Da “INSIEME” – 4 febbraio 2018
settimanale della parrocchia di San Giovanni Evangelista di via Rielta
Il periodico deve essere stampato con mezzi moderni perché è particolarmente elegante e nitido nella stampa. Abbiamo difficoltà a reperirlo perché non ci è inviato via internet. L’insieme risente della presenza significativa, all’interno della parrocchia, delle comunità neocatecumenali, comunque è un foglio quanto mai pregevole da un punto di vista pastorale.
Segnalo due articoli in particolare. Il primo riguarda le problematiche sul conferimento del sacramento della cresima. A questo proposito questa parrocchia sta facendo delle esperienze particolarmente significative. Il secondo su “Angolo caritas” è un articolo che si sofferma sullo stile dell’approccio oltre la soluzione per reperire i fondi necessari.
don Armando
Cresime 2018!
Sabato 27 gennaio i nostri ragazzi, accompagnati dagli instancabili catechisti Cristina, Riccardo, Ester Z.,Ester B, Sebastiano, Rachele ed Alice hanno ricevuto dalle mani di mons. Danilo Barlese il sacramento della Confermazione. Si è trattato di una celebrazione molto emozionante e partecipata (anche a detta di parenti e amici) che ha lasciato in noi genitori la certezza di un dono prezioso che ci auguriamo possa continuare a fortificare i nostri figli. In una realtà come quella di oggi in cui essere cristiani non è più comune come un tempo e in cui, in nome di una libertà non ben identificata, spesso si ritiene che l’iniziazione cristiana e quindi i sacramenti non debbano essere imposti, la scelta di un genitore di far diventare cristiano il proprio figlio non è per nulla scontata. E se a sei, nove, dieci anni tuo figlio ti segue senza particolari difficoltà, quando comincia a crescere e lo sport, la scuola e gli amici cominciano a diventare le sue principali priorità, ecco che la situazione si fa un po’ più complicata.
E’ qui che il ruolo del genitore diventa determinante: far capire al proprio figlio che Dio non toglie niente, ma dà, che far parte della Chiesa è bello e importante, che anche se non diventerà un campione nello sport o un uomo di successo, pazienza, Dio lo ama ugualmente e forse ancora di più.
Accompagnarlo nel suo percorso, facendo presente che la Confermazione rafforza la grazia del battesimo e lo unisce ancora più saldamente a Dio e, soprattutto, è un dono concreto che gii permetterà di testimoniare Dio in un mondo che non lo conosce o che crede che non esista.
La trasmissione della fede non può essere semplicemente delegata ai catechisti, perché i primi catechisti siamo noi genitori e non possiamo sottrarci a questo compito così importante. I nostri ragazzi intuiscono perfettamente cosa pensiamo veramente e, per questo, essere sulla stessa “lunghezza d’onda” dei catechisti rafforza e completa il loro servizio.
L’esperienza che abbiamo fatto noi genitori è stata proprio questa in quanto ci siamo sentiti in sintonia con i catechisti, certi di correre dalla stessa parte, “grilli parlanti” in mezzo a tante cicale. L’entusiasmo e la passione dei catechisti ha spronato noi genitori. La nostra gratitudine li ha certamente sostenuti ed incoraggiati. Purtroppo tante volte si sente definire il sacramento della Cresima come “il sacramento dell’Addio”. Come genitori ci auguriamo che per i nostri figli non sia così. Ci auguriamo che incontrino ancora degli angeli che mostrino loro che essere cristiani è oggi più che mai una scelta vincente.
Alessandra, mamma di Pietro.
Angolo caritas
Frequentare lo sportello Caritas della nostra parrocchia, ci ha messo e ci mette nella condizione di imparare a tirare fuori la nostra identità cristiana di fronte ai bisogni che incontriamo, perché è la Fede in Cristo che ci ha spinto e ci spinge ad interessarci delle sofferenze e delle difficoltà di coloro che incontriamo. La prima provocazione che è emersa e sempre emerge in noi, è il saper rompere l’estraneità con persone di cultura tanto diversa dalla nostra e riuscire a stabilire un rapporto con un mondo che non conosciamo. Questo ci fa sempre toccare con mano la nostra povertà e la necessità di dover imparare un modo per accogliere questa gente. Il metodo che abbiamo adottato sin dall’inizio per un benvenuto, è stato l’offrire a tutti caffè e biscotti, ma ci stiamo accorgendo che c’è un prima, un qualche cosa che viene prima cioè: un incontro di sguardi. E’ necessario guardare chi hai davanti, portando negli occhi quella simpatia umana che viene dal riconoscere l’altro fatto ad immagine e somiglianza di Dio come lo siamo tu ed io. Questo si, fa superare la separazione e stabilisce un legame oggettivo che fa desiderare il prendersi cura dell’ altro. Ciò non significa che non ci saranno dei NO da dire o rifiuti e obbiezioni da presentare loro oppure fatiche, arrabbiature e delusioni da vivere, però è la sola posizione della mente e del cuore che restituisce a ciascuno quella dignità umana che va al di là dei comportamenti o dei meriti, al di là della diversità di cultura o di religione. Solo così diventa possibile incontrare Dio attraverso gli uomini e volere loro bene mentre si agisce e li si incontra nella Memoria di Lui.
Grazie per tutto ciò che ci portate. Avevamo molte richieste da rivolgervi ma incredibilmente ancor prima di mettere nero su bianco la Provvidenza ha già provveduto e ne siamo ancora stupiti.
Un Appello: Abbiamo bisogno di nuovi volontari e vi invitiamo ad unirvi a noi in questa esperienza.
Un Avviso: I ’11 Febbraio faremo la raccolta per i poveri a tutte le S. Messe.