Purtroppo credo che alcuni mestrini considerino ancora i Centri Don Vecchi delle case di riposo, moderne magari, ma nulla più di questo. Pur avendolo scritto ormai molte volte, ritengo opportuno ripetere che le nostre strutture sono proprio l’opposto. In casa di riposo, infatti, l’anziano è a pensione, e tutte le decisioni vengono prese dalla direzione, mentre nei nostri centri i residenti rimangono protagonisti della loro vita. La direzione, semmai, li “costringe” a rimanere autonomi fino all’ultimo respiro, perché questo significa vivere da persone libere e intelligenti!
Gli appartamenti che mettiamo a disposizione, a costi accessibili anche per chi ha la pensione minima, vengono definiti “alloggi protetti” in quanto prevedono supporti di ordine strutturale, sociale e organizzativo che contribuiscono a dare sicurezza all’anziano, il quale comunque rimane libero di gestire la propria vita come meglio crede.
Vorrei soffermarmi in particolare sulla ristorazione che considero un aspetto molto innovativo della nostra proposta. Ogni alloggio è provvisto di un angolo cottura, studiato appositamente per occupare poco spazio, ma che comunque garantisce comodità e sicurezza. I residenti che si preparano i pasti in casa, possono disporre di generi alimentari, frutta e verdura a costi pressoché simbolici che l’associazione Il Prossimo mette a disposizione.
Noi suggeriamo loro di provvedere in maniera autonoma al pranzo e alla cena per mantenersi attivi e occupare il tempo in maniera costruttiva.
Ciononostante, nei nostri centri è stato allestito un ristorante, gestito dal catering “Serenissima Ristorazione” di Vicenza, che prepara il pranzo presso un centro cottura ubicato all’interno del centro Don Vecchi 1 a Carpenedo. Il pasto, servito in un locale signorile, prevede: un primo piatto, ogni giorno diverso, un secondo, che viene sempre variato e accompagnato da un contorno, frutta fresca e, per chi lo desidera, purè e verdura di stagione, oltre a un dessert generosamente offerto da molte pasticcerie di Mestre che, quasi ogni giorno, ci regalano i dolci invenduti. Con cinquanta centesimi poi ogni commensale può prendere vino, bevande e caffè a un distributore automatico. Il pranzo costa cinque euro, tuttavia ai residenti che hanno una pensione di seicento euro finora siamo riusciti ad addebitare soltanto due euro e cinquanta, grazie al contributo donato dall’associazione Vestire gli ignudi.
Due volte al mese le porte del Senior restaurant si aprono per tutti gli anziani della città e, in questa occasione, viene servito anche un antipasto.
È previsto inoltre un servizio di consegna a domicilio dei pasti per gli anziani che, per qualche motivo, non possono recarsi al ristorante. Il servizio in sala, invece, viene svolto da un gruppo di volontari, a turni di cinque o sei.
Qualcuno forse si domanderà perché questo vecchio prete, ormai novantenne, tenga a puntualizzare queste cose. Per vanteria o vanagloria? No, cari lettori! Pur essendo orgoglioso e felice della soluzione che abbiamo adottato, sono consapevole che gli artefici di questi “miracoli” sono i concittadini che credono nella solidarietà, ma so altrettanto bene che molti altri “miracoli” si potrebbero ancora concretizzare, se qualche altro mestrino si unisse a noi!