Come i lettori del blog e de L’Incontro avranno senza dubbio notato, da qualche settimana tento di scrivere la storia dei Centri don Vecchi, come riesce a farlo un novantenne. Gli articoli escono settimanalmente, quindi può diventare un po’ difficile non perdere il filo logico del racconto di un’impresa che mi ha visto impegnato per una trentina d’anni.
Ho deciso di narrare, seppur per sommi capi, la nascita di questo progetto per “brevettarlo” di fronte all’opinione pubblica in modo che, in futuro, sia possibile riconoscere la differenza tra il mio sogno e le possibili interpretazioni che verranno realizzate. Inoltre, volevo rispondere alla legittima curiosità dei miei colleghi e dei miei concittadini che spesso mi chiedono come sono stato in grado di reperire le ingenti somme necessarie.
Chi avrà voglia e pazienza di leggere, verrà a conoscenza di una storia piuttosto complessa. In uno degli articoli di prossima pubblicazione ricordo di aver scritto che, dopo aver saldato il debito del Don Vecchi 7, le offerte pressoché quotidiane che riceviamo verranno destinate alla realizzazione dell’Ipermercato solidale in quel degli Arzeroni. Tuttavia, per onestà, ho puntualizzato che siccome l'”azione” sottoscritta, la “mezza azione”, la “mezza abbondante” o la “quasi mezza” non bastano a coprire le spese cospicue, servono contributi più significativi, a più zeri. Concludendo la mia confidenza, ho ammesso che, per affrontare questo compito molto impegnativo, ho chiesto aiuto come nel passato, alla divina Provvidenza, l’unico sostegno sempre efficace.
Da allora, ho atteso con curiosità per vedere chi avrebbe accettato di diventare uno strumento nelle mani del buon Dio. L’apertura del cantiere dell’ipermercato è prevista per il prossimo mese. Al momento stiamo installando i prefabbricati e l’imponente gru che servirà per costruire la nuova struttura. Quindi la divina Provvidenza si è già messa all’opera presentandomi i primi benefattori di cui il Signore ha pensato di servirsi.
Immagino vi farà piacere conoscere i loro nomi e l’entità delle loro offerte. La signora Leda Marescalchi di Venezia ha messo a mia disposizione prima 25.000 euro, che il defunto marito aveva destinato a questo scopo, poi altri 25.000 euro ricavati dalla vendita di buoni postali che erano i risparmi per la sua vecchiaia. La seconda benefattrice è una signora già molto nota per le sue donazioni precedenti, la dottoressa Giustina Saccardo Scaldaferro, che ha offerto 12.300 euro. Il terzo benefattore è un’associazione, il Rotary Club di Mestre, che ci ha donato 10.000 euro. La quarta persona è una signora di Carpenedo, alla quale non ho chiesto se potevo pubblicare il suo nome, che mi ha affidato 5.000 euro. La quinta è la signora Lisa Paola Rubelli che prima ci ha messo a disposizione i tessuti della sua azienda, dalla cui vendita abbiamo realizzato un bel gruzzoletto, e poi a Pasqua ci ha inviato 2.000 euro. La sesta è una signora che nel suo testamento ha destinato il 20% di quanto possiede alla Fondazione Carpinetum.
Tenendo conto che il cantiere non è ancora aperto, mi pare che l’inizio sia incoraggiante! Sono dunque sicuro che la Provvidenza non si dimenticherà né di noi, né dei poveri di Mestre.