Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 19 novembre 2017

Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 19 novembre 2017
settimanale della parrocchia di San Giuseppe di vile san Marco

Bella la puntualizzazione fatta dal parroco, don Natalino Bonazza, che ha commentato la disfatta della squadra nazionale di calcio nell’incontro con la Svezia. Il commento di don Natalino s’è sviluppato sulla linea di condotta del famoso allenatore Giovanni Trapattoni.

Il pallone è una bella cosa, ma non va dimenticato che è gonfio d’aria. E’ giusto che i cristiani preghino, ma è altrettanto giusto che prendano posizione nei riguardi degli “idoli falsi e bugiardi del nostro tempo”.

Segnalo pure l’articolo di Alessandro Seno nella rubrica “Uno sguardo sulla settimana”. Il giornalista ci mette al corrente, in maniera piana e comprensibile, del “gorgo infernale” in cui gira la nostra economia e di come gli attuali burattini ci fanno muovere sul palco dell’economia mondiale.

don Armando

SIAMO FUORI
di don Natalino

La nazionale italiana di calcio non è stata ammessa ai mondiali del 2018. È impressionante il boato mediatico scoppiato intorno a tale evento sportivo. Titoloni e pagine intere sui quotidiani, trasmissioni televisive a tutte le ore, pianti e invettive in diretta, post e commenti in ogni angolo dei social… un enorme chiasso che è quasi impossibile evitare, ma al quale è bene resistere con la voce della ragione e del buon senso.

Non siamo così rintronati da dimenticare che le vere tragedie nazionali sono altre. L’inverno demografico: da anni nascono sempre meno bambini e la nostra società assomiglia ad una piramide rovesciata. Come potrà stare in piedi?

Milioni di giovani da anni sono ai margini del mondo del lavoro e gli stiamo rubando il futuro. La tranquilla miseria culturale ed educativa, in cui l’Italia è adagiata: agli ultimi posti in Europa per investimenti nella scuola, nell’università e nella cultura. Strano, c’è ben poco clamore su queste e altre tragedie nazionali, che non sono poste in cima all’agenda politica.

Suvvia, siamo seri. È senz’altro peggio essere fuori dalla realtà che dai mondiali. Se però questo deludente evento sportivo ci fa riflettere un po’, non sarà accaduto invano. Non tanto per ricavarne chissà quale metafora epocale su dove va il nostro Paese, ma per alzarci dal divano e tirarci su le maniche. Sveglia: domenica è la prima giornata mondiale dei poveri.

UNO SGUARDO SULLA SETTIMANA
a cura di Alessandro Seno

“Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar “; da che mondo è mondo sono i soldi’ che fanno girare le persone e le cose! E a tal proposito vi segnalo in queste righe due notizie legate tra loro in modo incredibile: da una parte abbiamo un compleanno che si festeggia proprio in questi giorni ed è quello dell’invenzione della carta di credito che compie settant’anni; dall’altra troviamo il nuovo record stabilito da un sito di vendite online che ha totalizzato la bellezza di venticinque miliardi di dollari in un solo giorno!

Partiamo da quest’ultimo record per approfondire il rapporto che lega i due fatti; in Cina esiste un negozio virtuale che si chiama Alibaba – un nome, un programma – che vende dallo spillo al cammello (come recita la pubblicità di Harrods, famosissimo centro commerciale “reale” a Londra), questo sito di vendite online, nel giorno dedicato ai “single” (l’11/11, in Cina il numero uno significa solitudine…), ha incassato la bellezza di 25 miliardi di dollari battendo, anzi stracciando il precedente record che si era fermato a 16 miliardi lo scorso anno. Nel momento di maggiore afflusso di transazioni il sito ha registrato 256 mila operazioni al secondo…. Per rendere meglio l’idea della faraonica giornata vi basti pensare che gli americani, nel periodo del Ringraziamento (quarto giovedì di novembre, il momento in cui il popolo statunitense acquista di più online) spendono la “miseria ” di cinque miliardi. La stragrande maggioranza delle transazioni è avvenuta tramite smartphone e qui entra in gioco l’altra notizia citata in apertura, quella della nascita della carta di credito; va da sé che tutto questo mercato immateriale non può essere gestito se non da soldi virtuali (solo perché non si vedono, poi però li vedi andar via materialmente dal tuo conto!) e senza l’oramai onnipresente pezzo dì plastica con chip non si può fare nulla.

L’invenzione della carta di credito é dovuta, naturalmente, ad un americano che, leggenda vuole, una sera del 1947 portò fuori a cena dei clienti importanti e al momento di pagare il conto si accorse di aver lasciato il portafoglio a casa generando un forte imbarazzo a sé e ai suoi invitati. Decise quindi di creare un sistema che legasse banche e attività di vendita in modo che le prime garantissero, attraverso appunto la carta di credito, la fiducia a fare “credito” a chi le esibiva.

Da lì fino ai giorni nostri l’ascesa delle “carte” è stata vertiginosa e ora addirittura non serve più neanche esibirla materialmente ma basta un codice e il gioco è fatto. Ci sono cose che non sì possono comprare recita una pubblicità (guarda caso di una carta di credito), ma siamo sicuri che sia proprio così?

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