L’affidamento alla Vergine

Qualche giorno fa don Gianni mi ha telefonato per dirmi: “Don Armando, abbiamo scelto per il prossimo numero de L’incontro l’argomento della salute. Ora sapendo che lei ha avuto qualche seria batosta a proposito della salute, le chiedo di offrire ai lettori una sua testimonianza”.

L’argomento è stato scelto per questo numero del settimanale perché si celebra la festa della Madonna della Salute, la ricorrenza che per la pietà popolare della nostra gente è una delle più sentite. In questa occasione i concittadini sentono il bisogno di accendere una candela e dire almeno un’ave Maria nella stupenda basilica del Longhena. Adesso poi, che i veneziani sono approdati in terraferma, si sono aperte due succursali: quella della chiesa di via Torre Belfredo e quella delle Catene, ambedue molto frequentate in occasione del 21 novembre di ogni anno. Però non mi è stata chiesta una riflessione su questo evento religioso particolarmente sentito dai veneziani dell’isola e da quelli di terraferma, quanto piuttosto una testimonianza personale sulle alterne vicende che la mia salute fisica ha attraversato.

Allora non ho alcun motivo per non dichiarare pubblicamente alcuni passaggi un po’ difficili in proposito: a vent’anni ho avuto il tifo con un ricovero prolungato all’isola delle Grazie e quindi una pleurite come conseguenza dell’indebolimento per il prolungato digiuno. Una ventina di anni fa ho subito un intervento al colon per un tumore, poi venne l’asportazione della cistifellea, quindi una serie infinita di interventi per eliminare dei polipi vescicali che per anni continuavano a riprodursi. Infine ho subìto l’asportazione di un rene per un altro tumore, il tutto con i relativi cicli di chemioterapie.

Come potete vedere il mio curriculum è di tutto rispetto, nonostante ciò ho quasi novant’anni, sono abbastanza autonomo e non ho che da ringraziare il Signore perché la mia vita è stata intensa, laboriosa e nonostante tutto bella e anche felice.

La gente dice: “Quando si ha la salute si ha tutto!” Poi in realtà non si accontenta della salute, ma cerca pure il benessere, l’affermazione, la stima e altro ancora. Ma tutto questo non conta se alla salute non si accompagna la serenità interiore, la gioia dello scoprire la vita e il creato come il più bel dono di Dio, la certezza di essere in cammino verso il nuovo “giorno”. La salute fisica si rivela come un dono incompleto e talvolta anche deludente.

Lasciatemi aggiungere che spesso quella che tutti chiamano “la malattia” talora è invece una medicina portentosa per scoprire il volto più bello della nostra vita. Quando sono tornato a casa dai lunghi periodi di degenza trascorsi in ospedale, ho scoperto un mondo meraviglioso del quale prima non mi ero mai accorto: la gente più bella, la natura e le opere dell’uomo meravigliose; i fiori, le piante, le stelle, i prati, i boschi e i fiumi: quali regali stupendi che il buon Dio ci dona ogni giorno come sorpresa del suo Amore!

Per me, e lo dico serenamente, le prove fisiche sono sempre state in definitiva dei doni e non disgrazie, doni che mi hanno fatto scoprire il volto più bello della vita e che mi hanno spinto ancora a dare un po’ della mia scoperta e della mia gioia a chi ho incontrato sulla mia strada. Credo che la chiave che ci può aprire a questa scoperta, sta in quella preghiera che ci permette questa lettura positiva della vita: “Padre nostro”. Se sono convinto che Dio mi vuole un bene di padre, allora debbo essere convinto e sicuro che tutto quello che mi manda è sempre un segno di quanto mi ama e sempre a mio vantaggio. Anche se in certi frangenti confusi e tormentati tutto questo non mi è sembrato vero, dopo un po’ mi è sempre capitato di verificarlo. A qualcuno di certo verrà da chiedermi: “Allora questo anno chiederà alla Madonna della Salute qualche altra prova?” “No”; mi piacerebbe avere ancora un po’ di tempo per vedere l’ipermercato della carità e il Centro don Vecchi 7, stare ancora un poco assieme a quelle persone che mi vogliono bene e alle quali voglio tanto bene, vedere ancora la prossima primavera!

Però so che la cosa più importante, di cui ho assoluto bisogno, per “star bene veramente” è quella di fidarmi completamente del Signore, di essere certo che tutto quello che avverrà sarà comunque per il mio bene. Alla Madonna anche quest’anno chiederò: “Aiutami Vergine Santa ad avere assoluta fiducia in tuo figlio Gesù, perché io credo, però tu aumenta la mia fede!” Accompagnerò pure questa preghiera recitando un'”Ave Maria” ed accendendo un lumino come tutti i miei concittadini.

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