Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 8 ottobre 2017
settimanale della parrocchia di San Giuseppe di viale san Marco
Interessante l’intervento di don Natalino che mette a fuoco il rapporto tra il parroco e la comunità cristiana. Pure molto interessante “Uno sguardo sulla settimana” di Alessandro Seno che dimostra tutti i limiti del referendum (vedi Catalogna – Veneto e Lombardia) per risolvere i problemi dell’autonomia. Importante l’analisi sulla lenta crescita delle “collaborazioni pastorali”. Penso che l’esperienza della parrocchia di viale san Marco abbia qualcosa da insegnare. Infine desta curiosità l’innovativa iniziativa del “Patrobaby” e dello “Studiopoint”. La vita della parrocchia ha bisogno di concretezza e di contributi umano-sociali.
PRIMA DELLA ROVINA VIENE L’ORGOGLIO E PRIMA DELLA CADUTA C’È L’ARROGANZA
(Pr 16,18)IL DISTACCO NEL POSSESSO
Della parabola dei vignaioli omicidi, che ascolteremo nel vangelo proclamato domenica, mi ha sempre colpito il finale tragico. Alla vista del figlio del padrone, quelli che avevano ricevuto la vigna in affitto si dicono l’un l’altro: «Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!». Una pretesa assurda e cieca, senza senso. Come potevano pensare di farla franca?
Non occorre giungere a fatti di sangue per riconoscere che cosa non va dentro di noi, quando perdiamo perdiamo il distacco nel possesso.
Se io, per esempio, con tutta la dedizione e l’energia che ci metto, considerassi la parrocchia come cosa mia, esclusivamente mia, senza mantenere il necessario distacco, farei disastri. Lo stesso vale per chi assume un servizio nella comunità cristiana e più in generale nei rapporti educativi. Le persone non sono tue, ma piuttosto ti sono affidate. Prendere in mano non significa stringere in pugno. Accompagnare è ben altro che spingere unicamente a quello che vogliamo noi. Il nostro lavoro pastorale non va fatto per il successo della nostra idea, per la nostra bella figura o la nostra gratificazione. Lavoriamo – e perciò impariamo a lavorare insieme – per «l’erede», che è Gesù Cristo vivente nella Chiesa.
Certo, mettendoci il cuore, ma non attaccando il cuore all’opera. Il distacco nel possesso è ben più che ascesi: è un esercizio di quella sapienza, che fa crescere il bene attorno a sé.don Natalino Bonazza
UNO SGUARDO SULLA SETTIMANA
Da qualsiasi parte si affronti l ‘argomento il risultato sembra essere lo stesso: il popolo ha bisogno, di autonomia!
Da una parte il caso eclatante e internazionale della Catalogna e dell’ indipendenza dalla Spagna, qui da noi un molto più contenuto referendum che punta a portare le due regioni interessate – Lombardia e Veneto – a richiedere (soprattutto) maggiore elasticità fiscale e legislativa. Il tenue filo che lega le due realtà è il metodo scelto, quello appunto che richiede il parere della popolazione.
Mi accorgo che sono sempre perplesso quando ci chiedono di “entrare in gioco” perché alcune situazioni non penso possano essere risolte dalla gente comune; troppe incognite, troppe domande che non trovano risposta o se la trovano è al tempo stesso giusta per un fronte ed errata per l’altro! Non conosco la situazione iberica ma invece mi sono fatto un ‘idea precisa su quello che dovremo votare (forse) da qui a qualche settimana; senza entrare nel merito della mia decisione mi piacerebbe invece approfondire come le domande poste sui quesiti referendari siano sempre un po’ “tendenziose”, cioè spingano il votante verso una precisa inclinazione; ad esempio scrivere “Volete pagare meno tasse? ” oppure “Volete essere più liberi?” o ancora ” Volete vivere meglio? ” siano domande che portano istantaneamente a rispondere SI, certo che SI perbacco!
Poi magari si va a scavare e viene fuori che sul primo punto pagheremo meno tasse ma avremo anche meno servizi, sul secondo saremo più liberi ma non avremo più sicurezza e sul terzo vivremo meglio perché aumenteranno i parcheggi scambiatori!
Non si può pensare di poter risolvere le questioni delicate ricorrendo all’interpellanza popolare, lo dice la parola stessa: popolare, cioè del popolo che è sovrano certo ma anche, cosa ancora più brutta, indifferente e questa risulta la strada più battuta negli ultimi anni visto l’astensionismo selvaggio ad ogni consultazione, elettorale o referendaria che sia. Non voglio che chi ci governa decida tutto per noi, questo è certo, ma sono convinto che alcune questioni non possano essere risolte con una croce sulla scheda di votazione.
Negli esempi di apertura da una parte abbiamo un problema enorme come quello spagnolo che non può essere sbrogliato con un referendum riguardante poi solo la popolazione interessata; se il governo in carica avesse indetto la stessa consultazione nel resto della penisola iberica chiedendo “Volete che la Catalogna si stacchi dalla Spagna “credo che il risultato sarebbe stato un deciso e chiaro NO; riguardo al Nord-Est e alla sua voglia di autonomia i margini di trattativa con il governo ci sono e sono molto ampi, del resto anche la vittoria con il 110% di consensi non porterebbe che ad un nuovo confronto con l’esecutivo parlamentare, avendo in mano un successo “viziato ” da una domanda alla quale onestamente nessuno risponderebbe NO!
A quel punto sarebbe tutto come prima, anzi peggio avendo speso un po’ di milioni per allestire seggi e stampare schede.Alessandro Seno
STUDIOPOINT AL VIA
Martedì 10 ottobre riparte lo Studiopoint, dedicato ai ragazzi e alle ragazze dalla prima media alla terza superiore. È un cantiere educativo del patronato giunto al quarto anno dì attività. Il gruppo dei tutors è formato da persone diverse: dalla maestra in pensione al professionista, dal laureato allo studente ormai maggiorenne delle superiori ed è sempre disponibile a ricevere chi vuole dare una mano. Lo studiopoint offre ai ragazzi l’occasione di migliorarsi e di acquisire un metodo di studio, per affrontare al meglio il percorso scolastico. Non viene chiesto nessun contributo, solo il loro impegno. Ogni settimana ci sono due momenti per ritrovarsi in patronato al secondo piano: al martedì e al venerdì, sempre dalle 18 alle 19.30.
Per maggiori informazioni contattare Anita.ARRIVA IL PATROBABY!
Domenica 15 ottobre alle ore 16 nel salone San Giovanni Paolo II del patronato riprende l’appuntamento mensile per i bambini dai 3 ai 6 anni e i loro genitori. Lo staff di animazione si è rimesso in moto e accenderà tutti di gioia ed entusiasmo. Diffondete i volantini di invito per un pomeriggio gioioso dei nostri bambini.
UN PROCESSO AVVIATO
La collaborazione pastorale tra le tre parrocchie di San Giuseppe, San Marco e Corpus Domini progredisce con l’intrecciarsi di rapporti fraterni tanto tra i sacerdoti quanto tra i laici e tra laici e sacerdoti. Siamo ormai dentro ad una prospettiva concreta, che impegna ciascuno ad andare incontro agli altri e non certo a restare alla finestra.
Vista da san Giuseppe la collaborazione si manifesta con l’alternarsi di don Gilberto e don Natalino alle messe domenicali in ragione di speciali circostanze (domenica 8 ottobre ad esempio è la domenica del mandato al Corpus Domini).
Anche il servizio di Alessio si svolge in parte al Corpus Domini per riordinare la sacristia e garantire una regolare apertura della chiesa. Infine, i due foglietti parrocchiali hanno assunto la stessa veste grafica e condividono la prima pagina, pur mantenendo per ora la propria testata.
La collaborazione con San Marco prosegue in ambito catechistico ed educativo. Sta nascendo un coordinamento di pastorale giovanile tra le tre parrocchie. C’è ancora molto da fare per passare alla conoscenza reciproca, alla stima vicendevole, ad una comunione affettiva ed effettiva. Insomma, i giornali che titolano di preti «a ore» o «a scavalco» non raccontano la realtà, ma inventano notizie. Badiamo piuttosto a coltivare una vera comunicazione tra noi.
Ed infine, siccome siamo comunità che camminano insieme e non filiali d’azienda da accorpare, ecco che abbiamo bisogno della preghiera, di tanta preghiera, per ascoltare ciò che lo Spirito ci sta dicendo e riconoscere i passi da compiere dove ci vuole il Signore.don Natalino Bonazza