Quello di cui oggi vorrei parlare ai miei amici è un argomento che ho trattato tante volte però sento il bisogno di “rileggerlo” da un punto di vista diverso. È ormai risaputo a Mestre, “anche dai sassi”, che la mia comunità ha tentato, fortunatamente con successo, di inventare una soluzione assolutamente innovativa per gli anziani autosufficienti che “godono” di modeste risorse economiche. Questa “invenzione” consiste negli alloggi protetti dei Centri Don Vecchi. L’obiettivo è quello di favorire, fino all’ultimo, la loro autonomia, impegnandoli a provvedere a se stessi, offrendo loro un alloggio alla portata delle loro tasche e aiutandoli dando loro modo di vivere in una struttura che, sia a livello architettonico che a livello sociale, facilitasse loro la vita. Fortunatamente abbiamo fatto centro cosicché la stragrande maggioranza dei cinquecento residenti nei 483 alloggi dei Centri Don Vecchi affermano di essere fortunati e contenti.
L’assessore alla Sicurezza Sociale della Regione, dott. Sernagiotto, è venuto casualmente a conoscenza della nostra iniziativa e ci ha proposto di ampliare il nostro progetto accogliendo in un centro anche gli anziani della quarta età, ossia quegli anziani che stanno tra gli ottanta e i cento anni, cioè in quella zona grigia tra l’autosufficienza e la mancanza di autosufficienza e che abbiamo definito, per comodità, “anziani in perdita di autonomia”. Sernagiotto ci ha promesso che avrebbe indetto un bando in cui la Regione avrebbe messo a disposizione 25 euro al giorno per l’assistenza di suddetti anziani. In quattro e quattr’otto abbiamo costruito agli Arzeroni una struttura di 65 alloggi e l’abbiamo riempita con persone anche ultranovantenni.
Sennonché Sernagiotto è stato eletto al Parlamento Europeo e il funzionario incaricato di “costruire” il bando del concorso ha trovato più comodo starsene tranquillo sulla sua poltrona sicuro che a fine mese il suo stipendio sarebbe arrivato ugualmente. Questa purtroppo è una storia assai frequente nella burocrazia della pubblica amministrazione! Inizialmente mi venne da disperarmi: 65 anziani traballanti, senza i soldi necessari per la loro assistenza: un problema apparentemente senza soluzione. La disgrazia però si è rivelata ben presto una “fortuna” perché i vecchi hanno fatto ricorso a tutte le loro forze residue, i familiari si sono sentiti moralmente costretti a non abbandonarli alla loro sorte e un gruppetto di volontari, che sta vieppiù crescendo, ha offerto la sua disponibilità, tanto che tutto va per il meglio. Una volta ancora si è dimostrato fortunatamente vero e calzante il detto spagnolo: “Il Signore scrive dritto anche quando le righe sono storte!”.