La solidarietà ed il giudizio di Cristo

Sono moltissimi anni che nutro il sospetto che Iddio, creatore del cielo e della terra, sia molto interessato e gradisca quanto mai il fumo d’incenso, anche se è incenso vero e non artificiale, i paludamenti suntuosi dei pontificali, la nenia infinita di un rosario dopo l’altro, novene ed ottavari, l’organizzazione turistica verso determinati santuari o l’esasperata pubblicizzazione di certi santi da miracoli.

Sono dubbi che tengo quasi sempre per me, perché sono invece convinto che sia sacrilegio e deprecabile turbare la fede dei semplici.

Detto questo però mi pare che sia dovere di un pastore d’anime mettere in luce determinate pagine del Vangelo che manifestano, senza ombra di dubbio, il pensiero di Cristo, ricordando a tutti che il primo a dettare indirizzi nella pietà dei cristiani sia appunto Cristo che è il fondatore e la pietra d’angolo della chiesa.

Qualche giorno fa mi ritrovavo col gruppetto dei fedeli che durante la celebrazione dell’Eucarestia, ascoltavano il brano del Vangelo che illustrava in maniera semplice, comprensibile e ribadita i paradigmi del Giudizio finale del Signore ai fedeli che sono chiamati a sottoporsi a questo esame: “Avevo fame, sete, ero ignudo, forestiero, in carcere e tu mi hai aiutato, oppure tu non mi hai aiutato” terminando col ribadire che ogni volta “che abbiamo aiutato o non aiutato il povero, abbiamo porto aiuto o rifiutato aiuto a Cristo stesso, Figlio di Dio”

Concludendo con la sentenza di accoglienza nel Regno o la condanna alla Geenna.

Mi pare quindi indubbio che il giudizio di Cristo ha come materia principale e forse unica: la solidarietà.

Mentre riflettevo ancora una volta non sulle chiose dei mistici o dei moralisti, ma sulla parola di Gesù, mi chiedevo: “Ma com’è possibile, che le nostre catechesi e le nostre prediche non si rifacciano con maggior precisione e determinazione, su queste verità certe piuttosto che su fumosi ed incerti obiettivi di gente di chiesa che non so con quale autorità propongono indirizzi macchinosi, talvolta razionalmente fragili e poco comprensibili da un punto di vista esistenziale?”

Con prudenza e pazienza, ma con decisione tenterò allora di sparare le ultime cartucce su bersagli validi piuttosto che su bolle, seppur iridate, di sapone!

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