Una volta, soprattutto nel mondo ecclesiastico, si infiorettavano i discorsi con sentenze latine. Qualche anno fa ho riletto quel bellissimo volume “Il giornale dell’anima” nel quale don Loris, o più precisamente il Cardinale Francesco Maria Capovilla, ha raccolto propositi, riflessioni, confidenze e pensieri spirituali di Papa Roncalli. Durante la lettura di quel corposo volume mi sono imbattuto mille volte nelle massime latine con le quali Papa Giovanni XXIII condensava le sue riflessioni. Ho constatato che in quel tempo la cultura ecclesiastica dei vecchi preti e soprattutto di quelli più intelligenti e più colti era veramente vasta mentre noi preti del terzo millennio abbiamo, quando va bene, una cultura da quotidiani e da telegiornali fatta di informazioni non supportate dalla sapienza del passato.
In queste ultimissime settimane, venendo a conoscenza delle folle sterminate che sono andate ad ascoltare e ad acclamare Papa Francesco, sono arrivato alla conclusione che la gente ha un fiuto particolare per valutare gli uomini di spessore e per dare loro il giusto riconoscimento. Pochissimi giorni fa un milione di persone si sono recate a Roma per ascoltare il Papa esprimersi sui problemi della famiglia, alcuni giorni prima settantamila ragazzi e giovani scout avevano partecipato, in maniera vivace, all’incontro con il sommo Pontefice e la settimana successiva settecentomila persone a Torino si sono unite a Papa Bergoglio per venerare la sacra Sindone.
Non passa settimana che alla catechesi del Papa, Piazza San Pietro non si riempia di fedeli desiderosi di ascoltare la lezione di catechismo del Pontefice e ogni domenica la stessa piazza è pressoché insufficiente per contenere la folla accorsa per l’Angelus. Non credo che ci sia personaggio in tutto il mondo che abbia il “successo” del Papa, nonostante egli sia anziano, il suo italiano non sia perfetto, le sue prediche assomiglino spesso ai sermoni dei vecchi parroci di campagna e il suo charme sia modesto. Papa Giovanni avrebbe detto a proposito di questo fenomeno: “Vox populi, vox dei”. È il Signore che si manifesta sotto le povere e logore vesti del nostro Papa e il popolo lo avverte e lo segue come pastore dell’umanità.