Il polo solidale del don Vecchi

Monsignor Valentino Vecchi pensava di avere fiuto per l’economia, fiuto che sosteneva di aver ereditato dalla madre, rimasta vedova con due bambini piccoli, uno dei quali era appunto lui. Lei si era inventata materassaia prima e poi padrona di una bottega di carbone. Quando Monsignore cedette il terreno di via Carducci sul quale fu costruito uno dei primi ipermercati di Mestre, noi giovani preti eravamo decisamente contrari: in primis perché ci veniva a mancare il campo da gioco del patronato che si trovava accanto al cinema Concordia e in seconda battuta perché pensavamo che l’ipermercato avrebbe messo in crisi le piccole botteghe di Mestre. In realtà le cose andarono proprio così ma Monsignore tentava di indorarci la pillola affermando che secondo le leggi di mercato dove c’è una concentrazione di negozi significativi prosperano anche quelli minori se si specializzano. Devo dire che non aveva proprio tutti i torti, ma neanche tutte le ragioni.

In forza di questo principio, io ho sempre lavorato perché le varie agenzie caritative che ruotano attorno al Don Vecchi non si lasciassero incantare dalla delocalizzazione, ma rimanessero unite, da un lato perché “l’unione fa la forza” e dall’altro perché la concentrazione di questi servizi aiuta tutti ad avere una clientela più numerosa e garantita. Finora, nonostante tutte le “tentazioni” e tutti i tentativi la cosa è andata avanti così e mi auguro che continui. Ho però una certa preoccupazione perché non tutti i responsabili si sono formati alla scuola del Don Vecchi e non sono neppure discepoli di don Mazzolari, di don Milani, dell’Abbé Pierre, di Madre Teresa di Calcutta o di San Vincenzo de’ Paoli! In questi giorni di agosto nel capofila del Polo Solidale “Vestire gli Ignudi” che conta su circa cinquantamila clienti all’anno c’è più silenzio e meno folla del solito, tanto che sono un po’ preoccupato anche per gli “affari” di “La Buona Terra” che si occupa della distribuzione di frutta e verdura e dello “Spaccio Solidale” che distribuisce generi alimentari donati dagli ipermercati Cadoro.

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