55 anni

Nel trambusto del trasloco dalla canonica di Carpenedo al minialloggio del don Vecchi, tante cose, che da più di 35 anni di permanenza in quella grande casa avevano trovato una loro collocazione tranquilla e giacevano in pace, come per miracolo sono venute e galla. Con sorpresa trovai un mazzetto di immaginette della mia ordinazione sacerdotale che mai avrei creduto di possedere ancora.

Ho ripreso in mano, con una certa emozione, quella immagine povera e un po’ ingiallita. Ricordo ancora la scelta del volto della Vergine; si celebrava allora l’anno Mariano. Una Madonna del Luini, dolce, dimessa, dal volto molto umano, con gli occhi bassi sullo sfondo di un lago sulla cui sponda cresce un albero filiforme, con poche fronde di un verde pallido.

I colori sono nitidi ma poco fedeli; le quadricromie del tempo riproducevano molto lacunosamente e senza brillantezza i colori originali.

Dietro la frase di San Paolo che tradussi dal latino, accomodandola un po’ perché dicesse il mio sgomento e la paura per la decisione di assumere un compito così arduo, consapevole della modestia delle mie scarse risorse.
“Vi scongiuro, o fratelli, per il Signor nostro Gesù Cristo e per la carità dello Spirito Santo che mi aiutiate con le vostre preghiere affinché venga a voi per volontà di Dio nella gioia.
Il Dio della pace sia con voi tutti.”

Il nome e cognome con sotto il termine lapidario: “sacerdote”.

Nella parte finale del retro: Venezia – S. Marco 27 giugno 1954. esattamente 55 anni fa.

Ricordo chi mi impose le mani, poi ricordo il Patriarca Roncalli, che dopo il rito condusse me, mio padre e mia madre, impacciati e felici quanto mai, nella sua casa per dire loro la riconoscenza per il sacrificio che avevano fatto permettendo che il primo di sette figli si fosse posto a servizio della chiesa.

Sono qui di fronte a quella data, scritta a caratteri minuti, e la mente le scrive accanto, 27 giugno 2009.

Sto pensando a quanto ci sta dentro a queste due date, niente nella scrittura, ma enorme come spazio di vita.

Di certo la mia vita di prete è stata una grande ed appassionata avventura, spero d’aver, almeno tentato di essere sempre fuori dalla trincea, sempre all’attacco, sempre avanti, sempre guardando al futuro!

S. Paolo, in un momento un po’ simile a quello che sto vivendo, di fronte al santino ingiallito della mia ordinazione a prete, afferma: “Ho fatto la mia corsa, ho combattuto la mia battaglia, ho conservato la fede, ora non mi resta che ricevere la corona di gloria”.

Io spero di poter affermare che almeno per quanto concerne la “corsa” e la “battaglia” d’averle fatte senza risparmiarmi, per il resto mi rimetto al buon Dio!

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