“L’ultimo dei sette fratelli” consterà di 57 alloggi per anziani e persone che si trovano in reali difficoltà di ordine economico. Ci saranno anche 12 stanze per persone che, pur abitando fuori Mestre, lavorano nella nostra città: avranno una camera arredata, con bagno personale e con la possibilità di cucinare, pranzare, lavare gli indumenti in locali predisposti a questo scopo e passare il tempo libero in ambienti signorili all’interno della struttura. Gli appartamenti, invece, saranno tutti bilocali: camera, soggiorno, bagno, ripostiglio e terrazzino. Tutti gli alloggi verranno consegnati forniti di angolo cottura ultramoderno, un grande armadio guardaroba e il frigorifero congelatore; per il resto dell’arredo ognuno potrà portarsi i propri mobili. La nuova struttura avrà uno stile sobrio, ma quanto mai decoroso e signorile perché tutti i nostri centri si qualificano anche per l’arredo, la pulizia e il buon gusto.
Il contratto prevede la consegna del manufatto entro maggio o giugno del prossimo anno. Il costo dell’opera finora s’aggira attorno ai quattro milioni di euro. Ben s’intende che si è partiti disponendo della metà della spesa, come abbiamo sempre fatto anche per le altre strutture. Ora però si pone il problema di recuperare l’altra metà del costo. In passato ho venduto le stelle del soffitto della chiesa di Carpenedo, un’altra volta il lastricato del sentiero che attornia l’edificio con mattoncini su cui è stato inciso il nome delle persone care da voler ricordare. Ora penso di mettere sul mercato, come ho già fatto per il Don Vecchi 5 e per il 6 delle azioni dal costo di 50 euro o euro 25. Come si può aver riscontro sulla rubrica settimanale dell’Incontro e sul sito della Fondazione Carpinetum, gli investimenti sono quanto mai numerosi anche se non troppo consistenti. Contiamo, però, come è avvenuto in passato, ci sia qualche benefattore particolare ad offrire un contributo più consistente e risolutivo.
Sarà mia premura coinvolgere la città in questa nobile impresa perché il Centro don Vecchi 7 sia, come per tutti gli altri, il risultato dell’impegno di tutti i nostri concittadini. Mestre ha oggi un ospedale nobile e degno, fra qualche mese pure un museo d’avanguardia ma il fiore all’occhiello, nel settore della solidarietà, rimangono i Centri don Vecchi della Fondazione Carpinetum e siamo decisamente impegnati a mantenere questo primato.