Da “LA BORROMEA” – 21 gennaio 2018

Da “LA BORROMEA” – 21 gennaio 2018
settimanale del duomo di San Lorenzo

Oltre a riferire sulle attività e sugli appuntamenti inerenti la vita parrocchiale, il foglio riporta una riflessione sulla settimana dellò’unità dei cristini da parte del parroco monsignor Gianni Bernardi.

Mi piace sottolineare soprattutto la parte finale dell’articolo nella quale don Gianni invita ad accettare la gradualità del cammino verso l’unità delle Chiese che son nate dal messaggio di Gesù e soprattutto la preghiera dei monaci dell’eremo di Optina.

don Armando

Unità dei Cristiani: pregare per tornare ad essere una sola famiglia

Carissimi, viviamo questa domenica al centro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: si tratta di un’occasione che annualmente viene suggerita alle diverse chiese e confessioni cristiane perché non dimentichino, ma addirittura mettano a fondamento della loro vita e della loro testimonianza la preghiera forte che Gesù ha rivolto al Padre prima della sua passione e morte: «Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi» (Giovanni 17,11). Gesù chiede al Padre di custodire tutti quelli che gli ha dato: il riferimento immediato era a coloro che partecipavano con lui all’ultima cena, ma la preghiera abbraccia, a guardar bene, tutti coloro che in ogni tempo, diventano discepoli del Signore, cioè affidati a lui dal Padre. Gesù chiede al Padre di custodire, ma con uno scopo ben preciso: siano una cosa sola. L’espressione latina è più pregnante dell’attuale traduzione italiana: ut unum sint, che possiamo tradurre “siano unità”, vale a dire siano una realtà unita, non divisa, non lacerata.

Non si può, però, tralasciare il paragone che fa Gesù: come noi, cioè come lui e il Padre. Comprendiamo così che l’unità che il Signore invoca per i suoi discepoli è come la comunione che esiste tra lui e il Padre. L’unità dei discepoli del Signore richiama allora la comunione divina. Purtroppo, per una serie di cause diverse e di circostanze storiche e geografiche, l’unità della Chiesa si è trasformata in una serie di chiese e confessioni che si rifanno tutte al Cristo, naturalmente, ma con tante differenze e “distinguo” per cui oggi ci troviamo a vivere in una condizione di divisione e separazione.

La preghiera nasce, di conseguenza, dalla consapevolezza che, essendo divisi, i cristiani non possono essere autentici testimoni dell’unico Signore, Gesù Cristo. E la preghiera è certamente suscitata dallo Spirito Santo, che continua a “lavorare” perché il desiderio di Gesù si compia. È vero, tuttavia, che lo Spirito Santo lavora con gradualità: non segue la via dell’imposizione, ma della dolcezza: da tempo, ormai, il gelo accumulatosi nei secoli nei rapporti tra le varie chiese si è, per grazia di Dio, sciolgo. Ma c’è ancora molto da fare e una lunga strada da percorrere. È già importante riconoscersi fratelli, non nemici; è ancor più importante riscoprire nell’esperienza delle diverse chiese dei doni preziosi, che sono tali per tutti i credenti. San Giovanni Paolo II usava l’immagine dei due polmoni per indicare il contributo che le chiese d’ Occidente e d’ Oriente danno alla vita dell’intera comunità di credenti. Giovedì scorso ho partecipato all’incontro ecumenico per i preti del nostro Patriarcato: abbiamo avuto la possibilità di conoscere la vita dei sacerdoti ortodossi russi, grazie all’intervento di monsignor Francesco Braschi, presidente dell’Associazione Russia Cristiana: quell’incontro ci ha aiutato a riconoscere una comune consapevolezza dell’importanza di annunciare oggi il Vangelo e di portare speranza all’interno di una società, sia la nostra occidentale che quella russa, che vive una drammatica situazione di crisi, sia culturale che spirituale. In questa prospettiva, mi pare che sia sempre più importante il dialogo, che sia sempre più importante il conoscersi e stimarsi reciprocamente (e questo non è da poco).

Lo Spirito continua a lavorare, compie i suoi passi: di questo non dobbiamo dubitare. Intanto, continuiamo a pregare “ut unum sint”.

Mi piace lasciarvi una preghiera, detta “dei beati starcy e monaci dell’eremo di Optina”, che ho conosciuto proprio giovedì e che mi pare molto bella, anche per noi cattolici:

O Signore, fa’ che accolga con serenità d’animo tutto ciò che
mi darai quest’oggi.
O Signore, fa’ che possa consegnarmi totalmente alla tua
volontà.
O Signore, istruiscimi in tutto e sostienimi in ogni ora di
questa giornata.
O Signore, manifesta il tuo volere su di me e su coloro che mi
sono vicini.
Fa’ che accolga qualsiasi notizia di questa giornata con
serenità d’animo e con la ferma convinzione che in tutto si
compie la tua santa volontà.
O Signore grande e misericordioso, guida i miei pensieri e i
miei sentimenti in ogni mia opera e parola.
Fa’ che in tutte le imprevedibili circostanze non dimentichi
che ogni cosa procede da Te.
O Signore, fa’ che agisca con prudenza nei confronti del mio
prossimo e che nessuno resti turbato o amareggiato per causa
mia.
O Signore, dammi la forza di portare la fatica e tutto ciò che
accadrà in questa giornata.
Guida la mia volontà e insegnami a pregare e ad amare tutti
senza ipocrisia. Amen.

don Gianni Bernardi

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