Mi sorprendono e mi stupiscono alquanto i miei colleghi preti, sia anziani e purtroppo anche giovani, che non hanno compreso l’assoluta necessità di utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione.
A me piace il suono delle campane e quando ero parroco più di qualche parrocchiano si lamentava che le suonavo troppo. Un giorno ho avvertito la necessità di utilizzare il campanile della mia parrocchia, di quelle di Caorle, di Jesolo, di Mira, di Burano e perfino il campanile di San Marco per collocare i trasmettitori di Radio Carpini con cui riuscivamo a trasmettere il messaggio in cui credo ad almeno un milione di potenziali ascoltatori.
Lo stesso successo lo abbiamo ottenuto con la carta stampata e in queste ultime settimane stiamo raggiungendo una tiratura di quasi seimila copie per il settimanale “L’incontro”.
Spessissimo incontro persone che si rivolgono a me come fossi un loro amico d’infanzia e quando chiedo loro se mi conoscono tutti mi ripetono: “Come si fa a non conoscerla sappiamo tutto di lei e delle sue imprese solidali.” Questo mi rende molto felice perché mi conferma che “ho fatto centro”. Una volta un primario dell’Angelo mi disse: “Ce l’ho con lei”, al che obiettai: “Perché?” e lui continuò: “Perché mi turba la coscienza con i suoi scritti!”. Non poteva dirmi cosa più bella.
I miei amici sanno che in questo periodo sono tutto preso dall’apertura del nuovo ristorante per i poveri che vivono in silenzio e con dignità la loro difficile situazione ma come avrei potuto comunicare questa notizia ai miei quattrocentomila concittadini di Mestre e Venezia? Mi sono detto: “So io cosa fare!”. Qualche telefonata e le testate cittadine: Il Gazzettino, La Nuova Venezia e Il Corriere del Veneto mi hanno subito offerto il loro “megafono”. Qualche altra telefonata e “Rai Tre”, “Televenezia”, “Telechiara” e “Rete Veneta” mi hanno subito messo a disposizione i loro teleschermi”. Non so se riuscirò a bucare ma se non avessi questi amici telematici sono certo che fallirei.