Da “COMUNITA’ IN CAMMINO” – 13 agosto 2017
settimanale della parrocchia di San Pietro di Oriago
Ricordo ai visitatori di questo sito che io non sono affatto preoccupato di presentare notizie o riflessioni dei periodici parrocchiali “fresche di giornata”, ma intendo invece offrire iniziative e pensieri pastorali consistenti. Un mio vecchio insegnante ci confidava che lui acquistava il quotidiano e lo leggeva un mese dopo perché così poteva misurare la consistenza della notizia. In questa ottica presento due articoletti di don Cristiano Bobbo, parroco di questa comunità.
Don Cristiano è un prete un po’ all’antica, che si rifà alla tradizione, però con le sue riflessioni forma le coscienze e va al cuore del sentire cristiano. Infatti la sua parrocchia è quanto mai viva e ricca di unzione religiosa.
OMNIA MECUM PORTO
Qualche settimana fa, dalle pagine di questo diario, mi proponevo un doveroso esercizio di essenzializzazione dagli oggetti inutili, un progressivo sfoltimento dalle tante cose non importanti che riempiono gli spazi vitali della mia quotidianità. Nonostante i buoni propositi, m’accorgo che non si tratta di un’operazione affatto facile soprattutto quando si deve scegliere tra ciò che è da lasciare e ciò che si deve tenere. E così avviene che di fronte al passo decisivo si è trattenuti, ad esempio, dal fatto che quel libro è meglio conservarlo perché è il regalo di una persona cara, quel quadro è pur sempre un dono significativo, quel mobile è un ricordo di famiglia, e avanti di questo passo. Proprio in questi giorni, di fronte all’incertezza che inevitabilmente frena le mie scelte, mi è tornato in mente un motto latino che affermava: Omnia mecum porto, “tutte le mie cose le porto con me”. Era la ferma convinzione che le realtà esteriori, i beni materiali e la ricchezza sono del tutto marginali rispetto ai valori interiori, gli unici veramente necessari e indispensabili. Perciò, se è pur difficile sbarazzarsi completamente di un’infinità di cose piccole e grandi che ingolfano le nostre case, è comunque necessario custodire gelosamente i grandi valori che consentono alla nostra vita di non impoverire in umanità, intimità, e persino in bellezza. Quando si dispone di questo patrimonio, si può essere liberi di perdere anche tutto il resto.
Don CristianoA MESSA TUTTI I GIORNI
Ogni giorno, qui al campo scuola, il nostro primo appuntamento è la celebrazione della S. Messa. Niente di strano per un soggiorno estivo di un gruppo parrocchiale dove è presente il sacerdote! Ma noi la celebriamo subito dopo la sveglia. Non la celebriamo in casa. Ci mettiamo in cammino per un quarto d’ora a passo veloce salendo la ripida strada che ci porta al colle sulla cui sommità e collocata la chiesa del paese. Avremmo potuto scegliere un altro orario, una collocazione più comoda, a metà giornata, quando non avevamo altre cose importanti da svolgere… E invece no! Se la S. Messa è importante, viene prima di ogni altra cosa, non solo nell’intenzione ma anche nella concreta realizzazione. Molto spesso, invece, per favorire i fedeli, per non perderli, si è fatto di tutto. Per andare incontro alle esigenze delle persone si celebra la Messa festiva del sabato sera, così uno alla Domenica mattina dorme: bell’esempio di santificazione del giorno del Signore! Si mettono le celebrazioni negli orari più strani per agevolare chi ha sonno, chi ha freddo, chi ha caldo e chi ha poca voglia… In alcuni casi si è anche trasformato il rito della Messa, sfigurandolo, per facilitarlo e abbreviarlo, “altrimenti la gente non resiste in chiesa!”. C’è chi è andato in cerca della Messa celebrata in tempi da record per la sua brevità e qual è stato il risultato? La gente si è annoiata, ha sentito la banalità e l’inconsistenza di un tale rito e ha pensato che in fondo non era così grave non recarsi alla Messa domenicale. E oggi in molti casi c’è il deserto. Dove sono i fedeli? Altrove. Magari al centro commerciale, per annoiarsi e intristirsi, spendendo, tutti insieme. Ai nostri ragazzi, in questi giorni, stiamo dicendo che andare a Messa facendo un po’ di sacrificio, svegliandosi presto e mettendosi in cammino, vale la pena perché la Messa è Cristo stesso che ci attende per riempirci dei suoi doni più belli!
Don Cristiano