Da LA FESTA – 13 agosto 2017
Periodico dell’unità pastorale di San Cassiano e di San Silvestro
Qualche tempo fa il nostro Patriarca ha detto che a Venezia ci sono 100 chiese, una chiesa quindi ogni 500 veneziani. Di certo questi pochi sopravvissuti della Serenissima non possono accollarsi i costi del restauro e del mantenimento di tante chiese e la diocesi meno che meno. Però questo grido d’allarme è assurdo affidarlo al bollettino parrocchiale di questa unità pastorale. Esso dovrebbe essere fatto all’ONU, all’UE, al Governo, alla Regione e al Comune, al Papa e al Vaticano! Se io avessi delle responsabilità particolari in merito, creerei una commissione che non lasciasse pace ad ogni organismo internazionale e nazionale.
Ritengo che tutto questo sia compito specifico del nostro “governo patriarcale”.
GLI ACQUAZZONI IMPROVVISI
Ormai bastano anche brevi precipitazioni per mettere in ginocchio la chiesa di Santa Maria Mater Domini. Giovedì mi ha chiamato la custode dicendomi che la chiesa era allagata e che si stava staccando un asse del ballatoio dell’organo. Probabilmente le grondaie del tetto sono intasate e l’acqua piovana si infiltra per le fessure della facciata inzuppando il parapetto dell’organo. Ma anche i fìnestroni di metà chiesa lasciano entrare l’acqua, tanto che il pavimento si riempie ma non a causa dell’alta marea. La chiesa era stata restaurata negli anni 80, cioè 35 anni fa. Ora è necessario intervenire per fermare il degrado. Sappiamo che questi sono anni difficili dal punto di vista economico, ma non c’è soluzione: o la Regione ed il Comune finanziano il restauro delle chiese della città oppure sono destinate ad un lento decadimento. Tornando alla chiesa di Santa Maria Mater Domini dobbiamo dire che da otto anni l’arcone del presbiterio è puntellato con alcune tavole. Doveva essere un intervento urgente ed invece i restauri vengono rinviati per mancanza di fondi. Al rientro dalle ferie, presenteremo al Comune e alla Regione un progetto di intervento.
don Antonio