Al Don Vecchi si accolgono normalmente anziani dai settanta ai novant’anni. Le condizioni richieste sono che siano “poveri”, tenendo però conto che la povertà di ordine economico è solo una delle infinite povertà presenti oggi nella nostra società ed inoltre che questi anziani abbiano bisogno di quello che noi fortunatamente possiamo offrire loro: un alloggio protetto.
Il Don Vecchi, anche se a detta di qualcuno è un piccolo “paradiso terrestre”, non è quello definitivo, quello cioè che il buon Dio ha preparato per i suoi figli dopo la vita terrena.
Nessuno viene allontanato dal Don Vecchi però, con il passare degli anni, “sora nostra morte corporale” si incarica di chiamare al cielo anche chi rimarrebbe volentieri quaggiù, motivo per cui c’è un costante turnover e gli inquilini si succedono nei quattrocentottanta alloggi con una certa frequenza.
Qualche giorno fa la signora dell’accoglienza, che stava concludendo le pratiche per un nuovo venuto, quando mi ha visto entrare in ufficio si è sentita in dovere di presentarmi il signore che andrà ad occupare un alloggio al Don Vecchi degli Arzeroni dicendomi che egli è un pastore della Chiesa Luterana di Venezia.
Gli ho stretto immediatamente la mano dando il benvenuto ad un “collega” o meglio ancora ad un “confratello” della Chiesa di Cristo. Confesso che ho provato una profonda commozione nello stringere la mano a quest’uomo di Dio.
Quando mai, fino a mezzo secolo fa, un pastore protestante avrebbe avuto l’ardire di bussare alla porta di una chiesa cattolica ed un prete avrebbe accettato a cuore aperto e con commozione un pastore protestante? Questo è un miracolo della tolleranza e dell’ecumenismo. Oggi al Don Vecchi vi è un pastore luterano, un’ebrea, una testimone di Geova, un buon numero di non praticanti e qualche non credente, però credo che mai una struttura sia stata più “religiosa” della nostra!