Le attuali “parole chiave”

In ogni stagione si scoprono e si usano parole chiave che identificano i problemi più scottanti e cruciali e che, il più delle volte, si ritiene siano le chiavi per capire, affrontare e risolvere suddette criticità. Vorrei soffermarmi su alcune di queste parole che una volta si definivano “magiche”, ma che ora, in un tempo di laicismo imperante, si ritiene siano invece le ultime “scoperte” per dare soluzione a problematiche che superano le capacità dell’individuo e delle comunità, specie di quelle più piccole.

Una delle locuzioni oggi più ricorrenti è quella di: “investire nella ricerca”. Tutti affermano che le aziende che investono nella ricerca riescono a stare sul mercato e a sviluppare le proprie attività creando reddito. Se applicassi questa conclusione alle nostre parrocchie e se questo enunciato fosse valido, esse dovrebbero essere destinate al fallimento certo perché ormai, da decenni, queste realtà sono rimaste ingessate. Infatti, a livello parrocchiale, io non riesco a scoprire alcunché di nuovo per quanto riguarda la carità, i massmedia, il mondo giovanile e la presenza sul territorio; mi pare anzi che nell’ultimo mezzo secolo si debba registrare piuttosto qualche passo indietro mentre la società civile, in questo lasso di tempo, è passata dal grammofono alla televisione, dal pallottoliere al computer! Investire sull’uomo non solo è una necessità ma è soprattutto un dovere se si crede nel messaggio evangelico e se si vuole sopravvivere.

Oggi si parla poi spessissimo della necessità “di far rete”: solamente Mussolini ha predicato l’autarchia! Se le parrocchie della nostra città non si mettono assieme a progettare una pastorale comunitaria rimarranno sempre più fragili, impotenti, incapaci di far passare un messaggio ed una testimonianza recepibile dalla gente del nostro tempo.

Nel passato ho definito le parrocchie di Mestre come un arcipelago di tante isolette autonome e non comunicanti, ora, adoperando la definizione del filosofo von Leibniz nei riguardi dell’uomo, sarei tentato di parlare di “monadi senza porte e senza finestre”. Le nuove esigenze determinate dalla crescita e dallo sviluppo, che valgono per il commercio e per l’industria, purtroppo valgono anche per le comunità cristiane che vogliono stare a galla e continuare a diffondere, con risultati positivi, la loro proposta.

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