In una delle precedenti riflessioni ho riferito della mia passione di raccogliere “fiori”, fiori normali simili a quelli che nascono nei prati delle periferie della nostra città o perfino nei vasi sui davanzali delle finestre delle nostre case. Fuori dalla metafora confesso che mi piace quanto mai deliziarmi della scoperta e della raccolta di certi gesti semplici, gentili, espressione di calda umanità.
Un tempo, come confidavo agli amici, uscivo ogni giorno con il cestello in mano per questa raccolta, tanto che in pochi anni ho riempito due o tre volumetti con questi “fioretti” di stile francescano. Poi uscendo dalla parrocchia ho continuato a mantenere questa passione ma avevo smesso di fissarli sulla carta, come un tempo erano solite fare le ragazze che essiccavano tra le pagine dei loro diari sentimentali certi fiori semplici che ricordavano loro momenti di incontro, di ebrezza e di sogni rosa. Ho ripreso da qualche settimana questa raccolta che allieta il mio animo e lo addolcisce da tutte le brutture e le stonature che purtroppo incontro sui giornali e sullo schermo della televisione.
Confesso però che anche in questa nobile e gentile passione si possono fare degli incontri sgraditi e raccogliere “fiori” che nella sostanza non sono tali perché nascondono sorprese amare e deludenti. Quasi senza accorgermene mi capita talora di cogliere un’ortica oppure un cardo pungente. Eccovi l’ultima avventura amara. Qualche giorno fa due fidanzati controcorrente sono venuti da me per prepararsi alle loro prossime nozze da celebrarsi fortunatamente in chiesa. Durante la conversazione cordiale ed affettuosa mi è capitato di apprendere che in una parrocchia della nostra città, per la sola compilazione dell’atto di matrimonio, sono stati chiesti loro ben duecento euro nonostante lei sia disoccupata e lui un impiegatino di primo pelo. Questo fiore di ortica mi ha riempito di amarezza e di rossore pensando soprattutto a Papa Francesco impegnato in una rivoluzione difficile e piena d’insidie!