La Voce – Anno 2 – n° 1 – 3 gennaio 2021

IL CUORE DEL VANGELO DI QUESTA DOMENICA

E’ il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa,
di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è.

BREVI RIFLESSIONI DI UN PRETE ULTRANOVANTENNE

A PROPOSITO DELLE “VECCHINE” DELLA CHIESA DEL CIMITERO

Ho confidato ai fedeli di questa nostra cara Chiesa che rimpiango di non avere, nei giorni feriali, la consolazione della presenza di almeno un gruppetto di “vecchine” che preghi con me il Signore per i vivi e i defunti.

Non ho però perso la speranza. Qual è lo stato attuale?

C’è un anziana signora, cara, affettuosa, piccolina e tanto credente che viene a messa quasi tutti i giorni, prende posto sulle sedie dalla parte del tabernacolo, risponde devota, a voce alta, alle preghiere e non appena pronuncio le parole: “Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, si alza e si presenta a ricevere la comunione.
Le sue preghiere e il suo movimento per andare a ricevere l’Eucarestia inducono gli altri fedeli presenti a fare come lei.

C’è poi una signora di mezza età, alta e dignitosa che viene due o tre volte alla settimana.

Infine ci sono una ragazza, dignitosa e discreta che partecipa alla messa un paio di volte alla settimana e un uomo anziano che siede sull’ultima sedia e se ne sta per tutta la messa quieto e tranquillo.

Ho già scritto che i fedeli, a causa della pandemia, sono dimezzati, mentre i “fedelissimi” sono quasi scomparsi, quindi sono rimaste soltanto queste piccole “reliquie”!

Fortunatamente in questo ultimo tempo s’è aggiunto il signor Dario, che s’è offerto da giorni di fare da “zaghetto” e da sagrestano, un caro signore con il quale ho fatto il patto che, se anche dovessimo trovarci solo noi due, celebreremo comunque messa per il mondo intero.

Non vi nascondo però che ho aperto un bando per reclutare “vecchine”. Prometto che terrò informati i fedeli su quante risponderanno al mio appello.

don Armando

Dio mio, quanto ti amo! Eppure quanto vorrei amarti di più!
Quante volte ho pianto di dolcezza al tuo passarmi accanto e quante volte ti ho sentito così lontano.
Posso dire che sei ciò che desidero di più.
Sei il mio tutto ma sono ben lungi dall’abbandonarmi in tè senza riserve.

(C. Carretto)

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