Il giudizio di Napoleone

La mattina mi alzo alle cinque, non solo perché la sapienza popolare afferma che “Il mattino ha l’oro in bocca” ma anche perché, mentre la casa dorme e fuori è ancora buio, ho modo di fare le mie pratiche di pietà senza essere disturbato.

Di solito recito il breviario bisticciando spesso con i salmisti del popolo ebraico che, con le loro parole, ribadiscono il pensiero di allora e cioè che Dio si sarebbe dovuto occupare solo del popolo ebraico, popolo che al Padreterno chiedeva stragi, morte e calamità per i nemici e si gloriava quando riusciva a passarli a fil di spada.
Confesso che leggo il breviario più per obbedienza e penitenza che per devozione, mi rifaccio però recitando le preghiere più conosciute e più popolari. Faccio poi un po’ di meditazione leggendo qualche testimonianza di gente semplice ma che crede e che tenta di seguire gli insegnamenti di Gesù.

Come ho già scritto altre volte, m’ispiro a due testi: “Il Cenacolo” una rivista della Chiesa Metodista e “Il Breviario Laico” del Cardinal Ravasi. Il primo è un volumetto mensile che riporta frasi della Bibbia commentate da cristiani di quella Chiesa che dimorano in tutti i continenti. Questa lettura mi fa bene perché la sento semplice, innocente, concreta e perché si rifà alle esperienze quotidiane di tutti coniugando la fede con la vita. Nel secondo testo, di tutt’altro taglio e spessore, il Cardinal Ravasi, uomo di cultura e di fede, partendo da alcune citazioni di uomini di elevato spessore culturale, di ogni epoca e di tutte le correnti di pensiero ne fa un commento sempre di notevole levatura. Ravasi dimostra una cultura infinita e cita il citabile riuscendo a suggerire, a credenti e non credenti, proposte convincenti sia a livello di pensiero che di comportamento.

Questa mattina mi ha felicemente sorpreso e aiutato il pensiero di fondo, da cui questo prelato è partito, per fare una considerazione sull’umiltà e sul dovere di non lasciarsi condizionare dagli “idoli” del nostro tempo. La frase commentata è niente po’ po’ di meno che di Napoleone che, pur essendo l’imperatore, sorprendentemente afferma: “Un trono è solo un pezzo di legno coperto di velluto”. La gloria del mondo si riduce a tutto questo perciò dobbiamo evitare di farci incantare. Monsignor Vecchi, con meno prosopopea, ci diceva che quando incontriamo sapientoni che sanno tutto, che pontificano dall’alto, basta immaginarli in mutande perché salti il palco. Confesso che talvolta mi avvalgo anch’io, in alcune circostanze, di questo espediente.

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