Papa Giovanni, il nostro vecchio Patriarca, era una persona colta, soprattutto per quanto riguarda la storia e il mondo religioso, ed era solito esprimere in detto sapienziale le sue letture della vita. Chi ha letto “Il giornale dell’anima”, il grosso volume che contiene i suoi appunti, si accorge subito come egli fosse solito condensare il suo pensiero con una citazione biblica o con una frase con cui trasmetteva le sue riflessioni. Io, che sono povero di memoria, non ne ricordo molte di queste sentenze però ogni tanto qualcuna riemerge dai ricordi della frequentazione che ho avuto con lui. Penso di aver fatto tesoro e talvolta di essermi felicemente avvalso di questa sua saggezza comunicata attraverso espressioni che condensavano la sua esperienza.
Ricordo di aver ascoltato, più di una volta, questo suggerimento di ordine assai pratico: “Quando qualcosa ti sta a cuore parlane con tutte le persone che incontri perché prima o poi troverai qualcuno disposto a darti una mano!”.
I miei amici sanno quanto sia convinto e quanto abbia tentato di creare occasioni conviviali per i poveri, gli anziani o semplicemente per i collaboratori. Diceva Papa Giovanni: “I problemi con le persone si risolvono più facilmente mettendo le gambe sotto la tavola” ossia mangiando assieme.
Spesso è più facile creare comunità con una cenetta che con meditazioni sublimi e da questa idea è nato l’incontro conviviale del mercoledì sera. Avendo trovato un localino ad hoc, una cuoca semplicemente meravigliosa ed un catering disponibile ho detto ai miei colleghi anziani: “Stasera vi porto fuori a cena!”. Con tre euro abbiamo iniziato con l’aperitivo a base di sangria, mangiato le patatine al peperoncino ed una pizza gigante oltre ad aver bevuto un bicchiere di birra. Alla prima “serata assieme” hanno aderito ben centoventi anziani. Raramente ho incontrato vecchi così felici, penso che un clima simile si sia respirato soltanto nel “Paradiso Terrestre”! La serata è stata bellissima e si è conclusa, come da tradizione, con il canto: “Viva Venezia e il nostro leon!”.