Questa mattina mi ha colpito un’inquietante domanda che si è posta una fedele californiana: “Chi sta seguendo Gesù grazie al mio esempio?”.
Questa discepola di Gesù annota poi tra il compiaciuto e il confortato: “Quando un’amica ha notato che, durante la pausa pranzo, leggevo la Bibbia mi ha chiesto se fosse quello che mi manteneva serena”. Continua poi dicendo che l’amica le aveva chiesto di cominciare a studiare la Bibbia e a pregare assieme. Credo che una domanda del genere dovrebbe porsela ogni cristiano convinto e in modo particolare ogni prete e in maniera particolarissima un vecchio prete come me che è giunto ormai quasi al termine della sua vita e dei suoi giorni.
Questa mattina quindi mi sono sentito costretto a fare il punto sul risultato dell’attività di apostolato che ho cercato di svolgere, al meglio delle mie possibilità, durante i novant’anni della mia vita e i sessantacinque anni del mio ministero pastorale. Di primo acchito mi ha consolato ricordare che due miei ragazzi sono diventati sacerdoti molti anni fa: uno, uscito dalle fila dell’Azione Cattolica, si è fatto gesuita e da tantissimi anni è missionario in Giappone mentre l’altro, uscito dai miei scout, da molto tempo è il parroco di una piccola parrocchia in riva al Piave. Alcune ragazze, che mi consideravano il loro padre spirituale, sono diventate suore e una grande moltitudine sono diventate ottime mamme. Non passa giorno poi che qualcuno, più o meno anziano, non mi fermi per ricordarmi i “bei tempi” dei Gesuati, di San Lorenzo, di Carpenedo, della San Vincenzo, degli Scout, del Pacinotti, delle Magistrali, dei Maestri di Azione Cattolica o mi ricordi che li ho sposati, ammessi alla comunione o celebrato il commiato dei loro cari.
Di certo la mia vita è stata lunga e intensa, e credo che moltissima gente mi ricordi con affetto e riconoscenza però non so se le tante persone che ho incontrato, attraverso la mia testimonianza, siano diventate veramente discepoli di Gesù. Ora non mi resta che pregare per tutti.