Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA’” – 28 gennaio 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA’” – 28 gennaio 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Il parroco, dottor Angelo Favero, non lo scrive, ma lascia fin troppo bene intendere che gli aspiranti nuovi parlamentari fanno promesse che neanche il gatto e la volpe del Collodi fanno al povero burattino Pinocchio, pur sapendo che la stragrande maggioranza degli italiani hanno un’intelligenza ben più consistente di quella del burattino di legno.

Don Angelo elenca con sarcasmo ed infinita tristezza le rocambolesche promesse degli aspiranti parlamentari di ogni partito. L’articolo è puntuale, documentato ed intelligente; il guaio è però che neppure don Angelo se la sente di indicare un partito almeno un po’ meno fanfarone e sfrontato degli altri.

Io sto disperatamente pregando per avere questa illuminazione dal Cielo, ma per ora niente, proprio niente!

Sottolineo pure il “Caro don Angelo” di Simone Carraro circa la Bonino, che proviene da una dottrina ben poco immacolata e cito pure l’altro “caro don Angelo”, di Claudio Zago che tenta di transitare sull’infida asse di equilibrio della censura, ma comunque tocca un problema alquanto difficile. A questo intervento fa seguito quello di un altro lettore che si firma Engel che, pure con garbo, dissente, ma suggerisce comunque la misura e il rispetto.

don Armando

Questo nostro tempo

Era facile immaginarlo e sotto questo profilo ero stato facile profeta: per due mesi, quelli che precedono le prossime elezioni politiche del 4 marzo, saremo stati immersi nella sagra delle sparate senza senso, della competizione che evidenzia chi le spara più grosse, delle bugie talmente grandi ed accattivanti che sembrano vere.

Alcune di queste proposte sono del tutto talmente arretrate che non le voglio neppure pensare in atto come quella di abolire l’obbligo dei vaccini.

Forse Salvini e Di Maio non leggono neanche i giornali per cui non sanno che l’amico Zaia, che voleva sospendere quest’obbligo, si è preso una sonora sberla dalla Corte Suprema.

E il Berlusca che vuole togliere il Jobs act forse non sa bene di cosa parla: il suo precedente governo si è incagliato proprio sulla abolizione dell’art. 18 e non ci è riuscito: adesso vuole scavalcare a sinistra Renzi il quale ha ben capito che le riforme di destra le può fare solo la sinistra.

Non parliamo poi dei pentastellati che vogliono abolire una valanga di leggi senza sapere con precisione dove sbattere la testa. Chi ha avuto la pazienza di seguire tutte le sciocchezze uscite dalle bocche -solo dalle bocche- parlanti di questi esponenti politici ed ha tradotto in cifre le promesse ha svelato che la messa in atto di tante promesse esigerebbe una spesa di molti miliardi. Sembra di essere capitati nel Paese del bengodi, sembra che chi finora ci ha governato abbia lasciato una vagonata di miliardi che dovrebbero essere subito impiegati a risanare la nostra economia al punto che a tutti viene assicurato di avere uno stipendio mensile di almeno discreto livello, l’assistenza sanitaria ottima per tutti senza code di attesa al pronto soccorso, con specialisti che ti visitano il giorno dopo la prenotazione, senza spese ulteriori rispetto alle normali trattenute sullo stipendio; i trasporti saranno adeguati con treni e pullman puliti e a basso costo; anche Roma avrà assicurata la raccolta dei rifiuti per cui abitanti, turisti e pellegrini non dovranno più turarsi il naso quando attraversano la capitale. Questi esponenti non si rendono conto che sparare a salve queste palle produce un’enorme confusione nella testa della gente al punto che il notevole rischio è quello di aumentare l’astensionismo. Eppure basterebbe poco: assicurare che i candidati, che troveremo nelle liste del proporzionale o quelli che troveremo già indicati nel maggioritario, siano persone oneste, prive di conflitti di interessi e soprattutto capaci nel settore della pubblica amministrazione. Il resto è chiacchiera e semplicemente banale e inutile retorica.

don Angelo Favero

Caro don Angelo,
con parole più chiare delle mie le due lettere di protesta oggi pubblicate esprimono bene quanto ti scrissi di recente e cioè che secondo me non tutto ciò che ti viene mandato debba obbligatoriamente essere pubblicato. Chi invia scritti farneticanti deve essere aiutato, non per forza condiviso e le sue considerazioni diffuse. Hai un compito gravoso, ma mi hai insegnato tu che abbiamo l’obbligo di discernere e di certo sei in grado di distinguere la censura (da evitare) dalla opportunità di evitare che alcune rozze idee trovino cassa di risonanza nel tuo sempre ottimo foglio di riflessioni.

Claudio Zago

Caro don Angelo,
avvicinare la Bonino a Riina e postulare il suggerimento di abortire che la prima avrebbe suggerito alla Madonna è parso azzardato anche al sottoscritto. Ma santificarla come baluardo del progresso sociale, come del resto già fatto con Pannella, e schernirsi per chi osa metterlo in discussione lo è altrettanto.

Ho già scritto il mio pensiero sulla presunta emancipazione femminile e sull’aborto.

Conviene forse meditare sui risultati che quelle cosiddette conquiste politiche hanno portato sul lungo termine. Il primo è il problema demografico su cui spesso lei si sofferma; il secondo è il livello minimo, ben sotto quello di guardia, in cui è precipitato il valore della famiglia in Italia e nel mondo. Con buona pace di chi giudicherà che questo abbassi il livello del nostro foglio.

Simone Carraro

Vale la pena di sapere
Ho sempre inteso il nostro foglio settimanale come un luogo aperto al confronto di una pluralità di posizioni. In particolare se una posizione non appare soddisfacente le si oppone un’altra riflessione in grado di contestare quanto è stato in precedenza affermato. In democrazia le idee si combattono con le idee. Avrei paura di essere l’unico che esprime le proprie posizioni sia nell’ambito politico che in quello ecclesiale; preferisco che altri intervengano, anche con idee molto diverse dalle mie; preferisco che nel rispetto reciproco ci si confronti, talora anche aspramente, in un clima di intelligente confronto e quindi di maturazione umana ed anche cristiana. Purtroppo esiste in alcune persone un gran desiderio di censurare ciò che non coincide con le proprie idee, con il proprio modo di pensare. Ho l’impressione che si tratti di una mentalità di carattere inquisitorio che in buona sostanza appartiene purtroppo alla fin fine ad una impronta di stampo clericale. Vi assicuro che su questa linea non mi ritrovo; sono un uomo libero, almeno nella testa, e tale voglio rimanere.

Engel

Da ”SAN NICOLÒ SAN MARCO” – 28 gennaio 2018

Da ”SAN NICOLÒ SAN MARCO” – 28 gennaio 2018
settimanale della comunità cristiana di Mira

Il periodico si apre con una bella preghiera per invocare la disponibilità e la fiducia nell’affidarsi al Signore in ogni congiuntura della giornata, ed una bella foto del campanile di Mira che qualifica il giornale.

Come sempre sottolineo le riflessioni del parroco don Gino che partendo da un fatto di cronaca, allarga ed approfondisce il discorso alla luce del Vangelo.

Il periodico riporta poi ogni settimana qualche brano di un discorso del Papa e il calendario liturgico della settimana.

La quarta facciata riporta una fitta serie di incontri e di cronaca parrocchiale. Mi pare che la più interessante e significativa sia quella dell’incontro dei giovani di 5^ superiore e del primo anno di università.

don Armando

O Signore,
fa’ che accolga con serenità d’animo tutto ciò che mi darai quest’oggi.
O Signore, istruiscimi in tutto
e sostienimi in ogni ora
di questa giornata.
O Signore, manifesta il tuo volere
su di me e su coloro che mi sono vicini.
Fa’ che accolga qualsiasi notizia
di questa giornata con serenità d’animo e con la ferma convinzione
che in tutto si compie la tua santa volontà.
O Signore grande e misericordioso,
guida i miei pensieri e i miei sentimenti
in ogni opera e parola.
Fa’ che in tutte le imprevedibili circostanze
non dimentichi che ogni cosa procede da te.
O Signore, fa’ che agisca con prudenza
nei confronti del mio prossimo
e che nessuno resti turbato o amareggiato per causa mia.
O Signore, dammi la forza
di portare la fatica e tutto ciò che accadrà in questa giornata.
Guida la mia volontà
e insegnami a pregare e ad amare
tutti senza ipocrisia.
Amen

Appunti… di don Gino Cicutto

NOZZE IN AEREO

Papa Francesco ci sorprende sempre con i suoi gesti che nascono dalla semplicità e dal cuore. L’ultimo è stato il Matrimonio celebrato in aereo tra uno steward e la sua compagna, sposati civilmente. Il Papa stesso lo ha spiegato ai giornalisti nel viaggio di ritorno dal Perù: “Uno di voi mi ha detto che sono matto a fare queste cose! Ma la cosa è stata semplice. Questi due giovani avevano il grande desiderio di celebrare il Matrimonio cristiano, si erano preparati, ma il terremoto ha fatto crollare la chiesa dove volevano sposarsi. Così hanno detto: lo facciamo domani, dopodomani … poi la vita, viene una figlia, poi un’altra. Ma sempre avevano questo nel cuore: noi non siamo sposati, lo li ho interrogati un po’, si sono preparati con il Sacramento della penitenza. Ho giudicato che erano preparati. Perché allora fare domani quello che si può fare oggi? E se quel domani avrebbe potuto significare dieci anni in più? I Sacramenti sono per gli uomini, tutte le condizioni erano chiare. Dite perciò ai parroci che il Papa li ha interrogati bene.” Ecco allora un Matrimonio vero e preparato e vissuto nella più grande semplicità, ma anche nella più grande verità.

MATRIMONI CIVILI
Con don Mauro ci siamo detti: perchè non proporre ai nostri cristiani che hanno celebrato il solo matrimonio civile per la necessità di fare in fretta e di non spendere un patrimonio in vestiti e pranzi, di offrire l’opportunità di celebrare il Sacramento del Matrimonio cristiano? Evidentemente senza fare nessun sconto nella preparazione, ma offrendo la possibilità di un Matrimonio nella semplicità: senza vestiti particolari, senza fronzoli inutili, ma andando al cuore della verità del Sacramento dell’Amore. Ecco allora la nostra proposta: chi ha celebrato il Matrimonio solo civile e desidera sposarsi nel Signore prenda contatti con noi, si prepari adeguatamente e noi li sposiamo anche durante la Messa del sabato sera o della Domenica. Il rinunciare al vestito bianco, ai fiori, al fotografo, al pranzo di nozze (che costa un patrimonio), alla macchina d’epoca, non renderà meno bella la consacrazione dell’amore davanti al Signore, anzi la renderà più vera e autentica. La proposta è lanciata, aspettiamo qualcuno che la accolga con gioia.

MORIRE NELLA PACE

Oggi il Signore mi ha fatto un dono straordinario: preparare alla morte una persona che ha desiderato con grande convinzione di andarsene da questa vita perdonando e ricevendo il perdono. Morire in pace e in piena coscienza è una grazia grande che produce il frutto della serenità e della pace del cuore. Ho potuto così raccogliere la confessione, donare il Sacramento del perdono e proporre con convinzione di ricevere anche l’Olio Santo, l’altro segno della misericordia e del perdono del Signore, che, attraverso quell’Olio si fa buon Samaritano per sostenere e consolare nel momento più difficile della vita che è la sofferenza e la morte. Le lacrime sincere che hanno accompagnato questo momento straordinario hanno toccato anche il mio cuore, aprendolo ad una preghiera vera e affettuosa.

CRISTO E’ INTERESSANTE?
Giovedì 1 febbraio alle ore 20.45, nel Patronato di s. Nicolò, ha luogo l’incontro mensile per i giovani di 5A superiore e del 1°anno di università, per trovare una delle tante risposte
alla domanda: Cristo è interessante?. Ci auguriamo un’ampia partecipazione.

Da “SEGNO DI UNITÀ” – 28 gennaio 2018

Da “SEGNO DI UNITÀ” – 28 gennaio 2018
periodico della parrocchia Santa Maria della Pace di Bissuola

Quasi tutti i periodici parrocchiali riportano un commento sul Vangelo della domenica ricavandolo da qualche pubblicazione online a livello nazionale. Questo periodico riporta il commento del priore di Bove, Enzo Bianchi, avendolo ridotto in misura degli spazi dei quali dispone il periodico.

Riporto gli auguri che un parrocchiano rivolge al parroco don Liviano Polato in occasione dei suoi settant’anni, trenta dei quali spesi generosamente per la comunità di Santa Maria della Pace. Mi pare bello e significativo che i fedeli si rendano conto dei sacrifici e dell’umanità del proprio pastore.

Segnalo pure l’assemblea del gruppo anziani. Vent’anni fa ci fu primavera nelle parrocchie per gli anziani; ora, purtroppo, se non è inverno è di certo autunno perché questi gruppi sono paurosamente ridotti sia per numero che per attività.

don Armando

I settantanni del parroco

AUGURI DON LIVIANO
pensieri sparsi, in libertà

Li compie proprio oggi domenica 28 gennaio.
Vediamo un po’: settanta, di cui quarantacinque (il 10 marzo) da sacerdote, e trenta – il prossimo settembre – come nostro parroco. Una vita dentro la vita. Stiamo invecchiando insieme. Fa un po’ impressione pensare che ci siamo conosciuti quarantenni. La tua barba allora era nera e neri erano i capelli, mentre i miei erano precocemente grigi. Francesco e Giulia erano due bambini, Mauro in piena adolescenza.

Quanti bambini hai visto nascere, crescere, anche sposarsi e avere bambini, don Liviano? Un giorno, qualche tempo fa, osservavi che ormai si stavano accostando al battesimo figli dei primi battezzati da te. E un po’ come quando si diventa nonni.

Quanti nipotini hai don Liviano? Non i figli dei tuoi svariati nipoti nella carne, ma quegli innumerevoli bambini che hai fatto nostri fratelli in Cristo. Dovresti scrivere un libro: i miei primi trent’anni di parroco a Bissuola, oppure i miei primi quarantacinque di sacerdozio, tra S. Maria Goretti, Jesolo e qui, o, ancora, i miei primi settanta anni di vita. Perché prima di diventare sacerdote, eri una persona che fin da ragazzino, ha maturato la vocazione. Anni importanti quelli dell’infanzia, anni che segnano una vita. Senza averne consapevolezza, con beata incoscienza, si forma il carattere di una persona, specialmente al tempo dell’infanzia, quando tutto il nostro avvenire viene plasmato dai valori che ci vengono impressi dai nostri genitori.

Me l’hai detto tu che hai avuto una persona nella tua vita che ti ha ispirato, il tuo vecchio parroco della Gazzera.

Poi c’è la figura della tua mamma, che ricordi sempre con infinita tenerezza. Da poco abbiamo scoperto insieme che il tuo papà fu una figura caratteristica della mia infanzia. Lui – il signor Gino – negli anni Cinquanta percorreva le vie del Rione Piave con il suo carretto trainato da una cavalla (o era una mula?) e vendeva frutta e verdura. Con il suo vocione roco si annunciava gridando “articìochi (carciofi) bei e mori!!!!”… “Pomi, peri e bea ùa!!”. E allora le mamme uscivano dalle case con le sporte e i taccuini e noi bambini attorniavamo quel carretto. La verdura era di stagione e non veniva dalla Spagna, dal Cile, dalla California o dai frigoriferi, allora si mangiavano le pesche d’estate e d’inverno mele ed arance. Limoni sì tutto l’anno.

D’inverno mazzi di cicoria e bieta, la zucca ad ottobre e novembre con le patate americane. Piselli da sbucciare a maggio. Era il tempo del fioretto la sera, dopo cena. La chiesa di via Piave, appena ricostruita dopo la guerra, era piena di gente che si portava la sedia da casa. Vedi i casi della vita: quando eri giovane cappellano a S. Maria Goretti, una altrettanto giovane coppia ti frequentava: mia sorella Germana e suo marito Alberto. I figli non arrivavano e tu pregasti per loro.

Poi sono venuti un maschio e una femmina. Dice: e questo come c’entra con il compleanno di don Liviano. Niente, forse. O forse sì: si parte da un pensiero comune e poi ci si lascia guidare dai ricordi. Fanno male, i ricordi? Volevo dirti che ti vogliamo bene e, come sempre, preghiamo per te, per la tua salute e per il tuo ministero.

Lascia che per una volta siamo noi a dirti “Il Signore sia con te”.

Virgiglio

gruppo anziani autogestito
ASSEMBLEA DEI SOCI
in sede

Per martedì 6 febbraio alle ore 15.30 è indetta l’Assemblea dei soci, durante la quale ci sarà spazio per le comunicazioni del presidente e la discussione su eventuali altri temi (attività, consuntivo del bilancio, eccetera).

Si raccomanda la più ampia partecipazione.

Da “LA BORROMEA” – 28 gennaio 2018

Da “LA BORROMEA” – 28 gennaio 2018
settimanale del duomo di San Lorenzo

La Borromea è il primo foglietto parrocchiale pubblicato nel Patriarcato di Venezia ad opera di monsignor Vecchi e del sottoscritto. Il settimanale si rivolge ai 9500 parrocchiani, quanti sono gli abitanti di questa numerosa comunità cristiana. Normalmente il periodico, in foglio A4, si qualifica per l’articolo del parroco, monsignor Gianni Bernardi.

In questo numero il parroco prende posizione nei riguardi dei crimini del razzismo hitleriano e ricorda il più giovane soldato americano, un diciassettenne caduto nella prima guerra mondiale e sepolto nel nostro cimitero.

Purtroppo solamente questo periodico prende posizione nei riguardi del razzismo, mentre ogni comunità cristiana dovrebbe rendersi partecipe delle problematiche del nostro pianeta.

La seconda facciata è dedicata alla cronaca parrocchiale.

don Armando

Giorni di ricordi per imparare a guardare con verità il nostro tempo

Carissimi, negli scorsi giorni abbiamo ricordato due date, che richiamano eventi che hanno caratterizzato la storia del Novecento e che ancora accompagnano, a guardar bene, le vicende dell’uomo e della società di questo nostro tempo così confuso.

La prima data è ricordata nel mondo intero con la Giornata della Memoria, che si celebra il 27 gennaio e che ha l’intento preciso di non farci dimenticare gli orrori causati dalle leggi razziali, che hanno portato allo sterminio, come si sa, di milioni di esseri umani durante la seconda guerra mondiale. Si è stabilito, a livello internazionale, di celebrarla ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Quest’anno, poi, ricorre l’ottantesimo anniversario dell’emanazione delle leggi razziali volute dal governo italiano di Mussolini e firmate dal re Vittorio Emanuele III.

Bene ha fatto il Presidente Mattarella a ritornare sulle leggi razziali, definendole «Un capitolo buio, una macchia indelebile, una pagina infamante della nostra storia» e mettendo in evidenza la parte avuta da intellettuali, giuristi, scienziati, storici nella persecuzione degli Ebrei mediante l’elaborazione e il sostegno dato al Manifesto della razza.

Bisogna anche non tralasciare, a mio parere, l’indifferenza di buona parte della popolazione. Mattarella ha fatto bene a ricordare, di conseguenza, l’importanza dell’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana, che costituisce la risposta dell’Italia democratica agli orrori causati da quella legislazione razzista: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Una riflessione attenta su quanto avviene in questi nostri tempi ci aiuta a capire come il pericolo di una discriminazione razziale sia continuamente presente: pensiamo all’intolleranza, all’odio che serpeggiano nella nostra società contro coloro che sono definiti “diversi”, fino a giungere a vere e proprie forme di razzismo e, addirittura, di antisemitismo. Di qui l’importanza di mantenere viva la saggezza della Costituzione, che, nata al termine di una violentissima e orribile guerra, ha visto la necessità di porre, a fondamento della vita della nuova nazione, il rifiuto di ogni distinzione, anche di presunta razza.

La pari dignità e l’uguaglianza dei cittadini sono davvero un caposaldo della nostra vita civile e sociale.

La seconda data alla quale faccio riferimento riguarda in maniera particolare la nostra realtà mestrina: il 26 gennaio è stato il centesimo anniversario della morte di un giovane americano, Richard Cutt Fairfield, ucciso durante un bombardamento su Mestre.

Come riporta la lapide della sua tomba nel nostro cimitero, è stato il più giovane volontario americano ucciso nello svolgimento del suo dovere. Si era arruolato, infatti, nella Croce Rossa e fu inviato in Italia durante la prima guerra mondiale (gli Stati Uniti, infatti, entrarono in guerra solo il due aprile del 1917): con un collega fu chiamato a svolgere il proprio servizio durante un’emergenza a Mestre e furono uccisi dallo scoppio di una bomba. I suoi genitori vollero che il suo corpo riposasse proprio a Mestre e la sua tomba è ancora al centro del cimitero: è una testimonianza struggente di un giovane che ha donato la sua vita.

I suoi genitori hanno voluto fossero incise sulla sua lapide le parole “Thy will my Lord be done” (la tua volontà, o mio Signore, sia fatta): segno di una fede che dice la grandezza del dono. Venerdì scorso, 26 gennaio, la sua tomba è stata al centro del ricordo, della gratitudine e della preghiera di molti, che hanno poi voluto soffermarsi al Laurentianum per proseguire il ricordo con un momento serio e appassionante di riflessione.

don Gianni Bernardi

Da “INSIEME!” – 28 gennaio 2018

Da “INSIEME!” – 28 gennaio 2018
settimanale della comunità cristiana SS. Martino e Benedetto di Campalto

Dati i contenuti spesso validi ed interessanti di questo periodico, auspicherei una impostazione grafica meno “boémienne” e più classica, forse perché per la mia sensibilità continuo a preferire pantaloni stirati e con la piega ai jeans sbrindellati e scoloriti artificialmente. Ma questo non è un problema troppo importante, anche se la forma rende spesso più appetibile il contenuto.

Questa parrocchia conta 6240 anime e dispone solamente del parroco, don Massimo Cadamuro.

Segnalo la bella preghiera della prima facciata, la cronaca della Cresima degli adolescenti delle due catechiste Veronica e Marina ed il bell’articolo documentato sulla “Giornata della memoria dell’olocausto”.

Ci sarebbe pure nel foglio un articolo che illustra in maniera intelligente e chiara, le modalità della nuova legge elettorale, ma penso che ormai la gente sia stanca di questi discorsi.

don Armando

Nella vita di ogni giorno,
siamo noi gli indemoniati
quando ci lasciamo guidare dalle paure,
quando tristezza e invidia ci sopraffanno,
quando siamo indifferenti,
quando agiamo solo per nostro tornaconto,
quando cediamo alle lusinghe del male,
quando alla tua Parola preferiamo ascoltare altre voci.
Vieni Signore, prendici per mano e liberaci.

E&G

Domenica 21 Gennaio noi ragazzi di IIIA media abbiamo ricevuto il sacramento della Cresima. Davanti a tutta la comunità abbiamo confermato le promesse battesimali. È stato un passo molto importante perché, se col Battesimo abbiamo “subìto” una decisione dei nostri genitori, noi domenica abbiamo confermato con consapevolezza la scelta fatta col Battesimo.

Il percorso che abbiamo fatto è stato lungo e impegnativo, ma è stato anche molto bello e interessante, sempre sostenuti dalle nostre catechiste, Marina e Rossella, che sono state delle guide preziose per compiere questo passo.

La messa di domenica, presieduta da don Dino Pistolato, ci ha visti protagonisti insieme alle nostre famiglie. La cerimonia è stata semplice ma molto coinvolgente e I’ emozione si è fatta sentire. Da oggi in poi come ci ha detto il Vangelo di domenica, forse saremo un po’ più pronti per diventare “pescatori di uomini”.

Veronica

Una miriade di emozioni mi ha invasa. Domenica i nostri ragazzi hanno confermato davanti alla comunità il loro battesimo. Il loro “eccomi” mi ha toccato il cuore. La cerimonia è stata semplice ma partecipata, si vedeva l’emozione dei ragazzi. I canti, le preghiere, le parole di don Massimo e don Dino hanno fatto in modo che tutto fosse veramente sentito.

Che dire, non è stato un cammino facile ma poi, un loro abbraccio, un sorriso, una parola, un grazie… mi hanno aiutato a non scoraggiarmi mai.

Io spero che i ragazzi non abbandonino il cammino alla ricerca di Dio. Un Dio che non smette mai di amarli ed è sempre pronto ad aprire le suo braccia per accoglierli.

Marina

LEGGERE PER NON DIMENTICARE

Anche quest’anno, in vista del Giorno della Memoria, 27 gennaio, in cui vengono commemorate le vittime dell’Olocausto (proprio il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz), arrivano in libreria romanzi, saggi e biografie a tema. Letture che ci possono aiutare a non dimenticare quanto avvenne in quegli anni terribili.

Iniziamo con lo scrittore israeliano Appelfeld, venuto a mancare lo scorso 4 gennaio a 85 anni, che nei suoi libri ha raccontato la Shoa e in generale l’Europa prima, durante e dopo la guerra. “Scompare uno degli ultimi, grandi testimoni della Shoa e insieme uno dei maggiori scrittori israeliani”, ha sottolineato il presidente di Guanda Brioschi, annunciando la pubblicazione di Giorni luminosi dello stesso Appelfeld, un romanzo che è un commovente affresco dei giorni successivi alla fine della guerra, in cui riecheggiano gli interrogativi che già sono stati di Primo Levi, restituendo lo stato di attesa, di timore, di sospensione tra il ricordo di un passato scomparso e della violenza dei campi e un presente incerto ma anche colmo di speranza.

In libreria per Mondadori, La guerra dì Catherine, di Claire Fauvel e Julia Billet. Rachel, una ragazzina ebrea, frequenta una scuola diversa dalle altre, che stimola la creatività. Qui stringe delle forti amicizie, e soprattutto scopre la passione della sua vita: la fotografia. Ben presto però le leggi contro gli ebrei si intensificano, e i ragazzi sono costretti a fuggire, aiutati da una rete di resistenti: devono dimenticare il proprio passato, famigliari e vecchi amici, e persino cambiare nome. Rachel deve lasciare la scuola che tanto ama, diventare Catherine e cominciare una nuova vita, fatta di continui spostamenti, incontri, sorrisi e dolori, ma sempre con la sua macchina fotografica al collo, alla ricerca, nonostante tutto, della bellezza.

Edith Eva Eger racconta la sua storia in un libro, La scelta di Edith (pubblicato a settembre 2017 da Corbaccio). Nata nel 1927 a Kosice, allora Ungheria e oggi Slovacchia, la Eger aveva appena sedici anni quando i nazisti la condussero insieme alla sua famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz, dove i genitori furono mandati direttamente nelle camere a gas, lasciando sole Edith e sua sorella.

Appena ventenne, Edith sopravvisse ad Auschwitz, alla marcia della morte fino a Gunskirchen (sottocampo di Mauthausen), dove fu salvata da un soldato americano che la trovò, ancora viva, tra i cadaveri.

Dopo la guerra, Edith si é trasferita negli Stati Uniti e ha studiato psicologia, specializzandosi nella cura di persone affette da disturbi post traumatici, per insegnare loro la capacità di far fronte a eventi traumatici, riorganizzare la propria vita dinanzi alle difficoltà, senza alienare la propria identità: cura i suoi pazienti con la stessa resilienza che l’ha salvata dai Campi di Sterminio, nella convinzione che “il peggior campo di concentramento è la propria mente”

 

Da “IL PUNTO” – 28 gennaio 2018

Da “IL PUNTO” – 28 gennaio 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Le due parrocchie sono composte da 7500 abitanti circa e dispongono del servizio pastorale di ben 4 sacerdoti e di un diacono. Il settimanale è composto da un unico foglio A4.

Mi pare che sia importante segnalare la messa mensile per tutti i defunti del mese di gennaio e due articoli sull’attività scout. Il primo si rifà ad un incontro degli scout più grandi a Bologna col noto sacerdote don Nicolini. Il secondo presenta una foto con un bel gruppo di lupetti ed un articoletto di colore sulla vita dei ragazzini scout più piccoli, i lupetti. Non smetterò mai di suggerire ai parroci di avvalersi dello scoutismo perché offre una educazione completa, si muove in maniera abbastanza autonoma e soprattutto ha ancora presa sui ragazzi e sugli adolescenti.

don Armando

1A febbraio Messa per tutti i defunti

Giovedì 1A febbraio, durante la S. Messa delle 18.30, ricorderemo i defunti della collaborazione mancati in questo mese di gennaio. Ricordiamo che è sempre possibile chiedere S. Messe di suffragio per i defunti, che purtroppo è una pratica importantissima che sta cadendo in disuso. Non sprechiamo i tesori che la Chiesa amministra a nome di Dio! Per le anime purganti in attesa del Paradiso non c’è infatti speranza più grande dell’amore di qualcuno che preghi e interceda per loro con la grazia della S. Messa.

SCOUT/ Uscita Clan a Bologna
con don Nicolini, il “prete dei poveri”

Le ultime due settimane sono state molto importanti per noi ragazzi del Clan. Siamo andati in uscita a Bologna dove abbiamo incontrato Don Giovanni Nicolini, conosciuto come “il prete dei poveri” e i membri del primo anno hanno firmato la carta di clan: un documento in cui c’è scritto ciò che è il Clan e ciò che ci impegnarne a seguire. Con Don Nicolini abbiamo parlato di molte cose, in particolare di temi come l’amore verso il prossimo e l’amore di Dio verso di noi: l’unico comandamento che Gesù ci ha fornito. Ci ha parlato della sua comunità che vive basandosi su questo insegnamento. Venerdì invece altri cinque membri del clan hanno firmato la carta di Clan impegnandosi a rispettare i fondamenti del nostro Clan e del cammino scout.

Federico Canello

La prima caccia del branco

La rugiada bagnava ancora il manto verde della terra, e da poco il sole era tornato ad illuminare le colline del Seeone. Era il grande giorno! I cuccioli si sarebbero uniti assieme al branco per la loro prima caccia. Dovete sapere, miei cari, che per un cucciolo di lupo la prima caccia rappresenta un momento di passaggio, un momento di adesione al branco e alla sua legge. Dopo una lunga corsa partendo dalla tana di Catene, raggiungemmo la meta all’imbrunire del cielo: le rovine di Castelfranco. Sul nostro cammino incontrammo uno strano volatile: Ferao il picchio, diceva di chiamarsi! Non ricordava assolutamente cosa le fosse successo! Un lupo pensa prima agli altri che a sé stesso, quindi decidemmo di aiutarlo. Cercammo le sue tracce per tutte le rovine di Castelfranco, nei fiumi, nella torre dell’orologio, fra le statue e persino davanti ad un posto, che l’uomo chiama pizzeria.

Devo ammettere che alla fine non capimmo bene cosa fosse successo a quel picchio, se non che aveva sbattuto la testa un po’ troppo forte, ma eravamo sicuri che fosse venuto li, per le promesse dei cuccioli.

Terminato il pasto della sera, i vecchi lupi chiamarono tutto il branco a raccolta e per l’occasione ci raggiunsero anche Baloo l’orso (don Lio), il maestro della legge e i saggi ed antichi elefanti Hati (i capigruppo). I lupi si disposero in cerchio. Akela il capo del branco ricordò ai cuccioli l’importanza del momento: era una promessa fatta davanti a Gesù, quindi indissolubile e ricca di valore. Ogni cucciolo andò davanti ai vecchi lupi e con coraggio ripeté le parole: “Prometto con l’aiuto e l’esempio di Gesù, di fare del mio meglio per migliorare me stesso, per aiutare gli altri e per osservare la legge del branco “. Vi confido che il momento fu veramente emozionante, non so se più per i cuccioli o per i vecchi lupi! E poi, anche se proprio non si addice a dei lupi, abbiamo festeggiato con torte e dolcetti. Ora il Branco di Dhak del Catene, può contare sulla forza di 9 lupi in più. Buona caccia!

Akela (F.B.)

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 28 gennaio 2018

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 28 gennaio 2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

Queste due parrocchie contano più di diecimila anime. E’ auspicabile che il periodico cresca dato il numero rilevante di abitanti al quale si rivolge. Purtroppo per questa rassegna io non disponga del numero di copie stampate perché sarebbe importante confrontare questo dato con il numero di abitanti. Di certo tutti i bollettini parrocchiali tengono conto solamente delle problematiche dei praticanti e trascurano in modo completo la stragrande maggioranza degli altri battezzati più o meno credenti.

In questo numero don Andrea fa una disanima tra i battesimi e i funerali da cui si evince che in parrocchia nel 2017 ci sono stati 30 battesimi e 106 funerali. Don Andrea si lamenta per tutto il tempo assorbito dai funerali. E’ inimmaginabile che nel prossimo futuro aumentino i preti! Però, come avviene ormai a Bressanone, si dovrebbe cominciare a pensare che dei laici qualificati potrebbero risolvere questo problema. Purtroppo ben raramente nella nostra Chiesa, si gioca d’anticipo.

Il resto del foglio A4 è dedicati alla cronaca parrocchiale.

don Armando

I FUNERALI

La scorsa settimana ho pubblicato i numeri dei battesimi, delle Comunioni, delle Cresime e dei funerali. Dal dato complessivo emerge la disparità fra funerali e battesimi: 106 contro 30, si intende mettendo assieme San Pietro e Sant’Andrea.

Questa differenza enorme è già motivo di riflessione per se stessa. Vorrei però anche invitare tutti a considerare un problema personale: il problema del tempo del parroco e di altri preti che vedono in media due mattine o pomeriggi alla settimana scomparire dalla loro disponibilità … e chiaramente non andrà meglio per il futuro. Contatti per fissare data e ora in base alle esigenze della burocrazia, della famiglia, della parrocchia e del parroco (o chi per lui); contatto con la famiglia per essere vicino sul serio in questo momento e per preparare un minimo il funerale; preghiera presso l’obitorio prima del funerale; funerale; sepoltura, anche dopo qualche giorno in caso di cremazione (sempre più spesso).

C’è poi la questione di quando gli impegni si possono assommare e concentrare in momenti singolari creando serie difficoltà: Per esempio durante la scorsa Settimana Santa ci sono stati 7 funerali, ed era la Settimana Santa …! E 10 giorni fa ci sono stati 8 funerali in 5 giorni.

Chiaramente ho chiesto aiuto per quanto possibile, ma ho vissuto lo stesso con difficoltà questi momenti …

Non ci sono solo note negative: francamente vivo questi momenti con intensità: sento la gratitudine per queste persone che il Signore ha donato anche a me e che molto spesso mi sono diventate care, anche se nel dolore della loro perdita.

Sento la bellezza e l’importanza di essere accanto alle persone e alle famiglie che soffrono in questi momenti, anche se è faticoso e difficile. Sento anche forte la possibilità di annunciare il vangelo dell’amore e della Pasqua anche in questa occasione, anche a persone a cui altrimenti non potrei annunciarlo.

E tuttavia sento anche la grande fatica nel vivere troppo spesso questi momenti con il rischio di un sovraccarico e di una impossibilità di svolgere bene il mio ministero in altri aspetti: la cura dei bambini, degli ammalati che non riesco più ad andare a trovare, la cura delle famiglie che necessita sempre più di preparazione, competenza e disponibilità, la cura delle strutture parrocchiali e della gestione economica che ora è raddoppiata …

Che fare? Non è questione facile ed è necessario riflettere seriamente perché è giusto fare le cose per bene secondo giustizia e anche perché a voler fare troppo si rischia di fare poco e male, quando non si rischia anche di peggio …

Io ci sto pensando, ma credo sia importante farlo assieme …

Don Andrea

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 28 gennaio 2018

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 28 gennaio 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

Il periodico esce elegante, ordinato, in sei facciate ed è rivolto alle undicimila “anime” delle tre parrocchie che costituiscono questa “Unità parrocchiale”.

Segnalo come sempre i ” Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera” di don Cristiano Bobbo, il quale parla con il cuore e l’anima alla sua gente. Nella terza riflessione “Superficialità”, c’è una nota di amarezza perché un giornalista gli affibbia alcune parole da lui mai dette.

Riporto, per curiosità, “La benedizione degli animali”, “rito” oggi in voga tra le parrocchie ma nel quale don Cristiano si distingue perché recupera, come di frequente, certe usanze religiose di un tempo. Per questo evento egli si presenta in veste, cotta, stola e tricorno e non benedice solamente i cani e i gatti, ma pure gli animali di grosso taglio quali i buoi in stalla.

Mi pare pure bella e da suggerire l’iniziativa “La visita con due pullman ai presepi di Soave”, ormai tradizione in questa parrocchia.

Le pagine 5 e 6 sono occupate da una fitta serie di iniziative delle quali sottolineo quella della nuova sede per le attività caritative della San Vincenzo parrocchiale. Ho la sensazione che le parrocchie più attive si stiano impegnando per rendere più efficiente la carità parrocchiale, per me grande segnale di attualità pastorale.

don Armando

LUNGO IL FIUME
Pensieri in libertà di un parroco della riviera
di don Cristiano Bobbo

La Pastorella
Intirizziti dal freddo della sera, sono arrivati davanti alla chiesa di San Pietro i nostri bambini che anche quest’anno hanno portato l’annuncio della nascita di Gesù lungo le strade del nostro paese con il canto della Pastorella. Un gruppo di genitori ha fatto loro da supporto, insieme al direttore del canto, un caro amico appassionato delle nostre tradizioni locali, per far risuonare, in coro, le lodi al Bambinello Gesù. Ma quest’anno si è aggiunta pure la caratteristica compagnia di un piccolo cavallo con tanto di calesse al traino, per ricordare che nel presepe di Gesù c’erano anche loro, gli animali, a cantare, a loro modo, le lodi al divino Salvatore. Ho ringraziato questo drappello colorato e agghindato di tutto punto che con rinnovato entusiasmo ha voluto diffondere il lieto annuncio del Natale cristiano.

Certamente si sono dati da fare per preparare questo simpatico evento ma non tutti sono così intonati, qualcuno canta a squarciagola e qualche altro a malapena lo si sente bisbigliare; non tutti riescono a mantenere desta l’attenzione: qualcuno si dondola sui piedi, i più piccoli sono attratti dal cavallo e vorrebbero accarezzarlo in continuazione, qualche altro, complice il cappello da Babbo Natale che scende sugli occhi per via della taglia troppo grande, sembra già ricercare il desiderato cuscino sulla spalla di papà. Una cosa bella, però, ce l’hanno tutti; ed è una cosa spettacolare, il più grande dono che potessi ricevere da loro questa sera: il loro sorriso!

Quello che non risparmiano mai a nessuno: né ai genitori, né ai nonni o ai fratelli, né agli educatori e nemmeno agli sconosciuti… È la loro arma vincente e la usano fino in fondo. È l’augurio più bello di questo e di ogni Natale: il sorriso dei nostri bambini! È il dono che vuole raggiungere tutti: un sorriso semplice, per chi non parla, non canta, non corre, non gioca, non gioisce e non spera. È il sorriso di Gesù Bambino che non ha parole ma che viene dal cuore; dal cuore di chi, nel suo silenzio, ti incontra ogni giorno e ti parla nel segreto.

I propositi del cuore
Siamo agli inizi di un nuovo anno e mi sono già interrogato sui propositi che intendo assecondare per viverlo bene. Per quanto riguarda quello che riuscirò o non riuscirò a fare, ho imparato a non farmi illusioni per non mettere in conto progetti troppo ambiziosi ma piuttosto lasciarmi guidare da Dio per i passi che mi saranno chiesti. Sono invece convinto che il più bel regalo che potrò fare alle persone che mi sono affidate sarà il mio tempo, cioè la mia vita. Non è mai tempo perso, quello dedicato alle persone per noi importanti. E le persone importanti per la mia vita di pastore, ultimamente, si sono addirittura moltiplicate! Potrei anche spaventarmi di fronte a un simile scenario che mi attende nei prossimi giorni dell’anno! Ma se dovessi guardarmi alle spalle, non esiterei un solo istante ad affermare che tutti i momenti dedicati agli altri sono diventati ricordi che profumano di vita. E perciò mi ripeto che chi ama veramente, il tempo lo trova sempre. Perché il tempo è una scelta. La scelta di dare sempre la priorità al cuore.

Superficialità
Ho trovato sul giornale alcune affermazioni che mi vengono attribuite come se le avessi pronunciate io stesso tali e quali per poi finire sulla carta stampata, “tra virgolette”, dal giornalista che ha scritto l’articolo. Non si trattava di frasi compromettenti, né di espressioni cattive uscite dalla mia bocca, quanto piuttosto di parole di circostanza, quelle che un po’tutti si aspettano da un sacerdote in momenti particolari dove vengono richieste comprensione, benevolenza e vicinanza nel dolore. Tutto bene. Soltanto che quelle parole non le ho mai dette a quel giornalista che le ha semplicemente inventate di sana pianta ritenendo di interpretare il mio pensiero.

E non è la prima volta! Cosa fare in questi casi? Mica possiamo semplicemente mandarle giù e dimenticare! Ho scritto al direttore ma, a quanto pare, i criteri della cronaca sembrano contemplare anche certe licenze… Il mio caso non è sicuramente così importante da suscitare ulteriori polemiche. Ma, fatte le debite proporzioni, c’è da spaventarsi al pensiero di quante sciocchezze pensate, dette e scritte, una vera e proprio valanga di fandonie che ogni giorno, attraverso i giornali, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione di massa, inonda cervelli, parole e convinzioni di tante persone.

Il risultato di questo continuo ingurgitare stupidità prima o poi si fa sentire perché le sciocchezze come le volgarità lentamente irradiano l’anima e la mente e ci trasformano. Anche persone di qualità, abituate ad assorbire banalità ogni giorno, alla fine ne restano contaminate. La verità rimane ancora l’unico antidoto a tante deviazioni ma, a quanto pare, ancora pochi la prediligono.

LA BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
di Elda Gasparini

Ogni anno desta stupore l’atteggiamento assunto da alcuni dei protagonisti a quattro zampe nell’istante in cui stanno per accogliere su di sé le gocce d’acqua benedetta: non appena scorgono il sacerdote avvicinarsi con l’aspersorio, anche i più esuberanti si acquietano all’improvviso, talvolta socchiudendo gli occhi e mettendosi quasi sull’attenti, come se fossero realmente consapevoli della solennità del momento, della sacralità del gesto che li coinvolge. E in effetti è sempre coinvolgente la benedizione degli animali che viene impartita nel giorno di S. Antonio abate.

Il rito si è ripetuto a Oriago mercoledì 17 gennaio, data in cui la Chiesa fa appunto memoria del celebre eremita protettore degli animali domestici. Numerosi parrocchiani sono accorsi sul sagrato della chiesa di S. Pietro portando con sé gli amici a due o a quattro zampe, perché il parroco don Cristiano Bobbo invocasse su di loro la benedizione di Dio. E così, sfidando il vento forte levatosi nel pomeriggio, parecchi cani di tutte le taglie, qualche gatto e un pappagallo hanno vivacemente movimentato lo spazio antistante alla chiesa, consentendo il rinnovarsi di questa antica e suggestiva tradizione ripristinata negli ultimi anni da don Cristiano.

La lieta cerimonia ha avuto un’appendice in due fattorie, dove il parroco si è recato a benedire i bovini nelle stalle, compreso un tenero vitellino nato nelle prime ore della giornata. C’è chi ritiene che riti di questo genere siano superati e debbano essere confinati nelle plaghe remote di un passato che oggi può apparire intriso di eccessiva ingenuità, se non addirittura di superstizione. In realtà non è così, perché celebrazioni come questa servono a riaffermare la dignità di tutti gli esseri viventi, ricordandoci l’armoniosa sapienza del disegno di Dio che li ha chiamati ad esistere e a condividere in qualche maniera le vicende umane.

Un motivo in più per dire grazie al nostro Padre celeste lasciando affiorare sulle labbra una delle invocazioni ascoltate durante il rito: “Sii benedetto, Signore, per tutte le tue creature che ci invitano a cantare la tua lode”.

LA VISITA AI PRESEPI DI SOAVE
di Riccardo Sforza

Si è svolta anche quest’anno l’ormai tradizionale visita ai presepi realizzati nelle località della nostra regione. Domenica scorsa, 21 gennaio, insieme a don Cristiano, a suor Rosanna e a suor Domizia, siamo partiti da Oriago in centodiciassette a bordo di due pullman, e siamo giunti alle pendici dei Monti Lessini, a Soave, un borgo medievale incastonato fra le colline tappezzate dai rinomati vigneti che producono l’omonimo e famoso vino. Lì abbiamo potuto ammirare le numerose rappresentazioni della Natività dislocate nei vari ambienti del borgo. In particolare abbiamo visto vari tipi di presepi: quelli “diorami” nella chiesa di San Rocco, realizzati secondo un modello prospettico che fa percepire la profondità della scena, quelli tradizionali presenti nella Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo e in quella di San Giorgio e infine quelli più creativi visitabili nella Chiesa dei Domenicani.

Questi diversi stili ci hanno permesso di notare le molteplici sfumature con cui viene rievocata la nascita di Cristo, facendoci rivivere la discesa di Dio fra gli uomini come un evento sempre attuale. Inoltre abbiamo potuto assaporare la bellezza della cittadina medievale intrisa di storia, cultura e tradizione anche grazie alle tre guide che ci hanno accompagnato per le vie del paese, ricordandoci gli eventi accaduti lì e le memorie delle persone che vi hanno abitato. Soave, infatti, è legata ad una lunga storia a partire dal suo nome che deriva dalla popolazione degli Svevi presenti in quella zona in epoca longobarda, fino ad arrivare alla Serenissima che lì pose il suo dominio testimoniato da alcuni edifici e monumenti, passando poi per alcuni personaggi importanti per la letteratura italiana come Dante, che in questa località forse compose parte della Divina Commedia, e Ippolito Nievo, che vi trascorse l’infanzia.

Questa visita è stata quindi una bella proposta per passare qualche ora serena e in compagnia, grazie anche al sole che ha allietato il nostro pomeriggio, riservandoci anche degli splendidi scorci di tramonto.

NUOVA SEDE PER LA “SAN VINCENZO”

Domenica 4 Febbraio la parrocchia di S.M. Maddalena avrà la gioia di consegnare ufficialmente una nuova sede per la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli ricavata nei rinnovati locali situati presso il campo parrocchiale. Dopo i lavori degli ultimi mesi che hanno interessato l’edificio per il rifacimento della pavimentazione, la sostituzione degli infissi, il risanamento delle pareti, la messa a norma degli impiantì, la dipintura interna ed esterna, l’ambiente è già stato convenientemente attrezzato per consentire le attività caritative della San Vincenzo. Al termine della S. Messa delle ore 10.30 ci sarà l’intervento del presidente provinciale dott. Stefano Bozzi e quindi la presentazione della nuova sede da parte del presidente parrocchiale, prof. Tarcisio Babetto; seguirà il taglio del nastro con la benedizione dei locali da parte dell’arciprete. Tutti sono invitati a partecipare.

Da “IL DIALOGO” – 28 gennaio 2018

Da “IL DIALOGO” – 28 gennaio 2018
settimanale della parrocchia di San Michele Arcangelo di Quarto d’Altino

Mi pare interessante l’articolo, firmato Marco, della prima pagina. Suppongo che sia un missionario o semplicemente un giovane che ha fatto un’esperienza in un paese del terzo mondo in mezzo agli adolescenti e che non si è lasciato scoraggiare dall’inquietudine della loro età e della situazione sociale.

Segnalo ancora un altro articolo, ma per un altro ordine di idee: il pranzo per raccogliere fondi. Mi pare che questa soluzione sia abbastanza diffusa tra le nostre parrocchie, ma per realizzarla esige una certa organizzazione di non poco conto

Il resto si rifà all’ordinaria amministrazione di ogni parrocchia.

don Armando

LA FORZA CHE DANNO I RAGAZZI DELL’HOGAR!

Si riparte! Manca poco al mio ritorno dai miei ragazzi… Difficile non chiamarli così perchè da ormai 5 anni vivo sempre al loro fianco dal momento in cui si svegliano a quello in cui vanno a dormire: qualcuno l’ho visto entrare al centro, altri li ho visti uscire per continuare a crescere, li ho visti piangere e sorridere, li ho curati quando stavano male, ho riso in loro compagnia ma anche condiviso la loro tristezza e il loro dolore, abbiamo cucinato o lavorato insieme, siamo diventati compagni di gioco, li ho sgridati e a volte castigati quando la marachella era un po’ troppo grande, ho gioito assieme a loro… Soprattutto li ho visti crescere ed ho cercato, nel mio piccolo, di aiutarli a farlo con dei consigli, dicendo a ciascuno di loro che sono stupendi, importanti e che dentro di loro hanno una forza con cui possono fare qualsiasi cosa, a condizione che la usino per il bene e per gli altri.

Non sempre sono tutte rose e fiori: le regole imposte dalle autorità rendono sempre più difficile educare, le difficoltà economiche si fanno sentire sempre di più, le emergenze sono all’ordine del giorno e poi il vissuto dei bambini a volte ritorna e ti fa sbattere davanti ad una realtà che mai avrei pensati di affrontare, ti pone problemi su che appoggio offrire per farli uscire fuori da quel tunnel infinito e buio fatto di violenza, abuso, odio…

Ma allora chi me lo fa fare? Cos’è quello che mi spinge? Beh la mìa forza sta nei ragazzi: magari mi fanno disperare, arrabbiare deludermi ma alla fine il solo farli felici o sorridere per qualche istante mi fa capire che sono nella strada giusta, che i miei sforzi sono stati premiati perché sono riuscito a dare qualcosa di mio all’altro, a donargli un po’ di quell’amore di cui hanno bisogno.

Ho una voglia matta di vederli, di sapere come se la sono passata in mia assenza, di conoscere i nuovi arrivati: non mi preoccupa il lavoro che mi aspetta, tanto so già che non avrò il tempo di annoiarmi… Quello che conta è che potrò stare di nuovo in loro compagnia ed accompagnarli ancora per un bel po’ lungo il cammino della vita! Sarebbe una bugia dire che in questi giorni non li abbia mai pensati ma ho avuto anche modo di ripensare ai volti vecchi e nuovi incontrati dal giorno in cui sono tornato in Italia ed alla fortuna di conoscere persone davvero meravigliose: tutti mi hanno arricchito e le loro parole o i loro gesti mi hanno fornito nuove chiavi di lettura della mia esperienza e mi hanno ricaricato di energia positiva perché mi fanno capire una volta di più che non sono solo!

Ricordo ancora con piacere i brividi che ho provato quando mi avete dato il benvenuto a casa con un forte applauso ad una Messa: non me l’aspettavo, ho potuto sentire davvero l’affetto della mia comunità…

Vi sono grato per questo gesto e vi ringrazio per il sostegno che date a me e soprattutto ai ragazzi: Dio vi benedica per quanto fate per noi!

Marco

PRANZO COMUNITARIO PRO RESTAURO
PASTA, MUSETTO E LENTICCHIE Domenica 4 febbraio – ore 12.30
Contributo base 15 a persona (fino a 6 anni: gratis)

Da “UNA COMUNITÀ SULLA VIA DI SAN PAOLO” – 28 gennaio 2018

Da “UNA COMUNITÀ SULLA VIA DI SAN PAOLO” – 28 gennaio 2018
settimanale della parrocchia di San Paolo apostolo di via Stuparich

Il periodico esce sempre in otto facciate A5 e si rivolge ai 3100 parrocchiani di questa comunità. Le prime due facciate sono sempre dedicate al commento del vangelo di Paolo Curtaz. Il resto è dedicato alle attività parrocchiali che sono quanto mai molteplici. Tra queste segnalo: la Madonna Candelora – la Giornata dell’Ammalato – il grest e campi scuola estivi – gli adolescenti e web – il Cenacolo tra le parrocchie del vicariato.

Riporto la scelta di indicare gli articoli più importanti di “Gente Veneta” e soprattutto un articolo esauriente sulle “Collaborazioni pastorali” con particolare riferimento a quella cui appartiene questa parrocchia. Chi volesse leggere tutto il foglio lo potrà trovare sul sito: www.sanpaolomestre.it

don Armando

LE “COLLABORAZIONI PASTORALI”

“le collaborazioni pastorali – principi ispiratori e linee di attuazione per la diocesi”
S’intitola “Le Collaborazioni pastorali – Principi ispiratori e linee di attuazione per la Diocesi” ed è stato reso pubblico giovedì 8 giugno 2017 e trasmesso quindi ai sacerdoti e ai diaconi, agli uffici e agli organismi diocesani del Patriarcato nonché messo a disposizione qui in calce e in altre sezioni del sito diocesano.

Come spiega il vicario episcopale per la pastorale don Danilo Barlese, “questo testo non aggiunge indicazioni nuove ma raduna per “voci” gli elementi e i soggetti principali in modo da offrire una sintesi delle motivazioni e dei passi da compiere. Il fascicolo desidera perciò essere uno strumento per il cammino che, da un lato per i contenuti rimanda alle fonti, dall’altro, calato nel quotidiano, orienterà le scelte in base al territorio e alla situazione pastorale, da attuare con gradualità. Come ogni strumento è sempre migliorabile”. L’invito è ora quello di diffonderlo (ed approfondirlo) il più ampiamente possibile nelle varie comunità del territorio diocesano.

Per chi lo desidera, è possibile scaricare l’intero documento dal sito della parrocchia

www.sanpaolomestre.it, nella sezione documenti.

alcuni spunti dal documento
Per la nostra Chiesa diocesana camminare insieme significa porre particolare attenzione alle nascenti Collaborazioni tra le parrocchie; desidera incoraggiarle, aiutarle e rinforzarle, a partire dalla costituzione dei Cenacoli.

L’introduzione delle Collaborazioni Pastorali è richiesta dalla necessità di ridefinire l’azione pastorale nella comunità in vista di una rinnovata passione missionaria.

Questo nuovo passo da compiere coinvolge tutti; chiede discernimento rispetto ai mutamenti della situazione ecclesiale e incide sulle articolazioni territoriali della diocesi.

La collaborazione pastorale riguarda più parrocchie vicine: in esse viene avviata una pastorale unitaria con la presenza di una comunità di battezzati di riferimento (gruppo del Cenacolo) guidata da un sacerdote coordinatore.

L’obiettivo della Collaborazione Pastorale è che abbia a realizzarsi, in un ambito territoriale omogeneo, tra tutte le parrocchie in essa presenti, una pastorale organica progettata e attuata in modo che corrisponda alla natura della Chiesa, che è quella di essere e manifestarsi come comunione eucaristica, senza dare per scontato che lo scopo di qualsiasi azione e novità sia l’Evangelizzazione.

L’obbiettivo delle Collaborazioni Pastorali non è la realizzazione di “super-parrocchie”, che assorbano o sopprimano le singole identità, bensì una “comunione di comunità”, dove l’intento è quello di una valorizzazione e di un aiuto vicendevole che consenta l’esperienza di una maggiore vitalità di coesione e di missione.

La Collaborazione Pastorale possiamo perciò definirla uno spazio di comunione tra parrocchie di un’area territoriale che presenta una certa omogeneità, in cui è possibile promuovere un’azione evangelizzatrice organica, configurata e riconosciuta istituzionalmente, quale espressione significativa di pastorale ecclesiale e comunitaria.

Essa non intende privare della necessaria e specifica cura pastorale alcuna comunità parrocchiale, ma vuole promuovere un’azione pastorale più efficace e omogenea per lo stesso territorio che evidenzi le risorse, la ricchezza e le tradizioni delle singole parrocchie, per rispettarle e promuoverle.

Le Collaborazioni pastorali non sono una nuova entità che viene a sovrapporsi o aggiungersi a quelle già esistenti. Né si riducono ad una nuova organizzazione della Chiesa: semmai costituiscono un modo diverso di affrontare le tematiche e i problemi della situazione ecclesiale sociale e culturale.

Esse non hanno l’intento di sostituire le parrocchie e non si costituiscono dall’oggi al domani: con progressiva gradualità acquisteranno una fisionomia più matura.

E noi?

E la nostra parrocchia come si inserisce in tutto questo?
Le 5 parrocchie di San Paolo, Santissima Trinità, Santa Maria del Carmelo (Favorita), San Pietro Orseolo, Santi Gervasio e Protasio da tempo stanno attuando una serie di attività condivise per creare una collaborazione pastorale. Un cammino non facile, perché necessita di un cambiamento radicale di mentalità, ma un cammino che tutti siamo chiamati a percorrere.

1. catechisti dell’iniziazione cristiana
Da due anni abbiamo iniziato un percorso comune per la formazione dei catechisti. Tre incontri all’anno, dove il primo passo è quello di conoscersi, per crescere nella stima reciproca e condividere le proprie esperienze. Abbiamo mosso i primi passi in un cammino che richiederà ancora molto tempo.

2. incontri per fidanzati
Stiamo vivendo proprio in questi giorni il secondo “corso fidanzati” con la collaborazione di tutte e 5 le parrocchie. Una 15^ di coppie che iniziano a conoscersi e confrontarsi su “Dio e famiglia”.

3. Stazioni Quaresimali
Come l’anno scorso, anche quest’anno ci troveremo tutti i mercoledì di quaresima per celebrare la messa in una delle 5 parrocchie della collaborazione. Sacerdoti e laici assieme.
Lo affidiamo alla preghiera di tutti.

GENTE VENETA

In questo numero
Una casa, a Borbiago, che “funziona” con l’energia necessaria per una lampadina da 60 watt e non emette gas nocivi. Poi, venti famiglie che studiano l’enciclica Laudato si’ e calcolano la propria “impronta ecologica”. Sono le due esperienze che il nuovo numero di Gente Veneta propone per dire che uno sviluppo ecosostenibile è possibile. Sabato, inoltre, alle 11.45 in sala Sant’Apollonia a Venezia, ne parleranno Luca Mercalli e il Patriarca Francesco.

Nel nuovo numero di GV anche:
1) Il cenacolo, molto più di un gruppo: l’incontro a Jesolo Lido durante la Visita pastorale;
2) Francesca, dal Lido alle Olimpiadi: l’atleta veneziana del pattinaggio su ghiaccio si racconta;
3) A Marghera 200 nuovi sos: sono i nuovi utenti del Centro d’ascolto della Caritas, nel corso del 2017;
4) Caldaie, nessuno controlla: bollini e valvole ai caloriferi, vita facile per i “furbetti”.

Da “LA MIA PARROCCHIA” – 21 gennaio 2018

Da “LA MIA PARROCCHIA” – 21 gennaio 2018
settimanale della parrocchia della Beata Vergine Addolorata di via Bissuola

Di strettamente religioso in questo numero c’è ben poco oltre ad un breve commento del vangelo della domenica.

Di particolare segnalo che l’associazione culturale della parrocchia “C’entro anch’io” ha organizzato per l’11 febbraio la commedia dialettale “L’oselo del marescialo” con la “Compagnia dell’Orsa Maggiore”, un pranzo “Menù degustazione” per 25 euro a persona per sostenere le attività giovanili – “S.O.S compiti” doposcuola, e la festa di carnevale per i ragazzi.

Auspico ancora una volta che qualcuno faccia un elenco delle compagnie teatrali e dei cori perché le parrocchie che ne avessero bisogno sappiano dove attingere.

don Armando

Da “CAMMINO” – 21 gennaio 2018

Da “CAMMINO” – 21 gennaio 2018
settimanale della parrocchia di San Leopoldo Mandic di Favaro Veneto

Il periodico di questa parrocchia che si rivolge alle 1930 “anime” che la compongono, è costituito da un foglio A4 con le normali notizie degli appuntamenti parrocchiali.

Ritengo utile segnalare una iniziativa particolare denominata “Dal quaderno dei grazie in fondo alla chiesa”. Suppongo che i fedeli siano invitati a scrivervi qualche motivo particolare per ringraziare il Signore. Pubblico “Il grazie” di questa settimana.

don Armando

DAL QUADERNO DEI GRAZIE
in fondo alla chiesa

31-12-2017 Signore Gesù, sono venuto a trovarti stamattina perché avevo un forte desiderio di ringraziarti per tutto quello che mi hai sempre dato, anche se molto spesso ti ho mancato di rispetto.
Grazie per avermi dato una famiglia, che seppur con alti e bassi, mi ha fatto vivere tantissimi momenti di felicità.
Grazie per i figli che ancor oggi mi vogliono bene e mi cercano, anche se sono un bacchettone!
Grazie per i nipoti adorabili.
Grazie per la salute che ci hai concesso in questa terra.
Lavorerò per ottenere la Gioia del Cielo amando il mio Prossimo ….
Grazie, Padre nostro.

Da “IL PONTE” – 21 gennaio 2018

Da “IL PONTE” – 21 gennaio 2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro, San Giuseppe, San Francesco di Paola e Sant’Elena

Queste quattro parrocchie contano complessivamente 6000 anime, sono servite dal solo parroco mons. canonico Narciso Belfiore e dispongono di questo settimanale formato da un solo foglio A4, periodico che è ben lontano dalla vivacità e dall’intraprendenza di qualche bollettino parrocchiale della terraferma.

don Armando