25 aprile oggi

Credo di appartenere alla categoria dei ruminanti, perché quando m’investe un problema, ci ripenso a lungo, medito, confronto le tesi contrapposte e pian piano, dopo aver assimilato ben bene il tema mi sento pronto d’avere una opinione personale.

Il 25 aprile è per me la festa di San Marco che ha come fiore all’occhiello “il bocolo”, ossia il bocciolo rosso di rosa da regalare alle donne con cui condividiamo il dono e il dramma della vita.

Il 25 aprile è anche il giorno della liberazione con i riti civili, le commemorazioni, le prese di posizione dei politici, delle associazioni dei nipotini dei partigiani perché chi combatté sui monti ormai se n’è andato all’altro mondo.

Il 25 aprile letto da questo versante, per me, è stato nel passato, ma lo è tuttora, un problema che è evoluto, arricchito, impoverito, ridimensionato ma che comunque, per me personalmente, è rimasto ancora un problema sporcato dalla retorica, tirato per la giacca dalla politica e tenuto vivo da astio antico e da interessi permanenti.

Nel passato era l’esaltazione della resistenza e prerogativa della sinistra, i partigiani eroi, i fascisti e gli infami.

Poi, pian piano gli studi hanno fatto emergere gli eccidi dei partigiani rossi, venticinquemila fascisti uccisi con e senza processo dopo la liberazione con le motivazioni reali più varie.

L’uccisione di 300 preti, certe azioni insignificanti da un punto di vista bellico, ma con rappresaglie atroci che dovevano essere messe in preventivo. Mi è capitato di pensare che chi osannava la liberazione dal fascismo stava tentando, e fortunatamente gli è andata male, l’instaurazione del comunismo, un regime che si è macchiato di crimini un milione di volte superiore.

Poi il quadro politico è cambiato e il fascismo è diventato destra che rinnega il passato.

Allora piuttosto che i vecchi spennacchiati contendenti, che non sono più gli idealisti dell’una e dell’altra parte di un tempo, continuino in incomprensibili distinguo ed infinite diatribe, non sarebbe meglio mettere una pietra tombale sul passato, pregando per vincitori e vinti e celebrare tutti assieme la festa della pace, sperando che prima o poi arrivi anche la pacificazione.

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