La telefonata con cui Rita Bellini mi ha detto che desiderava donare tutte le sue opere di carattere sacro alla Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi è stata per me una sorpresa, una felice sorpresa!
Ho conosciuto questa pittrice veneziana molti anni fa, quando nella mia comunità parrocchiale organizzavo una “Biennale d’arte” sacra a tema. In una di queste, di circa una ventina di anni fa, il tema riguardava San Francesco. In quell’occasione Rita presentò un opera di grandi dimensioni sul “Cantico delle Creature”. Nella mia memoria di quell’opera è rimasto il ricordo di un canto di gioia ed ebbrezza espresso con tutti i colori forti della sua tavolozza. Più che al disegno, questa artista affidò al colore il compito di esprimere l’estasi interiore che nasceva dalle parole umili, pulite e piene di incanto del poverello di Assisi di fronte alla grande opera di Dio creatore, che ha voluto esprimere il suo amore, o meglio la sua tenerezza, nei riguardi dei Suoi figli mediante la bellezza della natura.
Questo ricordo, ormai lontano nel tempo, mi ha indotto ad accettare senza riserve il dono un po’ impegnativo perché si tratta di una cinquantina di opere di notevoli dimensioni.
Di primo acchito di fronte a questa rassegna di quadri di carattere religioso nella quale il figurativo rimane ancora quasi un pretesto, perché l’artista continua ad affidare alle tonalità il compito di cantare il mistero di Dio, m’è venuto da pensare che sarà piuttosto difficile ai miei anziani la “lettura” di questi quadri tanto lontani dalle loro esperienze artistiche, che si rifanno al manierismo abbastanza bigotto di fine Ottocento e della prima metà del Novecento, salvo poi pensare che pure loro devono imparare “la lingua” degli artisti del terzo millennio. Se non avranno la capacità di cogliere i particolari di tutte le “parole” del messaggio della pittura dei nostri giorni, sono convinto che pur nell’inconscio percepiranno il messaggio di questo Dio misterioso, però ineffabile ed ancora affettuoso con noi sue creature.
Sono sempre stato dell’idea che la bellezza è capace di salvare perché essa rimane e rimarrà sempre voce e messaggio del Signore. Ora abbiamo allestito una mostra presso la nostra galleria San Valentino di Marghera con le opere più significative, augurandomi poi di trovare la possibilità nel prossimo don Vecchi 7 di dedicare alle opere di Rita Bellini una mostra permanente, che si aggiungerà a quella di Vittorio Felisati, di Umberto Ilfiore e di Toni Rota.
Per ora non mi resta che ringraziare questa cara pittrice, che continua a seminare a larghe mani la bellezza nella nostra città ed ad additarla all’ammirazione e alla gratitudine dei nostri concittadini.