Esattamente due anni fa sembrava che la chiesa del cimitero fosse ormai cosa fatta: si trattava di lasciar trascorrere solamente i tempi tecnici, assurdi ed infiniti quanto si vuole, ma che comunque hanno termine.
L’architetto Caprioglio s’era illuso che per la fine del 2008 anche a Mestre ci fosse un luogo degno ove i cristiani potessero pregare per le decine e decine di migliaia di concittadini che in questo piccolo lembo di terra hanno trovato l’ultima dimora. S’era studiato un piano finanziario per il quale non solamente l’amministrazione comunale non avrebbe speso un centesimo, ma i mestrini senza alcuna imposizione avrebbero finanziato non solo la chiesa, ma avrebbero provveduto a costruire una sala in cui i fratelli non credenti potessero onorare i loro morti. Il comune avrebbe solamente dovuto con una fideiussione o un mutuo , anticipare il denaro che avrebbe poi recuperato in un po’ di anni. “Meglio di cosi, si muore!” dice la gente.
Il tutto sarebbe stato troppo facile, però in un mondo in cui regna la burocrazia, l’inefficienza e la sistematica complicazione tutto pare paralizzato e bloccato, avvolto nel silenzio.
E’ vero ci sono problemi più importanti, la gente può pregare sotto la pioggia e al gelo, oppure può abbandonare i morti alla loro sorte!
Si preferisce distruggere il piazzale del cimitero, fatto pochi anni fa, che nessun cittadino ha chiesto di cambiarlo, complicare la circolazione, perchè? Nessuno ce lo dice; probabilmente ci sono interessi che l’opinione pubblica non conosce!
Così centinaia di cittadini staranno sotto il sole e sotto la pioggia con queste stagioni irrequiete e sballate, ma la chiesa del camposanto che non solo ogni città, ma anche ogni borgo per quanto selvaggio, possiede a Mestre non si fa.