Da “INSIEME!” – 28 gennaio 2018

Da “INSIEME!” – 28 gennaio 2018
settimanale della comunità cristiana SS. Martino e Benedetto di Campalto

Dati i contenuti spesso validi ed interessanti di questo periodico, auspicherei una impostazione grafica meno “boémienne” e più classica, forse perché per la mia sensibilità continuo a preferire pantaloni stirati e con la piega ai jeans sbrindellati e scoloriti artificialmente. Ma questo non è un problema troppo importante, anche se la forma rende spesso più appetibile il contenuto.

Questa parrocchia conta 6240 anime e dispone solamente del parroco, don Massimo Cadamuro.

Segnalo la bella preghiera della prima facciata, la cronaca della Cresima degli adolescenti delle due catechiste Veronica e Marina ed il bell’articolo documentato sulla “Giornata della memoria dell’olocausto”.

Ci sarebbe pure nel foglio un articolo che illustra in maniera intelligente e chiara, le modalità della nuova legge elettorale, ma penso che ormai la gente sia stanca di questi discorsi.

don Armando

Nella vita di ogni giorno,
siamo noi gli indemoniati
quando ci lasciamo guidare dalle paure,
quando tristezza e invidia ci sopraffanno,
quando siamo indifferenti,
quando agiamo solo per nostro tornaconto,
quando cediamo alle lusinghe del male,
quando alla tua Parola preferiamo ascoltare altre voci.
Vieni Signore, prendici per mano e liberaci.

E&G

Domenica 21 Gennaio noi ragazzi di IIIA media abbiamo ricevuto il sacramento della Cresima. Davanti a tutta la comunità abbiamo confermato le promesse battesimali. È stato un passo molto importante perché, se col Battesimo abbiamo “subìto” una decisione dei nostri genitori, noi domenica abbiamo confermato con consapevolezza la scelta fatta col Battesimo.

Il percorso che abbiamo fatto è stato lungo e impegnativo, ma è stato anche molto bello e interessante, sempre sostenuti dalle nostre catechiste, Marina e Rossella, che sono state delle guide preziose per compiere questo passo.

La messa di domenica, presieduta da don Dino Pistolato, ci ha visti protagonisti insieme alle nostre famiglie. La cerimonia è stata semplice ma molto coinvolgente e I’ emozione si è fatta sentire. Da oggi in poi come ci ha detto il Vangelo di domenica, forse saremo un po’ più pronti per diventare “pescatori di uomini”.

Veronica

Una miriade di emozioni mi ha invasa. Domenica i nostri ragazzi hanno confermato davanti alla comunità il loro battesimo. Il loro “eccomi” mi ha toccato il cuore. La cerimonia è stata semplice ma partecipata, si vedeva l’emozione dei ragazzi. I canti, le preghiere, le parole di don Massimo e don Dino hanno fatto in modo che tutto fosse veramente sentito.

Che dire, non è stato un cammino facile ma poi, un loro abbraccio, un sorriso, una parola, un grazie… mi hanno aiutato a non scoraggiarmi mai.

Io spero che i ragazzi non abbandonino il cammino alla ricerca di Dio. Un Dio che non smette mai di amarli ed è sempre pronto ad aprire le suo braccia per accoglierli.

Marina

LEGGERE PER NON DIMENTICARE

Anche quest’anno, in vista del Giorno della Memoria, 27 gennaio, in cui vengono commemorate le vittime dell’Olocausto (proprio il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz), arrivano in libreria romanzi, saggi e biografie a tema. Letture che ci possono aiutare a non dimenticare quanto avvenne in quegli anni terribili.

Iniziamo con lo scrittore israeliano Appelfeld, venuto a mancare lo scorso 4 gennaio a 85 anni, che nei suoi libri ha raccontato la Shoa e in generale l’Europa prima, durante e dopo la guerra. “Scompare uno degli ultimi, grandi testimoni della Shoa e insieme uno dei maggiori scrittori israeliani”, ha sottolineato il presidente di Guanda Brioschi, annunciando la pubblicazione di Giorni luminosi dello stesso Appelfeld, un romanzo che è un commovente affresco dei giorni successivi alla fine della guerra, in cui riecheggiano gli interrogativi che già sono stati di Primo Levi, restituendo lo stato di attesa, di timore, di sospensione tra il ricordo di un passato scomparso e della violenza dei campi e un presente incerto ma anche colmo di speranza.

In libreria per Mondadori, La guerra dì Catherine, di Claire Fauvel e Julia Billet. Rachel, una ragazzina ebrea, frequenta una scuola diversa dalle altre, che stimola la creatività. Qui stringe delle forti amicizie, e soprattutto scopre la passione della sua vita: la fotografia. Ben presto però le leggi contro gli ebrei si intensificano, e i ragazzi sono costretti a fuggire, aiutati da una rete di resistenti: devono dimenticare il proprio passato, famigliari e vecchi amici, e persino cambiare nome. Rachel deve lasciare la scuola che tanto ama, diventare Catherine e cominciare una nuova vita, fatta di continui spostamenti, incontri, sorrisi e dolori, ma sempre con la sua macchina fotografica al collo, alla ricerca, nonostante tutto, della bellezza.

Edith Eva Eger racconta la sua storia in un libro, La scelta di Edith (pubblicato a settembre 2017 da Corbaccio). Nata nel 1927 a Kosice, allora Ungheria e oggi Slovacchia, la Eger aveva appena sedici anni quando i nazisti la condussero insieme alla sua famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz, dove i genitori furono mandati direttamente nelle camere a gas, lasciando sole Edith e sua sorella.

Appena ventenne, Edith sopravvisse ad Auschwitz, alla marcia della morte fino a Gunskirchen (sottocampo di Mauthausen), dove fu salvata da un soldato americano che la trovò, ancora viva, tra i cadaveri.

Dopo la guerra, Edith si é trasferita negli Stati Uniti e ha studiato psicologia, specializzandosi nella cura di persone affette da disturbi post traumatici, per insegnare loro la capacità di far fronte a eventi traumatici, riorganizzare la propria vita dinanzi alle difficoltà, senza alienare la propria identità: cura i suoi pazienti con la stessa resilienza che l’ha salvata dai Campi di Sterminio, nella convinzione che “il peggior campo di concentramento è la propria mente”

 

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