I pifferai

Io sono nato ad Eraclea ed un secolo fa questo paese era costituito da un modesto agglomerato di case adagiato sulla sponda sinistra del Piave. Da qualche decennio il paese ha recuperato il nome nobile di Eraclea che ricorda il suo illustre passato ma ai miei tempi si chiamava Grisolera, nome che si rifaceva all’ambiente povero e palustre in cui era situato. Ora a Eraclea c’è per Ferragosto la sagra ma, ai miei tempi, per vedere un po’ di gente e di festa, bisognava andare, all’inizio di ottobre, alla fiera della Madonna del Rosario a San Donà. Ricordo ancora il clima festoso e i venditori ambulanti che reclamizzavano in maniera colorita, fantasiosa e convincente la loro mercanzia. A quel tempo, in cui la gente semplice veniva convinta a comprare, io non conoscevo ancora la storia del pifferaio che seduceva il popolo e lo imboniva con le sue chiacchiere colorite finendo per illuderlo e poi portarlo alla rovina. Questa storia la appresi solamente sui banchi delle elementari quando iniziò la mia istruzione.

Ho vissuto una lunga vita, mi pare però che purtroppo non sia cambiato quasi nulla nella sostanza. Gli imbonitori di professione forse non battono più le fiere di paese ma siedono in Parlamento e alla televisione per incantare i citrulli con le loro chiacchiere colorite piene di promesse. Quando alla sera, dopo cena, mi siedo in poltrona per vedere uno dei tanti telegiornali, mi pare di essere tornato ai vecchi tempi della sagra. I pifferai non sono più quelli di un tempo, quelli che ho conosciuto da bambino, perché ormai da anni sono andati nell’aldilà, oggi hanno nomi diversi però la sostanza non è cambiata. Fortunatamente Morfeo, prima che mi arrabbi di fronte a tanta impudenza, mi fa addormentare anche se, pur inascoltati, loro continuano a parlare e a sproloquiare come proponessero merce preziosa mentre tentano solamente di svendere fondi di magazzino.

In questi ultimi tempi ce ne sono alcuni che emergono su tutti, due in particolare sono quelli che i sondaggi dicono essere particolarmente ascoltati e seguiti: Salvini e Grillo. Il secondo è un figlio d’arte, esce infatti dalla scuola del baraccone; mentre il primo non so da dove provenga però pare conosca tanto bene questa arte da avere conquistato il quattordici per cento dell’elettorato. Mi auguro tanto che l’incantesimo degli attuali pifferai si dissolva velocemente come le bolle di sapone prima che riescano a fare troppo male alla nostra povera Italietta!

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