Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITÀ” – 11 febbraio 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITÀ”11 febbraio 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Ogni periodico parrocchiale ha i suoi pregi e ha delle caratteristiche particolari. Quello di questa parrocchia è di certo il più aggiornato da un punto di vista religioso. Gli interventi del suo parroco, don Angelo Favero, sono sempre puntuali, documentati, intelligenti e capaci di una lettura religiosa della vita in costante e rapida evoluzione.

Ringrazio don Angelo perché mi conferma che un certo mio modo di considerare la fede e la religione, che un tempo tentavo di scacciare come tentazioni del demonio, ora dà poca libertà e gioia al mio spirito. Ringrazio di cuore don Angelo per l’articolo di questa settimana che credo dovrebbe essere portato a conoscenza di ogni credente in ricerca e soprattutto di ogni cattolico. Non commento l’articolo perché condivido tutto e con don Angelo ringrazio Dio di averci donato Papa Francesco che continua a desacralizzare e a liberare la Chiesa dalla “camicia di forza” in cui era costretta a vivere stentatamente.

don Armando

Questo nostro tempo

Questo Papa continua a sorprenderci, favorevolmente. Eravamo abituati alla rigidità delle cosiddette carte matrimoniali, certificati, pubblicazioni, visti religiosi e civili e altro del genere. Ed ecco Papa Francesco che celebra il matrimonio in viaggio d’aereo di due conviventi che hanno già dei figli con la motivazione: “ho accertato che avessero fede in Gesù Cristo e nella grazia sacramentale del matrimonio”. Con un solo tratto gestuale supera di botto tutta la burocrazia canonica e va all’essenziale. Ogni Papa ha avuto le sue caratteristiche e sono contento che il Signore mi sta aiutando a vivere in questa attuale situazione. Penso con qualche rammarico al tempo di Pio X nella prima parte del ‘900; il Papa che, divenuto capo della chiesa, ha mantenuto la mentalità del parroco di Salzano. E con la storia della condanna del cosiddetto modernismo ne sono usciti malconci preti, vescovi ed anche cardinali che si erano impegnati negli studi storico-biblici come Loisy e come Bonaiuti o nel settore sociale come don Murri.

Quante sofferenze! E poi colpisce papa Francesco che, certamente assillato e angosciato per il problema dei preti pedofili alla pari del suo predecessore, chiede pubblicamente scusa per non aver usato un termine esatto nei confronti sia del sacerdote che del vescovo implicati in una faccenda poco chiara soprattutto nella parte offesa. Chiede scusa affermando: ho sbagliato. Ma lo avreste visto Papa Pacelli Pio XII a domandare scusa? Pio XII che dice in pubblico: fratelli, non ho fatto abbastanza per salvare gli ebrei destinati a morte sicura sotto le martellate micidiali del nazismo e del fascismo?

Francesco ha la capacità di affermare i punti essenziali della fede di Gesù Cristo e nello stesso tempo stimola l’intera chiesa a non ripiegarsi sulle formalità religiose ma ad accogliere nel cuore, nella mente e nei fatti il messaggio d’amore di Cristo con la preferenza per i poveri, gli esclusi, gli emarginati. E poi il coraggio di questo Papa che in nome del Vangelo non può evitare i colpi bassi che gli vengono infetti dall’interno della chiesa stessa oltre a quelli scontati che gli vengono dall’esterno. Ho la sensazione che questo Papa ci faccia toccare con mano che la chiesa è veramente nelle mani di Dio e da Dio stesso è diretta seppur in una barca sempre traballante per i venti che soffiano forti e per le onde che cercano di sommergere la barca stessa. Non facciamo certo un culto della persona ma traiamo da questo esempio quanto aiuta a rafforzare la nostra fede nel vangelo di Gesù Cristo.

don Angelo Favero

Da ”SAN NICOLÒ E SAN MARCO” – 11 febbraio 2018

Da SAN NICOLÒ E SAN MARCO – 11 febbraio 2018
settimanale della comunità cristiana di Mira

Come al solito propongo di leggere i consigli saggi e fraterni del parroco don Gino. Questa settimana egli mette in evidenza che non si può vivere senza la prospettiva del domani. Il secondo pensiero invita gli anziani a passare entusiasmo, saggezza e fede ai nipoti. Il terzo invita i fedeli praticanti a rompere quel silenzio cupo che talvolta aggiunge tristezza alla tristezza del funerale, partecipando invece in maniera attiva alla liturgia del commiato.

Della facciata dedicata alla cronaca e agli appuntamenti parrocchiali, segnalo l’orario della celebrazione delle ceneri studiato con grande zelo pastorale e l’iniziativa dell’invito a cena dei cresimandi assieme ai loro genitori: una soluzione ottimale per coinvolgere e far familiarizzare con la parrocchia sia i ragazzi che i loro genitori.

don Armando

Appunti… di don Gino
LA FURBIZIA

Quando non venga usata male o per imbrogliare, la furbizia è di sicuro un segno di intelligenza. M’è parso di cogliere questo pensiero vedendo l’altra sera un’intervista fatta ad un giovane calciatore che comincia la sua avventura in serie A. Con molta naturalezza diceva all’intervistatore che la carriera di calciatore dura 10 -15 anni e poi è destinata a finire anche se con un bel gruzzolo di denaro. La furbizia consiste allora nel pensare anche al domani e di preparare questo domani nell’oggi che c’è a disposizione. Per questo diceva che il tempo presente è importante per crescere nella cultura leggendo libri intelligenti e i-scrivendosi all’università.

La sua furbizia, mi pare di poterla cogliere nella consapevolezza che uno sport non può essere il tutto della vita e che è intelligente impiegare il tempo presente per crescere nella cultura e preparare un domani che non sia ridotto solo a soldi e a palloni.

La furbizia di questo ragazzo può essere un esempio intelligente di come affrontare la vita.

INDICARE LA STRADA

Si afferma, con preoccupazione, che la nostra società è fatta in prevalenza da persone anziane e questo fatto pone dei problemi per l’avvenire del nostro paese. Tutto giusto. C’è però un aspetto che potrebbe essere la ricchezza dell’oggi e cioè che queste persone anziane sono i nonni delle giovani generazioni; una ricchezza che non è stata presente in altre epoche. Ai nonni spetta oggi, per buona parte del tempo, la cura dei nipoti e questo non è un male se questa “cura” può significare che spetta ai nonni indicare la strada della vita, trasmettere valori ed esempi che hanno il supporto della vita vissuta; trasmettere la fede cristiana che sembra relegata a qualche cosa di marginale nella vita dei nostri ragazzi e dei nostri giovani. Verrebbe da dire: “Nonni, riscattate il vostro tempo. Non state a piangervi addosso per il tempo che passa e per i malanni che si affacciano all’orizzonte. Indicate la strada a chi la sta cercando, mostrate la bellezza del sentiero che avete percorso; non stancatevi di mostrare la bellezza del Vangelo. E pazienza se qualche volta i nipoti vi diranno che siete vecchi e che il mondo è cambiato”.

ASSEMBLEE MUTE

Capita di solito ai funerali. Ci sono talvolta delle assemblee numerose, ma mute. Sono di solito il segno di una “lontananza” dalla vita cristiana che accomuna giovani e adulti e mette nel cuore una grande tristezza. Eppure c’è qualcuno che risponde alla preghiera, ma si tratta di voci isolate qua e là che si percepiscono appena nel silenzio generale. Basterebbe poco per rovesciare questa situazione e dare un segno di partecipazione viva alla preghiera, perché non sia ridotta ad un “funerale”; basterebbe guardarsi attorno, riconoscere le persone che di solito frequentano la preghiera della comunità e mettersi insieme. Una decina di persone vicine danno subito un tono diverso alla preghiera e soprattutto danno un segno bello, una testimonianza viva di che c’è una comunità. Si potrebbe provare a mettere in atto questa strategia?

Le ceneri inizio della quaresima

Il Mercoledì delle Ceneri, 14 febbraio, è un momento importante nel nostro cammino di cristiani: segna l’inizio della Quaresima ed è il primo passo del nostro cammino verso la Pasqua del Signore. Per questo lo celebriamo con particolare solennità, offrendo a tutti più occasioni per compiere questo gesto penitenziale e manifestare il desiderio che questo tempo sia particolarmente significativo nella nostra vita cristiana.

A s. Nicolò celebriamo Le Ceneri:

ore 10.30 per gli anziani e per chi è libero da impegni di lavoro, per tutta la collaborazione s. Marco e s. Nicolò.

ore 17.00: per i ragazzi del catechismo che portano l’ulivo secco da bruciare insieme ai loro propositi di impegno nel seguire Gesù.

ore 20.30: per tutta la comunità, in modo speciale per i ragazzi delle medie e per i giovani.

A s. Marco la celebrazione delle Ceneri è fissata alle

ore 18.30: è animata dai ragazzi, tutti sono invitati a portare l’ulivo secco e a bruciarlo come segno di impegno quaresimale.
preghiera di tutti.

Cena cresimandi

Prosegue la bella iniziativa dei ragazzi di 2″ media di trovarsi a cena con i genitori, per crescere nella conoscenza reciproca e condividere un momento bello di fraternità nel cammino verso la Cresima. Sabato prossimo 17 febbraio le catechiste Victoria e Serena invitano a cena il loro gruppo, con i genitori.

Da “SEGNO DI UNITÀ” – 11 febbraio 2018

Da SEGNO DI UNITÀ – 11 febbraio 2018
periodico della parrocchia Santa Maria della pace di Bissuola

In questo numero sottolineo l’invito marcato al digiuno quaresimale, un invito di cui non c’è quasi cenno negli altri periodici parrocchiali.

Il digiuno è certamente poco per vivere la Quaresima con spirito di fede, ma il niente è ancora una volta peggio del poco.

Segnalo pure la cronaca di un’uscita degli adolescenti di questa comunità. Certe esperienze forti lasciano un segno indelebile nelle coscienze e quindi è quanto mai opportuno fornirne l’occasione.

don Armando

DIGIUNO E ASTINENZA

Mercoledì 14 febbraio, inizio della Quaresima,
giorno di imposizione delle “Ceneri”, come per il Venerdì Santo, c’è l’obbligo del digiuno nonché dell’astensione dalle carni. Nei venerdì di quaresima vige solo quest’ultima norma. Il digiuno è segno della nostra astinenza dal peccato, come dice sant’Agostino: “il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l’astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo,…”.

Indicazioni pratiche

– il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi,

– i venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi,

– negli altri venerdì dell’anno, i fedeli possono sostituire l’astinenza dalla carne con altre opere (cioè azioni) di carattere penitenziale.

– al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all’astinenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni.

– anche coloro che non sono tenuti all’osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana.

Più ampie considerazioni nel documento “Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza” della C.E.I., 4.10.1994

il campo invernale a Calalzo
DIARIO IN BRICIOLE

Finalmente dopo un lungo viaggio in macchina siamo arrivati a Calalzo di Cadore ed in seguito all’ostello “La lunga via delle Dolomiti” dove alloggiavamo. Dopo aver sistemato i nostri bagagli ci siamo vestiti da neve per andare a giocare nel campo di calcio adiacente all’edificio; nevicava, nevicava tanto, ma proprio tanto! Mentre i nostri animatori decidevano cosa far fare a noi ragazzi, abbiamo iniziato a giocare in svariati modi: chi con le palle di neve, chi con pupazzi e angeli di neve e chi con dei placcaggi. Gli animatori ci hanno proposto di giocare a tris sulla neve e ci hanno diviso a fatica in due squadre.

La mattina del 28, dato che non siamo potuti uscire per il brutto tempo, abbiamo guardato il film “Il pianeta del tesoro” che parla del sogno di un ragazzo di trovare il pianeta del tesoro. Anche grazie a questo film abbiamo potuto riflettere sul tema proposto: la perla preziosa. Infatti anche noi cerchiamo qualcosa nella vita, la nostra perla preziosa.

Sempre il 28 dicembre, dopo pranzo, siamo andati a Cortina per un’uscita improvvisata per il brutto tempo mattutino; là abbiamo potuto vedere la ricchezza montana e ci siamo fatti una bella foto.

Il giorno seguente siamo andati a Sappada dove la mattina abbiamo partecipato ad una ciaspolata di gruppo immersi nella natura incontaminata delle montagne, mentre il pomeriggio l’abbiamo passato a Nevelandia tra giochi, slittini e neve.

Il pomeriggio del terzo giorno (29/12/2017) i nostri animatori hanno organizzato l’esperienza del “deserto” che era divisa in tre momenti: la visione di uno spezzone del film “una settimana da Dio”, l’ascolto delle canzoni “La perla preziosa” dì Marcello Marrocchi e “Ci sono anche io” di Max Pezzali, infine alcuni spunti tratti da una catechesi di Papa Francesco. Grazie a queste attività abbiamo provato a capire che cosa sia veramente importante per noi nella vita e a tralasciare il superfluo.

Le serate cominciavano con un quarto d’ora di tempo libero nel quale uno dei tre gruppi si occupava di sparecchiare e lavare i piatti dopo la cena. Al termine ci raggruppavamo e ci organizzavamo per la serata che consisteva in vari giochi. L’ultima sera, invece, abbiamo

organizzato noi le attività da svolgere: i tre gruppi si sono radunati e hanno scelto diversi giochi.

La sera del secondo giorno le tre squadre Artuso, Bignè e Cannoli si sono radunate in cerchio per assistere all’ambientazione di un giallo: un urlo nella penombra ha squarciato il silenzio e così noi ragazzi siamo accorsi per vedere cosa fosse successo. Abbiamo trovato la proprietaria di una villa (magistralmente interpretata dalla mitica Iole) distesa morta su un letto. Con vari indizi raccolti dai vari personaggi dopo aver superato alcune prove, le squadre hanno avanzato le loro ipotesi su assassino, arma e movente.

Dopo le serate di giochi ci radunavamo in cerchio per un momento di preghiera, la compieta e lo stesso ogni mattina per la preghiera delle lodi. Oltre alla preghiera accompagnata da chitarre, canti e pianoforte abbiamo fatto alcune attività tra cui una che riguardava la conversione di vita di persone famose come Max Laudadio, Nek e suor Anna Nobili.

L’attività consisteva nel presentare agli altri gruppi uno di questi personaggi, introducendo la sua vita prima e dopo l’incontro con Gesù. Questa esperienza è servita a notare come la vita di ogni persona possa riservare sorprese.

Ringraziamo gli animatori per averci sopportato, i cuochi per averci sfamato e don Massimiliano per la sua simpatia che ci ha accompagnato. In più vogliamo ringraziare Anna Miani che, di sua spontanea volontà, è venuta a condividere con noi questa esperienza.

I giovanissimi

Da “L’INCONTRO” – 11 febbraio 2018

Da L’INCONTRO” – 11 febbraio 2018
settimanale della Fondazione Carpinetum

L’argomento che il giornale propone di sviluppare in questo numero è quello delle problematiche dell’adolescenza. Comunque, fortunatamente, il periodico tratta pure altri argomenti e così evita una monotonia che il lettore a malapena sopporta.

In questo numero presento l’articolo di don Bonini che, a proposito di elezioni, di programmi elettorali e soprattutto del ruolo dei cattolici, riporta il pensiero del monaco Enzo Bianchi e del cardinale Martini: due perle veramente preziose!

Presento pure la presa di posizione lucida, tagliente e categorica di Luciana Mazzer sulla passività della famiglia, della scuola e soprattutto degli organi dello Stato sulle devianze e la violenza egli adolescenti e dei giovani.

Il periodico gode pure del consueto apporto del dottor Sergio Barizza su argomenti inerenti la storia di Mestre.

don Armando

Parole profetiche
di don Fausto Bonini

Vent’anni fa il monaco Enzo Bianchi e il cardinale di Milano Carlo Maria Martini offrivano riflessioni che in questo periodo pre-elettorale ritornano con la forza della loro attualità

Parola di Dio e politica
In questi giorni di grande dibattito politico mi è capitato in mano, un po’ per caso e un po’ perché cercavo una parola saggia sul tema della politica, un libricino edito dalla comunità di Bose, nella collana Qiqajon, intitolato Parola e politica. Raccoglie le riflessioni di Enzo Bianchi e di Carlo Maria Martini su questo tema. Non so se sia stato riedito. La mia edizione porta la data del 1997 e costava allora 10.000 lire. Non eravamo ancora entrati nell’euro.

I cristiani siano sale e lievito nelle culture.

Spero di non annoiarvi, ma (purtroppo!) quelle riflessioni sembrano scritte per la situazione politica che stiamo vivendo. Sono passati vent’anni da allora, ma ancora niente di nuovo sotto il sole. Cedo la parola a Enzo Bianchi. “I cristiani siano sale e lievito nelle culture. I cristiani non devono avere una “loro” cultura, ma devono abitare le culture degli uomini, conferendo ad esse semmai quell’orizzonte che solo la fede può dare. L’evangelo non ci consegna una cultura, ma si incultura; non fa di noi una città, ma abita le case degli uomini… La presenza dei cristiani nella polis dovrebbe divenire “luce”, illuminazione di sentieri possibili, indicazione di senso e di speranza, ma anche smascheramento delle disumanità, denuncia profetica contro le ingiustizie, vigilanza e istanza critica contro i rischi dell’assurgere del potere politico a idolo”. Papa Francesco è su questa lunghezza d’onda. La sua voce è una voce profetica che spinge la Chiesa ad essere “Chiesa in uscita”. Che vuol dire “uscire” per “entrare” nei problemi dell’umanità di oggi. Che il Signore ce lo conservi a lungo!

È in gioco il futuro della democrazia.
E ora passo la parola al cardinale Martini. “C’è un crescendo della politica fatta spettacolo, fatta scontro verbale, palcoscenico di personaggi vincenti, che richiedono deleghe a governare non sulla base di programmi vagliati e credibili, bensì sulla base di promesse o prospettive generiche”. E ancora: “C’è una logica della conflittualità che tutto intende nella relazione amico-nemico, dove con l’amico si ha tutto in comune, con il nemico nulla… Il consociativismo, accordo spartitorio di potere che non ricerca valori comuni da far crescere insieme, ma spazi da gestire… Non è in gioco la libertà della Chiesa, è in gioco la libertà dell’uomo; non è in gioco il futuro della Chiesa, è in gioco il futuro della democrazia”. Parole profetiche, anche queste. Vi ricordo che queste parole sono state scritte vent’anni fa e sono ancora di grande attualità. Siamo in periodo pre-elettorale e la confusione è grande e il sottoscritto, in buona compagnia di qualche milione di italiani, non sa ancora per chi votare. Tutti promettono la luna. Una volta tanto scelgo di non guardare la luna, ma di guardare il dito che la indica. Che significa che voglio verificare la credibilità del personaggio, la sua storia passata, il suo impegno presente. E poi faccio fatica a capire questa ressa di persone che si spingono e fanno di tutto pur di entrare nelle liste delle persone da eleggere. Che sia per senso del dovere? Per volontà di servizio? Oppure per sistemare la propria vita presente e anche quella futura grazie a una buona pensione e a un buon vitalizio? A voi la scelta. Caso per caso, ovviamente, per non fare di ogni erba un fascio.

Diversità e violenza
di Luciana Mazzer

Violenze da parte di minori, spesso ancora bambini, nei confronti di altri adolescenti. Violenze che hanno comportato per le vittime gravissime conseguenze fisiche e psicologiche che si protrarranno nel tempo. In pochi giorni, numerosissimi i casi avvenuti.

Gruppi di giovanissimi vigliacchi, resi forti dal numero, hanno aggredito in luoghi affollati coetanei sconosciuti colpendoli con calci, pugni, catene e coltelli.

Ragazzi che una passeggiata in centro o il ritorno da scuola hanno portato al disgraziato incontro. Adolescenti normali, normali nel vestire, nel modo d’essere; diversi però, agli occhi degli aguzzini proprio per la loro normalità. I diversi, “i gravemente diversi” sono purtroppo loro: bambini e ragazzini che con il placet o il totale disinteresse di disgraziate famiglie non frequentano la scuola per non sacrificare, a loro dire, la propria libertà all’istruzione.

Bambini e adolescenti che vivono in strada senza proibizione alcuna; ignoranza e violenza sono per loro pane e credo, inculcati sin dalla culla dai loro stessi genitori e parenti. Famiglie, che dell’infrangere la legge hanno fatto la propria ragione di vita, la propria professione. Di fatto, nessuno è più solo dei violenti giovanissimi, abbandonati a loro stessi, ignorati dalle famiglie, lasciati crescere fra violenze e brutture.

Per la nostra legge, essendo ancora bambini, molti di loro sono impunibili. Nonostante la gravità del fatto commesso, vengono riconsegnati alla famiglia, aggiungendo male al male, errore ad errore. Non meno grave, la passività e l’indifferenza dei molti adulti presenti alle violenze. Nessuno ha proferito parola, nessuno ha cercato di difendere le vittime. Prosegue innarrestabile l’abbrutimento della razza umana. Le preposte istituzioni hanno fin troppo atteso, lasciando che il fenomeno della delinquenza minorile raggiungesse, soprattutto in territorio partenopeo, gli attuali livelli.

A mio parere, il tardivo summit delle della scorsa settimana potrà portare nel tempo risultati apprezzabili, se si penserà tanto alle vittime, quanto agli aguzzini. Forse, con molta fatica e un grande, impegnativo lavoro da parte di chi dovrà occuparsi di loro, queste violente, irragionevoli, ignoranti, crudeli creature, non senza grande interiore dolore, potranno conoscere nel tempo il conforto e la bellezza della normalità.

La nostra storia
Mestre, centro di comunità
di Sergio Barizza

“Mestre o delle strade”, così un improbabile Cicerone del XXI secolo potrebbe intitolare un qualsiasi saggio su Mestre. È ben vero che è storicamente la “porta” verso Venezia, che dispone di una delle più grandi aree industriali d’Europa in via di dismissione e riconversione accanto a un invidiabile parco urbano con panorama mozzafiato sul profilo della citta storica, che ha perfino delle glorie sportive nazionali e internazionali dalla scherma, al pattinaggio, dalla ginnastica, al nuoto e al basket… Ma vuoi mettere la tangenziale e il passante: quella è Mestre per moltissimi italiani e non solo, quel budello di tir e autovetture ha identificato spesso la quintessenza di questo lembo di territorio veneto. Un approdo storico non del tutto casuale. Infatti il più antico documento, scritto in latino, conservato presso l’Archivio Storico di Mestre è una copia cinquecentesca di un opuscolo del 1315 dal titolo “Decreti e deliberazioni intorno al rìstauro delle strade”. Si tratta di dichiarazioni giurate, di fronte a un notaio, dei responsabili delle varie frazioni del circondario di Mestre (denominati merìga), circa l’obbligo di garantire la sicurezza del territorio della loro circoscrizione mantenendo efficienti strade, ponti, fossi e canali con le rispettive rive. Ognuno doveva farsi carico della sicura viabilità del proprio territorio. Riporto come esempio una parte della regola riguardante Carpenedo, dove si parla della strada che va verso il Terraglio (via Trezzo) e della presenza di una fornace nella zona confinante con Bissuola: “Regola della Capo Pieve di Carpenedo. Martedì 4 entrante novembre. Pietro di Guidone, merìga della capo-pieve di Carpenedo, per sé e per il suo comune comparve davanti al notaio Alberto Viviani di Albertino e giurò e rese pubbliche le notizie sottoscritte. Dapprima si trova una via pubblica per la quale si va da detto vitlaggio al Terraglio da Mestre…

Ugualmente si trova una strada pubblica per la quale si va da detto villaggio a Mestre, la quale confina con la via per cui si va dal villaggio di Bissuola a Mestre, in essa vi sono due ponti, uno dei quali è sopra un canale che si chiama Fossa Nuova, che scorre per il territorio di Carpenedo e finisce nel fossato delle fornaci. Gli uomini che hanno terre nei pressi dello stesso lo devono tenere in ordine per tutto il loro territorio”.

Il panorama che emerge da questo primo “catasto delle strade” è, si potrebbe ben dire, un po’ olandese: un territorio solcato da strade e intersecato da numerosi fiumiciattoli, canali e grossi fossi che scorrono verso la gronda della laguna dove Mestre risulta il punto di convergenza di una serie di piccole comunità i cui nomi risuonano ancora oggi: Trivignano, Zelarino, Tarù, Chirignago, Asseggiano, Brendole, Perlan, Carpenedo, Dese, Favaro, Tessera, Spinea, Orgnano, Crea, Maerne, Martellago… È questa la visione di Mestre che si sarebbe poi consolidata nel tempo: ultima tappa del lungo tragitto verso Venezia per quanti provenivano dall’Europa centrale attraversando le Alpi (non a caso il tratto di strada compreso tra i Quattro Cantoni e la torre di Belfredo era denominato Borgo dei tedeschi) e centro in cui convergevano tutte le direttrici di traffico dalle frazioni e paesi vicini ma soprattutto da città più o meno grandi: Padova, Mirano, Castelfranco, Treviso, Trieste. Tutte le strade convergevano sul centro di Mestre, in particolare su piazza Barche, da dove poi merci e passeggeri avrebbero puntato – via barca – su Venezia.

(4/continua)

Da “LA BORROMEA” – 11 febbraio 2018

Da “LA BORROMEA” – 11 febbraio 2018
settimanale del duomo di San Lorenzo

Il foglio si apre, come al solito, con un corposo articolo del parroco, mons. Gianni Bernardi, sul significato della Quaresima.

Segnalo il “pezzo” che presenta gli articoli più significativi del giornale del Patriarcato “Gente Veneta” e quello che presenta il bilancio della “Banca del Tempo Libero”, sia perché è in diocesi l’unica associazione nella quale i fedeli possono depositare a favore dei fratelli, il loro tempo libero, sia perché è un bilancio abbastanza consistente ma che però non è legato al numero dei parrocchiani indigenti e bisognosi di aiuto.

don Armando

Gente Veneta News

Quattro-cinque appartamenti per i senza dimora sulla via dell’autonomia, anche segnalati dalla Caritas. E più informazioni a disposizione degli operatori della carità. Sono alcune proposte e azioni del Comune di Venezia, uscite da un incontro con la Caritas diocesana Si apre così un nuovo “patto” per i più fragili del territorio. Ne parla il nuovo numero di Gente Veneta in cui, tra l’altro, si può trovare:

In confessionale da 60 anni. Il cappuccino padre Ruffino racconta la sua vita da penitenziere e la sua storia di vocazione, iniziata con un robusto “no”.

«Chimica, crisi finita. E tornano le assunzioni». Lo dice un sindacalista Cisl: dopo dieci anni non c’è più finalmente, nel Veneziano, alcuna azienda del settore in crisi.

Cecilia, una 28enne veneziana, racconta come l’evangelizzazione di strada le abbia cambiato la vita. E sabato di Carnevale, a Rialto, ripeterà l’esperienza di Annuncio.

— BTL

Nel corso del 2017 la BTL ha mantenuto attivi tutti i servizi a favore di famiglie e persone in difficoltà, grazie all’aiuto economico di molti parrocchiani, della Municipalità e del 5 per mille. Ecco, in sintesi, la situazione contabile: entrate euro 39.637, uscite euro 44.554 di cui spesi per beneficienza euro 33.976 e 5.661 per assicurazioni e spese per la sede. Il saldo negativo è di euro 4.917 che si spera di appianare. In merito a questo disavanzo, le signore del Gruppo Lavoro e Fantasia sperano in un’ entrata extra data dalla vendita di bomboniere da loro ricamate a mano e disponibili per un tempo limitato.

Altre notizie: da lunedì 5 febbraio è iniziato il primo corso di lingua e cultura italiana per stranieri: le iscrizioni saranno aperte fino a mercoledì 14 febbraio.

Il Corso base per l’apprendimento dell’uso del computer inizierà venerdì 2 marzo e si concluderà in aprile; sono aperte le iscrizioni.

Per informazioni sulle bomboniere e sui Corsi telefonare in Segreteria allo 041.958418 da lunedì a venerdì dalle 9:30 alle 12:00.

Da “IL PUNTO” – 11 febbraio 2018

Da “IL PUNTO” – 11 febbraio 2018
settimanale delle parrocchie di Catene e Villabona di Marghera

Il parroco don Lio presenta in questo numero una specie di “vademecum” per la Quaresima dei propri fedeli. Mi pare di dover sottolineare l’invito di sostituire il pranzo del venerdì con un “pranzo” di ordine spirituale mediante un incontro in chiesa per “nutrirsi” della parola di Dio.

Mi ha rattristato alquanto una riflessione di uno scout della parrocchia che denuncia il calo della presenza di giovani e ragazzi in parrocchia e lo spegnersi di gruppi giovanili.

Mi pare pure interessante il risultato della riunione del consiglio pastorale della parrocchia sul calo delle offerte. Non mi pare che la soluzione proposta dia adito a grandi speranze, mentre mi pare molto positiva la notizia che il parroco lo scorso anno ha elargito 50.000 euro per i poveri, augurandomi che l’abbia fatto mediante un gruppo di fedeli.

don Armando

OFFERTE GENEROSE E OFFERTE IN CALO
Donati 50 mila euro in opere di carità

Martedì scorso si sono riuniti in seduta comune il Consiglio Pastorale e il Consiglio Economico per discutere su alcune questioni di carattere economico. In particolare si è rilevato come la nostra comunità sia davvero molto generosa in tema di carità verso i bisognosi: lo scorso anno don Lio ha distribuito personalmente 50mila euro in opere di carità! Tuttavia è d’obbligo anche notare come invece le offerte per la sovvenzione delle spese ordinarie (acqua, luce, gas, tasse) siano ridotte al minimo storico, nonostante siano in significativo aumento. Per questo motivo si è deciso che la tradizionale busta per le offerte recapitata con il Punto per Pasqua nelle case, sarà invece distribuita a mano fuori delle S. Messe di domenica 18 Marzo, quinta di Quaresima.

Impegni di Quaresima
In Quaresima ci sono offerte molte occasioni di preghiera e di carità, che è sommamente opportuno riprendere nella vita cristiana:

– Ogni giorno in chiesa la S. Messa alle 18.30 preceduta dal Rosario e seguita dai Vespri; a Villabona il giovedì sera alle 18.

– Ogni venerdì di Quaresima alle 15.00 suoneranno le campane per ricordarci l’ora della morte del Signore, invitandoci ad una preghiera silenziosa nel nostro cuore. Alle 17.00 in chiesa si terrà poi la pia pratica della Via Crucis, cui seguirà l’Adorazione Eucaristica.

– “Venerdigiuniamo. il venerdì la chiesa resta aperta all’ora di pranzo, perché si possa sostituire il digiuno materiale con il nutrimento della Parola e della preghiera.

– Da mercoledì 21 febbraio la S. Messa dell’Aurora, ogni mercoledì alle 6.30 del mattino.

– La cassettina “un pane per amor di Dio”, nella quale mettere il frutto delle nostre rinunce e privazioni a sostegno delle Missioni.

– Ogni sabato, dalle 15.30 alle 18.30, i sacerdoti sono disponibili per ascoltare le Confessioni; per chi avesse necessità fuori orario può chiedere in ufficio parrocchiale.

Riflessione di un 20enne scout
«Mi interrogo sul declino delle attività giovanili»
Sono un ragazzo di 20 anni, sono cristiano e faccio il capo scout: perciò non mi si tirino pietre dopo la lettura di questo piccolo articolo, che solleva un problema scomodo. Il problema di cui vorrei parlare è il declino delle attività giovanili nella nostra parrocchia.

Come molti avranno notato, nel corso degli ultimi anni c’è stato un progressivo e continuo declino dell’uso del patronato da parte dei ragazzi più giovani: appena 7-8 anni fa era un notevole punto di aggregazione (a onor del vero, era anche l’unico campo da calcio accessibile, e all’epoca era gratuito). In Campetto venivano organizzati tornei di calcetto, a cui partecipavano decine di ragazzi: era anche l’unico aggancio che molti di loro avevano con la parrocchia. Un altro grande problema è l’assenza di un gruppo giovanile che sia alternativo agli scout: è un dato di fatto che la stragrande maggioranza di coloro che rimangono nella parrocchia dopo la Cresima fa parte del gruppo scout. Dunque è evidente che quando si riesce a far nascere un gruppo saldo tra i ragazzi, questi saranno maggiormente spinti ad ascoltare il Signore: non a caso Gesù stesso dice che “Perché, se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). A ciò si aggiunge l’assenza di un gruppo giovani, che dia un punto di riferimento per le persone della mia età. E evidente come questa situazione sia un grosso problema per la nostra comunità: penso che non sia solo dovere del parroco, ma di tutti noi come cristiani interrogarci sul come porre rimedio a questa situazione.

Marco Tegon

Da “CAMMINIAMO ASSIEME” – 11 febbraio 2018

Da CAMMINIAMO ASSIEME – 11 febbraio 2018
settimanale delle parrocchie di San Pietro e Sant’Andrea di Favaro Veneto

Il foglio è dedicato alla Quaresima. Si apre con una breve introduzione del parroco che poi lascia la parola a don Antonino Bello, il defunto santo vescovo di Molfetta e a Papa Francesco per parlare più diffusamente e meglio di questo periodo liturgico che ci prepara alla Pasqua di Resurrezione.

Riporto i pensieri del Papa perché più facile ad essere compreso.

don Armando

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA QUARESIMA

Come ogni anno Papa Francesco rivolge a tutti i cristiani un messaggio per l’inizio del tempo di Quaresima. Il titolo del messaggio di quest’anno è: «Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12) E spiega con una immagine tratta dalla poesia che cosa intenda:

Dante Alighieri,nella sua descrizione dell’inferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio; egli abita nel gelo dell’amore soffocato. Ma soprattutto si chiede: Cosa fare? E risponde proponendo le tre vie tipiche del tempo di quaresima!

Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descrìtti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell ‘elemosina e del digiuno. Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi,( 5) per cercare finalmente la consolazione in Dio.

Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita.

L ‘esercizio dell’ elemosina ci libera doli ‘avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mìo. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa.

A questo proposito faccio mia l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: «Si tratta di cosa vantaggiosa per voi» (2 Cor 8,10). Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà. Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì e ‘è un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina è un ‘occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se Egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?(6)

Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un ‘importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame. Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 11 febbraio 2018

Da UNA VOCE NELLA RIVIERA – 11 febbraio 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

Da un punto di vista tipografico credo che questo sia il più bel settimanale esistente nel Patriarcato. I miei mezzi, a livello tecnico, per riprodurre il periodico, sono assai scarsi, ma chi mi tira fuori da internet la copia mi assicura che l’opuscolo (perché ormai di opuscolo si deve parlare) nell’originale è stampato a colori.

Dal punto di vista poi dei contenuti, penso proprio di dover ripetere ciò che ho detto sopra dell’aspetto tipografico: riflessione, annuncio, cronaca sono copresenti in maniera quanto mai armonica. Mi piacerebbe tanto che ogni parroco se ne stampasse o visitasse almeno un numero per constatare a che livello pastorale può giungere un settimanale parrocchiale. Questo periodico, come si apprende dalla testata, dà voce ad una collaborazione parrocchiale di tre comunità ed è di esse l’unica portavoce, mentre per quasi tutte le altre collaborazioni pastorali, ogni parrocchia ha il suo foglio, seppur povero e striminzito. Solamente così credo che pian piano si faccia crescere in maniera dignitosa e felice il valore della comunità.

Ciò detto, presento le “confidenze” del parroco don Cristiano alla sua gente, valide come sempre.

In secondo luogo segnalo l’inaugurazione della nuova sede della san Vincenzo interparrocchiale e il discorso del presidente che ne fa la storia della conferenza locale,

In terza battuta mi pare quanto mai significativa la presentazione solenne alla comunità dei ragazzi che quest’anno faranno la prima confessione e la prima comunione.

Per la cronaca e gli appuntamenti sono riservate due intere facciate, la 5 e la 6. Di queste notizie evidenzio la colletta “Un pane per amor di Dio”, “Gli anelli d’argento” per i fidanzati, le “Elevazioni musicali della domenica”.

D quanto mi si dice poi le comunità delle quali presento “il portavoce” rispondono in maniera positiva alla proposta del loro parroco.

don Armando

Lungo il fiume
Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera
di don Cristiano Bobbo

Oltre il sensazionale
Sono passate alcune settimane da quando le nostre parrocchie della Riviera sono finite su tutti i giornali per aver offerto pronta accoglienza ai richiedenti asilo provenienti dalla struttura di Cona e, dopo quelle giornate concitate, tutto è tornato dentro gli schemi di quella “normalità” che non è degna di nota. Ma, si sa, i mezzi di comunicazione sono alla continua ricerca di ciò che è sensazionale, anche a costo di inventarlo o amplificarlo oltre misura, pur di garantirsi l’interesse del pubblico! La vita autentica, tuttavia, quella che scorre dentro i canoni dell’ordinarietà, è meno nota, non fa notizia, e, perciò, non occupa le prime pagine dei giornali. Ma è proprio sotto l’epidermide che si trova la reale consistenza e l’ossatura fondamentale della realtà. E così, se le nostre Comunità cristiane riscuotono l’interesse dell’opinione pubblica per alcuni eventi straordinari, lo si deve principalmente a quella continuità d’impegno, di dedizione, di fedeltà al Vangelo che contraddistingue il loro cammino ordinario nella vita di ogni giorno. Certamente il gesto eclatante è pur sempre un segno di ardimento, di libertà, di testimonianza, ma riceve il suo valore genuino se è coerente con un’intera esistenza.

Ed è qui che si configura il più generoso e impegnativo compito, quello della costanza e della fedeltà continua. Un genitore che ogni giorno adempie alla propria vocazione nelle piccole e umili incombenze, un cristiano che è sempre coerente con la propria fede pagandone il prezzo quotidiano anche a proprio discapito materiale, la persona che si consacra alla sua missione ogni giorno senza suonare la tromba davanti a sé, tutti costoro testimoniano la grandezza della loro anima e incarnano quello che potremmo chiamare l’eroismo quotidiano, fatto di piccole cose.

La grandezza della storia delle nostre parrocchie si costruisce ogni giorno all’interno di questa fedeltà!

Verso l’altro
Incontri programmati, tutti i giorni e a tutte le ore, con gruppi e singole persone, una buona dose di funerali (anche cinque o sei in una sola settimana) da celebrare, cantieri aperti con relativi lavori da seguire nelle diverse parrocchie… Insomma, un programma di vita alquanto intenso che non mi è stato prescritto dal medico e che sono contento di assumermi, nei limiti delle mie capacità, giorno dopo giorno, spendendo tutto me stesso. Ma ritengo quanto mai doveroso assicurare, per quanto è possibile, durante la giornata, un’organizzazione del tempo a disposizione perché non sia mai sacrificato ciò che è determinante nella mia missione di sacerdote. Mi accorgo, infatti, che gli impegni mi porterebbero a rimanere sempre più “imprigionato” dentro il ristretto perimetro degli spazi “sacri”: la chiesa, l’ufficio parrocchiale, il patronato senza avere la possibilità di mettere il naso un po’ oltre questa realtà. L’organizzazione del nuovo e gli imprevisti che nel frattempo si sono affacciati, mi hanno costretto ad una sorta di “arresti domiciliari” che confido di poter terminare al più presto con l’avvio della visita alle famiglie della Comunità. Ritengo, infatti, prima di tutto e soprattutto che il parroco non solo sappia attendere e accogliere le persone ma sia anche in grado di andare loro incontro. A volte non si conosce la reazione dell’altro, a volte si può essere anche rifiutati dall’altro ma, fuggire dall’altro o è un atto infantile o è un gesto egoistico e indizio di debolezza e paura. D’altronde i contatti frenetici, tipici della società moderna, ci costringono a incrociarci e a convivere sotto lo stesso cielo. È a questo punto che deve sbocciare una conoscenza reciproca, reale e leale, che ci liberi dai luoghi comuni e dalle falsità. È solo per questa via che si fa strada la consapevolezza dell’appartenenza alla comune umanità, dell’essere figli dell’unico Padre e, così, fiorisce l’amore e si edifica la Comunità. Lungo questa via, come parroco, sento il dovere d’incamminarmi, ogni giorno, passo dopo passo, per accorgermi del buon seme che è stato sparso con abbondanza anche lungo la strada.

I pensieri d’ogni giorno
Qualcuno mi ha chiesto come riesco a trovare il tempo per mettermi a scrivere queste riflessioni che compaiono ogni settimana sulla stampa parrocchiale. Devo dire che lo scrivere, ormai, fa parte di quei riferimenti quotidiani che mi accompagnano da molti anni e non richiedono particolare dispendio di tempo o di energie. Sì, perché pensare è il compito di ogni persona e comunicare agli altri i propri pensieri è spontaneo e spesso necessario per non isolarsi in una solitudine senza comunicazione. Per me questo appuntamento con la scrittura è diventato una sorta di pensare ad alta voce cercando di vagliare bene la sostanza di ciò che scrivo, per non cadere nel vaniloquio, per evitare le complicazioni inutili, la supponenza o la confusione. Se, pur nella loro estrema semplicità, questi “pensierini della buonanotte” messi per iscritto da questo parroco della Riviera, hanno saputo comunicare con chiarezza e incisività il suo animo di pastore, hanno sicuramente assolto alla loro funzione.

INAUGURATA LA NUOVA SEDE DELLA SAN VINCENZO

La S. Vincenzo di Oriago ha finalmente una nuova e bella sede, che va sostituire la precedente, meno adeguata. Il nuovo ambiente, ricavato con un’accurata opera di ripristino da un vecchio locale che si affaccia sul campo sportivo di 5. Maria Maddalena, offre ora uno spazio confortevole e più adatto alle concrete esigenze operative.

La cerimonia inaugurale si è svolta domenica scorsa, 4 febbraio, al termine della Messa delle 10.30, in una splendida mattinata di sole. Agli interventi del segretario, prof. Tarcisio Babetto, e del presidente del Consiglio Centrale di Venezia, dott. Stefano Bozzi, è seguita la benedizione della nuova sede da parte dell’arciprete don Cristiano Bobbo, che da molti anni è anche Assistente spirituale delle Conferenze della S. Vincenzo della Terraferma veneziana. Subito dopo, lo stesso Babetto e la presidente parrocchiale Renata Mazzucco hanno proceduto al taglio congiunto del nastro.

In chiusura, un gustoso buffet all’aperto è stato offerto al foto gruppo di parrocchiani presenti.

(E.G.)

Pubblichiamo di seguito una sintesi dell’intervento del prof. Tarcisio Babetto

La San Vincenzo racconta

L’avvenimento di oggi ci fa ritornare al passato, per ricordare le nostre origini e cercare di lasciare, a nostra volta, qualcosa che possa essere di esempio e di sprone per continuare quest’opera. I miei ricordi personali risalgono ad oltre cinquanfanni fa, quando venni ad abitare ad Oriago. Nominato presidente degli uomini dì Azione Cattolica dal parroco don Fausto Pasini, divenni poi, con l’arrivo di don Pasquale Rossato, anche presidente della Scuola Materna Parrocchiale. In quegli anni conobbi Luigi Bergamo e Armando Martin, che erano stati promotori della S. Vincenzo nello stabilimento della Montedison di Marghera, dove avevano lavorato, e nel frattempo, verso il 1950, avevano trapiantato la stessa Associazione nella nostra parrocchia. Circa quarantanni fa, su proposta di Luigi Favero, segretario della Conferenza qui ad Oriago, entrai a far parte della S. Vincenzo e quasi subito subentrai a lui come segretario e tesoriere. A quei tempi si aiutavano le famìglie più bisognose con le sole offerte versate da noi Vincenziani in occasione dell’incontro mensile con il parroco. Circa vent’anni fa cominciammo a rifornirci presso Ca’ Letizia di generi alimentari, con i quali poi io confezionavo in casa, con l’aiuto dei i miei figli, i pacchi da consegnare direttamente alle famiglie in difficoltà.

Col passare del tempo e con il progressivo aumento del numero dei pacchi, due signore iniziarono a darmi una mano, e così, nella nostra vecchia sede, si confezionavano borse con le vivande ricevute da Ca’ Letizia o acquistate con le offerte che si era cominciato a raccogliere anche in chiesa, in un’apposita cassetta a muro. Soltanto meno di dieci anni fa, quando la Colletta Alimentare permise a Ca’ Letizia, e di conseguenza anche a noi, di incrementare la quantità, ci fu possibile, aggiungendo prodotti acquistati con le offerte ricavate dalla cassetta a muro o raccolte alle porte della chiesa e all’ingresso del cimitero, avviare il sistema attuale di distribuzione mensile con la consegna dei pacchi presso la Parrocchia.

Offriamo in maniera continuativa anche altri servizi: accompagnare dal medico, o all’ospedale, persone impossibilitate a muoversi; essere vicini alle famiglie con visite domiciliari, soprattutto dove ci sono anziani soli o persone disabili; anticipare, a chi non ha redditi sufficienti, il pagamento totale o parziale di qualche bolletta. L’Associazione prosegue dunque con impegno la sua molteplice attività, ma ha bisogno anche di forze nuove!

Tarcisio Babetto

La presentazione dei bambini e dei ragazzi alla Comunità parrocchiale allargata

Venerdì 2 febbraio, ricorrenza della Presentazione di Gesù al Tempio, nella chiesa di S. Pietro, durante la celebrazione della messa serale, è riecheggiato “ECCOMI” di tutti i bambini e i ragazzi delle parrocchie di S. Maria Maddalena e S. Pietro, che quest’anno riceveranno i doni della Riconciliazione, dell’Eucarestia e della Cresima. La celebrazione è iniziata con la benedizione delle candele che ogni ragazzo teneva tra le mani, per ricordare che Gesù è la vera luce; si è conclusa affidando a ciascuno la candela, affinché il loro “eccomi” diventi l’impegno a tener sempre accesa questa Luce per illuminare la strada della vita. Il Parroco, le suore e i/le catechisti/e che li stanno seguendo nel cammino di iniziazione cristiana, chiamandoli uno ad uno per nome, li hanno presentati alle due Comunità che per la prima volta, in questa occasione, si sono riunite per stringersi attorno ai nostri bambini/ragazzi per sostenerli con la preghiera.

Le due Comunità Parrocchiali hanno dato un segnale forte di unione, diventando un’unica grande Comunità Educante che sostiene, educa con l’amore e con l’esempio, accompagna i ragazzi nel loro cammino di fede, completando il ruolo della famiglia.

È stato un intenso momento di preghiera e di condivisione che ha arricchito tutti i presenti.

Patrizia Martin

“UN PANE PER AMOR DI DIO”

Si rinnova, con l’inizio della Quaresima, l’invito rivolto a tutti – Parrocchie, Comunità, famiglie, singole persone – di partecipare con convinzione all’iniziativa quaresimale a “Un Pane per Amor di Dio” che ha lo scopo di stimolare i cristiani a scelte di vita:

– solidale con le sofferenze e le speranze di milioni di persone che in ogni angolo del mondo mancano del necessario per una vita dignitosa;

– sobria, riconoscendo che molte forme di povertà sono frutto di gravi squilibri e ingiustizie nei rapporti economici e politici tra i popoli dei diversi continenti.

Il salvadanaio per la colletta potrà essere ritirato in chiesa e utilizzato durante il periodo quaresimale. Si riporta in chiesa il Giovedì Santo alla celebrazione dell’Ultima Cena di Gesù.

ANELLI D’ARGENTO Al FIDANZATI

Nel contesto della Festa di San Valentino, patrono degli innamorati, Domenica 18 Febbraio, nella chiesa di San Pietro, alla S. Messa delle ore 11.00, saranno presenti anche le coppie di fidanzati che si stanno preparando alla celebrazione del loro matrimonio cristiano mediante la partecipazione all’itinerario di fede che si sta svolgendo in questi mesi. Alla celebrazione sono invitate a partecipare anche tutte le coppie di sposi che desiderano sostenere con la loro preghiera e la loro testimonianza il cammino di questi giovani. A ricordo di questa tappa significativa e in segno di affetto e di vicinanza, la Comunità offrirà ai fidanzati un anello d’argento.

DOMENICA: ELEVAZIONI MUSICALI

Nelle Domeniche di Quaresima, al termine della celebrazione dei Vespri, sarà possibile ascoltare brani di musica sacra che verranno eseguiti nella chiesa arcipretale di S. Maria Maddalena sull’antico organo a canne con l’intervento di altri strumenti musicali e di cantanti professionisti. Ringraziamo fin d’ora il nostro giovane musicista Sebastiano Franz per l’organizzazione e il coordinamento della bella iniziativa culturale!

Da “VITA DI COMUNITÀ” – 4 febbraio 2018

Da “VITA DI COMUNITÀ” 4 febbraio 2018
settimanale della parrocchia Santa Maria Goretti

Purtroppo questo fascicolo mi arriva sempre in ritardo, motivo per cui al percorso piuttosto lento e lungo di questa rubrica, si aggiunge pure questo inghippo.

E’ molto difficile presentare questo periodico parrocchiale perché assomiglia più ad un “elenco telefonico” di eventi ed appuntamenti che ad una proposta in cui si assemblino le motivazioni del messaggio cristiano, ai mezzi per trasmetterlo.

Di positivo c’è certamente il grande zelo pastorale del parroco e la sua frenetica attività per tener viva ed operativa la sua comunità. Chi è interessato ad una conoscenza diretta usi il sito parrocchiale: santamariagorettimestre.weebly.com

don Armando

Da “IL DIALOGO” – 11 febbraio 2018

Da “IL DIALOGO” – 11 febbraio 2018
settimanale della parrocchia San Michele Arcangelo di Quarto d’Altino

Interessante il florilegio di pensieri che i cresimandi della parrocchia rivolgono ai loro genitori.

Di fuori dell’ordinaria amministrazione non trovo altro che la notizia dell’utile realizzato con la sagra parrocchiale. Credo che questa festa, oltre l’utile che è quanto mai necessario, favorisca la socializzazione tra le persone che in questi tempi non è mai troppa nelle nostre parrocchie.

don Armando

Cari papà -mamma vi scrivo…

Brani delle lettere scritte dai cresimandi ai propri genitori

….So che Dio esiste, so che mi guarda e mi assiste e so anche che, dopo questo importante passo nella mia vita, mi sarà ancora più vicino

….Questo viaggio mi ha permesso di riflettere sul rapporto con i miei genitori, con gli amici, cercando di mettermi in ascolto delle esigenze degli altri.

Ora vorrei confermare il dono più grande che Dio dà agli uomini, lo spirito Santo perché sono sicura che mi aiuterà a vivere una vita da buona cristiana

….Mi sto impegnando ad avere il cuore più “pulito” possibile, cercando di comportarmi a casa, a scuola, con gli amici al meglio delle mie potenzialità

….Voglio ringraziare i miei genitori che mi stanno aiutando a compiere il cammino verso la cresima, ma anche un cammino ben più lungo: quello della vita

Sono orgoglioso di confermare la scelta che i miei genitori fecero per me il giorno del battesimo. Scelgo ancora Dio e il suo Amore.

….So che lo Spirito Santo mi aiuterà nel futuro, nei momenti bui della mia vita facendomeli affrontare con un grande sorriso. Spero tanto che lo Spirito Santo mi faccia capire chi sono veramente e quale sia il mio scopo nella vita.

….Cari genitori, colgo l’occasione per ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me, per tutto ciò che mi avete dato. Qualunque cosa che mi è successa siete stati al mio fianco per consolarmi o spronarmi ad andare avanti, grazie.

…Gli anni passano e dovrò cominciare a camminare con le mie gambe… non sarà facile ed è probabile che potrò sbagliare, ma come mi avete sempre detto: sbagliando s’impara: però c’è la metterò tutta per non deludere voi e me stessa.

BILANCIO FESTA DI S. MICHELE

Si è chiuso il bilancio dell’edizione 2017 con un utile netto di € 25643 (ca. 7500 euro in più) ossigeno per i nostri debiti.

In generale la festa continua ad attirare gente, anche se una certa flessione sulle presenze si è notata. C’è qualche settore che lamenta la necessità di nuovi ricambi di persone ( ad esempio la pesca di beneficenza o la cucina). Non mancano le sperimentazioni come l’attesa al tavolo anziché in coda.

Mentre poco partecipate sono state le attività e i tornei sportivi che si intendevano organizzare.

Un ringraziamento a tutti i volontari che si sono spesi ancora con entusiasmo e naturalmente ai generosi sponsor e sostenitori.

Da “INSIEME” – 4 febbraio 2018

Da INSIEME – 4 febbraio 2018
settimanale della parrocchia di San Giovanni Evangelista di via Rielta

Il periodico deve essere stampato con mezzi moderni perché è particolarmente elegante e nitido nella stampa. Abbiamo difficoltà a reperirlo perché non ci è inviato via internet. L’insieme risente della presenza significativa, all’interno della parrocchia, delle comunità neocatecumenali, comunque è un foglio quanto mai pregevole da un punto di vista pastorale.

Segnalo due articoli in particolare. Il primo riguarda le problematiche sul conferimento del sacramento della cresima. A questo proposito questa parrocchia sta facendo delle esperienze particolarmente significative. Il secondo su “Angolo caritas” è un articolo che si sofferma sullo stile dell’approccio oltre la soluzione per reperire i fondi necessari.

don Armando

Cresime 2018!

Sabato 27 gennaio i nostri ragazzi, accompagnati dagli instancabili catechisti Cristina, Riccardo, Ester Z.,Ester B, Sebastiano, Rachele ed Alice hanno ricevuto dalle mani di mons. Danilo Barlese il sacramento della Confermazione. Si è trattato di una celebrazione molto emozionante e partecipata (anche a detta di parenti e amici) che ha lasciato in noi genitori la certezza di un dono prezioso che ci auguriamo possa continuare a fortificare i nostri figli. In una realtà come quella di oggi in cui essere cristiani non è più comune come un tempo e in cui, in nome di una libertà non ben identificata, spesso si ritiene che l’iniziazione cristiana e quindi i sacramenti non debbano essere imposti, la scelta di un genitore di far diventare cristiano il proprio figlio non è per nulla scontata. E se a sei, nove, dieci anni tuo figlio ti segue senza particolari difficoltà, quando comincia a crescere e lo sport, la scuola e gli amici cominciano a diventare le sue principali priorità, ecco che la situazione si fa un po’ più complicata.

E’ qui che il ruolo del genitore diventa determinante: far capire al proprio figlio che Dio non toglie niente, ma dà, che far parte della Chiesa è bello e importante, che anche se non diventerà un campione nello sport o un uomo di successo, pazienza, Dio lo ama ugualmente e forse ancora di più.

Accompagnarlo nel suo percorso, facendo presente che la Confermazione rafforza la grazia del battesimo e lo unisce ancora più saldamente a Dio e, soprattutto, è un dono concreto che gii permetterà di testimoniare Dio in un mondo che non lo conosce o che crede che non esista.

La trasmissione della fede non può essere semplicemente delegata ai catechisti, perché i primi catechisti siamo noi genitori e non possiamo sottrarci a questo compito così importante. I nostri ragazzi intuiscono perfettamente cosa pensiamo veramente e, per questo, essere sulla stessa “lunghezza d’onda” dei catechisti rafforza e completa il loro servizio.

L’esperienza che abbiamo fatto noi genitori è stata proprio questa in quanto ci siamo sentiti in sintonia con i catechisti, certi di correre dalla stessa parte, “grilli parlanti” in mezzo a tante cicale. L’entusiasmo e la passione dei catechisti ha spronato noi genitori. La nostra gratitudine li ha certamente sostenuti ed incoraggiati. Purtroppo tante volte si sente definire il sacramento della Cresima come “il sacramento dell’Addio”. Come genitori ci auguriamo che per i nostri figli non sia così. Ci auguriamo che incontrino ancora degli angeli che mostrino loro che essere cristiani è oggi più che mai una scelta vincente.

Alessandra, mamma di Pietro.

Angolo caritas

Frequentare lo sportello Caritas della nostra parrocchia, ci ha messo e ci mette nella condizione di imparare a tirare fuori la nostra identità cristiana di fronte ai bisogni che incontriamo, perché è la Fede in Cristo che ci ha spinto e ci spinge ad interessarci delle sofferenze e delle difficoltà di coloro che incontriamo. La prima provocazione che è emersa e sempre emerge in noi, è il saper rompere l’estraneità con persone di cultura tanto diversa dalla nostra e riuscire a stabilire un rapporto con un mondo che non conosciamo. Questo ci fa sempre toccare con mano la nostra povertà e la necessità di dover imparare un modo per accogliere questa gente. Il metodo che abbiamo adottato sin dall’inizio per un benvenuto, è stato l’offrire a tutti caffè e biscotti, ma ci stiamo accorgendo che c’è un prima, un qualche cosa che viene prima cioè: un incontro di sguardi. E’ necessario guardare chi hai davanti, portando negli occhi quella simpatia umana che viene dal riconoscere l’altro fatto ad immagine e somiglianza di Dio come lo siamo tu ed io. Questo si, fa superare la separazione e stabilisce un legame oggettivo che fa desiderare il prendersi cura dell’ altro. Ciò non significa che non ci saranno dei NO da dire o rifiuti e obbiezioni da presentare loro oppure fatiche, arrabbiature e delusioni da vivere, però è la sola posizione della mente e del cuore che restituisce a ciascuno quella dignità umana che va al di là dei comportamenti o dei meriti, al di là della diversità di cultura o di religione. Solo così diventa possibile incontrare Dio attraverso gli uomini e volere loro bene mentre si agisce e li si incontra nella Memoria di Lui.

Grazie per tutto ciò che ci portate. Avevamo molte richieste da rivolgervi ma incredibilmente ancor prima di mettere nero su bianco la Provvidenza ha già provveduto e ne siamo ancora stupiti.

Un Appello: Abbiamo bisogno di nuovi volontari e vi invitiamo ad unirvi a noi in questa esperienza.

Un Avviso: I ’11 Febbraio faremo la raccolta per i poveri a tutte le S. Messe.

Da “PROPOSTA” – 4 febbraio 2018

Da “PROPOSTA” – 4 febbraio 2018
settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago

Durante la settimana questa comunità è stata letteralmente sconvolta per un dramma che ha coinvolto un po’ tutti. Una ragazza scout, brillante ed impegnata, non ancora ventenne, senza alcun motivo apparente e senza aver dimostrato in alcun modo il suo disagio interiore, si è suicidata. Riporto la lettera toccante che la madre, donna di fede, ha inviato al suo parroco. Se è terribilmente triste constatare la fragilità dei nostri ragazzi, è altrettanto spiritualmente esaltante apprendere come questa famiglia ha accettato questa prova “impossibile”.

Mi piace, anzi sento doveroso segnalare, come questa comunità riesce a dar pregnanza di fede ai sacramenti dell’iniziazione cristiana.

don Armando

LETTERA DELLA MAMMA DELLA PAOLA

Ciao caro Don,
in questi giorni i miei occhi piangono lacrime di dolore e di rabbia. Di dolore per una notizia giunta quella sera del 20 gennaio durante il gruppo famigliare che mi ha distrutto il cuore. “Perdere” il sangue del proprio sangue, le “viscere delle proprie viscere “, come diceva mia nonna paterna, è sconvolgente, ti viene a mancare una parte di te, ancor di più se succede come è capitato a me, in tenera età, inaspettata e voluta. Nascono mille interrogativi sul perché di questo gesto, mi chiedo: “Ma perché Signore non ho saputo leggere il dolore che mia figlia Paola stava vivendo dentro di sé? ” e con questa domanda i sensi di colpa emergono sempre più forti. Ma mai e dico mai, caro don, io, Michele ed Anna ce la siamo presa con il Signore. Crediamo anche noi che se Lui da una parte ci insegna ciò che è bene e ciò che è male per noi, dall’altra ci lasci liberi di scegliere. Nei momenti in cui mi sento sopraffatta dalla disperazione comincio a pregare per trovare sostegno in LUI cercando così di cacciare i brutti pensieri e far posto a LUI nel mio cuore. E poi grazie per le tue parole dell’altra sera “non dite che Paola non c’è più, “non è così“. Io aggiungo che ora Paola è con Gesù, quel Gesù a Cui lei da piccina si è spesso rivolta nelle sue preghiere durante le messe domenicali delle 9,30. Concludo riportando una preghiera cara a mìa nonna materna

Ricevi, o Signore, le nostre paure
e trasformale in fiducia

Ricevi la nostra sofferenza
e trasformala in offerta

Ricevi le nostre lacrime
e trasformale in preghiera

Ricevi le nostre delusioni
e trasformale in fede

Ricevi la nostra solitudine
e trasformala in contemplazione

Ricevi le nostre attese
e trasformale in speranza

Ricevi la nostra morte
e trasformala in resurrezione
Amen.

Angela

PRIME CONFESSIONI

Domenica 28 gennaio i bambini di terza elementare hanno ricevuto il Sacramento della Prima Confessione. La cerimonia si è svolta nel pomeriggio in modo semplice, ma molto emozionante. Quest’anno due bambine, Gaia ed Elena, hanno anche ricevuto il Santo Battesimo, la cui celebrazione ha permesso a bambini ed adulti di rivivere con intensità i gesti e i doni ricevuti da piccoli. Al termine del rito, è stato molto commovente vedere la gioia delle due bambine accolte in braccio dal Parroco e presentate alla comunità tra gli applausi emozionati dei presenti.

In seguito è cominciata la lettura dell’esame di coscienza per preparare alla Prima Confessione i bambini, che avevano sei sacerdoti pronti ad accompagnarli in questo importante momento.

Finita la Confessione, ogni bambino si recava al centro della chiesa dove le mamme erano in attesa di far indossare la tunica bianca, simbolo della purezza ritrovata e anticipo della Prima Comunione che si celebrerà il 25 aprile.

I papà poi avevano il compito di accompagnare i bambini a scrivere la propria promessa/ impegno su di un foglio a forma di fiore di diversi colori, che poi doveva essere appeso ad un albero posto di fronte all’altare.

Una volta che tutti i bambini hanno fatto la confessione, anche gli adulti hanno potuto accostarsi al Sacramento. AI termine della celebrazione, Don Roberto ha donato ad ogni bambino un crocifisso di legno e un sacchetto con di semi di grano che i bambini, per ogni buona azione, sposteranno in un sacchettino di tela. Quei semi saranno poi macinati e saranno usati per preparare le particole della Prima Comunione.

All’uscita delta chiesa, tutte le famiglie si sono ritrovate in sala S. Giorgio per un rinfresco che ha unito nella festa tutti i partecipanti.

Da mamma ringrazio di cuore le catechiste per l’amorevole attenzione rivolta ai nostri bambini e Don Roberto per la preparazione e per aver saputo conferire con semplicità e serenità il giusto valore a questo Sacramento, spesso poco valorizzato, ma che invece è fonte di nuovo respiro e speranza per la vita di Fede di ciascun cristiano.

Marta

Domenica scorsa 53 bambini della nostra Comunità che si stanno preparando alla Prima Comunione hanno vissuto un pomeriggio pieno di emozioni. Hanno ricevuto il Sacramento del Perdono 49 bambini mentre Gaia e Elena hanno ricevuto il Battesimo suscitando stupore nei loro compagni nel vedere gli stessi gesti del Sacramento su due bambine grande come loro.

Sono arrivati in chiesa emozionati consapevoli del dono che stavano per ricevere e pieni di gioia, sorridenti, subito dopo aver indossato la veste bianca, aver scritto la promessa fatta a Gesù su un cartoncino colorato a forma di fiore e averlo appeso all’albero spoglio, felici di vederlo fiorire. Abbiamo visto la gioia nei loro occhi quando anche i genitori, magari un po’ restii, si sono lasciati coinvolgere dall’ amore di Dio e si sono accostati alla confessione.

Dopo la preghiera finale ci siamo ritrovati in sala San Giorgio per festeggiare e condividere con tutti, nonni, genitori, sorelle, fratelli, catechiste.

Ringraziamo il Signore per questo momento di grazia, Don Roberto che ha preparato i bambini a questo primo passo, continuiamo il nostro cammino verso la Prima Comunione del 25 Aprile e chiediamo ai genitori di collaborare per aiutare i bambini a fare bene 1′ Esame di Coscienza e accompagnarli alla Confessione il sabato pomeriggio dove troveranno Don Roberto e Don Sandro.

Ringraziamo anche Lorella per aver intrattenuto i presenti con i canti e Suor Ada sempre piena di affetto per noi.

Le catechiste di 3A elementare

Da “COMUNITÀ E SERVIZIO” – 4 febbraio 2018

Da “COMUNITÀ E SERVIZIO”4 febbraio 2018
settimanale della parrocchia San Giuseppe di viale San Marco

Il foglio A3 si presenta elegante ed equilibrato tra lettura cristiana della vita di ogni giorno e le proposte derivanti dalla liturgia e dalla vita della comunità cristiana. Il filo conduttore di questa settimana per quanto riguarda la prima parte, mi sembra sia quello di testimoniare, di aprirsi al prossimo ed offrire il meglio di ciò che abbiamo nell’animo. Questa riflessione è portata avanti dall’articolo di spalla del parroco don Natalino e dall’articolo di Monica Alviti che individua nel sorriso il messaggero della propria offerta umana e spirituale.

Interessante è pure la messa in atto del programma dell’ACR della parrocchia che tenta di tradurre concretamente “l’essere costruttori di pace oggi”.

don Armando

DA PERSONA A PERSONA
di don Natalino Bonazza

Tutto ciò che conta nella vita si comunica così: da persona a persona. : E’ un fatto elementare, ma corriamo il rischio di dimenticarlo. Facciamo un esempio. Che cosa ricordiamo degli anni di scuola? Prima di tutto quell’insegnante, quella maestra o quel prof. Forse perché ci hanno insegnato le regole dell’analisi logica, le formule della trigonometria o lo spelling oxfordiano? Le nozioni apprese spesso restano sbiadite e vengono superate da quello che ora sappiamo. Noi ricordiamo queste persone anzitutto per quello che ci hanno trasmesso di sé. L’educazione infatti avviene essenzialmente partecipando il gusto della scoperta, una passione nel fare, la ricerca del vero e del bene. Come già ebbe a scrivere Montaigne: «Insegnare non è riempire un secchio ma accendere un fuoco». Anche le nostre parrocchie sono comunità in cui occorre realizzare una continua comunicazione di vita: in modo umanissimo, ma avendo presente che tutto sgorga da una Fonte speciale. Il cristianesimo infatti non consiste anzitutto in un complesso di dottrine o norme morali, ma nell’aprirsi all’incontro col Crocifisso risorto, che si dona nello Spirito Santo attraverso la Parola, i sacramenti e il «contatto» con le membra del suo corpo che è la Chiesa. «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49). Il suo desiderio vivo ci prenda e coinvolga sempre di nuovo, anche quando ci sembra di aver tra le mani legna fradicia di indifferenza e sfiducia.

FAI SCATTARE LA PACE CONTRO L’INDIFFERENZA
Il mese della pace

Per l’ACR gennaio è un mese molto importante, perché è interamente dedicato alla pace tra gli uomini. Quest’anno, da bravi fotografi, tutti i bambini hanno cercato di far SCATTARE LA PACE CONTRO L’INDIFFERENZA, e non solamente ascoltando o guardando, ma diventando dei veri fotografi alla ricerca dello scatto di pace. Abbiamo incentrato tutti e tre gli incontri del mese sull’importanza dell’incontro con altre persone.

Domenica 14 abbiamo incontrato la pace in una situazione di povertà. È venuto a trovarci il signor Alberto, il quale dopo delle spiacevoli circostanze della vita si trova in una situazione di povertà.

Lui però ci ha insegnato che non bisogna mai abbandonare la fede nel Signore e nel prossimo e che grazie agli incontri con le altre persone lui non si sente solo. Domenica 21 gennaio abbiamo incontrato la pace con i nostri amici dell’ACR provenienti da altre parrocchie della diocesi di Venezia.

È stata una grande festa divertente e gioiosa, ma ha dato la possibilità a tutti i bambini di pensare a quante volte l’indifferenza, il bullismo e l’essere prepotente allontana la pace tra di loro. Domenica scorsa infine abbiamo cercato di portare la pace nel nostro quartiere con un gesto semplice: dopo la messa delle 10 siamo andati a fare visita a quattro signore anziane della nostra parrocchia.

Con l’aiuto della nostra carissima e preziosissima signora Gina, che settimanalmente va ad incontrarle, queste signore anziane ci hanno aperto la porta della loro casa e abbiamo vissuto un momento di pace, vincendo l’indifferenza, con persone che molte volte sono sole. Anche se il mese della pace si è concluso, gli insegnamenti ricevuti rimarranno impressi nel nostro cuore e ci faranno ricordare l’importanza di portare la pace attorno a noi.

Valentina e Leonardo

SMILE :)

L’altra mattina ero in auto. Giornata uggiosa. Stavo andando al lavoro ed ero tutta concentrata sui miei programmi: in studio devo fare questo e quell’altro, devo chiamare Tizio, spostare l’appuntamento di Sempronio, fare la spesa e pensare alla cena di stasera.

Immagino l’espressione corrugata che devo aver avuto in quegli istanti. Ad un tratto, in prossimità delle strisce, ho dovuto rallentare per far passare un pedone che inaspettatamente mi ha guardata, ha fatto un cenno con la mano per ringraziarmi e mi ha sorriso.

Un sorriso… qualcuno lo ha definito “l’unico taglio che fa bene all’anima”. A me viene da dire “l’unico taglio che ti ricuce l’anima”‘. Quel sorriso mi ha alleggerito la giornata. Quel semplice gesto di probabile gratitudine, per niente scontato al giorno d’oggi, ricevuto da uno sconosciuto, mi ha colpito in paragone alle tante mamme che nell’attraversare la strada strattonano i loro figli per un braccio, ai vecchietti che mettono avanti la mano per farti rallentare, a chi distrattamente attraversa con gli occhi sul cellulare. Diamo per scontato che sulle strisce l’automobilista si debba fermare, lo dice il codice della strada. Certo che sì ma non è altrettanto scontato che si debba passare senza nemmeno degnare di uno sguardo chi ti lascia passare. Sarà anche un atto dovuto dare la precedenza ai pedoni ma non è da tutti, quindi rientra a pieno diritto anche nella categoria degli atti “gentili” e come tale va pur sempre apprezzato.

Un sorriso certo non cancella i problemi, non cambia il mondo ma cambia un pochino le relazioni! Mi è stato detto spesso che ho un bel sorriso e lo ritengo davvero un gran complimento perché significa che lo indosso frequentemente ed è il mio biglietto da visita con le persone che la vita vuole farmi incontrare. Un sorriso allenta le tensioni, rende più propensi verso l’altro, alimenta buone relazioni. Vuoi mettere salutare qualcuno sfoderando un bel sorriso invece di un semplice buongiorno frettolosamente pronunciato?

Sostenere un amico in difficoltà posandogli una mano sulla spalla con un sorriso incoraggiante stampato sul viso invece di una mogia mano sulla spalla e basta? Vuoi mettere incrociare lo sguardo di qualcuno e sorridergli invece che rabbuiarsi e pensare “oddio, e questo ora cosa vuole da me? ” Andare a far visita a qualcuno in ospedale portando in dono un sorriso di speranza invece di un volto preoccupato e triste? Vuoi mettere? E mettici un sorriso!

Monica Alviti

Da “LETTERA APERTA”- 4 febbraio 2018

Da “LETTERA APERTA” 4 febbraio 2018
Settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo

La seconda pagina di questo numero del periodico è dedicata quasi interamente a due iniziative a favore della vita: Il “Progetto Gemma”, che consiste nell’adottare una madre che aspetta un bambino ma che non ha le risorse economiche per affrontare questa maternità; l’appoggio all’associazione “Un giorno per la vita”, la quale è impegnata ad assistere donne che, pur trovandosi in condizioni difficili da un punto di vista economico, hanno trovato il coraggio di portare a termine la loro gravidanza.

Le due pagine centrali sono totalmente dedicate al pellegrinaggio parrocchiale di settembre. Di queste due pagine riporto solamente la premessa che illustra le finalità di questa iniziativa che nel passato ha incontrato delle risposte quanto mai larghe (tre pullman di partecipanti). Chi fosse particolarmente interessato a questo pellegrinaggio non ha che da visitare il sito www.parrocchiacarpenedo.it.

Interessante è pure l’articolo sul bilancio della San Vincenzo dal quale si apprende che nel 2017 questa associazione della parrocchia ha erogato euro 19.338,08, quasi 40 milioni di vecchie lire, cifra che non è davvero piccola.

Il resto del giornale è dedicato agli eventi liturgici: messa del malato, candelora, ceneri, ma questi appuntamenti sono propri di tutte le parrocchie.

don Armando

GIORNATA PER LA VITA
in primo piano

Per non sovrapporre troppe attività, ancora una volta mi permetto di ricordare che la Giornata per la vita nella nostra parrocchia non sarà celebrata domenica 4 febbraio, ma domenica 11 febbraio. d.G.

Una testimonianza…

PERCHÈ ADOTTARE UNA MAMMA. Si sente spesso parlare di adozioni di bambini, di adozioni a distanza, ecc. e si sente anche parlare di Centro Aiuto alla Vita, Movimento per la Vita, Progetto Gemma. Cosa significa? Nel mese di febbraio prossimo vengono raccolti nella nostra parrocchia fondi da donare all’Associazione Centro Aiuto alla Vita. Racconto ora la mia esperienza: dopo aver parlato in famiglia della opportunità di aiutare una mamma in difficoltà, con la loro approvazione, ho aderito a questo Movimento adottando una mamma. L’ho fatto per aiutare una donna che si trovava in difficoltà economica e aveva deciso di non far nascere il suo bambino/a. Con la preghiera costante e il contributo economico che ho versato ogni mese, per 18 mesi la mamma ha deciso di far nascere il bambino/a. Sapevo che non avrei mai conosciuto la signora e il nascituro/a. Ma nel mese di dicembre scorso ho ricevuto una lettera con la fotografia della bambina, nata grazie anche al mio contributo economico e alle mie preghiere. Si chiama Ilaria. È stata per me una gioia grande vedere la fotografia della bambina e pensare che, con così poco, sono riuscita a salvare una creatura. Anche questa volta il Signore mi ha fatto un grande dono. Ringrazio il Signore e la Madonna, che è Madre per eccellenza, per avermi ispirata a questo gesto che si chiama “Progetto Gemma”. Sono molto contenta di quanto ho fatto e invito altre persone a riflettere sull’adozione di una mamma in difficoltà.

Rosa

… e un’altra testimonianza

UN GIORNO PER LA VITA. Un tempo, quando annunciavano la nascita di un bambino, dicevano: “la signora Tal dei tali ha dato alla luce un bimbo (o bimba)”. “Ha dato alla luce” è una bella espressione: mi fa pensare che la nuova creatura abbia regalato alla vita un raggio di luce. Forse è solo una mia interpretazione, perché io la vita la rispetto come un dono prezioso. Purtroppo però, in tempi difficili, per molte future mamme l’attesa di una nuova creatura suscita ansia, dubbi, paura di nuove difficoltà. Proprio per andare loro incontro, il Centro Aiuto alla Vita, che opera a Mestre da più di 30 anni, con sede vicino alia chiesa della Madonna Pellegrina, offre loro assistenza morale e, se necessario, anche medica e psicologica, ma offre anche cibo per neonati, pannolini e spesso anche lettini e carrozzine, regalati da famiglie i cui figli sono cresciuti. Il nostro “ritrovo”, da molti anni, si è fatto amico di queste mamme offrendo loro, tramite il Centro Aiuto alla Vita, copertine e scarpine di lana confezionate dalle nostre nonne con tanto amore. Il loro lavoro è come un inno alla vita che, é anche se qualche volta non è molto facile quando inizia col pianto di un bimbo nuovo, è sempre portatrice di speranza. Il giorno 11 febbraio, i rappresentanti del Centro Aiuto alla Vita chiedono una offerta in cambio di una piantina di primule. La primula è il loro simbolo: fa sperare in una eterna primavera.

A. De Rossi

PELLEGRINAGGIO IN TOSCANA
Tra Abbazie e Crete Senesi
dal 3 al 7 settembre 2018

Cari pellegrini, siamo pronti a raccogliere le adesioni al programma dell’annuale pellegrinaggio parrocchiale che ci porterà all’inizio di settembre a visitare Siena e la sua bella provincia. Sarà un’occasione per affidare noi stessi e i nostri cari a Santa Caterina, questa grande Santa patrona d’Italia e d’Europa. La parte liturgica sarà incentrata sulla Messa quotidiana e la catechesi serale. Non mancherà la visita ad alcune prestigiose ed affascinanti abbazie di cui la Toscana è ricca. Il presente nutrito programma del pellegrinaggio include anche la visita, per alcuni la scoperta, di incantevoli località turistiche quali, oltre a Siena, San Gimignano, Volterra, Monteriggioni, Montalcino, Pienza e Montepulciano. Dal 1° febbraio sarà possibile dare la propria adesione presso la segreteria parrocchiale. Vi aspettiamo numerosi.

Il gruppo parrocchiale pellegrinaggi

BILANCIO DELLA SAN VINCENZO PARROCCHIALE PER L’ANNO 2017

Si nota immediatamente che il bilancio è stato particolarmente positivo. Ciò è dovuto non tanto a una diminuzione di uscite per i nostri poveri, che in realtà sono un po’ aumentate, ma per la concomitanza di avvenimenti ed entrate presenti a fine anno che avranno una loro evoluzione di spesa in questo nuovo 2018. La quota offerta dai benefattori è di quasi 8.000 euro maggiore del 2016. Comprende infatti due offerte consistenti: una di 5.000 euro eseguita dal nostro vecchio parroco don Armando e l’altra di 3.000 dono di Natale della Scuola Grande Arciconfraternita di san Rocco di Venezia. Le finalità per cui sono state date non erano ancora al 31/12/2017 definite e concluse, quindi è rimandato al prossimo anno il rendiconto della loro uscita. Ha poi diminuito le spese generali la conclusione del sostegno alla Bottega Solidale che si è trasferita al don Vecchi, chiudendo la sua lunga e meritevole opera qui da noi. Come in ogni campo si agisca volontariamente, senza alcuna costrizione morale e sociale, anche per la San Vincenzo occorrono persone che mettano a disposizione del tempo libero per un ideale cristiano. Non è per niente facile trovarle, ma si spera sempre. Va bene quindi un appello perché parrocchiani o frequentatori dei Santi Gervasio e Protasio, provino ad operare su questa viva espressione di carità nei confronti del prossimo. La Conferenza, così è definito il Gruppo vincenziano, si riunisce ogni settimana ed ha nel tempo concordati incontri con il bisogno di nostri simili.

Dino Dante

ENTRATE

2017

2016

Colletta settimanale confratelli

1.035,00

1.103,50

Quote iscrizione annuale confratelli

241,00

291,00

Questue Sante Messe funerali

10.955,00

10.907,50

Offerte personali di benefattori e associazioni

8.870,00

957,50

Cassetta per i poveri presso il crocifisso all’entrata in chiesa

3.364,25

4.425,00

Associazione San Vincenzo Mestrina (5 per mille)

600,00

800,00

Operazione “Caldo Natale per i poveri”

2.265,00

2.800,00

Quota questua in cimitero Commemorazione defunti

400,00

180,00

Contributo parrocchiale per offerte olivo

1.265,00

1.304,00

Totale entrate

28.995,25

22.768,50

Residuo di cassa da anno precedente

3.803,52

2.275,24

Totale disponibilità

32.798,77

25.043,74

USCITE

2017

2016

Contributo Banco Alimentare Verona

500,00

500,00

Carburante e lubrificante furgoni per Bottega Solidale

1.600,00

4.104,00

Riparazioni, ricambi e assicurazione mezzi

1.700,00

Contributi aiuto per utenze diverse: affitti, luce, acqua,

gas, rette scuole materne e asili nido

16.858,39

14.645,22

Iscrizione alla San Vincenzo Nazionale

241,00

291,00

Int.spese e bolli c/c bancario

138,69

Totale uscite

19.338,08

21.420,22

Residuo di cassa per anno successivo

13.460,69

3.803,52

Totale a pareggio

32.798,77

25.043,74

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA” – 4 febbraio 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITA”4 febbraio 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

In questo numero il parroco, don Angelo, dedica il suo “fondo” alla delinquenza minorile che sta sgomentando ed inquietando le coscienze dei cittadini di retto sentire. Don Angelo giustamente afferma che in questi casi c’è sempre una responsabilità personale ed una famigliare e sociale. E’ perfino troppo facile cogliere i sintomi e le cause di questo disagio, più difficile certamente trovare i rimedi di questo disordine che sta scardinando le regole fondamentali del buon vivere.

Don Angelo auspica una presa di coscienza della famiglia, della scuola e delle altre opere educative. Da parte mia auspico la democrazia, ma una democrazia forte, ordinata e funzionante che imponga i valori fondamentali del buon vivere ed uno stato che intervenga con decisione e rigore nei riguardi di chi delinque, costringendo anche i giovani a percorsi educativi che facciano prendere coscienza e che impongano le regole della società anche ai minori.

Ci sono pure due “Caro don Angelo” particolarmente intelligenti: quello dell’architetto Gianfranco Vecchiato che auspica un incontro e un dialogo profondo tra le correnti di pensiero ntiche ed attuali per una sintesi ed una più alta proposta di vita; e l’intervento, pure intelligente ed acuto di don Luigi Battaggia, leggermente critica del pensiero di don Angelo perché lo ritiene poco aperto alla speranza e alla positività del pensiero della Chiesa nei riguardi delle problematiche più amare della nostra società.

Comunque, per quanto mi riguarda, trovo esaltante questo dibattito intelligente, rispettoso, anzi fraterno.

don Armando

Questo nostro tempo

E’ un fatto nuovo e tragico: ci sono bande di giovincelli tra i 10 e 15 anni che si organizzano per esercitare la violenza per la violenza; le chiamano le baby-gang. Nel napoletano, e per la verità anche in altre parti d’Italia, i casi si moltiplicano ed hanno bisogno di una spiegazione e di una soluzione. Stando alle notizie sparse che escono dalle forze dell’ordine locale si tratta di ragazzi che hanno alle spalle famiglie disgregate, che non frequentano la scuola, che a quell’età è scuola dell’obbligo, che vivono di espedienti e soprattutto di ruberie. Ma ci sentiamo di addossare tutta la colpa a questi ragazzetti? Non mi pare proprio; l’età immatura gioca a loro favore tanto che anche l’attuale legislazione li lascia liberi nonostante le tante malefatte che combinano. Sono ragazzi che adottano il sistema della violenza di gruppo per cui rendono insicura la vita di quanti devono passare per determinate strade o recarsi in un preciso posto della città. Spontaneamente il pensiero corre alle famiglie, o meglio a quei genitori che li hanno messi al mondo di recente. E’ assodato che la generazione non è tanto un fatto fisico, quanto un seguire la crescita fisica accompagnandola con quella che tradizionalmente chiamiamo educazione. 1 greci la chiamavano paideia, cioè l’attenzione al bimbo che cresce; i latini hanno usato la parola educazione dal verbo e-ducere per evidenziare la necessità di seguire con attenzione e con appropriati aiuti la piccola pianta che sì sta evolvendo soprattutto mettendo in evidenza le potenzialità che in ciascun individuo, progettato verso il divenire-uomo, sono in stato di sviluppo. Maxima debetur puero reverentia (Giovenale). Il primo compito educativo spetta alla famiglia per cui fermarsi soltanto a deprecare il grave problema di questi delinquente Ili è del tutto inadeguato e forse inutile. Stiamo vivendo un momento molto difficile per la famiglia; il facile disgregarsi della coppia non facilita di certo l’esercizio del compito educativo, il venir meno dell’accordo sulle modalità di indirizzo educativo, che vanno accertate prima dell’atto generativo, rendono impossibile un’educazione pacata e intelligente. Vi devo dire che quando nel “74 si è confermata la legge sul divorzio con referendum mi sono schierato a favore della legge ritenendo che in una società pluralistica sotto il profilo ideologico e religioso si dovesse immaginare che la presenza di una legge simile dovesse favorire le coppie che si trovavano in situazione illegale. Ma certamente non pensavo che si aprisse un abisso per cui oggi la disgregazione familiare appare come un gioco facile per la separazione e per la formazione di un’altra coppia senza alcuna preoccupazione per i figli, per la loro crescita, la loro educazione.

E così viene meno quell’impostazione di base, che poi la scuola dell’obbligo dovrà completare, e che insegna ed instilla nella mente del fanciullo che cresce, la normale distinzione tra bene e male, il rispetto per la persona altrui, il rispetto per le cose altrui e via di seguito. Si tratta di rendere coscienti i fanciulli del fatto che la normale convivenza nella società accoglie, approfondisce, rende operanti i dieci comandamenti che sono patrimonio dell’umanità fin dai tempi di Mosè.

Caro don Angelo,
leggo sempre con interesse le tue riflessioni sul periodico parrocchiale. Questa settimana il richiamo al “Beruf di Max Weber nel suo scritto “Etica protestante e spirito del capitalismo” mi ha colpito perché riguarda quell’etica presente, almeno a parole, in tutti i Codici Deontologici delle professioni e che, avendo io guidato per anni la categoria degli Architetti, è stata spesso un argomento trattato nei nostri convegni.

Ma è un tema che si riallaccia coerentemente anche a quanto avevi in precedenza osservato riguardo alla evoluzione della politica della Unione Europea ed all’atteggiamento di alcuni Paesi dell’Est rispetto ai diritti ed ai doveri comunitari. Nella stessa Chiesa Cattolica le tensioni si stanno acuendo sul tema della immigrazione, nel rapporto con la laicità e la evoluzione della scienza in materia di bioetica. Strada in questi decenni ne è stata percorsa molta, con strappi e crisi culturali che hanno spezzato molte abitudini e forse idee placide e rassicuranti che non toccavano nel profondo. Lo stesso Papa Bergoglio viene posto sotto accusa da certi settori di stampa e da alcune Gerarchie, per essersi spinto su terreni di dibattito spinosi, affrontati attingendo ad una predicazione evangelica più autentica e universale. 11 periodo illuminista ha tagliato teste ma anche allargato i pensieri. Se durante il periodo giovanneo la Chiesa Cattolica non avesse aperto lo sguardo e dato voce ad un mondo in tumultuoso cambiamento, quale sarebbe ora il suo rapporto con la Società? Nelle conversazioni con mio zio don Loris sentivo spesso lo stesso approccio alle questioni così come tu le esprimi nel tuo periodico. E’ la strada del dialogo anche società dentro a quella sbandata e lontana che si fonda, se non lo sa, sul diritto al rispetto ed all’esercizio dei doveri. Nel libro “Il Nome della Rosa” lo scrittore Umberto Eco fa scoprire al Monaco Bernardo le ragioni delle morti nel Convento. Il segreto sta nell’inaccessibile torre dove sono chiusi i libri eretici dei pensatori precristiani. Il sapere che non deve uscire nel mondo è ancora oggi la condizione indotta dai fenomeni manipolati nell’era della globalizzazione dei mercati e delle merci. Occorre una solidarietà tra Etiche diverse, religiose e laiche, e il “Beruf” è il fondamento da cui si può costruire una società più consapevole.

(Gianfranco Vecchiato)

Caro don Angelo,
arriva puntuale il tuo periscopio critico attorno a tutti i 360° di ogni orizzonte. Stavolta sono immancabili le tue valutazioni sulla situazione politica italiana e non solo. Scusami però se ti confido che la mia impressione è che quanto dici non ripeta altro che delle ovvietà e quindi che da un lato sia assolutamente condivisibile, ma da un altro lato non vada oltre l’epidermide fenomenica della situazione. Perché non approfondire – o anche semplicemente esporre – le tesi di Weber o di qualche altro economista, o meglio ancora qualche punto della Dottrina sociale della Chiesa (Cattolica) e richiamare anche ciò che il cristiano credente è invitato a fare per il bene comune, come ad esempio dare la decima delle proprie risorse per sostenere i meno abbienti? Una delle opere più urgenti sarebbe poi contrastare in tutti i modi il gioco d’azzardo e promuovere riflessioni (multi)culturali… Mettiamoci in piazza (magari virtuale) anche noi, anche (o proprio perché) voci nel deserto (cioè nella pressoché totale assenza del Dio di Gesù Cristo) come un nuovo Battista, disposti a una autentica Martyrìa evangelica.

(don Luigi Battaggia)