Da “COMUNITA’ E SERVIZIO” – 6 agosto 2017
settimanale della parrocchia di San Giuseppe di viale San Marco
Alessandro Seno, giornalista dalla penna facile, sul settimanale della sua comunità tiene una rubrica fissa che ha come titolo “Uno sguardo sulla settimana” e meriterebbe di essere sempre letta perché mette a fuoco argomenti di attualità letti da un’angolatura di buon senso e soprattutto in linea col pensiero che si rifà al sentire cristiano.
In questo intervento il Seno inquadra in maniera quanto mai saggia il problema della penuria d’acqua – problema che, a suo dire, potrebbe e dovrebbe essere affrontato con maggiore decisione – e quello del voltagabbana dei parlamentari, un altro dei bubboni del mondo della politica italiana. Credo che leggere l’articolo, scritto con senno e moderazione, sia quanto mai gradevole.
UNO SGUARDO SULLA SETTIMANA
a cura di Alessandro SenoVogliamo “immergerci ” nel problema siccità? Oppure scriviamo sul termine tutto italiano di “Trasformismo ” applicato però ai deputati italiani? Sono due argomenti che mi hanno colpito questa settimana, purtroppo in negativo.
Non si può non soffermarsi sul gravissimo problema di mancanza di piogge che sta colpendo la nostra penisola; è una situazione difficile ma non imprevista, del resto che il clima sia cambiato lo riscontriamo oramai da svariati anni e, come ampiamente predetto, muterà ancor di più nei prossimi decenni – alla faccia di chi si è “sfilato ” dagli accordi di Parigi..,- e sicuramente non in meglio!
Se a questo ci aggiungiamo il nostro folle consumo idrico, la media nazionale è di 245 litri al giorno A TESTA, capite bene che dobbiamo correre ai ripari al più presto. E il primo “guasto” che dobbiamo riparare è quello delle condutture che approvvigionano le città, basterebbe una manutenzione precisa e funzionale degli impianti idrici per garantire il 30% in più sui rubinetti della penisola e addirittura il 44% su quelli della capitale.
Mi chiedo come mai questi interventi si facciano sempre quando esplode il caso e non preventivamente ma se così fosse non ci sarebbe neanche l’emergenza e allora di cosa si parlerebbe sui giornali o al bar? Forse del malcostume tutto nazionale del cambio di casacca? E non mi riferisco al trasferimento di questo o quel calciatore, ma del voltabandiera che i politici eletti dal popolo a guida del paese in un determinato partito finiscano poi la legislatura in un altro che spesso, sta dalla parte opposta a quello di provenienza. Ma come? lo ho votato Mario Rossi per le sue idee di sinistra sulle pensioni e adesso me lo ritrovo a destra dove sullo stesso argomento la pensano esattamente all’opposto! Vi sembra normale?
Naturalmente questa malsana pratica coinvolge tutti i partiti e quello sopra esposto è solo un esempio; vi basti riflettere su questi nudi dati: dall’inizio della legislatura ad oggi hanno cambiato schieramento ben 501 parlamentari, un TERZO di quelli eletti! Un TERZO! Il 33%! Ognuno è libero di fare le proprie scelte e di sbagliare ma un detto popolare recita che “Chi sbaglia paga” mentre qui a pagare sono solo gli italiani, visto che questi personaggi stanno bellamente sulle loro nuove sedie e continuano regolarmente a percepire stipendi e quant’altro. Decidi di cambiare partito? Ti dimetti dalla carica di deputato e la prossima legislatura ti ricandidi con i nuovi colori! Purtroppo questo non si può fare poiché mancherebbe il numero legale di parlamentari ma allora dovresti “blindare” gli eletti che per tutto il periodo nel quale sono in carica non possono cambiare schieramento.
L’Italia, paese baciato da svariati mari, si ritrova così ad avere una situazione paradossale: bagnata nei suoi contorni ma asciutta, quasi arsa, all’interno e poi invasa dai profughi, non solo quelli che fuggono giustamente da guerre e carestie ma anche da quelli che, all’interno, vogliono sempre salire sulla nave… dei vincitori politici!