gennaio, ho incontrato una signora settantenne che conosceva mia mamma. Dopo aver scoperto con stupore che ero diventato prete abbiamo iniziato a parlare di Gesù. Lei sosteneva fosse certo un grande filosofo, un maestro di vita che ha detto cose giuste anche per il mondo di oggi che vive per il denaro e affermava come in fondo i suoi insegnamenti fossero convenienti per tutti. Quando però le dicevo che Gesù è vivo oggi ed è presente e operante nel mondo e soprattutto nella mia vita, mi ha guardato come se avessi detto la più grande stupidaggine che avesse mai sentito. Mi sono reso conto che tantissima gente, buona e di buona volontà, non si pone oramai neppure il problema della chiesa, ma non credono proprio in Gesù. Certamente, come spesso ho ascoltato nelle catechesi iniziali del percorso del Cammino Neocatecumenale, le tradizionali forme in cui siamo abituati a vedere presente il Signore (la chiesa, i sacramenti, il tabernacolo, il ministro ordinato, la Sacra Scrittura etc.) non sono più capaci immediatamente di portarci a Lui: perciò una pastorale che insista sul precetto di andare a Messa od anche sulle indicazioni morali della Chiesa, come la castità piuttosto che l’aborto, l’eutanasia o la provvidenza, è perdente perché non più capace di far breccia nel cuore dell’uomo. Il precetto serve quando il cuore è in sé sano, ma quando questo è molto malato non è di alcuna utilità.

È come quando si cerca di educare un adolescente: per quanto tu gli dica che una cosa non deve farla, se non sei stato capace di far breccia nel suo cuore, appena girerai lo sguardo te la combinerà. Occorre oggi aiutare l’uomo a incontrare Gesù come orizzonte della propria vita, come proposta grande e salvifica della propria esistenza.

La Chiesa è oggi chiamata a ridiventare missionaria anche nei territori che tradizionalmente cristiani sono divenuti per l’80% del tutto atei con l’aggravante che pensano di sapere già chi è quel Dio che hanno escluso dalla vita perché ne hanno un’idea distorta. Anche il compito della parrocchia oggi è esattamente questo. Come allora far conoscere il Dio amore che ha conquistato i nostri cuori? Attraverso i segni di una vita cambiata da questo amore: attraverso volti che amano concretamente così come ama Gesù, cioè perdonando e dando la vita per gli altri. Non quindi una comunità che esclude il fratello ma che lo cerca e lo ama. Camminare insieme è il segno di questo cambiamento di vita: il contrario è camminare da soli. Spesso la Chiesa è oggi rifiutata per atteggiamenti di arroganza avuti nei secoli passati in cui ha imposto la propria visione senza preoccuparsi di porsi prima di tutto in ascolto: cosa che Gesù ha fatto per trent’anni prima di fare per soli tre anni la sua vita di predicazione. Nell’iniziare il nuovo anno civile e a metà del nostro primo anno pastorale insieme, vorrei con voi lasciarmi interrogare da questa icona evangelica di Gesù.

Siamo noi l’immagine di una Chiesa aperta all’ascolto e all’accoglienza? Non rischia ancora oggi la Chiesa di avere ancora atteggiamenti di esclusività poco attenti all’uomo di oggi? Teniamo nel cuore giudizi invece che desideri di coinvolgere chi non ci capisce? Rischiamo di assolutizzare forme senza tener d’occhio il centro che è Cristo che ci chiama prima di tutto nel volto del fratello? Gesù si mise in fila con i peccatori per ricevere il battesimo di Giovanni Battista, il nostro essere di Cristo ci aiuti in questo nuovo anno a vivere la nostra appartenenza ai gruppi e alle parrocchie come servizio all’uomo di oggi e non viceversa. Sempre più mi convinco che la comunione, l’amore e l’unità, non sono frutto di sforzi umani ma naturali esiti di uomini e donne che hanno il loro sguardo su Gesù Cristo che dà la vita per noi. Buon anno 2018!

Il vostro Parroco, don Raffaele

LUNEDÌ 8 GENNAIO 2018
Convocazione
del Consiglio Pastorale Parrocchiale

È stato convocato dal Parroco per lunedì 8 gennaio 2018 alle ore 19,00 il primo Consiglio Pastorale Parrocchiale del 2018. L’appuntamento è alle ore 19,00 nella Sala della Pentecoste per la celebrazione dei Vespri.

Seguirà una condivisione sui mesi che ci aspettano (sono stati invitati anche tutti i responsabili delle 10 comunità neocatecumenali) con il seguente ordine del giorno:

  1. Verifica sulla Messa delle ore 11,15 e prospettive per il futuro;

  2. Calendario dei Sacramenti di iniziazione cristiana: Prime Confessioni e Prime Comunioni;

  3. Uno sguardo alla prossima Quaresima 2018;

  4. Varie ed eventuali.

L’incontro terminerà alle 20,30 con un’agape come segno di comunione.

Da “PROPOSTA” – 7 gennaio 2018

Da “PROPOSTA” – 7 gennaio 2018
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Don Roberto, anche se è mio fratello e perciò posso essere accusato di nepotismo, è bravo, se fosse per me lo nominerei subito vescovo o almeno gli chiederei di fare una lezione mensile a tutti i parroci, o perlomeno alla maggioranza, su come si deve fare questo “mestiere” oggi.

Il bollettino è tutto da leggere. Segnalo in particolare la predica di fine anno in cui c’è un passaggio in cui presenta una giovane collaboratrice, Katia. Oggi è inutile che i parroci chiedano cappellani, devono invece cercare e formare collaboratori che facciano scelte generose come questa donna. Se fosse per me una ragazza come Katia la consacrerei subito sacerdote o perlomeno diacono della Chiesa di Dio. So che oggi questo non avverrà, ma fra qualche anno nostro Signore lo imporrà alla sua Chiesa.

don Armando

DALL’OMELIA DEL PARROCO PER LA MESSA DI RINGRAZIAMENTO IL 31 DICEMBRE 2017

… Per la nostra comunità parrocchiale è stato un anno decisivo. Don Andrea ci ha lasciati per diventare parroco a Venezia. Quello che avevamo sempre temuto si è alla fine compiuto. La parrocchia di Chirignago, che anche quando era molto più piccola non come dimensioni geografiche ma come numero di abitanti ha sempre avuto anche due cappellani, ora in organico ha solo il parroco. E don Sandro?

Don Sandro c’è e che sia benedetto. Al momento, però, ricopre ancora un ruolo diverso: è un “collaboratore pastorale”, e cioè dà la sua preziosa collaborazione per alcune attività ed alcuni servizi in parrocchia, come ad esempio celebrare la Messa quotidiana della sera, o alla domenica, o seguire qualche gruppo.

Confido che la sua collaborazione crescerà sempre di più. È emerso in questo contesto la figura della Katia, che si è assunta in pieno la responsabilità dei gruppi giovanili dalla prima superiore in su, scouts compresi. E ringrazio ogni giorno il Signore per la sua presenza intelligente, fedele, piena di energia e di fantasia. In questi giorni ha guidato il campo invernale dei ragazzi delle superiori a Caracoi in maniera magistrale. Grazie Katia. Accanto a lei tanti altri si sono assunti in prima persona e con senso di responsabilità un ruolo non di esecutori, ma di collaboratori, anzi, di più, di corresponsabili.

E così alla fine del quadrimestre settembre/: dicembre posso e debbo dire che le cose vanno e non vanno male. Io sto facendo del mio meglio e credo di star bene in salute.

Chiedo a tutti di capire se e quando non riesco ad arrivare a far tutto e tutto bene. Anche per me gli anni passano e non sono più un giovanotto. Spero che il Signore si accontenti di quello che riesco ancora a fare per lui e per voi.

Un fatto decisamente positivo, che era davvero una sfida, è stato il passaggio del Magna e bevi dalla società sportiva SAN GIORGIO alla parrocchia. Con sorpresa ho visto un’infinità di donne, uomini e giovani rimboccarsi le maniche e fare tutta e bene la loro parte.

Al di là del risultato economico, che c’è stato e di cui ho dato relazione (21.500 euro per la parrocchia) la comunità è cresciuta.

Tra l’altro questo denaro è stato accantonato perché speriamo di poter ridipingere, almeno esteriormente, ma chissà, anche all’interno, la nostra chiesa. Dico speriamo perché c’è la burocrazia dei permessi che non è facile vincere e mi duole dire non soltanto quella pubblica, ma anche quella nostra, la burocrazia curiale, spesso altrettanto lenta ed ottusa.

Un altro fatto positivo, molto positivo, è stata la possibilità data a tutti dell’adorazione perpetua al Santissimo Sacramento.

Non di notte, perché è mia convinzione che di notte si deve dormire, ma di giorno: dalla messa del mattino alle sette a quella della sera alle 18,30 l’Eucaristia è sempre esposta all’adorazione di chi trova nella nostra cappellina un autentico deserto, raccolto e silenzioso, dove sostare e riposare nel Signore.

Non è stato un anno di lavori straordinari, ma di riordino di tante piccole cose che hanno avuto ugualmente un costo, ma che non ci hanno tolto il sonno. Abbiamo così potuto aiutare diverse realtà, dalle missioni alla nostra scuola media, a associazioni e gruppi che sapevamo averne bisogno.

Basti questo accenno perché, secondo il comando di Gesù “la mano destra non deve sapere quello che fa la sinistra”.

Un’ultima cosa: ho avuto, abbiamo avuto una cinquantina di noi, la fortuna di fare un bellissimo viaggio tra le cattedrali e le abbazie della Normandia. In quella circostanza ho potuto realizzare un sogno che non immaginavo possibile: partecipare alla Messa solenne nella abbazia benedettina di Solesmes, culla e centro mondiale del canto gregoriano. Il Signore è stato davvero buono con me e mi ha dato il centuplo, davvero il centuplo, per quel poco che gli ho dato io.

Ed ora i nostri numeri.

Battesimi: 34 (323734) (questi n. si riferiscono agi anni passati)
Siamo sempre sullo stesso andamento. Come sempre ci sono anche battesimi di bambini le cui famiglie abitano altrove ma che hanno radici nella nostra comunità. Nell’anno che inizia domani potrebbero esserci due battesimi di adulti. Sarebbe un evento che non capitava da anni.

Cresime 50 (375644)
Numerose, quest’anno, e anche molto, molto intense. Si tratta di una classe di ragazzi bravi e motivati. E io spero che molti di loro possano continuare anche dopo le medie.

Prime comunioni 42 (415152) Ancora un anno di magra, e lo si vede durante le messe domenicali, ma in seconda elementare sono tanti e sempre presenti.

Professioni di fede 10 (31011) Anche quest’anno numerose. Qualcuna un po’ combattuta, altre che davamo per scontate. E’ sempre in gioco la libertà di ciascuno nel dire il proprio sì maturo e consapevole.

Matrimoni 8 (1256)
E’ la ferita aperta e che sanguina. Quest’anno sono stati pochi, il prossimo ancor di meno: mi pare che siano scritti i matrimoni di due o tre coppie. E non siamo riusciti a far su un numero minimo per far partire il corso per i fidanzati.

Checché si dica questo è il dato più significativo della fede condivisa o meno nella nostra Chirignago. I giovani continuano ad innamorarsi, continuano a progettare una vita insieme, continuano ad aprire mutui e a fare debiti, continuano ad andare a convivere, ma tutto ciò viene fatto al di fuori (non dico contro) della fede e della tradizione cristiana.

Funerali: 92 (78-84-76)
Come si vede c’è stato un forte aumento del numero delle persone che ci hanno lasciato e dobbiamo anche tener presente che più di qualche funerale di nostri parrocchiani è stato celebrato altrove.

Si è trattato soprattutto di persone molto anziane, spesso sopra i novant’anni, anche se ci sono state morti più giovani. Di fatto abbiamo avuto quasi due funerali alla settimana. E’ un’occasione unica per annunciare il Vangelo anche a persone che non entrano mai in una chiesa se non per circostanze come questa.

Ascoltano? Hanno ascoltato? Rimarrà qualcosa nel loro cuore dopo la celebrazione? Lo sa solo il buon Dio

Da “La voce di San Felice” – 7 gennaio 2018

Da “La voce di San Felice” – 7 gennaio 2018
notiziario della comunità parrocchiale di San Felice di Venezia

Il foglietto parrocchiale contiene un invito del parroco, don Raffaele Muresu, a “camminare insieme” offrendo ognuno la propria ricchezza personale. Interessante leggere, per curiosità, il bilancio di una piccola parrocchia veneziana che si arrampica con fatica per raggiungere il pareggio.

don Armando

2018: un nuovo anno insieme guidati dallo Spirito Santo!

Carissimi, siamo da pochissimo tempo entrati nel nuovo anno civile 2018.

Non abbiamo ancora avuto occasione tramite il nostro Bollettino “La voce di San Felice” di farci gli auguri perché il Signore ac­compagni e benedica ogni passo che faremo come comunità cristiana guidata dal Suo Spirito, sostenuta dal Suo amore, orientata verso la solidarietà verso tutti.

La nostra comunità ha vissuto alcuni passi delle ce­lebrazioni natalizie insieme alla Parrocchia dei Santi Apostoli (la notte di Natale) e con tutta la collaborazione pastorale nella Chiesa dei Gesuiti alla fine dell’anno.

Camminare insieme è uno stile dettato dall’amore che ci contraddistingue come cristiani, è segno di maturità e di forza, impegna però ad accettare alcune fatiche. Non si tratta di perdere la nostra peculiarità e la nostra appartenen­za alla bella parrocchia di San Felice che da secoli viene costruita da tanti laici e pastori, piuttosto di renderla protagonista e consapevole dei propri doni che il Signore le ha concesso per l’utilità di tutto il corpo che è la Chiesa di Venezia. Questo chiede la presenza di tutti noi per fare insieme le scelte necessarie per seguire le indicazioni del nostro Patriarca. Magari qualche passo sarà azzardato e allora con semplicità si tornerà indietro, qualche altro sarà necessario e desiderato perciò lo faremo: tutto però nel contesto di una comunione cordiale, sincera e coraggiosa. San Felice, che festeggeremo la prossima domenica, benedica i nostri passi e ciascuno di noi! Buon Anno 2018!

don Raffaele Moresu

Anno Civile 2017: Rendiconto

Carissimi parrocchiani, riprendiamo quest’anno la prassi di informarvi circa le entrate e le uscite della nostra Parrocchia. Com’è giusto in una famiglia occorre che tutti siate al corrente della nostra condizione patrimoniale e dei lavori che ci attendono.

CHIESA E STRUTTURE DI SAN FELICE: Entrate
Questua domenicale 11.288,19 euro
Candele 1.411,71 euro
Intenzioni per le S. Messe 1.850,00 euro
Offerte varie 2.973,18 euro
Affitto della Bottega 4.773,06 euro
TOTALE: 22.296,14 euro

A queste aggiungiamo 804, 84 euro del Mercatino date in carità.

CHIESA E STRUTTURE DI SAN FELICE: Uscite
Bollette
Idrica e Rifiuti: 600,84
Gas e Luce 6.300 (Patronato, chiesa, canonica)
Sacrista 10.400 euro
Telefono 299,77 euro
Fiori 202,36 euro
Particole e vino 100,00 euro
Materiale pulizie 74,91
Materiale elettrico e ferramenta 87,24 euro
Cereria 380,00 euro
Cancelleria 93,73 euro
Riviste (Foglietti messe) 740,00 euro
Assicurazione 2.550,00 euro
Lavori, spese, carità 6.900,84
TOTALE: 28.729,69

DISAVANZO: – 6.433,55

CHIESA DI SANTA SOFIA

Entrate 5.887,77 euro
Uscite: 4.365,05
TOTALE: + 1.522,72

Lavori da fare urgentemente
Facciamo presente che nel prossimo anno dovremmo completare i lavori di restauro della sacrestia di santa Sofia con i danni delle infiltrazioni;
finanziare il restauro del nostro organo rovinato da una infiltrazione d’acqua.

Da “LETTERA APERTA”- 14 gennaio 2018

Da “LETTERA APERTA” 14 gennaio 2018
settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo

Il periodico è già tra i più corposi: otto facciate A3. Mi pare che la notizia più significativa sia il viaggio in India di otto rappresentanti il “Gruppo missioni”, gruppo quanto mai numeroso ed efficiente che opera in parrocchia a favore di povere comunità indiane e africane.

Tra queste otto persone c’è anche una giovane adolescente che ha voluto andare in India per conoscere personalmente i suoi “fratelli” che lei ha aiutato durante gli ultimi anni della sua vita.

L’attività missionaria non solo produce veri miracoli – quali dormitori, mense, cucine, arredi per la scuola, acquisto di viveri – ma pure matura una coscienza da “cittadini del mondo” nei giovani che frequentano questo gruppo.

Il periodico sottolinea pure l’efficienza de “Il Germoglio”, il centro polifunzionale per l’infanzia in cui c’è pure la scuola materna e offre ancora una dettagliata informazione su tutte le attività di questa popolosa ed efficiente parrocchia.

don Armando

GRUPPO MISSIONI
in partenza per l’India

Il 2017 si è chiuso in modo positivo; gli incontri annuali di dicembre hanno riscosso un notevole successo di presenze e di partecipazione: la lettera di Martina e Federico è stata una toccante testimonianza di condivisione di sentimenti e valori che sostengono le scelte e le priorità del nostro Gruppo. Grazie alle donazioni, molti progetti potranno essere completati in breve tempo e altri verranno avviati per consentire ai nostri ragazzi di compiere il loro percorso di formazione.

A questo proposito ci siamo impegnati a sostenere nel breve periodo un semplice ma importante progetto per i piccoli ospiti dei collegi indiani: l’acquisto in loco, dove il prezzo è più conveniente (7/8 euro), di 300 zaini per il trasporto di libri e materiale scolastico. La raccolta, fatta anche di contributi minimi, proseguirà pure dopo il viaggio in India dei nostri amici, nelle cui valigie non mancheranno indumenti, materiale scolastico, giochi e palloni da calcio offerti dalla F.I.G.C. per lo svago dei nostri piccoli studenti.

Il 17 gennaio prossimo, infatti, partirà un gruppo composto da otto persone, tra cui anche la giovane Sara che avrà così modo di realizzare il suo sogno: incontrare finalmente i “fratelli” adottati con la sua famiglia. I nostri amici visiteranno gli otto collegi indiani per incontrare il personale responsabile e i ragazzi, accertarsi dello stato dei progetti finanziati e conoscere le necessità più urgenti delle diverse realtà, in loco. Il nostro viaggio potrà, se vorrete, essere costantemente seguito attraverso la nostra pagina Facebook perché è nostra intenzione condividere con voi incontri, luoghi, bambini con le loro storie e. soprattutto le nostre emozioni. Passate parola! Non smettiamo mai di impegnarci per veder crescere la vita e la speranza!

Per il Gruppo Missioni Mara C.

Niente sciopero al germoglio

Lunedì 8 gennaio le scuole hanno riaperto i battenti. Le attività pubbliche hanno iniziato il nuovo anno con uno sciopero che, per quanto legittimo, ha fin da subito messo in difficoltà tanti genitori e ha dimostrato l’instabilità della “cosa pubblica”.

Scrivo perché per l’ennesima volta il nostro Centro infanzia il Germoglio: si è mostrato libero da questo tipo di logiche. Nessuno è così ingenuo dal pensare che nella nostra struttura non ci siano mai difficoltà da risolvere e superare. Ma tutto viene condotto in modo composto, senza mai far gravare i nostri eventuali mali di pancia sulle famiglie o sui genitori. La differenza c’è e si vede. Per questa stabilità granitica le famiglie ci apprezzano e ci stanno premiando con un numero crescente di richieste.

A chi gestisce la vita pubblica vorremmo chiedere di essere riconosciuti.

Già i nostri genitori pagano le tasse per la scuola statale che fa spese esorbitanti e fatica a funzionare. Molti poi, in tutta libertà, scelgono di mandare i figli nella nostra struttura. Perché dovrebbero pagare di nuovo? Almeno si tolga loro la parte di tasse inerenti alla pubblica istruzione, visto che non la usano… Così: riflessioni ad alta voce.

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA” – 14 gennaio

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA” – 14 gennaio
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Don Angelo, il direttore già preside del liceo classico di Mestre, nell’articolo di fondo si dice letteralmente sdegnato, o meglio ancora schifato, dalle promesse dei candidati al Parlamento, soprattutto per le promesse che sanno – e che tutti sappiamo – essere impossibili da realizzare se non creando nuovi debiti. Chi può mai dissentire da questa affermazione? Io, al riguardo, mi sento umiliato da simile comportamento che solo chi ha animo truffaldino e amorale può assumere.

Sempre nell’articolo don Angelo depreca, oltre che per motivi civili e sociali, l’abbandono dell’approvazione dello “jus soli”. Infine auspica che finalmente si progetti il servizio politico come vocazione e non come grimaldello per arraffare e depredare,

Sugli interventi dei lettori, che non mancano mai, nel primo – “caro don Angelo” – c’è una bellissima riflessione di Roby Coco sulla vita.

Infine c’è una bellissima poesia di don Luigi Trevisiol quanto mai delicata e allo stesso tempo profonda.

don Armando

QUESTO NOSTRO TEMPO

Ha preso avvio la sagra delle promesse elettorali: il nobel italiano andrà a chi le spara più grosse. Tutti parlano e sparlano e sproloquiano spesso senza rendersi conto di quello che dicono e noi, come allocchi, li stiamo ad ascoltare e talora, se non esercitiamo l’intelligenza critica, ci lasciamo convincere. La cosa su cui tutti tornano è quell’aumento delle pensioni e la riduzione delle tasse.

Non sono un economista ma un minimo di calcoli li so realizzare: per fare queste operazioni diteci da dove prendete i soldi; se in concreto aumentate il debito pubblico portate l’Italia allo sfacelo: già soffriamo per un debito sproporzionato tanto che si dice fino ad oggi che quel debito sarà pagato dai figli della generazione attuale, se però vanno in pratica le promesse degli attuali candidati il debito pubblico dovrà essere saldato non solo dai figli ma anche dai nipoti e dai pronipoti. E nella nuova legislatura si avrà la forza e il coraggio di riprendere temi lasciati in sospeso tra i quali primeggia quello dello jus soli o culturae (il latino viene ancora usato fortunatamente per evidenziare temi che appartengono alla civiltà umana)?

Si tratta di dare riconoscimento civile e giuridico, in buona sostanza profondamente umano, a quei bambini che sono nati nel nostro Paese da genitori che da tempo abitano e lavorano presso di noi; sono bambini che frequentano le nostre scuole e sono già perfettamente integrati con i bambini italiani. L’Italia è un Paese che sta rapidamente invecchiando per l’allungamento della vita ma nel contempo diminuiscono paurosamente le nascite; a tale proposito occorrerebbe una politica molto più favorevole alle famiglie per assicurare gli strumenti opportuni al fine di incentivare i genitori a mettere al mondo più di un figlio, come oggi capita allorquando l’Istat ci avvisa che ad una coppia di sposi corrisponde uno virgola tre figli. In questa situazione lo jus soli (o culturae) non solo risponderebbe ad un appello di civiltà ma darebbe anche un discreto incremento per abbassare la media di età della nostra popolazione.

Purtroppo siamo quotidianamente di fronte ad uno spettacolo miserevole: c’è una spasmodica ricerca, un arrampicamento umiliante per cercare di possedere in ogni modo quella sedia parlamentare che assicura per almeno cinque anni un ottimo stipendio contornato da innumerevoli privilegi.

E quello che appare ancor più miserevole è il fatto che quella spasmodica ricerca del posto è ammantata dalla motivazione di voler servire la gente, di offrire servizi ai cittadini e cose del genere infarcite di tante bugie consapevoli. Per parte mia mi piace sognare che quanti si dedicano all’impegno politico possano intendere tale ruolo come una vocazione, una chiamata ad un servizio.

La teologia calvinista, a seguito delle riflessioni luterane (siamo nella metà del ‘500; può essere utile a tal fine leggere l’interessante testo di Max Weber “Etica protestante e spirito del capitalismo”) vedeva in ogni professione un Beruf, una chiamata dall’alto al fine di compiere attraverso il lavoro un servizio di miglioramento della situazione del prossimo.

Questa visione etica della vita e del lavoro, visto come un impegno vocazionale, si è sposato negli ultimi secoli con lo spirito di sviluppo del benessere del mondo occidentale. Non so se Calvino abbia visto giusto e se la sua visione del lavoro come Beruf sia corretta; so che mi piacerebbe molto se coloro che intendono impegnarsi nel lavoro politico fossero veramente disinteressati in rapporto ai propri interessi personali e dedicassero la propria vita ad un autentico servizio del prossimo.

Purtroppo una mens clericale ha ristretto il concetto di vocazione all’ambito puramente religioso, ma quanto sarebbe esaltante umanamente pensare che ogni professione corrisponde ad una vocazione; il mondo sarebbe pieno di persone che prima dell’interesse personale, anche economico, pensano al servizio nei confronti del prossimo che ha bisogno di precisi aiuti; il discorso vale per i genitori, per l’insegnante, per il medico, per il manager, per l’idraulico, per l’operatore ecologico.

Forse sto parlando del mondo dell’utopia.

don Angelo Favero

Caro don Angelo,
ovviamente anch’ io non saprei come definire il tempo, se non pensare che sia una convenzione tutta umana per delimitare l’esistenza e ciò che ne consegue. Perché abbiamo bisogno di fissare un prima e un dopo e ci viene difficile rappresentarci un continuum. Credo anche che sia un grande regalo che Dio ci ha fatto per permetterci di vivere questa splendida avventura che (può) essere, solo che lo si voglia, la nostra vita. Credere dunque alla Provvidenza è credere che in modo assolutamente misterioso Dio sia presente nella nostra vita e in ogni istante. Tutto ciò che dunque accade, non accade invano. Il senso lo si scoprirà o col tempo o “nell’altra vita”.

Avere fede per me significa fidarmi di questo, della volontà di Dio per me, Lui che essendo Amore non può che volere il meglio per me e per ciascuno. E qualora questa certezza non ci fosse, chiedo la Grazia di fidarmi comunque, pur senza capire. Auguro a lei e ai suoi parrocchiani tutto ciò che Dio ha pensato per ognuno e che si abbia sempre il cuore e la mente aperta per capirlo!

Roby Coco

Forse un giorno

forse un giorno saliremo
con piedi scalzi oppure
su ali di farfalla per vedere
l’altro versante tutto in fiore
forse un giorno scopriremo
d’essere quasi vissuti
quando non più verrà
il passero sul davanzale
forse un giorno ci desteremo
in un’alba tutta per noi
se mai il sole busserà
con buffi d’aria alle cortine
forse un giorno rivivremo
finalmente appagati
quando ognuno cesserà
di rincorrere i propri miraggi.

(Torre di Fine 1971, Luigi Trevisiol, l’ultima poesia di un poeta estinto)

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 7 gennaio 2018

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 7 gennaio 2018
settimanale della comunità cristiana di Mira

Questo settimanale esce sempre con una impostazione grafica ordinata e coerente. Normalmente la prima di copertina riporta una preghiera o un pensiero di notevole contenuto spirituale, con accanto una foto che si rifà spesso al tema della liturgia della relativa domenica. La seconda facciata è dedicata all’insegnamento del Sommo Pontefice. La terza, che ha come testata “appunti di don Gino”, riporta delle belle e semplici riflessioni del parroco il quale, partendo dalla quotidianità, offre ai fedeli un messaggio pregnante di fede.

L’ultima pagina è dedicata alla cronaca e agli appuntamenti della parrocchia. Di questa pagina segnalo la lotteria per dar vita ad un mercatino interparrocchiale della carità e una cena per i richiedenti asilo del comune di Mira (bella collaborazione tra l’ente pubblico e il privato sociale). Infine un bilancio numerico sui sacramenti.

don Armando

Appunti… di don Gino Cicutto
IDIOZIA E STUPIDITA’
Il Presepio è la più bella rappresentazione del Natale, da quando s. Francesco lo ha voluto rappresentare a Greccio. Nelle nostre case, nelle nostre chiese e, talvolta, anche nelle nostre piazze il Presepio ricorda il mistero grande della nostra fede cristiana e l’annuncio dato a “tutti gli uomini”: Dio è con noi, ha scelto di vivere la nostra stessa vita per condurci al mistero della sua vita. Questo capita in ogni anno e in ogni luogo. E ogni anno si scatena l’idiozia di qualcuno che vuole imitare Erode e si diverte a rubare la statua di Gesù Bambino o a rompere quella della Madonna o a bruciare il Presepio preparato dagli scout nella piazza del paese. Se non bastasse l’idiozia, è pronta anche la stupidità, come quella della maestra di Zoppola (Pordenone) che ha insegnato la canzoncina di Natale ai piccoli sostituendo la parola Gesù con Perù, fa la stessa rima, per rispetto a chi non conosce il Natale, dimenticando che il suo compito è quello di insegnare, non di censurare la tradizione cristiana del nostro paese. Verrebbe voglia di reagire di fronte ad ogni idiozia e ad ogni stupidità, ma pare inutile perché si tratta di cercare un dialogo con chi dimostra di avere un cervello troppo piccolo per affrontarlo. Pazienza!

Natale ritorna ogni anno ed è il dono più bello che abbiamo. Una manciata di stupidi e di idioti non può rovinarlo.

IL DONO DELLA NONNA
Mi ha commosso leggere l’affetto che Papa Francesco nutre per i nonni e la testimonianza bella che ha consegnato in un’intervista, quando racconta che la sua nonna gli consegnò una lettera il giorno della sua ordinazione sacerdotale: “queste parole le porto ancora con me, sempre nel breviario e le leggo spesso e mi fa bene”. “E’ bello l’incoraggiamento che l’anziano riesce a trasmettere al giovane in cerca del senso della fede e della vita. Come vorrei una Chiesa che vive con gioia traboccante un abbraccio tra i giovani e gli anziani”. Cari nonni, il Natale offre un’occasione bella e importante per consegnare alle giovani generazioni una parola, un racconto, una tradizione che aiuti a riscoprire il vero senso del Natale, liberandolo da tutte quelle incrostazioni che ne sviliscono il senso vero. E non solo il Natale, la vita offre tante occasioni per cui una parola, un biglietto, una confidenza possono diventare un’eredità preziosa da consegnare. E’ una missione bella. Il bene donato non sappiamo dove potrà arrivare, ma di sicuro arriva al cuore.

UN POSTO VUOTO
Per qualcuno questo Natale ha rivelato tutta la sua amarezza quando in casa c’è un posto vuoto per la perdita di qualcuno di molto caro. Si vorrebbe che passasse velocemente per non affrontare il dolore che diventa più intenso al passare dei ricordi di natali sereni e allegri. Il giorno di Natale mi sono ritrovato a pregare per queste persone, per chiedere a Gesù Bambino di portare come regalo un po’ di luce e di serenità. Poi però il dolore va affrontato, con coraggio e davanti al presepio ci si dovrà presentare portando quel dolore, come un pastore affaticato, rinnovando la speranza di rivederci, un giorno.

LOTTERIA
La Caritas Vicariale sta promuovendo una Lotteria con ricchi premi per sostenere il progetto di un Centro della Carità. Anche in queste due feste: l’Epifania e il Battesimo del Signore, si possono acquistare i biglietti dalle persone incaricate dalla Caritas, al termine delle celebrazioni dell’Eucaristia.

Domenica prossima 14 dicembre, alle ore 19.15 presso il Patronato di s. Marco – Mira Porte avverrà l’estrazione dei premi vincenti e la distribuzione degli stessi che saranno comunque pubblicizzati nella bacheca accanto alla chiesa. Invitiamo a sostenere con generosità questa iniziativa.

INCONTRARSI PER CONOSCERSI
L’incontro, il dialogo, il rispetto reciproco permettono di conoscersi. A partire da questa convinzione è stata organizzata una cena preparata dagli amici richiedenti asilo ospiti del Comune di Mira. L’incontro avrà luogo nel Patronato s. Nicolò il prossimo Mercoledì 10 gennaio alle ore 20 con la condivisione di una cena etnica e un momento di fraternità.

PICCOLO BILANCIO
A fine anno siamo soliti fare un piccolo bilancio di numeri che sono indicativi della vita delle nostre due parrocchie che insieme fanno 12.400 abitanti (8.100 s. Nicolò – 4.300 s. Marco).

Nel 2017 sono stati battezzati 48 bambini (40 a s. Nicolò – 6 a s. Marco) – hanno celebrato la Messa di Prima Comunione 110 piccoli di 4A elementare (89 a s. Nicolò – 21 a s. Marco) – Hanno ricevuto il Sacramento della Cresima 110 ragazzi (94 a s. Nicolò -16 a s. Marco). Il Matrimonio Cristiano è stato celebrato da 10 coppie (8 a s. Nicolò e 2 a s. Marco). Il numero dei defunti è notevole: 112 (92 a s. Nicolò e 20 a s. Marco). E’ evidente che sono ancora notevoli i numeri dei nati 10/12 anni fa, mentre è in calo notevole quello dei nati e dei battezzati che risultano meno della metà dei morti, segno evidente dell’invecchiamento della popolazione delle due parrocchie. Continua a preoccupare il numero esiguo dei matrimoni segno che la famiglia è in crisi.

Da “SEGNO DI UNITA’” – 7 gennaio 2018

Da “SEGNO DI UNITA’” – 7 gennaio 2018
periodico della parrocchia Santa Maria della pace di Bissuola

Il settimanale offre un’informazione abbastanza vasta sulla “settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, iniziativa ecumenica che ha fatto fare passi da gigante in questo settore, ma che ha ancora bisogno dell’aiuto di Dio per arrivare ad una maggiore comprensione e collaborazione tra le Chiese di origine cristiana,

Il periodico si sofferma poi sull’attività dell’associazione “Noi” che regola la vita dei patronati. Dalla lettura emerge che l’attività del patronato di questa parrocchia è piuttosto vivace ed intensa. Il problema dei patronati avrebbe bisogno di essere studiato a fondo perché essi possono veramente contribuire alla formazione cristiana dei ragazzi e dei giovani perché l’impostazione attuale di molte parrocchie è decisamente superata.

don Armando

dal 18 al 25 gennaio
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI 2018

«La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo; assume quindi un significato simbolico. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste (come suggerito dal movimento Fede e Costituzione nel 1926), periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.

Consapevoli di una tale flessibilità nella data della Settimana, incoraggiamo i fedeli a considerare il materiale presentato in questa sede come un invito a trovare opportunità in tutto l’arco dell’anno per esprimere il grado di comunione già raggiunto tra le chiese e per pregare insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso».

Questo è l’inizio del documento del Centro Pro Unione in collaborazione con tutti gli altri Centri Ecumenici. Il tema della settimana è “Potente è il Signore” e il testo biblico suggerito per le riflessioni e la preghiera è Esodo 15,1-21. È il canto degli Israeliti dopo il passaggio del Mar Rosso, in cui si eleva la lode a Dio e il riconoscimento della sua potenza.

In attesa di conoscere il programma delle celebrazioni e degli incontri che le Chiese cristiane di Venezia intendono proporre ai fedeli, segnaliamo questo appuntamento annuale perché si prenda coscienza, anche a livello di comunità parrocchiale, di questo aspetto doloroso della nostra fede divisa. Dovremmo dedicare più spazio a questo tema e soprattutto pregare di più, anche con iniziative che vedano coinvolti i gruppi pastorali e di catechesi.

Il documento parla di un impegno teso all’unità che duri tutto l’anno e non soltanto una settimana, che deve costituire solo l’inizio di uno sforzo comune.

tesseramento 2018
COLAZIONI CON N.O.I.

Nel mese di gennaio si darà inizio alla campagna Tesseramento 2018, per rinnovare l’iscrizione al Circolo e/o per accogliere nuove adesioni. Potrete farlo durante le mitiche Colazioni con N.O.I. che si svolgeranno domenica 14 gennaio, domenica 21 gennaio e domenica 4 febbraio nella sala Papa Luciani del Patronato al termine delle Sante Messe delle 9.30 e delle 11.00. I più mattinieri troveranno caffè, the, cioccolata calda, torte casalinghe, ecc.; gli altri troveranno anche spritz e patatine.

Naturalmente troverete anche gli addetti al tesseramento per espletare le formalità del caso (segnaliamo sin d’ora che – a questo riguardo – ci saranno alcune importanti novità delle quali vi metteremo al corrente nelle prossime settimane).

Resta inteso che i rinnovi e le nuove adesioni si raccolgono anche presso la segreteria del Circolo nei consueti giorni ed orari di apertura: al lunedì ed al venerdì dalle 17.00 alle 18.20.

Le quote associative sono rimaste invariate rispetto agli anni precedenti, ossia: 5,00 sia per gli Adulti che per i Ragazzi.

Per ulteriori dettagli consultate la locandina che troverete affissa alle porte della chiesa e in patronato.
Per essere sempre aggiornati sulle iniziative del nostro Circolo – potete consultare il nostro sito www.santamariadellapacemestre.it; oppure su Facebook Patronato Bissuola.

a cura di Gigi Signoretti

Da “L’INCONTRO” – 14 gennaio 2018

Da “L’INCONTRO” – 14 gennaio 2018
settimanale della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi

Mi viene sempre più da sognare che nella Chiesa mestrina si arrivi pian piano ad inviare ad ogni famiglia di ogni parrocchia – oltre al semplice foglietto per le notiziole parrocchiali – anche “L’Incontro”, a motivo dei suoi contenuti. Spero di non andarmene da questo mondo portando nel cuore questa utopia, che sarebbe una testimonianza della vera volontà di rievangelizzare la nostra gente e non tirare la carretta rassegnati al peggio.

Detto questo e visionato L’Incontro di questa settimana, non posso che invitare chi visita questo sito a leggere tutto il periodico perché è tutto interessante. Comunque, per chi è pigro o ha meno tempo, suggerisco l’editoriale di Alvise Sperandio che si rifà all’affermazione di San Giacomo: “La fede senza le opere è sterile”.

don Armando

Tra e per la gente

di Alvise Sperandio
Una Chiesa credibile s’impegna per dare delle risposte concrete ai bisogni delle persone.
A Mestre gli esempi non mancano e l’insegnamento del passato traccia la via per il futuro.

Preghiere, ma anche opere. Opere, ma anche preghiere. Senza questo inscindibile binomio, la fede sarebbe pura teoria.

Cristo ha insegnato che la spiritualità deve sempre tradursi in carità. Non basterebbe raccogliersi in preghiera senza mai sporcarsi le mani per il prossimo. Né, allo stesso modo, sarebbe sufficiente darsi da fare per gli altri se questo non si accompagnasse a un dialogo costante con il Signore. Servono l’una e l’altra cosa, insieme, di pari passo.

L’esperienza insegna che la Chiesa – consacrati e laici – è credibile quando non discorre di massimi sistemi, ma si attiva per il bene della gente. A Mestre, di esempi in questo senso ce ne sono moltissimi, per l’impegno di tanti sacerdoti e tante persone di buone volontà che fanno la loro parte fino in fondo. Non per autopiaggeria, ma quello della Fondazione Carpinetum è un caso quasi unico nel panorama italiano.

Sei Centri don Vecchi in poco più di 20 anni è un miracolo possibile grazie all’intuito di don Armando Trevisiol e alla generosità della gente che nel momento in cui si è trattato di dare del proprio, non si è mai tirata indietro. E nella certezza del risultato si è fondata la fiducia di non limitare l’impegno, ma di rinnovarlo ogni volta che un altro tassello di carità si aggiungeva. Ad oggi si contano 430 appartamentini per mezzo migliaio di persone ospitate.

Una cinquantina di queste non sono anziani autosufficienti, cioè il target ordinario per cui quest’avventura è iniziata nel lontano 1994, ma giovani, singoli o famiglie, alle prese con situazioni di difficoltà e aiutati nel più recente Don Vecchi 6, al villaggio solidale degli Arzeroni. Segno che la Chiesa è pronta non solo ad esserci anche lì dove il pubblico non arriva, ma anche sa adeguarsi all’evolvere del tempo e venire incontro ai nuovi bisogni con soluzioni tempestive ed efficaci. Che i Don Vecchi siano un fiore all’occhiello non lo dicono i diretti interessati, ma alcune analisi scientifiche che hanno evidenziato come la soluzione adottata dei condomini protetti non solo allunghi la vita, ma anche allontani più in là nel tempo la perdita di autonomia oltre, ovviamente, a sconfiggere la solitudine che è il primo problema di chi è avanti con l’età. Una decisione lungimirante, insomma, che ha mostrato il volto più bello della Chiesa che tante altre sfide, in città, ha nel tempo affrontato. Un’altra eccellenza che ha fatto scuola in campo nazionale è il Centro don Milani fondato dal compianto don Franco De Pieri, con le sue numerose attività. Le parrocchie hanno dato un contributo fondamentale per l’integrazione dei lavoratori giunti dal Meridione perché occupati a Porto Marghera e oggi altrettanto sta facendo con gli stranieri.

Con i patronati si sono messe in gioco nel campo dell’educazione e con le case in montagna hanno spesso dato la possibilità a chi non poteva permetterselo di fare una vacanza.

Grazie alle innumerevoli azioni caritative, in primis le mense, i dormitori e le conferenze della San Vincenzo, hanno aiutato chi non aveva (ha) da mangiare, dormire, pagare le bollette piuttosto che le medicine. L’elenco sarebbe lungo e mai esaustivo.

E siccome evangelizzare è anche fare cultura, la Chiesa mestrina molto ha fatto in passato per la promozione di uno sguardo di fede che si traduce nella vita civica. Basti pensare all’esaltante stagione del Bicentenario del Duomo e al lavoro svolto dalla Fondazione nata negli anni in cui arciprete era don Fausto Bonini, che ha accompagnato i credenti a tradurre la fede in un impegno cristianamente ispirato per Mestre.

Da “VITA DI COMUNITÀ” – 31 dicembre 2017

Da “VITA DI COMUNITÀ”31 dicembre 2017
della parrocchia Santa Maria Goretti

Di originale mi sembra l’iniziativa di invitare tutti i genitori che hanno battezzato figli negli ultimi tre anni a partecipare ad una Santa Messa di ringraziamento. Come pure desta curiosità ed interesse il “Corso matrimonio: Le cinque luci”.

don Armando

CORSO MATRIMONIO

“LE CINQUE LUCI”

Sab. 3 feb. 2018 ore 9-18 Dom. 4 h. 9-13 (con pranzo) VIENI CON NOI per vivere meglio il tuo matrimonio per rinforzare l’amore per imparare divertendoti.
Con Maria Esther Cruz Avvocato Matrimonialista c/o Tribunale Ecclesiastico Triveneto ed Equipe
Posti limitati: iscriversi al più presto in ufficio parrocchiale

FESTA DEL BATTESIMO DI GESÙ

Domenica 7 gennaio 2018 alle 11
sono convocate tutte le famiglie che hanno battezzato i loro piccoli negli ultimi tre anni per ringraziare il Signore per la vita dei loro figli. Accogliamo volentieri i piccoli, la messa sarà “vivacizzata”: il nostro Dio è il Dio della Vita e dell’Amore.

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 7 gennaio 2018

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 7 gennaio 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni, di San Pietro in Bosco e Santa Maria Maddalena di Oriago

Il periodico si presenta come una linda ed ordinata rivistina parrocchiale sia per l’impaginazione che per i contenuti. Le otto facciate formato A3 offrono uno spazio adeguato sia per l’informazione che per la riflessione su tematiche pastorali. Ribadisco che sarebbe quanto mai opportuno che il periodico raggiungesse ogni settimana tutte le famiglie delle tre parrocchie, solo così si potrebbe parlare di tentativo di rievangelizzazione cristiana.

Segnalo, come sempre, i “Pensieri in libertà di un parroco della riviera” di don Cristiano Bobbo. Queste riflessioni rappresentano un dialogo fraterno del parroco con la sua gente, su argomenti suggeriti dagli eventi e dalla cronaca quotidiana.

Interessante poi l’articolo su un pellegrinaggio dei giovani animatori a Roma a firma di Giacomo Nalin. Comunque per una visione più completa consultare il sito internet:
http://www.sanpietroriago.it/

don Armando

Sui passi della Fede
Il pellegrinaggio dei giovani animatori a Roma

di Giacomo Nalin

Esistono degli orologi, i cosiddetti smartwatch, che hanno numerosissime funzioni. Oltre all’ormai scontata possibilità di conoscere l’ora, questi nuovi strumenti permettono di vedere il calendario, le previsioni meteo, leggere i messaggi del proprio telefono, ascoltare la musica e moltissime altre cose tra cui ad esempio conoscere quotidianamente, grazie al “conta passi”, quanto hai camminato e indicativamente anche la distanza percorsa.

Un paio di giovani, che hanno preso parte al pellegrinaggio a Roma dal 26 al 29 dicembre organizzato dal gruppo animatori dei giovani della nostra Collaborazione Pastorale per trascorrere alcuni giorni insieme e poter riflettere sul tema della Fede, possedevano appunto uno smartwatch, e ritornando a casa hanno constatato che in quei pochi giorni abbiamo percorso circa un’ottantina di chilometri (due volte la maratona di Venezia!). Il primo giorno, durante la Santa Messa celebrata nella Basilica di San Paolo fuori le Mura da don Francis, sacerdote studente che aiuta nella nostra Collaborazione Pastorale, il diacono don Gianluca, anch’egli collaboratore presso le nostre comunità, aveva suggerito nell’omelia di intitolare il nostro pellegrinaggio “Sui passi della Fede” perché avremmo ripercorso il tradizionale pellegrinaggio romano alle quattro Basiliche della città. Certo di strada ne abbiamo fatta tanta e il tempo non è stato affatto clemente, ma siamo certi che questo pellegrinaggio porterà i suoi frutti.

Percorriamo ogni giorno tantissima strada per raggiungere i diversi luoghi della nostra vita, per incontrare le persone o per svolgere le nostre attività, e tanti camminano anche solo per il gusto di farlo… Il nostro camminare per le vie di Roma ha voluto essere un procedere non solo con i piedi, che certo hanno sentito la fatica, ma anche con il cuore per raggiungere quei luoghi che da sempre segnano la millenaria storia della Chiesa.

Visitare le grandi Basiliche romane nella loro grande e solenne maestà ha significato anche comprendere come nei secoli questi luoghi hanno accolto milioni e milioni di persone che si sono raccolte attorno a questi segni che sono testimonianza viva ancora oggi dopo quasi 2000 anni. L’incontro con la figura di San Paolo apostolo nel luogo del suo martirio e della sua sepoltura ci ha messo in contatto con la forza del suo apostolato che l’ha fatto viaggiare instancabilmente per testimoniare Gesù Cristo. La riflessione sulla figura di Maria nella Basilica di Santa Maria Maggiore ci ha raccontato, poi, l’amore della Chiesa per la Madre di Dio.

La visita alla Basilica di San Giovanni in Laterano ci ha permesso di pregare nella prima chiesa costruita nel mondo, nella madre di tutte le chiese, inserendoci in una storia che è sì lontanissima da noi ma ancora viva, e infine la grande Basilica di San Pietro in Vaticano ci ha permesso di celebrare nel cuore della Chiesa Cattolica.

Durante la Santa Messa nella Cappella polacca delle Grotte Vaticane nei pressi della tomba di Pietro, don Francis ci ha ricordato che, come per amare una persona è importante conoscerla, allo stesso modo per amare Dio è necessario conoscerlo ed amarlo e ciò può avvenire se si conoscono e si amano i suoi insegnamenti. La visita alle quattro Basiliche maggiori, alle numerose chiese di Roma e agli altri monumenti della Città Eterna ci hanno permesso di vedere e conoscere una parte della grande storia che ci ha preceduti con i suoi protagonisti: dagli Imperatori romani ai Papi, fino ai grandi Santi della Chiesa. Nella maestosità dei templi abbiamo riconosciuto, ammirato, il genio dell’uomo al servizio della Gloria di Dio, che ha saputo realizzare monumenti grandiosi che potessero testimoniare la nostra Fede a tutti gli uomini. Il pellegrinaggio non è un camminare senza scopo, ma è un cammino alla ricerca di Qualcuno, ed anche se i passi sono faticosi, zuppi di acqua e infreddoliti, hanno sempre quella “marcia in più” che viene da Lui, che solo sa dare significato alla nostra vita e valore ai passi che compiamo tutti i giorni.

Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

Il volto dell’altro
Su invito del Prefetto di Venezia, il Patriarca ha chiesto la disponibilità di strutture e risorse da parte di alcune nostre parrocchie della Riviera per offrire immediata accoglienza ad oltre duecento richiedenti asilo provenienti dalla struttura di Cona dove erano stati alloggiati finora in precarie condizioni igienico sanitarie e con notevoli difficoltà dovute al sovraffollamento dei locali. Anche in parrocchia di San Pietro siamo riusciti a sistemarne una cinquantina per la notte, provvedendo all’assistenza e al cibo. La disponibilità del nostro gruppo Scout insieme a tanti altri volontari che si sono attivati immediatamente, ha reso possibile l’allestimento della sala e la preparazione di un piatto caldo per tutti in tempi da record. È tardi, ormai, ed è giunto il momento del riposo dopo una fredda giornata di cammino per loro e le ore concitate dell’organizzazione da parte nostra. La notte sembra dirci che nell’oscurità si uniscono e si sovrappongono due fisionomie diverse, la nostra e quella dell’altro, lo straniero.

A volte ci sembra complicato o addirittura impossibile offrire accoglienza a chi non è come noi per provenienza, cultura, stato sociale. Eppure basterebbe che domani mattina, nello specchio, guardando il nostro volto, scoprissimo in esso i tratti dell’umanità perché ad essa tutti apparteniamo, al di là delle differenze etniche, culturali, religiose.

Se ci guardiamo con onestà scopriremo che c’è lo straniero dentro di noi perché egli è simile a noi a causa dello stesso Dio che l’ha creato. Come noi, ha la stessa capacità di amare e, come noi, ha la stessa possibilità di sbagliare. Grandezza e povertà ci descrivono entrambi e ci rendono fratelli.

Buoni propositi
L’avvicinarsi del Natale mobilita i buoni sentimenti: si moltiplicano gli appelli al gesto di carità, si promuovono le iniziative di generosità. Tutto questo è da lodare, ma non può limitarsi ad un circoscritto esercizio natalizio per poter vincere egoismi ben più consolidati o eliminare tante recriminazioni nei confronti degli stranieri. C’è bisogno di un impegno sociale più coerente e continuo. La vera generosità verso il prossimo, sia pure nei limiti delle proprie capacità, ha bisogno di un impegno costante. Gli sprechi del benessere e i costi astronomici delle armi sono uno schiaffo continuo a Cristo e ai poveri.

Ma esiste anche una parte di umanità genuina, semplice, che non si lascia vincere dal disfattismo e dalla rassegnazione e continua a credere nel bene compiuto a piccoli passi giorno dopo giorno, per tutto l’anno. È questo il vero volto della carità che, come un filo rosso costante, attraversa e rende autentica l’intera esistenza.

“Solo cose necessarie!”
Una cara signora è venuta a chiedermi di consigliarle una buona edizione della Bibbia che intende regalare alla figlia per Natale. Da qualche mese è uscita dalla famiglia di origine e ha “messo su” casa e, per questo Natale, ha raccomandato a tutti di regalarle solo “cose necessarie”. E tra le tante cose necessarie da regalarle, la brava mamma ha messo prima di tutto una Bibbia! Chissà se lo sarà anche per la figlia! Ma le mamme conoscono meglio di ogni altra persona i loro figli. Come in questo caso, li vedono presi da mille cose, afferrati dagli impegni, preoccupati di arrivare a fine mese con l’unico stipendio che deve bastare a tutto.

Insomma, le mamme sono le prime a preoccuparsi della serenità dei loro figli che a volte non riescono più ad apprezzare la bellezza profonda della vita, dell’amore, della verità, dell’anima capace di eternità e di infinito. Sono certo che quella figlia se vorrà leggere un brano della Scrittura ogni mattina non soltanto sarà aiutata a scoprire Dio, la sua parola e la sua volontà, ma anche a conoscere il proprio intimo profondo, ad intuire il senso ultimo dell’esistenza.

Un regalo così, merita di essere messo sotto l’albero in questo Natale!

Da “INSIEME !” – 7 gennaio

Da “INSIEME !” – 7 gennaio
settimanale della comunità cristiana SS. Martino e Benedetto di Campalto

Questo bollettino parrocchiale si caratterizza per i corposi contributi dei parrocchiani. Ho anche la sensazione che questi collaboratori abbiano un certo spessore culturale ed una motivazione di carattere pastorale che li spinge a proporre iniziative valide e diversificate. Ne segnalo tre.

Primo. Dare un volto nuovo e pregnante alle pareti della chiesa durante il tempo di avvento mediante l’apposizione di origami di tutti i colori e di tutte le forme per dare alla chiesa un respiro di bellezza partecipata da tutta la comunità.

La preparazione, con largo anticipo, di un’esperienza comunitaria in montagna per la prossima estate.

L’invito a partecipare ad una distribuzione di vestiti a favore dei carcerati di Santa Maria Maggiore.

Mi pare che per una parrocchia di periferia questo non sia certamente poco e di poco conto.

don Armando

…PER ASCOLTARE E TESTIMONIARE…

COSE GRANDI INSIEME
In una società che mira all’individualismo ed al consumismo sfrenato, in cui verso Natale non c’è tempo che per cene aziendali o acquisto di regali, nella nostra parrocchia è stato sperimentato qualcosa che andasse controcorrente, attraverso un allestimento artistico partecipato.

L’idea nasce da Daniele Conte, architetto paesaggista o folle creativo come lui si definisce in casi come questo, e mescola impressioni ricevute dalla ultima Biennale d’Arte di Venezia e da fotografie di opere di Mademoiselle Maurice, artista e scenografa francese che ha composto immagini di origami per le vie ed i muri di diverse città. Tutto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con la parrocchia ed i referenti dei gruppi educativo e liturgico, che hanno contribuito ad intrecciare l’immagine artistica alla simbologia dei Vangeli di riferimento, immaginando insieme un grande paesaggio da comporre sulle pareti interne della chiesa di San Benedetto, passo dopo passo durante le quattro settimane di Avvento, fino a Natale.

Il progetto “Vedrai che bello!”, soprannominato anche “Cose grandi insieme” si è posto come obiettivi la partecipazione delle persone, di qualsiasi età e provenienza, e la loro interazione diretta con il progetto stesso, dando a ciascuno, liberamente, la possibilità di prendere parte a quest’opera dinamica.

Ógni settimana è stata organizzata una serata ufficiale; già dalla prima ha visto la partecipazione di una trentina di persone e la preparazione di 600 origami blu e azzurri che hanno dato vita alla finestra: simbolo dell’aprire e dell’aprirsi, per guardare a quel che accade fuori. Poi è comparsa una strada all’interno di una collina, come rappresentazione di un percorso da fare, il viaggio della vita, l’incontro con gli altri. Una porta, da aprire, per far entrare ed accogliere. Delle immagini create in negativo, cioè vuote all’interno e piene fuori, per dare l’idea dell’attraversamento, del protagonismo di ciascuno.

Le ultime aggiunte hanno riguardato l’altare, ovvero un tavolo attorno al quale condividere ciò che si ha ed il cielo, che alla vigilia di Natale si è colorato di giallo con le stelle. Un risultato inaspettato: origami di forme e colori diversi sono continuati ad arrivare, sbaragliando il traguardo che ci si era prefissati e superando i 6700 pezzi, tutti unici, nessuno uguale all’altro.

C’è chi li ha utilizzati per scriverci una preghiera all’interno e poi affidarla al disegno, c’è chi ha passato serate con amici a casa e poi li ha portati ed attaccati. Una domenica è stata anche organizzata una preparazione di un cuore di origami al termine di una delle celebrazioni della mattina, direttamente in chiesa, con adulti e bambini.

Questa incredibile opera artistica, creativa, condivisa, è stata possibile grazie a tutto il tempo e l’impegno offerto da tantissime persone, gratuitamente.

Un messaggio dei più belli per questo Natale, una dimostrazione concreta di come non siano solo i soldi a muovere il mondo di oggi, ma anche la voglia e la bellezza di dare una mano in modo semplice, trasformando fogli di carta colorata in qualcosa di grande, bello, di tutti e per tutti.

Il disegno è stato completato nel pomeriggio di domenica 24 dicembre con l’aggiunta della stella cometa e di altre tre stelle nella parte superiore delle pareti di fondo.

Un GRANDE GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato: senza le mani e la voglia di queste persone, ciò che possiamo ammirare non sarebbe stato possibile.

D.C. www.da3studio.com

A MESSA E IN VACANZA INSIEME
Far parte di una comunità, vuol dire viverla, non solo nei momenti celebrativi (la domenica a messa) ma nelle relazioni, rese più salde dalla Parola spezzata e dal Pane eucaristico che ci unisce in un unico corpo; vuol dire percepirla come una seconda famiglia, una seconda casa, dove gioire con i fratelli che sono nella gioia e sollevare i pesi di chi è nella fatica. Vuol dire sentire che mi sta a cuore tutto quello che succede intorno a me. Come sarebbe bello se la nostra comunità fosse una grande famiglia, dove tutti si sentono accolti, dove nessuno si sente solo, abbandonato, dimenticato; una famiglia dove trovare il calore di un abbraccio, una parola di conforto. Questo è sicuramente più facile quando si raggiunge una certa confidenza che permette di fidarsi dell’altro e di aprire il proprio cuore. Tutta questa premessa per parlarvi di un’occasione privilegiata in cui poter vivere un’esperienza forte: la vacanza di comunità, di cui tanti di noi hanno già fatto esperienza. Si tratta di una settimana in cui si condividono spazi, tempo, attività e come in una famiglia più piccola si vive assieme, nella semplicità del quotidiano, un quotidiano dove un posto privilegiato lo viviamo con Gesù, perchè da Lui impariamo la vera accoglienza, il vero amore reciproco, la vera condivisione. Il tutto vissuto in piena libertà, nello Suo stile che non è mai stato obbligo ma proposta, invito, chiamata.

La settimana prevista è quella dal 4 all’11 agosto in una fantastica località montana vicino ad Alleghe, tra Caprile e gli splendidi Serrai di Sottoguda in provincia di Belluno. Ci si alterna per i vari servizi di cucina, pulizie, tenendo conto delle attitudini di ciascuno.

Alla fine ci si ritrova a conoscersi meglio e tessere legami che rimangono, una volta tornati a casa. E’ un ‘esperienza da provare !!!

Per informazioni e iscrizioni contattare Rossella

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 7 gennaio 2018

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 7 gennaio 2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

Il periodico è ancora molto elementare. C’è da sperare che con l’insieme delle due parrocchie possa crescere. Normalmente penso sia il parroco che scrive gli articoli, impagina e stampa. Credo sia assolutamente necessario che ogni parrocchia dia vita ad una redazione, seppur ristretta, che di volta in volta segnali gli avvisi e le relazioni di ciò che si è fatto, ma affronti anche qualcuna delle tante problematiche religiose, ed infine che il periodico raggiunga ogni settimana ogni famiglia delle parrocchie. Se non si arriva a questo si arrischia di far fatica e di sprecare soldi senza raggiungere alcun risultato.

Le cose più interessanti di questo numero sono le notizie del concorso presepi e l’incontro di martedì 9 gennaio alle ore 20,45 per tutti gli universitari di Favaro e Dese.

don armando

Presepe in famiglia

Anche quest’anno sono una ventina i presepi che siamo andati a visitare, piacevolmente accolti dalle famiglie e scoprendo come sempre quello che si nasconde dietro la costruzione del presepe in casa: le statuine comprate una all’anno; le pecore che, guidate dalle mani dei più piccoli, pascolano e girano per tutto il presepe; il presepe fatto per fare una sorpresa alla mamma; fino al presepe nel comodino della propria cameretta, fatto con gli scarti della costruzione del presepe grande.

Ogni volta l’occasione della visita ai presepi ci dà la possibilità di visitare le famiglie dei nostri ragazzi di catechismo per incontrarci brevemente in maniera più informale e conoscerci così un po’ meglio.

L’invito è sempre lo stesso da tanti anni : grande o piccolo, classico o strano, non ha importanza, ma facciamo il presepio nelle nostre case e ogni volta che ci passiamo davanti volgiamo l’occhio a quel bimbo e lasciamoci visitare dalla sua venuta.

Al prossimo anno.

i catechisti

(Le foto di tutti i presepi di San Pietro le potete trovare nel sito internet:
http://www.sanpietrofavaro.it).

Anche a Sant’Andrea c’è stato il concorso dei presepi dal titolo “UN PRESEPE SPECIALE!”

Aperto a tutti bambini e ragazzi.

E tra tutti Ì presepi in gara verranno premiati: il presepe più bello, il presepe più originale, il presepe più grande, il presepe più piccolo… ecc, ecc.. La premiazione avrà luogo il 6 gennaio in concomitanza con la festa dell’Epifania della Parrocchia.