Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 28 gennaio 2018

Da “UNA VOCE NELLA RIVIERA” – 28 gennaio 2018
settimanale dell’unità pastorale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Sabbioni e di San Pietro in Bosco e Santa Maddalena di Oriago

Il periodico esce elegante, ordinato, in sei facciate ed è rivolto alle undicimila “anime” delle tre parrocchie che costituiscono questa “Unità parrocchiale”.

Segnalo come sempre i ” Pensieri in libertà di un Parroco della Riviera” di don Cristiano Bobbo, il quale parla con il cuore e l’anima alla sua gente. Nella terza riflessione “Superficialità”, c’è una nota di amarezza perché un giornalista gli affibbia alcune parole da lui mai dette.

Riporto, per curiosità, “La benedizione degli animali”, “rito” oggi in voga tra le parrocchie ma nel quale don Cristiano si distingue perché recupera, come di frequente, certe usanze religiose di un tempo. Per questo evento egli si presenta in veste, cotta, stola e tricorno e non benedice solamente i cani e i gatti, ma pure gli animali di grosso taglio quali i buoi in stalla.

Mi pare pure bella e da suggerire l’iniziativa “La visita con due pullman ai presepi di Soave”, ormai tradizione in questa parrocchia.

Le pagine 5 e 6 sono occupate da una fitta serie di iniziative delle quali sottolineo quella della nuova sede per le attività caritative della San Vincenzo parrocchiale. Ho la sensazione che le parrocchie più attive si stiano impegnando per rendere più efficiente la carità parrocchiale, per me grande segnale di attualità pastorale.

don Armando

LUNGO IL FIUME
Pensieri in libertà di un parroco della riviera
di don Cristiano Bobbo

La Pastorella
Intirizziti dal freddo della sera, sono arrivati davanti alla chiesa di San Pietro i nostri bambini che anche quest’anno hanno portato l’annuncio della nascita di Gesù lungo le strade del nostro paese con il canto della Pastorella. Un gruppo di genitori ha fatto loro da supporto, insieme al direttore del canto, un caro amico appassionato delle nostre tradizioni locali, per far risuonare, in coro, le lodi al Bambinello Gesù. Ma quest’anno si è aggiunta pure la caratteristica compagnia di un piccolo cavallo con tanto di calesse al traino, per ricordare che nel presepe di Gesù c’erano anche loro, gli animali, a cantare, a loro modo, le lodi al divino Salvatore. Ho ringraziato questo drappello colorato e agghindato di tutto punto che con rinnovato entusiasmo ha voluto diffondere il lieto annuncio del Natale cristiano.

Certamente si sono dati da fare per preparare questo simpatico evento ma non tutti sono così intonati, qualcuno canta a squarciagola e qualche altro a malapena lo si sente bisbigliare; non tutti riescono a mantenere desta l’attenzione: qualcuno si dondola sui piedi, i più piccoli sono attratti dal cavallo e vorrebbero accarezzarlo in continuazione, qualche altro, complice il cappello da Babbo Natale che scende sugli occhi per via della taglia troppo grande, sembra già ricercare il desiderato cuscino sulla spalla di papà. Una cosa bella, però, ce l’hanno tutti; ed è una cosa spettacolare, il più grande dono che potessi ricevere da loro questa sera: il loro sorriso!

Quello che non risparmiano mai a nessuno: né ai genitori, né ai nonni o ai fratelli, né agli educatori e nemmeno agli sconosciuti… È la loro arma vincente e la usano fino in fondo. È l’augurio più bello di questo e di ogni Natale: il sorriso dei nostri bambini! È il dono che vuole raggiungere tutti: un sorriso semplice, per chi non parla, non canta, non corre, non gioca, non gioisce e non spera. È il sorriso di Gesù Bambino che non ha parole ma che viene dal cuore; dal cuore di chi, nel suo silenzio, ti incontra ogni giorno e ti parla nel segreto.

I propositi del cuore
Siamo agli inizi di un nuovo anno e mi sono già interrogato sui propositi che intendo assecondare per viverlo bene. Per quanto riguarda quello che riuscirò o non riuscirò a fare, ho imparato a non farmi illusioni per non mettere in conto progetti troppo ambiziosi ma piuttosto lasciarmi guidare da Dio per i passi che mi saranno chiesti. Sono invece convinto che il più bel regalo che potrò fare alle persone che mi sono affidate sarà il mio tempo, cioè la mia vita. Non è mai tempo perso, quello dedicato alle persone per noi importanti. E le persone importanti per la mia vita di pastore, ultimamente, si sono addirittura moltiplicate! Potrei anche spaventarmi di fronte a un simile scenario che mi attende nei prossimi giorni dell’anno! Ma se dovessi guardarmi alle spalle, non esiterei un solo istante ad affermare che tutti i momenti dedicati agli altri sono diventati ricordi che profumano di vita. E perciò mi ripeto che chi ama veramente, il tempo lo trova sempre. Perché il tempo è una scelta. La scelta di dare sempre la priorità al cuore.

Superficialità
Ho trovato sul giornale alcune affermazioni che mi vengono attribuite come se le avessi pronunciate io stesso tali e quali per poi finire sulla carta stampata, “tra virgolette”, dal giornalista che ha scritto l’articolo. Non si trattava di frasi compromettenti, né di espressioni cattive uscite dalla mia bocca, quanto piuttosto di parole di circostanza, quelle che un po’tutti si aspettano da un sacerdote in momenti particolari dove vengono richieste comprensione, benevolenza e vicinanza nel dolore. Tutto bene. Soltanto che quelle parole non le ho mai dette a quel giornalista che le ha semplicemente inventate di sana pianta ritenendo di interpretare il mio pensiero.

E non è la prima volta! Cosa fare in questi casi? Mica possiamo semplicemente mandarle giù e dimenticare! Ho scritto al direttore ma, a quanto pare, i criteri della cronaca sembrano contemplare anche certe licenze… Il mio caso non è sicuramente così importante da suscitare ulteriori polemiche. Ma, fatte le debite proporzioni, c’è da spaventarsi al pensiero di quante sciocchezze pensate, dette e scritte, una vera e proprio valanga di fandonie che ogni giorno, attraverso i giornali, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione di massa, inonda cervelli, parole e convinzioni di tante persone.

Il risultato di questo continuo ingurgitare stupidità prima o poi si fa sentire perché le sciocchezze come le volgarità lentamente irradiano l’anima e la mente e ci trasformano. Anche persone di qualità, abituate ad assorbire banalità ogni giorno, alla fine ne restano contaminate. La verità rimane ancora l’unico antidoto a tante deviazioni ma, a quanto pare, ancora pochi la prediligono.

LA BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
di Elda Gasparini

Ogni anno desta stupore l’atteggiamento assunto da alcuni dei protagonisti a quattro zampe nell’istante in cui stanno per accogliere su di sé le gocce d’acqua benedetta: non appena scorgono il sacerdote avvicinarsi con l’aspersorio, anche i più esuberanti si acquietano all’improvviso, talvolta socchiudendo gli occhi e mettendosi quasi sull’attenti, come se fossero realmente consapevoli della solennità del momento, della sacralità del gesto che li coinvolge. E in effetti è sempre coinvolgente la benedizione degli animali che viene impartita nel giorno di S. Antonio abate.

Il rito si è ripetuto a Oriago mercoledì 17 gennaio, data in cui la Chiesa fa appunto memoria del celebre eremita protettore degli animali domestici. Numerosi parrocchiani sono accorsi sul sagrato della chiesa di S. Pietro portando con sé gli amici a due o a quattro zampe, perché il parroco don Cristiano Bobbo invocasse su di loro la benedizione di Dio. E così, sfidando il vento forte levatosi nel pomeriggio, parecchi cani di tutte le taglie, qualche gatto e un pappagallo hanno vivacemente movimentato lo spazio antistante alla chiesa, consentendo il rinnovarsi di questa antica e suggestiva tradizione ripristinata negli ultimi anni da don Cristiano.

La lieta cerimonia ha avuto un’appendice in due fattorie, dove il parroco si è recato a benedire i bovini nelle stalle, compreso un tenero vitellino nato nelle prime ore della giornata. C’è chi ritiene che riti di questo genere siano superati e debbano essere confinati nelle plaghe remote di un passato che oggi può apparire intriso di eccessiva ingenuità, se non addirittura di superstizione. In realtà non è così, perché celebrazioni come questa servono a riaffermare la dignità di tutti gli esseri viventi, ricordandoci l’armoniosa sapienza del disegno di Dio che li ha chiamati ad esistere e a condividere in qualche maniera le vicende umane.

Un motivo in più per dire grazie al nostro Padre celeste lasciando affiorare sulle labbra una delle invocazioni ascoltate durante il rito: “Sii benedetto, Signore, per tutte le tue creature che ci invitano a cantare la tua lode”.

LA VISITA AI PRESEPI DI SOAVE
di Riccardo Sforza

Si è svolta anche quest’anno l’ormai tradizionale visita ai presepi realizzati nelle località della nostra regione. Domenica scorsa, 21 gennaio, insieme a don Cristiano, a suor Rosanna e a suor Domizia, siamo partiti da Oriago in centodiciassette a bordo di due pullman, e siamo giunti alle pendici dei Monti Lessini, a Soave, un borgo medievale incastonato fra le colline tappezzate dai rinomati vigneti che producono l’omonimo e famoso vino. Lì abbiamo potuto ammirare le numerose rappresentazioni della Natività dislocate nei vari ambienti del borgo. In particolare abbiamo visto vari tipi di presepi: quelli “diorami” nella chiesa di San Rocco, realizzati secondo un modello prospettico che fa percepire la profondità della scena, quelli tradizionali presenti nella Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo e in quella di San Giorgio e infine quelli più creativi visitabili nella Chiesa dei Domenicani.

Questi diversi stili ci hanno permesso di notare le molteplici sfumature con cui viene rievocata la nascita di Cristo, facendoci rivivere la discesa di Dio fra gli uomini come un evento sempre attuale. Inoltre abbiamo potuto assaporare la bellezza della cittadina medievale intrisa di storia, cultura e tradizione anche grazie alle tre guide che ci hanno accompagnato per le vie del paese, ricordandoci gli eventi accaduti lì e le memorie delle persone che vi hanno abitato. Soave, infatti, è legata ad una lunga storia a partire dal suo nome che deriva dalla popolazione degli Svevi presenti in quella zona in epoca longobarda, fino ad arrivare alla Serenissima che lì pose il suo dominio testimoniato da alcuni edifici e monumenti, passando poi per alcuni personaggi importanti per la letteratura italiana come Dante, che in questa località forse compose parte della Divina Commedia, e Ippolito Nievo, che vi trascorse l’infanzia.

Questa visita è stata quindi una bella proposta per passare qualche ora serena e in compagnia, grazie anche al sole che ha allietato il nostro pomeriggio, riservandoci anche degli splendidi scorci di tramonto.

NUOVA SEDE PER LA “SAN VINCENZO”

Domenica 4 Febbraio la parrocchia di S.M. Maddalena avrà la gioia di consegnare ufficialmente una nuova sede per la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli ricavata nei rinnovati locali situati presso il campo parrocchiale. Dopo i lavori degli ultimi mesi che hanno interessato l’edificio per il rifacimento della pavimentazione, la sostituzione degli infissi, il risanamento delle pareti, la messa a norma degli impiantì, la dipintura interna ed esterna, l’ambiente è già stato convenientemente attrezzato per consentire le attività caritative della San Vincenzo. Al termine della S. Messa delle ore 10.30 ci sarà l’intervento del presidente provinciale dott. Stefano Bozzi e quindi la presentazione della nuova sede da parte del presidente parrocchiale, prof. Tarcisio Babetto; seguirà il taglio del nastro con la benedizione dei locali da parte dell’arciprete. Tutti sono invitati a partecipare.

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