Il mercoledì mattina arriva puntualmente “Lettera Aperta”, il settimanale che nel 1971, ad una settimana dal mio ingresso in parrocchia, ho fondato per dialogare a cuore aperto con i parrocchiani, superando gli ostacoli che la “coda” della contestazione del 1968 rischiavano di impedire. Io sono un fedele lettore del periodico della mia vecchia parrocchia, mi pare sia uno dei “bollettini parrocchiali” di Mestre più interessanti, ammiro il suo direttore che attualmente ha la stessa età che avevo io quando sono stato nominato parroco di Carpenedo.
Quest’oggi ho letto “Lettera Aperta” con particolare attenzione anche perché noto che don Gianni pian piano sta aumentando il numero di pagine, risucchiato e stimolato evidentemente da “L’Incontro”. Avendo un po’ di tempo ho letto il giornale con tranquillità lasciandomi avvolgere dai ricordi, riscontrando che ci “sono ancora dentro” in maniera molto consistente ed arrivando alla felice constatazione che gran parte della parrocchia che ho lasciato è ancora molto presente e vitale. Qualche iniziativa purtroppo si è spenta con il tempo come il mensile Carpinetum al quale davo estrema importanza perché manteneva vivo il dialogo con ogni famiglia della parrocchia a cui ogni mese lo inviavo per posta. Si è spento anche l’altro mensile “L’Anziano” che segnò un’epopea a livello dei gruppi anziani. Qualche altra attività vivacchia come “Il Ritrovo” e “La Cella” ed altre ancora sono morte ma fortunatamente risorte come la “Corale Carpinetum” e il gruppo culturale “La Rotonda” ma molte altre realtà, di cui si parla in questo numero di “Lettera Aperta” con uno stile veloce e frizzante quale è quello di don Gianni, sono quanto mai vive e promettenti.
Nel numero che ho appena finito di leggere si ricorda la “Sagra”, iniziativa che solo io so quanta fatica mi sia costata far nascere e quanti bei risultati abbia ottenuto, vi è pure pubblicata una bellissima foto della “Malga dei Faggi”, la casa di montagna dei ragazzi, del nuovo Patronato, del “Germoglio”, il cosiddetto Centro Polifunzionale per l’Infanzia. La visione di queste realtà mi ha spinto a ripensare al Foyer, a Villa Flangini, alla Foresteria, alla Canonica, al Piovento, ai gruppi sposi, agli scout, al “Mughetto”, al gruppo San Camillo, al restauro della chiesa, al cinema Lux, ai chierichetti …. Sono tanto grato a don Gianni che ha dato una bella “rinfrescata” alla mia vecchia parrocchia che mi vien da dire con Simeone: “Ora Signore posso andare in pace perché non mi è capitato di veder andare in rovina ciò che mi è costato tanta fatica!”.