La vicenda grazie a cui sono diventato il “curato” di Ca’ Solaro, il piccolo borgo ubicato al di fuori delle “mura di cinta” della nostra città, è un po’ complessa ed arruffata. Preferisco evitare di raccontare nuovamente tutta la storia e limitarmi a confidare agli amici che, da un paio d’anni puntualmente verso il tardo vespero di ogni primo venerdì del mese, mi reco a Ca’ Solaro nella umile ma cara chiesa immersa nella campagna ancora coltivata a frumento, granoturco e viti, per celebrare la Santa Messa in quella piccola comunità tagliata fuori dal respiro della sua parrocchia di riferimento: la parrocchia di Sant’Andrea a Favaro.
Quel borgo, fino a una ventina di anni fa, aveva il suo prete, la sua scuola, il suo catechismo e una vita autonoma a livello religioso e civile. A causa della scarsità di sacerdoti, dell’accorpamento scolastico, della fuga dai campi verso attività più redditizie e del decremento demografico, quella comunità è diventata veramente piccola e credo che ora non conti più di un centinaio di anime però non ha perso il senso di comunità strettamente legata alla sua piccola chiesa sobria e ordinata.
Ca’ Solaro come comunità cristiana trova il suo punto di riferimento in “Mario Papa”, il cristiano vecchio stampo che apre e chiude la chiesa, raccoglie le offerte, informa e gestisce la liturgia.
Io mi trovo un gran bene in questa minuscola comunità cristiana, ogni volta che celebro mi sento in famiglia forse perché recupero le mie radici di campagnolo e mi pare che la preghiera, pur umile e dimessa, salga più vera al Signore. Ieri sera poi quando, pur traballante per i miei quasi novant’anni, ho prima salito e poi disceso i pochi gradini del presbiterio e mi sono rivolto con semplicità alla piccola assemblea di una trentina di fedeli che riempiva metà della chiesa, mi sono commosso alle parole di un’anziana signora che mi ha chiesto: “Don Armando perché non viene ad abitare qui da noi?”. Mi fa tanto piacere che questo “piccolo mondo antico” sopravviva al mutare degli eventi e rimanga strettamente aggrappato alla sua piccola chiesa e alla fede dei padri, provo la sensazione che esso offra ancora spazio e motivo di vivere a questo prete di un tempo quasi scomparso.