Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITÀ” – 11 febbraio 2018

Da “COMUNITÀ PARROCCHIALE SS.TRINITÀ”11 febbraio 2018
settimanale della parrocchia omonima di via Terraglio

Ogni periodico parrocchiale ha i suoi pregi e ha delle caratteristiche particolari. Quello di questa parrocchia è di certo il più aggiornato da un punto di vista religioso. Gli interventi del suo parroco, don Angelo Favero, sono sempre puntuali, documentati, intelligenti e capaci di una lettura religiosa della vita in costante e rapida evoluzione.

Ringrazio don Angelo perché mi conferma che un certo mio modo di considerare la fede e la religione, che un tempo tentavo di scacciare come tentazioni del demonio, ora dà poca libertà e gioia al mio spirito. Ringrazio di cuore don Angelo per l’articolo di questa settimana che credo dovrebbe essere portato a conoscenza di ogni credente in ricerca e soprattutto di ogni cattolico. Non commento l’articolo perché condivido tutto e con don Angelo ringrazio Dio di averci donato Papa Francesco che continua a desacralizzare e a liberare la Chiesa dalla “camicia di forza” in cui era costretta a vivere stentatamente.

don Armando

Questo nostro tempo

Questo Papa continua a sorprenderci, favorevolmente. Eravamo abituati alla rigidità delle cosiddette carte matrimoniali, certificati, pubblicazioni, visti religiosi e civili e altro del genere. Ed ecco Papa Francesco che celebra il matrimonio in viaggio d’aereo di due conviventi che hanno già dei figli con la motivazione: “ho accertato che avessero fede in Gesù Cristo e nella grazia sacramentale del matrimonio”. Con un solo tratto gestuale supera di botto tutta la burocrazia canonica e va all’essenziale. Ogni Papa ha avuto le sue caratteristiche e sono contento che il Signore mi sta aiutando a vivere in questa attuale situazione. Penso con qualche rammarico al tempo di Pio X nella prima parte del ‘900; il Papa che, divenuto capo della chiesa, ha mantenuto la mentalità del parroco di Salzano. E con la storia della condanna del cosiddetto modernismo ne sono usciti malconci preti, vescovi ed anche cardinali che si erano impegnati negli studi storico-biblici come Loisy e come Bonaiuti o nel settore sociale come don Murri.

Quante sofferenze! E poi colpisce papa Francesco che, certamente assillato e angosciato per il problema dei preti pedofili alla pari del suo predecessore, chiede pubblicamente scusa per non aver usato un termine esatto nei confronti sia del sacerdote che del vescovo implicati in una faccenda poco chiara soprattutto nella parte offesa. Chiede scusa affermando: ho sbagliato. Ma lo avreste visto Papa Pacelli Pio XII a domandare scusa? Pio XII che dice in pubblico: fratelli, non ho fatto abbastanza per salvare gli ebrei destinati a morte sicura sotto le martellate micidiali del nazismo e del fascismo?

Francesco ha la capacità di affermare i punti essenziali della fede di Gesù Cristo e nello stesso tempo stimola l’intera chiesa a non ripiegarsi sulle formalità religiose ma ad accogliere nel cuore, nella mente e nei fatti il messaggio d’amore di Cristo con la preferenza per i poveri, gli esclusi, gli emarginati. E poi il coraggio di questo Papa che in nome del Vangelo non può evitare i colpi bassi che gli vengono infetti dall’interno della chiesa stessa oltre a quelli scontati che gli vengono dall’esterno. Ho la sensazione che questo Papa ci faccia toccare con mano che la chiesa è veramente nelle mani di Dio e da Dio stesso è diretta seppur in una barca sempre traballante per i venti che soffiano forti e per le onde che cercano di sommergere la barca stessa. Non facciamo certo un culto della persona ma traiamo da questo esempio quanto aiuta a rafforzare la nostra fede nel vangelo di Gesù Cristo.

don Angelo Favero

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