La festa della donna

Lo stesso Presidente della Repubblica ha affermato, in occasione dell’otto marzo, festa della donna, che la nostra società deve molto alle donne. Il Pontefice poi, ultimamente, ha ribadito questo concetto, se possibile, anche con maggior vigore. Io, fino a poco tempo fa, ero piuttosto sospettoso e scettico nei riguardi di questa celebrazione dal momento che le femministe, in maniera spesso volgare e sbracata, le avevano dato una connotazione ed un respiro “radical-liberale” ma soprattutto avevano rivendicato, per le donne, diritti piuttosto dubbi quali: l’aborto, il libero amore, le nozze tra lesbiche e le maternità innaturali. Ora però ho finito per sposare questa celebrazione per rilanciare le peculiarità della femminilità quali: la bellezza, il sentimento, la tenerezza, la delicatezza dell’amore, la sacralità della maternità. Constatando poi che anche nei Centri Don Vecchi sono molte le donne che danno il “là” al clima e all’atmosfera in questi “borghi” per anziani, ho deciso di offrire loro, in segno di gratitudine, un riconoscimento per i loro meriti e il ringraziamento per quanto vanno facendo. Dapprima ho pensato a dei rami di mimosa che avrei colto dal bellissimo grande albero che troneggia nel nostro parco, come una perla che brilla al dolce sole di primavera, poi ho concluso che era meglio lasciare la mimosa nel parco perché continuasse a manifestare, ancora per parecchie settimane, il nostro affetto e la nostra riconoscenza offrendo, alle collaboratrici più generose, una bella “murrina” che ricordasse loro quanto bene vogliamo loro e quanto siamo orgogliosi di loro.

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