Circa due mesi fa m’è parso opportuno portare a conoscenza dei mestrini un’operazione particolare posta in atto per aiutare le persone più povere della nostra città, operazione che voglio ripresentare per maggior conoscenza ai lettori de L’Incontro e di questo blog.
Le cose sono andate così. Avendo ricevuto una cifra abbastanza consistente per la carità, ho creduto opportuno di tradurla in buoni acquisto del valore di 5 euro l’uno con i quali, chi si trova in difficoltà di ordine economico, potesse provvedersi di generi alimentari, indumenti e mobilio presso l’ipermercato della solidarietà del Centro Papa Francesco degli Arzeroni gestito dall’associazione il “Prossimo”.
Ho preso contatto con trenta parroci di Mestre, offrendo a ciascuno di essi 100 “buoni”, pari a cinquecento euro, chiedendo che, consultandosi con chi in parrocchia si occupa di poveri, li distribuissero alle persone che ritenevano ne avessero più bisogno, chiedendo che fossero personalmente i poveri a “spendere” i suddetti buoni presso l’ipermercato della carità. E tutto questo perché fossero i poveri a prendersi quello di cui avevano più bisogno e perché essi venissero a conoscenza di dove avrebbero potuto essere aiutati anche in seguito.
Raccomandai inoltre ai parroci che informassero i poveri che potevano “fare la spesa” anche ogni settimana, ma che non potevano spendere più di due tre “buoni” alla volta, perché con tale somma avrebbero ottenuto generi alimentari per vivere tutti sette giorni.
Questa notizia suscitò notevole attenzione in città, tanto che la stampa locale la segnalò con titoli significativi.
Questo messaggio, come è scritto nel Vangelo nella parabola della semente, per una parte è caduto sulla strada non fruttando nulla, ma la parte caduta nel terreno buono fruttò il trenta, il sessanta e perfino il cento per cento! Cosicché, quando ho ricevuto un’altra elargizione, ho ripetuto “l’operazione” e spero di poterla ripetere ancora.
Per quanto riguarda la vita dell’ipermercato non tutto ancora funziona al meglio, come avviene in tutte le cose nuove, però tutto sommato ci pare che l’avvio sia quanto mai promettente.
Sento però il bisogno di ripetere che ad ogni persona che ricorre all’ipermercato, perché è in difficoltà, gli vien dato pressoché gratuitamente quanto chiede perché gli si domanda solamente una piccola somma per le spese di gestione, che sono quanto mai consistenti, dando così la sensazione di “pagare” quello che si riceve.
A chi si presenta però “con i buoni acquisto” forniti dalle parrocchie, non gli si domanda neppure una piccola offerta per la gestione perché tutto gli viene offerto in maniera totalmente gratuita.
Ci siamo rivolti alle parrocchie perché siamo convinti che nessuno conosca meglio dei parroci, della San Vincenzo e della Caritas chi si trova in bisogno economico, sperando di ottenere una collaborazione quanto mai efficace e fruttuosa.Il nostro progetto non finisce qui, perché sogniamo che le parrocchie, e pure le famiglie che hanno la fortuna di poterselo permettere, acquistino pure loro una certa quantità di suddetti buoni per poterli aggiungere a quelli che finora abbiamo messo a disposizione e quindi di poter aiutare in maniera più consistente chi è in difficoltà. Spero che mi si scusi se ritorno con una certa frequenza su questo argomento, ma ritengo doveroso farlo perché l’iniziativa dell’ipermercato della carità, che credo che sia la prima esperienza del genere in Italia, possa diventare uno strumento moderno e quanto mai efficace per aiutare il prossimo in difficoltà.