preti e fedeli fanno la pubblica confessione: “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”. Solo dopo aver ricevuto la duplice assoluzione, è possibile partecipare all’Eucarestia. Permettetemi di confidarvi questo: con nostro Signore ho un rapporto diretto e so che Lui conosce bene i miei peccati e che è sempre misericordioso. Tuttavia sento il bisogno di chiedere perdono anche a voi fratelli, perciò mi confesserò davanti a voi per poter partecipare alla cena eucaristica con il cuore sgombro. Vi chiedo la cortesia di dedicarmi qualche minuto, nella speranza di ottenere il vostro perdono e di mettermi l’anima in pace per poter partecipare alla messa senza compiere un sacrilegio! Portate pazienza, perché ho bisogno di prendere il discorso un po’ alla larga.
Qualche giorno fa, come immagino capiti a tutti, stavo facendo zapping alla ricerca di un programma che destasse il mio interesse. Per un prete di novant’anni, vi assicuro che non è molto facile trovare un programma che non sia noioso o irritante! Neanche a farlo apposta, su uno dei tanti canali, mi sono imbattuto in un gruppetto di adolescenti che in motorino, in bicicletta o addirittura con i pattini andavano a consegnare un pacco di generi alimentari a una famiglia povera della parrocchia, che qualcuno aveva segnalato. Mi sono sembrati questi ragazzi davvero tanto belli e felici! Stando a quanto diceva lo speaker, si trattava di un emporio solidale parrocchiale che si avvaleva dell’opera di questi ragazzi per raggiungere chi aveva difficoltà a uscire di casa, portando i generi alimentari in scadenza, offerti dai supermercati. La cornice era una cittadina di quel Meridione, che noi veneti spesso consideriamo pigro e indolente.
Qualcuno penserà che questo vecchio prete impenitente e brontolone dovrebbe essere stato felice di aver scoperto una bella testimonianza di solidarietà cristiana, invece non è stato così e ora vi spiego perché. Al Don Vecchi, in una decina di anni, siamo riusciti a organizzare un centro di raccolta e di distribuzione di aiuti di ogni genere a favore dei poveri, che senz’altro mezza Italia ci invidia. Purtroppo, però, l’attività procede con tanta fatica e quasi esclusivamente grazie all’aiuto di un gruppetto, sempre più esiguo, di pensionati. Lo dimostra il fatto che sono costretto quasi ogni settimana a lanciare appelli per reclutare nuovi volontari. Attualmente ci giunge ogni ben di Dio e in grande quantità.
Il mio peccato d’invidia nasce dal fatto di vedere tanta gioventù bella ed efficiente nel Sud d’Italia, mentre noi dobbiamo affidarci a uno sparuto gruppetto di anziani! Vi chiedo l’assoluzione per la delusione e la rabbia che provo ogni volta che ci troviamo in difficoltà. Non riesco davvero a capacitarmi della mancanza di manodopera giovane disponibile per la carità. Dove sono i 5-600 scout di Mestre, gli adolescenti dell’Azione Cattolica, i membri dei gruppi di Comunione e Liberazione, di Rinnovamento dello spirito, i Neocatecumenali, i devoti che vengono a Messa ogni domenica? Quale formazione cristiana offrono i trenta, quaranta preti della nostra città? Pensar male è peccato, lo so; io purtroppo lo commetto molto spesso, ma non sono neanche tanto pentito e men che meno sono disposto a promettere di non farlo più!
Cari cristiani di Mestre, nel chiedervi l’assoluzione di cui ho bisogno, vi avverto che non sono disposto, e non posso, darla a voi, se non provate ad amare il prossimo come voi stessi! Credo che per voi, come per me, la conversione sia assolutamente necessaria!