Da “LETTERA APERTA”– 25 febbraio 2018
settimanale della parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo
Questo settimanale è certamente uno dei più importanti dell stampa parrocchiale, quasi quello che è “L’Avvenire” per la stampa nazionale.
Questo numero esce con un grosso titolo a tre colonne (che sono quelle permesse dal giornale) con un titolo che mi mette i brividi: “Serve un uomo forte?”, sotto il quale don Gianni, il parroco, riporta il pensiero degli italiani.
Interessante quanto mai la relazione dei rappresentanti del “Gruppo missioni”, che si sono recati in India per verificare i risultati ottenuto con i contributi inviati e quanto mai consistenti di questo gruppo.
Pubblico pure un corsivo sugli incontri preelettorali organizzati dal gruppo scout di Carpenedo e quello di Quaresima Giovani.
don Armando
SERVE UN UOMO FORTE?
L’Istituto di ricerca Demos ha pubblicato l’indagine annuale sul rapporto fra italiani, istituzioni e politica. Alla crisi dei riferimenti democratici tradizionali corrisponde la richiesta di leadership carismatiche al comando
Sono nato nel ’67, quando la democrazia era il marchio della civiltà.
Da pochi giorni, l’Istituto di ricerca Demos, ha svolto un’indagine con risultati singolari. Nel 2017 appena il 60% degli italiani ritiene che la democrazia sia ancora efficace. Il resto non esclude l’opportunità di forme autoritarie. In ogni caso la maggioranza degli italiani pensa che, per superare la fatica di questo momento, serva un uomo forte al governo (65%). In effetti la fiducia sui partiti è scesa al 5% e l’11% dà credito al Parlamento.
È scesa anche la stima per la “Chiesa”: negli ultimi 10 anni siamo passati dal 54% al 42%. Drammatica l’opinione su vescovi e cardinali. Anche in questo ambiente però spicca la speranza in una guida giusta e determinata: papa Francesco quest’anno è al 77%, nonostante la posizione scomoda sugli immigrati (l’anno scorso era all’82%).
C’è dunque il crollo delle istituzioni partecipative. Anche la nostra parrocchia ne risente: 40 anni fa i giovani correvano a “fare gruppo”, oggi preferiscono la vita isolata e delegano ad altri la discussione sui problemi. Un confratello sacerdote, che giudico saggio, mi riferisce che l’ascesa del Duce è maturata in un contesto del tutto analogo. Che ci sia da temere?
don Gianni
GRUPPO MISSIONI
di ritorno dall’India
“Quando siamo arrivati in India, siamo stati ricevuti al nostro ingresso nella Diocesi di Eluru da un grande cartellone con su scritto: “Cari Amici, grazie di essere in India e speriamo che l’India vi dia qualcosa di speciale e che vi rimanga nel cuore”. Quel bellissimo saluto e augurio si è verificato appieno: abbiamo ricevuto tantissimo sia in termini emotivi che educativi. Di speciale abbiamo ricevuto, visitando i boarding homes (collegi), le grandi gioiose manifestazioni d’affetto dei bambini, che ovunque, con le mani tese, cercavano una carezza, un bacio, il contatto fisico, quasi a verificare, ad accertarsi che eravamo andati lì proprio per loro. Come non emozionarsi, quando nel lasciarli, ci dicevano “ritornate!”. Come non emozionarsi incontrando a Pandirimamidigudem la piccola bimba disabile che con un grande sforzo ci ha mandato un bacio. Che dire, poi, della grande ospitalità offertaci, delle continue attenzioni sia del Direttore del So-
cial Service Center sia dei direttori dei boarding homes, volte a rendere il più agevole possibile il nostro soggiorno e meno faticose le nostre visite ai collegi? Il tutto accompagnato da un’instancabile disponibilità e grande cordialità. Dai sacerdoti abbiamo imparato ancora una volta cosa significa anteporre il benessere dei poveri al proprio, prendersi cura di loro in maniera gratuita. Ci vengono in mente i due giovani sacerdoti di Mallukunta, il cui ufficio/canonica viene sommerso dall’acqua durante il periodo dei monsoni, che, con un sorriso e con estrema generosità, ci hanno detto “non pensate a noi, provvedete per i bambini. Aiutateci ad acquistare i banchi perché possano studiare meglio”. Le corde del nostro cuore sono state profondamente toccate dall’incontro con i bimbi che ciascuno di noi ha in adozione, ma toccate in maniera molto forte anche dall’incontro e dalle testimonianze di quei ragazzi/ragazze, ormai adulti, che, grazie all’aiuto ricevuto, si sono conquistati un posto più che dignitoso nella società, aiutando essi, ora, chi oggi si trova nella loro stessa situazione di allora. Nuovo sprone per tutti noi a continuare nel nostro impegno. Tanti altri sarebbero gli episodi che ci hanno riempito il cuore di forti emozioni, così fresche da farci sentire ancora LÀ, in mezzo ai “nostri” bambini e ai buoni sacerdoti che si prendono cura di loro. Grazie a voi, carissimi amici della Diocesi di Eluru, perché l’India ci ha dato veramente qualcosa di speciale, che ci rimarrà sempre nel cuore”.
Per II Gruppo Missioni Paola Franzoso
QUARESIMA PER I GIOVANI
Venerdì 2 marzo proponiamo una prima sera di incontro di Quaresima per i nostri giovani. Abbiamo invitato don Valter Perini a parlarci del tema “Che cercate?”. È l’argomento che i vescovi affronteranno a settembre nel sinodo dei giovani. L’incontro si sviluppa in questo modo. Inizieremo alle 18.45 con l’intervento di don Valter. Farà seguito alle 19.15 un lavoro diviso per gruppi. Alle 19.45 ci troveremo di nuovo insieme per proporre qualche domanda a don Valter e ascoltare le sue risposte.
Alle 20.15 ci sarà la cena e alle 21.10 circa andremo a fare una preghiera in chiesa. Per le 21.30 già tutti dovrebbero essere a casa. La cena è offerta dalla parrocchia. Chiedo ai giovani di lasciare gli altri impegni e di venire a questo appuntamento: ne varrà la pena. Domando anche ai genitori, nel limite del possibile, di spendere una parola buona perché tanti possano essere presenti.