Qualche giorno fa ho incontrato un noto professionista di Mestre di cui ho conosciuto sia la nonna sia i suoi genitori e che una ventina di anni fa ho sposato nella piccola chiesa mestrina di San Rocco. Non so proprio se sia praticante, come lo erano i suoi genitori, però sono assolutamente certo che nella sua vita si ispiri ai valori cristiani soprattutto per quanto riguarda la generosità e l’altruismo.
In un momento in cui, uscite dall’ambulatorio le sue collaboratrici, rimanemmo soli, mi disse felice come un bambino: “Sa che regalo mi ha fatto mia moglie in occasione del mio compleanno?” e, senza lasciarmi pensare neppure per un istante, soggiunse sorridendo felice e compiaciuto: “Mia moglie mi ha regalato la partecipazione ad una Messa cantata in gregoriano in una notissima abbazia della Toscana. Un regalo davvero insolito per questi nostri tempi.
Penso che noi, che viviamo in questo mondo irrequieto, senza pace e silenzio, abbiamo proprio la necessità di tuffarci ogni tanto nelle acque fresche e limpide delle sorgenti della preghiera poiché spesso le nostre preghiere sono distratte e frettolose. A proposito di queste singolari e significative esperienze ne ricordo due in particolare. La prima è stata una Messa nell’abbazia di Sant’Antimo dove una comunità di monaci francesi celebrava con calma e con una compostezza sovrana di voci e di gesti il sacro rito dell’Eucarestia. I miei cento anziani, che di solito amano le Messe brevi, rimasero silenziosi e partecipi per un’ora e mezza in assoluto silenzio, estasiati da questa liturgia povera ma solenne. La seconda è stata la visita al monastero benedettino di Marianlach in Repubblica Ceca dove vivono una sessantina di monaci. Al ricordo provo ancora i brividi per il senso di mistero e di assoluto che in quell’occasione ho avvertito nel mio animo.
Anche noi, gente di questo tempo distratto ed irrequieto, abbiamo veramente bisogno di queste esperienze sovrane di dialogo con l’Assoluto.