Ci sono dei piccoli gesti così carichi di poesia e di calda umanità, che certamente non risolvono ne i grossi problemi della vita, ne i medi e forse neppure i piccoli, eppure allargano il cuore e aiutano a guardare con più ottimismo la vita, la gente e il domani.
Da parecchi anni conosco un magistrato, ora in pensione, che periodicamente mi portava delle somme, per me consistenti, da destinare ai poveri o alle opere delle quali, man mano, mi stavo occupando.
In tempi relativamente vicini ha perduto la moglie, che l’ha preceduto alla casa del Padre dopo un lunghissimo periodo di infermità. La simpatia, l’amicizia e poi questo lutto, a cui ho partecipato con vera fraternità, hanno fatto sì che spesso lo veda umile e dimesso tra la piccola comunità di fedeli che partecipa ai divini misteri nella cappella del cimitero.
Talvolta questa presenza mi mette perfino un po’ a disagio, essendo perfettamente consapevole della modestia dei miei sermoni!
Il giorno di Santa Lucia, lo notai come sempre tra i fedeli un po’ più numerosi del solito, per chiedere aiuto alla Santa degli occhi. Finita la messa mi si accostò porgendomi una busta ed un po’ commosso mi disse: “Io e mia moglie per Santa Lucia, da buoni veronesi, ci facevamo un regalo secondo l’antica usanza della nostra terra; oggi ho pensato di offrire a lei il mio dono per Cristina, mia moglie”.
Ricevetti come un qualcosa di umanamente sacro quel “fiore” di gentilezza e di affetto, che trovava modo di fiorire, nonostante che la moglie da più di un anno si sia trasferita in cielo.
Miracoli dell’amore!