Sono cinquantacinque anni che faccio il prete, ma stamattina è stata la prima volta che, dopo che i necrofori hanno portato la bara di fronte all’altare, mi sono trovato completamente solo.
Già da tempo denuncio una tendenza che non depone a favore della nostra civiltà.
Da ragazzino un’insegnante aveva citato in classe una sentenza di un filosofo greco in cui si diceva che non c’è mai stato popolo in cui non si sia praticato il culto dei morti.
A proposito di questo comportamento umano c’è l’imbarazzo della scelta nel cogliere pensieri sublimi che questo culto determina nella coscienza umana.
Nel nostro tempo e nella nostra città il culto dei morti pare sempre meno sentito, sembra che, tutto sommato, come tendenza generale ci sia quasi fretta di sbarazzarsi di una salma che non serve più e pochi pare trovino il tempo e soprattutto il coraggio per fermarsi di fronte al mistero della vita e della morte per riflettere e trarre insegnamento da questo evento e dalla storia di chi è, tutto sommato, sogno di questo evento.
La cosa mi preoccupa assai perché temo che tutto si banalizzi e si affidi alla catena dei servizi che in maniera anonima e formale risolve sempre più sbrigativamente a pagamento la rimozione dell'”ingombro”!
Stamattina però la situazione fu emblematica. Usciti i necrofori rimasi solo di fronte ad una bara del costo di poco più di un centinaio di euro.
L’addetta alla sacrestia, compresa la situazione, uscì per rimediare al caso, una vecchina che trascorre tutto il giorno tra le tombe, entrò e rimase in chiesa, poi entrò anche uno dei necrofori, ed assieme abbiamo chiesto al Signore che accogliesse e desse pace a quella povera concittadina.
Per un attimo mi balenò nella mente un ricordo un po’ irriverente: alla Fondazione Cini, talvolta in occasione di conferenze internazionali, essendo la sala totalmente vuota, si precettava la servitù ad ascoltare la conferenza!
Spero che i miei tre fedeli siano stati un po’ più partecipi all’evento della partenza da questo mondo di una figlia di Dio.
Però sto cominciando a dubitare che ancora per molto tempo potremo considerarci un popolo civile.