Da “PROPOSTA” – 7 gennaio 2018
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago
Don Roberto, anche se è mio fratello e perciò posso essere accusato di nepotismo, è bravo, se fosse per me lo nominerei subito vescovo o almeno gli chiederei di fare una lezione mensile a tutti i parroci, o perlomeno alla maggioranza, su come si deve fare questo “mestiere” oggi.
Il bollettino è tutto da leggere. Segnalo in particolare la predica di fine anno in cui c’è un passaggio in cui presenta una giovane collaboratrice, Katia. Oggi è inutile che i parroci chiedano cappellani, devono invece cercare e formare collaboratori che facciano scelte generose come questa donna. Se fosse per me una ragazza come Katia la consacrerei subito sacerdote o perlomeno diacono della Chiesa di Dio. So che oggi questo non avverrà, ma fra qualche anno nostro Signore lo imporrà alla sua Chiesa.
don Armando
DALL’OMELIA DEL PARROCO PER LA MESSA DI RINGRAZIAMENTO IL 31 DICEMBRE 2017
… Per la nostra comunità parrocchiale è stato un anno decisivo. Don Andrea ci ha lasciati per diventare parroco a Venezia. Quello che avevamo sempre temuto si è alla fine compiuto. La parrocchia di Chirignago, che anche quando era molto più piccola non come dimensioni geografiche ma come numero di abitanti ha sempre avuto anche due cappellani, ora in organico ha solo il parroco. E don Sandro?
Don Sandro c’è e che sia benedetto. Al momento, però, ricopre ancora un ruolo diverso: è un “collaboratore pastorale”, e cioè dà la sua preziosa collaborazione per alcune attività ed alcuni servizi in parrocchia, come ad esempio celebrare la Messa quotidiana della sera, o alla domenica, o seguire qualche gruppo.
Confido che la sua collaborazione crescerà sempre di più. È emerso in questo contesto la figura della Katia, che si è assunta in pieno la responsabilità dei gruppi giovanili dalla prima superiore in su, scouts compresi. E ringrazio ogni giorno il Signore per la sua presenza intelligente, fedele, piena di energia e di fantasia. In questi giorni ha guidato il campo invernale dei ragazzi delle superiori a Caracoi in maniera magistrale. Grazie Katia. Accanto a lei tanti altri si sono assunti in prima persona e con senso di responsabilità un ruolo non di esecutori, ma di collaboratori, anzi, di più, di corresponsabili.
E così alla fine del quadrimestre settembre/: dicembre posso e debbo dire che le cose vanno e non vanno male. Io sto facendo del mio meglio e credo di star bene in salute.
Chiedo a tutti di capire se e quando non riesco ad arrivare a far tutto e tutto bene. Anche per me gli anni passano e non sono più un giovanotto. Spero che il Signore si accontenti di quello che riesco ancora a fare per lui e per voi.
Un fatto decisamente positivo, che era davvero una sfida, è stato il passaggio del Magna e bevi dalla società sportiva SAN GIORGIO alla parrocchia. Con sorpresa ho visto un’infinità di donne, uomini e giovani rimboccarsi le maniche e fare tutta e bene la loro parte.
Al di là del risultato economico, che c’è stato e di cui ho dato relazione (21.500 euro per la parrocchia) la comunità è cresciuta.
Tra l’altro questo denaro è stato accantonato perché speriamo di poter ridipingere, almeno esteriormente, ma chissà, anche all’interno, la nostra chiesa. Dico speriamo perché c’è la burocrazia dei permessi che non è facile vincere e mi duole dire non soltanto quella pubblica, ma anche quella nostra, la burocrazia curiale, spesso altrettanto lenta ed ottusa.
Un altro fatto positivo, molto positivo, è stata la possibilità data a tutti dell’adorazione perpetua al Santissimo Sacramento.
Non di notte, perché è mia convinzione che di notte si deve dormire, ma di giorno: dalla messa del mattino alle sette a quella della sera alle 18,30 l’Eucaristia è sempre esposta all’adorazione di chi trova nella nostra cappellina un autentico deserto, raccolto e silenzioso, dove sostare e riposare nel Signore.
Non è stato un anno di lavori straordinari, ma di riordino di tante piccole cose che hanno avuto ugualmente un costo, ma che non ci hanno tolto il sonno. Abbiamo così potuto aiutare diverse realtà, dalle missioni alla nostra scuola media, a associazioni e gruppi che sapevamo averne bisogno.
Basti questo accenno perché, secondo il comando di Gesù “la mano destra non deve sapere quello che fa la sinistra”.
Un’ultima cosa: ho avuto, abbiamo avuto una cinquantina di noi, la fortuna di fare un bellissimo viaggio tra le cattedrali e le abbazie della Normandia. In quella circostanza ho potuto realizzare un sogno che non immaginavo possibile: partecipare alla Messa solenne nella abbazia benedettina di Solesmes, culla e centro mondiale del canto gregoriano. Il Signore è stato davvero buono con me e mi ha dato il centuplo, davvero il centuplo, per quel poco che gli ho dato io.
Ed ora i nostri numeri.
Battesimi: 34 (32—37—34) (questi n. si riferiscono agi anni passati)
Siamo sempre sullo stesso andamento. Come sempre ci sono anche battesimi di bambini le cui famiglie abitano altrove ma che hanno radici nella nostra comunità. Nell’anno che inizia domani potrebbero esserci due battesimi di adulti. Sarebbe un evento che non capitava da anni.
Cresime 50 (37—56—44)
Numerose, quest’anno, e anche molto, molto intense. Si tratta di una classe di ragazzi bravi e motivati. E io spero che molti di loro possano continuare anche dopo le medie.
Prime comunioni 42 (41—51—52) Ancora un anno di magra, e lo si vede durante le messe domenicali, ma in seconda elementare sono tanti e sempre presenti.
Professioni di fede 10 (3—10—11) Anche quest’anno numerose. Qualcuna un po’ combattuta, altre che davamo per scontate. E’ sempre in gioco la libertà di ciascuno nel dire il proprio sì maturo e consapevole.
Matrimoni 8 (12—5—6)
E’ la ferita aperta e che sanguina. Quest’anno sono stati pochi, il prossimo ancor di meno: mi pare che siano scritti i matrimoni di due o tre coppie. E non siamo riusciti a far su un numero minimo per far partire il corso per i fidanzati.
Checché si dica questo è il dato più significativo della fede condivisa o meno nella nostra Chirignago. I giovani continuano ad innamorarsi, continuano a progettare una vita insieme, continuano ad aprire mutui e a fare debiti, continuano ad andare a convivere, ma tutto ciò viene fatto al di fuori (non dico contro) della fede e della tradizione cristiana.
Funerali: 92 (78-84-76)
Come si vede c’è stato un forte aumento del numero delle persone che ci hanno lasciato e dobbiamo anche tener presente che più di qualche funerale di nostri parrocchiani è stato celebrato altrove.
Si è trattato soprattutto di persone molto anziane, spesso sopra i novant’anni, anche se ci sono state morti più giovani. Di fatto abbiamo avuto quasi due funerali alla settimana. E’ un’occasione unica per annunciare il Vangelo anche a persone che non entrano mai in una chiesa se non per circostanze come questa.
Ascoltano? Hanno ascoltato? Rimarrà qualcosa nel loro cuore dopo la celebrazione? Lo sa solo il buon Dio